Sof 3,14-18 e Lc 1,39-56
venerdì 31 maggio 2024
Magnificat
giovedì 30 maggio 2024
Abbi pietà ...
1Pt 2,2-5.9-12 e Mc 10,46-52
mercoledì 29 maggio 2024
Miseria umana
1Pt 1,18-25 e Mc 10,32-45
martedì 28 maggio 2024
Ma abbiamo proprio lasciato tutto?
1Pt 1,10-16 e Mc 10,28-31
lunedì 27 maggio 2024
Un giovane ricco ma non libero
1Pt 1,3-9 e Mc 10,17-27
domenica 26 maggio 2024
A chi interessa Dio oggi?
Dt 4,32-34.39-40
Sal 32 Rm 8,14-17 Mt 28,16-20
Oggi solennità della Santissima Trinità, il mistero stesso di Dio ... in questi giorni ripercorrevo nei miei pensieri quel tentativo che ciascuno di noi ha fatto continuamente fa circa il bisogno di rappresentare e spiegare chi è Dio, e come è Dio.
Mi si apriva alla mente tutto il percorso storico e culturale che il cristianesimo ha fatto in duemila anni ... il tentativo filosofico e razionale di giustificare l'esistenza di Dio a partire dalle cinque vie di Tommaso e tanto altro ... fino ad arrivare al momento attuale dove a fronte del, processo di secolarizzazione e globalizzazione il senso religioso e il mistero di Dio risultano essere puramente marginali e soprattutto irrilevanti ...
Possiamo vivere senza Dio, e possiamo a che vivere bene ... in molti ci riescono e affermano che è possibile, anzi non c'è nulla di sbagliato nel vivere una disaffezione all'idea di Dio, perché in realtà Dio è solo un'idea frutto della nostra antropologia umana e del nostro percorso evolutivo.
Eppure, nella mia esperienza c'è qualcosa che mi riconduce sempre all'interno del fine delle cose, del tempo e di ciò che esiste, è il confronto con due situazioni umane profondamente alternative: la morte e l'amore.
Quando i fatti colloco
queste esperienze umane nel contesto dell'infinito universo e nel mistero del
cosmo e di tutto ciò che rappresenta, ecco che in me si apre un bisogno
profondo di completezza; percepisco tutta la mia inadeguatezza e le domande di
senso si moltiplicano.
Di fronte a queste domande ... ogni risposta rischia di essere un inutile
tentativo di una mente razionale inadeguata e incapace di un mistero
assolutamente più grande e insondabile.
Mi resta solo il confronto e il conforto con chi di Dio mi ha comunque parlato, al di fuori di schemi teologici o argomentazioni razionali.
Di Dio infatti più che
parlarne, occorre farne esperienza ... occorre superare la
tentazione di volere aprire le pieghe del mistero per guardarci dentro -
occorre affidarsi nell'esperienza religiosa - a come questo mistero di Dio ti è
dato, ma soprattutto donato.
A partire da Abramo, Mosè... fino ad arrivare a Gesù, apprendo che di Dio se ne
può fare esperienza, si può entrare in relazione con lui ...
Il limite del nostro tempo è proprio quello di aver messo dentro la nostra vita la totale dimenticanza di Dio: Dio non c’entra con ciò che vivo. Quando si confesso i bambini si percepisce cosa vivono in famiglia e come il senso religioso sia costantemente avvilito e se non disprezzato, certamente é messo ai margini ... È emblematico che bambini di 9-10 ti dicano di essere troppo impegnati per avere tempo di pensare a Dio. Ecco ... noi, nel nostro modo di vivere, a Dio non lasciamo il tempo per poterci essere.
Allora tornare a Dio per me significa scandagliare i miei desideri più profondi, per fare riaffiorare il bisogno di senso e rimettere al centro quel Gesù che ci ha parlato e continua a parlarci di Dio ogni volta che con le sue parole ci fa sognare ... purché recupera tutto ciò che scartiamo, compresi i nostri fratelli scomodi, gli scartati del nostro tempo, quelli che allora erano i peccatori, le prostitute, le vedove e i lebbrosi; tutti coloro che erano senza speranza. Ma forse gli unici in cui esisteva ancora la domanda su Dio.
Questo vangelo di Matteo vuole lasciarci due idee: la prima idea é che Dio si accosta, ti cerca e ti chiama, e tutto questo avviene nel legame intreccio con la Chiesa alla missione.
