Is 35,1-6.8.10 Sal 145 Gc 5,7-10 Mt 11,2-11
Vieni, Dio della gioia che brilla tra le lacrime;
vieni, Dio della vita che germoglia nelle steppe;
vieni, Dio della speranza che infrange la disperazione;
vieni, Dio del futuro che va oltre la notte.
Signore Gesù, vieni tra noi
e insegnaci a vedere ciò che i nostri occhi
non riescono più a vedere,
insegnaci a credere in ciò che il nostro cuore
non riesce più a sperare.
Vieni, Signore, vieni
e donaci la gioia profonda di chi
sa di avere in te tutto! Amen
Con queste parole entriamo nella III domenica di avvento, conosciuta anche come la domenica della gioia … si chiama infatti (in latino) “domenica gaudete” cioè la domenica in cui rallegrarsi … ma di cosa poi oggi possiamo essere gioiosi?
Tutto attorno a noi progressivamente ci conduce e ci plagia nel ricercare ogni appiglio scenico e sentimentale-affettivo che possa suscitare in noi la gioia, o almeno quello che crediamo possa essere la gioia.
Una gioia che costruiamo col nostro desiderio fragile e che consumiamo con vorace ansiosità di dover essere felici almeno per un minuto ... e allora il Natale svuotato del suo vero mistero, può essere un bel contenitore per tutti i nostri tentativi di vivere la gioia, di aggrapparci a una felicità che non resta fatta ...
Ma la gioia che cosa è realmente?
A questa domanda come possiamo dare una risposta? Dobbiamo rassegnarci a una gioia illusoria?
Possiamo trovare risposta attraverso Giovanni Battista.
Allora che cosa è la vera gioia?
Alla richiesta di Giovanni "sei tu il veniente", Gesù rispose “… cosa avevano visto e cosa avevano ascoltato.”
La gioia si vede nelle cose che facciamo ... Siamo capaci di vedere le tracce della Gioia?
La gioia si genera nell'ascolto … Siamo disposti ad ascoltare?
Gesù dice a Giovanni, in un momento particolarmente triste e buio, pieno di Dubbi ... " Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me ..."
- ho visto ciò che Gesù ha fatto: ha dato tutto sè stesso per gli altri;
- ho ascoltato che Gesù parlava e diceva parole non sue ma del Padre.
Con Giovanni scopro e riconosco che la vera gioia è rendere felici gli altri nel dono di se stessi.
Ho scoperto che la vera gioia nasce dall’ascolto della parola amore, quando ascolto come si ama, imparo ad amare e amando genero gioia.
A quel punto ogni dubbio scomparve e la gioia si genera in tutti noi come anche in Giovanni in carcere.
La gioia di Gesù è gioia di Dio non diventano storia, non
si realizzano senza di noi e senza la nostra povera e incerta fede.
La gioia germoglia e si genera nella nostra vita quando Dio riesce ad abitarla
e a trasformala.
E allora, facciamogli casa, prepariamogli una buona accoglienza, perché tutto
il mondo possa vedere e raccontare le meraviglie che Dio opera in noi sordi,
zoppi, ciechi, morti…
Vieni Signore Gesù, toccaci e trasformaci, portaci tu nostra gioia!
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