Ebrei 11,32-40 e Marco 5,2-20
domenica 31 gennaio 2021
Missione Gadarena: misericordias Domini in aeternum cantabo
Lo spazio, il tempo, la legge.
Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28
Entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. A Cafarnao, anche ai tempi di Gesù esisteva una Sinagoga di grandi proporzioni, un luogo che inizialmente ancor prima di essere di preghiera era di "insegnamento" e di annuncio delle profezie e delle scritture antiche. Anche oggi nella ricostruzione attuale raccogliamo la sensazione delle proporzioni e ne restiamo meravigliati. Quel luogo non è effige del tempio di Gerusalemme, ma certamente ha in sè tutta la solennità e la sacralità del "pulpito della Parola". Gesù quel sabato, come anche in altre occasioni, come tutti gli ebrei si reca nella sinagoga per compiere ciò che il tempo è il luogo prescrivono, un tempo ed un luogo di Dio per manifestare la sua sapienza e il suo amore, come dice infatti la tradizione ebraica: il sabato è il luogo di Dio nel tempo mentre la sinagoga è il luogo di Dio nello spazio. Spazio e tempo sono le coordinate entro le quali, Gesù come anche ognuno di noi si muove, e Dio ha riservato a sé spazi e tempi, per manifestarsi all'uomo. Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento. Noi ci saremmo aspettati o avremmo desiderato che ci venisse riportato questo insegnamento, e invece è detto solo che l'insegnamento di Gesù destava ammirazione perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Come insegnavano gli scribi? Quale differenza tra Scribi e Gesù? Nella tradizione ebraica gli Scribi erano dei funzionari legali, unici depositari del sapere, capaci di redigere documenti di amministrazione e di politica. Come specialisti di documenti amministrativi, erano anche capaci di occuparsi della legge divina. Anche nel Nuovo Testamento sono considerati specialisti della legge. Gesù non parla come esperto e conoscitore della legge di Dio. Egli parla radicalmente della legge, e della sua potenzialità come misericordia, amore del Padre e cura dell'uomo ferito e peccatore. All'uditorio questo insegnamento attrae e coinvolge molto di più che il commento legalista degli Scribi. Egli parla con autorità, e subito pensiamo al l'autorevolezza che deriva dal ruolo ... Leggevo invece che nel contesto del Vangelo, questa autorevolezza fa riferimento alla possibilità di fare crescere. Non erano quindi affascinati dalle parole, ma dalla conseguenza delle parole nella loro vita: quelle parole facevano crescere ... maturare, convertire il cuore, dare senso al quotidiano, ai progetti e alle scelte ... Che cosa sei venuto a fare Gesù? Dice l'indemoniato! “Sei venuto a rovinarci?” ... Ecco il santo di Dio, egli viene realmente a rovinare ogni idea statica ogni tentativo di restare inermi e di chiuderci in noi stessi, nei nostri egoismi e nel nostro male. Venendo a noi, nella sua parola comunicata, donata e condivisa, noi possiamo crescere e liberare il nostro cuore umano da ciò che lo ingabbia in una parvenza di religiosità che era l'ipocrisia di chi è Scriba e Fariseo. Si può infatti essere perfetti praticanti delle chiese alla domenica, ma non essere affascinati dalla parola che ci cambia, perché questa parola va oltre la domenica essa coinvolge la quotidianità della vita.
sabato 30 gennaio 2021
La Parola e la nostra paura
Ebrei 11,1-2.8-19 e Marco 4,35-41
venerdì 29 gennaio 2021
Con parabole annunciava la Parola
Ebrei 10,32-39 e Marco 4,26-34
giovedì 28 gennaio 2021
L'ascolto!
mercoledì 27 gennaio 2021
Insegnava lungo la riva del mare ...
Ebrei 10,11-18 e Marco 4,1-20
martedì 26 gennaio 2021
I settantadue amici di Gesù ...
2 Timoteo 1,1-8 e Luca 10,1-9
lunedì 25 gennaio 2021
Mandati ...
Atti 22,3-16 e Marco 16,15-18
domenica 24 gennaio 2021
Inizia una vita nuova ...
Gn 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20
Per avere una comprensione di quanto accadde in Galilea, sulle rive del lago, quando Gesù arrivò e iniziò a parlare del Regno di Dio, occorre mettere un po' insieme i diversi riferimenti presenti nei vangeli, e toglierci dalla mente certe immagini o convinzioni sedimentate nel tempo, che sono un po' una dolce ricostruzione a salvaguardia della religiosità popolare, ma che non hanno molto di veritiero.