La seconda idea è che occorre tornare sempre all'origine dell'incontro con Gesú, e restarci radicati, per imparare a riconoscere Dio; occorre tornare in Galilea, lì lo vedremo.
sabato 25 maggio 2024
Fragili come bambini
Giac 5,13-20 e Mc 10,13-16
venerdì 24 maggio 2024
Durezza di cuore
Giac 5,9-12 e Mc 10,1-12
giovedì 23 maggio 2024
Rompere con le solite logiche
Giac 5,1-6 e Mc 9,41-50
mercoledì 22 maggio 2024
Un minimo è buono
Giac 4,13-17 e Mc 9,38-40
martedì 21 maggio 2024
Perché dobbiamo imparare ad accogliere
Giac 4,1-10 e Mc 9,30-37
lunedì 20 maggio 2024
Maria Madre della Chiesa
Gen 3, 9-15.20 e Gv 19,25-34
domenica 19 maggio 2024
Vieni Santo Spirito
At 2,1-11 Sal 103 Gal 5,16-25 Gv 15,26-27; 16,12-15
Invocare lo Spirito significa ... soprattutto mettersi in ascolto dello Spirito di Dio ... cioè del Risorto.
UNA COMUNITA’ UNITA
1) Gli atti degli apostoli ci dicono che lo Spirito scende su una comunità che è riunita ... cioè che è unita, che vive di fede e che si sta organizzando a seguito dell'esperienza della risurrezione. Invocare lo Spirito è invocare il Risorto cioè colui che è vivo.
Invocare significa chiamare a sé, su di sé, accanto a sé ... perché lo Spirito porti a compimento la nostra storia ... porti a compimento noi stessi. La nostra vita cristiana si realizza solo nello Spirito, ascoltando ciò che lo Spirito suggerisce, porta e smuove.
L’EFFUSIONE E’ SULLA CHIESA
2) Non si tratta di scenografie fiammeggianti e neppure di echi fonetici di parole, ma di portarci la voce del Risorto, la voce di colui che è vivo oggi. È la sua parola che oggi ci porta la buona notizia che Dio è Padre e ci ama come figli.
Appurato questo atteggiamento di invocazione e ascolto ...
Lo sguardo, anche il nostro, si apre a una immagine: quella di una comunità fatta di discepoli, amici tra di loro e del Signore, insieme a Maria, la madre. Questa è la prima comunità su cui si effondono e si realizzano concretamente i doni dello Spirito. Anche noi possiamo vedere questa concretezza di effusione se la nostra comunità rispecchia quella comunità, piccola Chiesa delle origini.
I CONTRO-DONI UMANI
3) Ogni contro-dono vanifica i doni effusi dello Spirito: la durezza di cuore, l'invidia, la discordia, la presunzione, l'arroganza, l'individualismo, il sovranismo, il razzismo, l'accidia e la pigrizia ... sono i contro-doni che oggi, rendono vani i doni dello Spirito.
MAI DIMENTICARE
4) Ma non dobbiamo mai dimenticare che quando invochiamo lo Spirito, lui viene e "quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà". Attenzione lo Spirito non è alternativo al Risorto, a Cristo.
Facciamo attenzione a questa promessa di Gesù ... per non cadere nella incapacità di agire con il suo Santo Spirito.
sabato 18 maggio 2024
Il vangelo è una porta aperta su Gesù.
At 28,16-20.30-31 e Gv 21,20-25
venerdì 17 maggio 2024
Amare e riconoscere
At 25,13-21 e Gv 21,15-19
giovedì 16 maggio 2024
Conoscere nel dialogo
mercoledì 15 maggio 2024
Consacrati per il mondo
At 20,2838 e Gv 17,11-19
martedì 14 maggio 2024
Amici miei ...
At 1,15-17.20-26 e Gv 15,9-17
lunedì 13 maggio 2024
Abbiate pace in me
At 19,1-8 e Gv 16,28-33
domenica 12 maggio 2024
Ascendere per rimanere
At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
Ma dove trovare tutto questo? Come si realizza questa promessa?
La liturgia di oggi è il Vangelo ci raccontano il ritorno di Gesù al Padre: al v.19 leggiamo infatti che il “Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra del Padre”. In realtà cosa rappresenta tutto questo se non la conclusione di un tempo ben definito e storicamente concreto, esperienza della comunità delle origini, il tempo in cui il risorto ha fatto vita con loro, comunione con loro. L'Ascensione rappresenta la conclusione di quella esperienza, ma non l'assenza o la separazione da Gesù.
Gesù ha compiuto la sua missione, ha dato la vita per i suoi amici, ha aperto a una relazione di amore e di fiducia con il Dio Padre. Da ora inizia il tempo in cui egli agisce insieme con loro e conferma la sua Parola con i prodigi operati dai discepoli. Ora inizia il tempo in cui il regno di Dio è per tutti e il vangelo ha come destinatari ogni uomo e donna.
È il tempo in cui colui che parte ... rimane!
Il suo partire non equivale al nostro rimanere senza di Lui. Anzi, proprio la sua ascesa al cielo è ciò che gli permette di abitare ovunque sulla terra. Perché questo compito, missione e vocazione il Signore affida ai suoi e ad ogni discepolo.
Il Signore lascia la terra e i discepoli possono portare ovunque la sua presenza.
Questo è il grande mandato dei discepoli del Signore. Come è possibile questa vocazione:
1) Amando tutti, amando anche questo mondo così ingiusto e scellerato ... Amare significa avere passione per ogni uomo, alimentare il desiderio che tutti siano salvati.
2) I segni che compiamo devono portare la vita e non la morte. La missione dei discepoli nel mondo consiste nel sottrarre potere alla morte, nello strappare alla morte la capacità di tenere prigionieri gli uomini.
3)Credere in lui, avere fede in lui ... capace di vincere ogni morte e forza mortifera. Ecco che la nostra gioia è piena quando il dono di Dio per la nostra vita non si ferma a noi, ma, attraverso di noi, raggiunge i nostri fratelli. Oggi, smettiamo di fissare il cielo come se qualcosa dovesse cadere dall’alto e iniziamo a occuparci della terra: il Risorto è all’opera. Che c’è? Ancora non lo vediamo?
Ascensione
Sappiamo che moriremo tutti, anche l’universo. passando per i buchi neri e giungendo allo zero assoluto. Forse resteranno fotoni vaganti, ma in un universo freddo e ormai spento. È la morte termica, ed è dovuta a quanto descritto nel secondo principio della termodinamica. In questo principio abbiamo riscoperto così una verità decisiva, che la scienza racconta a modo suo: nulla di quanto è sotto i nostri occhi è eterno. Neppure l’universo. Tutto ha una fine. La celebrazione dell’Ascensione di Gesù, che la Chiesa ci propone questa domenica, ci dice però che tutto ha, soprattutto, un fine. (…) Gesù torna al Padre e dona una pace unica perché si mette alle spalle la morte, ogni morte, ogni nulla. Apre la strada che porta all’oltre. (…) Se l’idea di morire assale il nostro cuore e l’idea che l’intero universo si spegnerà, se il futuro o il presente sono silenzio e inerte freddo, con l’Ascensione celebriamo l’evento decisivo che porta l’umano dalla terra al Cielo, direttamente nel cuore della Trinità, dove né ladro, né tignola, né principi della termodinamica possono strapparci via. (…) La nostra speranza non è nei cieli ma “nei cieli dei cieli”. L’inizio del tutto che si muove inesorabilmente verso la fine di tutto ha trovato un fine per tutto che tutto riassume e glorifica al di là dello spazio e del tempo. Un nuovo cosmo, un nuovo ordine, che risponde alla relazione e non alla connessione, all’amore perpetuo come unica forza gravitazionale che tiene insieme quanto non si allontana più. L’Ascensione è la storia di un rapimento verso l’oltre e l’Altro, un rapimento d’amore di un corpo ferito dal male ma non vinto dal nulla. Un calore che non tende a un equilibrio di morte ma che si rigenera continuamente nella dinamica del dono di sé in un equilibrio di vita, per sempre. Per te.
sabato 11 maggio 2024
La vera gioia
At 18,23-28 e Gv 16,23-28
venerdì 10 maggio 2024
In attesa di nascere
At 18,9-18 e Gv 16,20-23
giovedì 9 maggio 2024
Un poco per tutti
At 18,1-8 e Gv 16,16-20
mercoledì 8 maggio 2024
Tutto ciò che è del Padre è mio
At 17,15.22-18,1 e Gv 16,12-15
martedì 7 maggio 2024
Tristezza salutare
At 16,22-34 e Gv 16,5-11
lunedì 6 maggio 2024
Attenzione, pericolo di scandalo
At 16,11-15 e Gv15,26-16,4
domenica 5 maggio 2024
Mistagogica ... sconosciuta
At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; 1 Gv 4,7-10; Gv 15,9-17
sabato 4 maggio 2024
Di chi siamo?
At 16,1-10 e Gv 15,18-21
venerdì 3 maggio 2024
Santi Filippo e Giacomo
1 Cor 15,1-8 e Gv 14,6-14
giovedì 2 maggio 2024
Un amore gratis
Atti 15,7-21 e Giovanni 15,9-11
mercoledì 1 maggio 2024
A ragion del vero
Genesi 1,26-2,3 e Matteo 13,54-58