Che cosa rappresenta questa pagina di Vangelo se non il mettere in evidenza le conseguenze di un percorso di maturazione umana di alcuni, che saranno chiamati poi, discepoli, di fronte alle provocazioni di questo giovane maestro della Galilea?
Marco, in realtà, si spinge oltre, egli, rileggendo a posteriori ci dice: guardate cosa accade quando gli uomini si incontrano con Dio!
Dio non scende da una nuvola e si mette a compiere miracoli ... Dio, ovvero Gesù, entra nella vita quotidiana. Lui stesso ha fatto esperienza della quotidianità di Nazaret, e ora si sposta a Cafarnao, e la sua stessa quotidianità si intreccia con quella di questi pescatori. È a questi che per primi arriva l'invito che Gesù ripete per tutti a cambiare vita: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Il regno è vicino, Gesù si fa accanto, si fa compagno, li chiama, entra nella loro vita e si coinvolge con loro, a tutti chiede di seguirlo, ad alcuni si propone ancora con più forza e la richiesta diviene il lasciare tutto per seguirlo oltre a una proposta di per sé assurda se presa come tale: "diventare pescatori di uomini". Ecco questo è il Vangelo che Gesù non solo sta "annunciando", ma sta vivendo concretamente. Marco racconta il Vangelo che è Gesù, racconta le conseguenze di una amicizia vera tra Gesù e quei pescatori che si sono lasciati pescare da lui e hanno in questo modo imparato a essere pescatori di uomini, cioè a considerare preziosa l'esperienza della vita dei fratelli, in quanto figli di Dio, e degna di essere contagiata dalla loro esperienza col maestro.
Essere pescatori di uomini significa essere virali, capaci di contagiare con la loro stessa esperienza di Gesù.
Stando così le cose, queste Parole, questo Vangelo che invita alla sequela è per tutti, perché a tutti è rivolta la richiesta (non l'invito) a convertire la vita; perché a tutti - ieri attraverso Gesù, oggi attraverso la Chiesa - il regno di Dio si fa vicino!
A tutti è chiesto di seguire il Maestro; meglio ... a tutti è chiesto di permettere al Signore di accompagnare il cammino della quotidianità, ed a tutti è chiesto di non rimandare ad altra occasione il mettersi in gioco.
- Si parte dalla iniziativa del Signore che ci raggiunge nella terra di Galilea, la nostra quotidianità; prosegue mettendosi in gioco nella amicizia, nella fiducia, nelle scelte di fondo che facciamo, allo stesso modo in cui si è coinvolto nelle scelte concrete di vita di quei pescatori.
- Poi si prosegue camminando con Lui. Nonostante tutto si cammina con lui. Non è che Gesù ci manda allo sbando, alla rinfusa ... Egli condivide il cammino, quando questo è gioia, fatica e anche fosse dolore, lui lo ha già vissuto in sé stesso. Questa è la garanzia che non verremo mai schiacciati.
Una cosa interessante in tutto questo è ... Scoprire strada facendo ... Che cosa Gesù ha visto in ciascuno di così necessario al regno dei cieli?
Perché oggi Gesù dovrebbe scegliere me, perché fare a me la proposta di seguirlo e di farmi strumento del regno di Dio? Perché proprio me?
Personalmente non l'ho ancora capito completamente. Ma così come Gesù ha visto qualcosa di buono e necessario al regno, in Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, mi conforta l'idea che Lui sappia condurmi verso qualcosa che ora ancora mi sfugge ... ma Lui mi conduce, se sarò così coraggioso di seguirlo lasciando dietro di me un po’ tutto ... reti e pesci e anche il resto, Lui mi conduce …
sabato 23 gennaio 2021
Un Vangelo difficile ...
Ebrei 9,2-3.11-14 e Marco 3,20-21
venerdì 22 gennaio 2021
Stare con Lui!
giovedì 21 gennaio 2021
Tutto in una piccola barca!
Ebrei 7,25-8,6 e Marco 3,7-12
mercoledì 20 gennaio 2021
Discernimento comunitario
Ebrei 7,1-3.15-17 e Marco 3,1-6
martedì 19 gennaio 2021
Un sabato di festa
Ebrei 6,10-20 e Marco 2,23-28
lunedì 18 gennaio 2021
Praticandato religioso!
Ebrei 5,1-10 e Marco 2,18-22
domenica 17 gennaio 2021
Vieni lo vedrai ... dove dimoro!
sabato 16 gennaio 2021
Io chiamo i peccatori ...
Ebrei 4,12-16 e Marco 2,13-17
venerdì 15 gennaio 2021
Il peccato, il male, il perdono è la guarigione.
Ebrei 4,1-5.11 e Marco 2,1-12
giovedì 14 gennaio 2021
Voglio che tu sia libero dal tuo male
Ebrei 3,7-14 e Marco 1,40-45
mercoledì 13 gennaio 2021
Quella casa non è un albergo.
Ebrei 2,14-18 e Marco 1,29-39
martedì 12 gennaio 2021
Timore e stupore a Cafarnao
Ebrei 2,5-12 e Marco 1,21-28
lunedì 11 gennaio 2021
Una "parola potente" ?!
domenica 10 gennaio 2021
Il cielo aperto sopra di noi
Is 55,1-11; Sal da Is 12; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
Quella stessa voce, apre i cieli e risuona ogni volta che il battesimo si rinnova e si ripete per ogni figlio di Dio. E senza esagerare quelle parole vogliono dire: "Ti amo, figlio, e mi piaci. Sono contento di te". Prima che tu mi dica qualsiasi sì alla mia volontà; prima ancora che tu apra il cuore e ti affidi a me; prima ancora che ... tu mi dai gioia, tu sei bello, sei come un prodigio che guarda e respira e ama e si incanta. Ecco perché il nostro battesimo non è una registrazione è una formale adesione alla Chiesa Cattolica Romana, ma è il segno nel quale Dio Padre dice anche di noi: "Ti amo, figlio, e mi piaci!" Vivere la conseguenza del battesimo allora non può essere una formalità da confermarsi nella Cresima, e basta...; ma è la risposta di che si sente amato da Dio, al punto che di fronte a tanto amore ci si chiede: quale gioia posso restituire a Dio; io con la mia vita accidentata e distratta, io che ho così poco da restituire? Quale gioia posso rendere a Dio, con tutte le volte che mi dimentico di Lui? Eppure quelle parole che sono per me rappresentano ciò che Dio Padre già vede della mia vita Santa. Sì perché per ogni discepoli, come per Gesù, il battesimo infatti, rappresenta l'inizio di una diversità di vita; rappresenta l'inizio della vita santa, del passaggio dal prima al dopo. Sì! Santo a partire non dall'ideale di perfezione, ma a partire da ciò che sono, anche se imperfetto. Quando tutta la mia umanità è immersa nel Battesimo, quando risuonano in me quelle parole che Dio padre dice di Gesù, quel momento è il mio nuovo inizio, la mia vita bella che si genera nella grazia. Signore, ti ringrazio di avermi creato, ma ancora di più di avermi dato la possibilità di essere cristiano, e di avermi chiamato nel battesimo a essere tuo figlio in Gesù, tuo unico Figlio, egli è lampada ai miei passi, lume al mio cammino di figlio amato, e tua gioia.
sabato 9 gennaio 2021
Abbiamo anche noi il cuore indurito?
1 Giovanni 4,11-18 e Marco 6,45-52
venerdì 8 gennaio 2021
Il pane va condiviso!
giovedì 7 gennaio 2021
Tutto inizia concretamente.
1 Giovanni 3,22-4,6 e Mt 4,12-17.23-25
mercoledì 6 gennaio 2021
Che bell'epifania
Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12
La fede, come ricerca di Dio, va custodita è alimentata ... E in questa ricerca un poco alla volta che ci si accorge del senso e del perché ... Ci si accorge del "che cosa c'entra Dio con la mia vita" ...
Oggi l'incontro con Gesù passa attraverso il gesto di adorazione che i Magi ci insegnano. Se non possiamo stringerlo personalmente tra le nostre braccia, possiamo però compiere i gesti che i Magi hanno fatto con tutto il loro desiderio e il loro cuore: hanno aperto il cuore alla sua voce; hanno fatto dono a lui del loro oro; hanno portato a lui affetti e speranze; hanno aperto gli occhi alla sua luce; hanno portato a lui il loro incenso e la loro mirra ... Per adorarlo!
martedì 5 gennaio 2021
Vieni e vedi!
1 Giovanni 3,11-21 e Giovanni 1,43-51
lunedì 4 gennaio 2021
Fissando lo sguardo su Gesù
domenica 3 gennaio 2021
Abbiamo contemplato la sua gloria ...
Sir 24,1-4.12-16; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18
Una notizia importantissima è stata data al telegiornale nel giorno di Natale, trasmessa su tutti i TG delle reti Rai, con insistenza e diffusione quasi quasi fosse un dispaccio governativo: “Tra le 180.000 letterine spedite dall'Italia a Babbo Natale, dirottate a Roma, all'apposito ufficio postale dove verranno lette e da cui verrà data una risposta a tutte ... Ecco in una letterina, commovente di un bambino che ha chiesto a babbo natale di liberarci da questo cattivissimo virus, che fa tanto male e uccidere tante persone in tutto il mondo”.
Senza voler giudicare e criticare il pensiero limpido e sincero del bambino, mi nasce ugualmente un senso di angoscia a pensare che tutta questa attesa, tutta questa speranza di salvezza, tutta questa fede, viene riposta in Babbo Natale, un personaggio inventato e che non esiste. Un mondo mostruoso ha suscitato la fede di un bambino in una menzogna, una invenzione fantastica e di buon cuore.
Negli anni 70 - 80 l'occidente ha scelto di trasformare il Natale cristiano nella saga del bianco barbuto in costume rosso - Babbo Natale - come d'altronde tutto il mondo ateo lo aveva già fatto per riempire il cuore e i sensi, contrapponendo una nuova "religione" fatta di regali e buoni sentimenti alla tradizione cattolica della nascita del Salvatore.
È comunque orribile, pensare che un mondo che vede nel Natale solo la possibilità di fare soldi, sfrutti l'ingenuità della fede dei bambini, e li irretisca con una menzogna che non potrà mai salvare nessuno, né dal virus e neppure da qualsiasi altra vera necessità.
Oggi rileggendo il prologo di Giovanni mi chiedo cosa è successo alla buona novella, cioè alla parola nuova che viene ancora oggi per offrirci la misericordia di Dio e a prendere una carne come la nostra per fare di noi non dei morti viventi, ma dei figli che vivono della vita di Dio.
Che cosa è successo al verbo di Dio che Maria accoglie nella sua esistenza e nel suo grembo con amorevole tenerezza?
Il bambino: "il segno del Dio con Noi"; venuto nella carne, è stato messo in ombra dai panni rossi di Babbo Natale.
Ma quale è la differenza tra Gesù e Babbo Natale? Credo di poterlo dire con sufficiente ragionevolezza: la prima differenza è la concretezza storica. Babbo natale viene solcando le nubi con una slitta tirata dalle renne; Gesù viene nella carne; viene dal cielo, dal Padre, e non sorvola la nostra esistenza calando i doni richiesti, ma entra nella nostra esistenza facendosi lui stesso dono per tutti. Ma cosa ci dona Gesù? Ci dona sè stesso, cioè la sua vita da figlio di Dio.
Forse è più facile desiderare qualcosa di concreto e immediato, che può donarmi Babbo Natale, ma che poi getto dietro di me, e che non riempie di senso la mia esistenza; Gesù non dona a richiesta, ma soddisfa una sola richiesta, ben oltre i semplici bisogni e desideri, egli dona la vita eterna.
Dice il prologo: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta". Facendosi carne, il Verbo di Dio mette dentro la nostra carne concreta e umana la sua stessa vita e la sua luce; nella incarnazione, la sua vita si rende un tutt'uno con la nostra, la sua Luce diviene la nostra luce.
Ecco che accogliere i doni di Babbo Natale, significa soddisfare un bisogno, un desiderio, ma anche lasciare che subito altri bisogni e desideri prendano forza in noi.
Chi accoglie il dono che è Gesù, dice sempre il prologo: "… da il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ..."
Tra le due "favole", mi dispiace, ma quella di Gesù, se anche meno colorita e affascinante, perché troppo concreta e piena di tutta quella povertà che è la condizione umana, è però ben più radicale e densa di un senso che va oltre ogni desiderio e ogni bisogno.
Caro Babbo Natale, affidarmi a te mi rende schiavo di un desiderio che tu però non puoi soddisfare e garantire. Caro Gesù fidandomi di te, so per certo che questa mia umanità, che tu la conosci, perché ti sei fatto bambino e sei diventato carne, ti appartiene; come pure il mio cuore e la mia mente; eppure anche se ti appartengo, mi sento libero, libero e amato fino in fondo; mai abbandonato, anche se la prova è dura, anche se la morte si avvicina, saperti uomo, mi riempie della speranza certa del cielo: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.
sabato 2 gennaio 2021
La promessa fatta è la vita eterna.
1 Gv 2,22-28 e Gv 1,19-28