Atti 13,26-33 e Giovanni 14,1-6
venerdì 30 aprile 2021
Testimonianza di fede.
giovedì 29 aprile 2021
Camminare nella luce ...
1Gv 1,5-2,2 e Matteo 11,25-30
mercoledì 28 aprile 2021
La parola di Dio cresceva.
Atti 12,2424-13,5 e Giovanni 12,44-50
martedì 27 aprile 2021
Vediamo la grazia di Dio
Atti 11.19-26 e Giovanni 10,22-30
lunedì 26 aprile 2021
Conversione e scandalo.
Atti 11,1-18 e Giovanni 10,1-10
domenica 25 aprile 2021
Pregare e Sognare
At 4,8-12; Sal 117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18
Quarta domenica di Pasqua, 58esima giornata di preghiera per le vocazioni! Dal 1963 ogni anno facciamo una preghierina e così ci sembra anche di aver assolto un impegno che Gesù ci affida nel Vangelo: "pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe".
Ma stranamente proprio da quando abbiamo iniziato a pregare, le vocazioni di speciale consacrazione sono iniziate a diminuire fino a raggiungere nella nostra realtà livelli preoccupanti, soprattutto per i vescovi, che si vedono alle strette nel garantire la cura pastorale delle comunità parrocchiali.
Ma tutto non può essere misurato con i criteri di una contabilità, altrimenti è facile cadere nell’aridità impietosa dei numeri, che descrive una crisi che sembra inarrestabile. Infatti solo nel 2018 i preti incardinati nella nostra Chiesa di Imola erano 86, oggi (pandemia permettendo), sono 75, di cui sotto gli 80 anni solo 51... Dati drammatici.
E se invece di fare nostro lo sguardo triste e l’animo sofferente, ci accorgessimo che anche ora, in questo tempo di transizione, il Buon Pastore si sta prendendo cura del suo gregge?
Forse non come noi progettiamo e pensiamo - quasi dovessimo garantire l’immutabilità del sistema Chiesa - ma attraverso il rinnovamento e la purificazione che passa anche in quanto viviamo. Ecco allora che domande come:
Quale prete per la Chiesa oggi?
Quale giudizio incombe sulle giovani vocazioni di questi anni?
Essere prete come lo si è fatto fino ad oggi, serve ed è adeguato per la Chiesa di domani?
Oggi più che mai dobbiamo rimettere al centro della vita delle nostre comunità e Chiese il "Pastore Bello", la cui bellezza è il suo stile è offrire, donare, regalare la vita in un atto di amore; stile che oggi deve recuperare la Chiesa. Se noi tutti che siamo Chiesa, non abbiamo in "stima" a partire da noi stessi, il dono del "sacerdozio" battesimale e ministeriale, come condizione per donare la vita, non capiremo e non imiteremo mai il "Pastore Bello" nel suo donarsi e donare la vita.
Il Buon Pastore, anche in questo tempo di pandemia ci conduce a riconsiderare in profondità la vocazione di consacrazione come la possibilità per donare la vita, coltivare la fraternità e avere cura della comunione, che non sono un semplice anelito pastorale, ma sono le coordinate che ci permettono di individuare, anche oggi l'agire del Pastore Bello, che è colui che appunto offre la vita a favore di tutte le sue pecore … tutte sono per lui preziose, uniche.
Ecco allora che da rettore del seminario mi viene spontaneo lasciarmi andare a un sogno ...
Sogno, non che il Seminario di Imola si riempia di seminaristi, ma che, come sta accadendo, il Seminario apra le sue porte a giovanissimi, giovani, ragazzi e ragazze che vogliono vivere momenti anche prolungati e di vita comune, di autonomia e di ricerca di sé stessi.
Per questo, mi metto umilmente in ascolto e a servizio, cioè senza pretese, solo con la certezza che il servizio è l'accompagnamento della vita cristiana.
Mi fido di una intuizione: il Signore ci precede e ci accompagna anche in questo tempo di grande transizione. La transizione non è il tempo della fatica e delle incertezze, è il tempo della fedeltà di Dio alle sue promesse di amore. Occorre fidarsi! Per questo occorre pregare.
sabato 24 aprile 2021
Facciamo le stesse cose del maestro!
Atti 9,31-42 e Giovanni 6,60-69
venerdì 23 aprile 2021
Io sono Gesù, che tu perseguiti!
Atti 9,1-20 e Giovanni 6,52-59
giovedì 22 aprile 2021
Battesimo per gli eunuchi!
Atti 8,26-40 e Giovanni 6,44-51
mercoledì 21 aprile 2021
Prestare attenzione a quale testimonianza...
martedì 20 aprile 2021
Testimonianza di Stefano
Atti 7,51-8,1 e Giovanni 6,30-35
lunedì 19 aprile 2021
La vita nel quotidiano
Atti 6,8-15 e Giovanni 6,22-29
domenica 18 aprile 2021
Mangiamo insieme!
At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48
sabato 17 aprile 2021
La comunità si organizza?
Atti 6,1-7 e Giovanni 6,16-21
venerdì 16 aprile 2021
La crisi ci fa bene
A richiesta di una amica, da oggi farò la meditazione tenendo come riferimento gli Atti degli Apostoli, cioè la Prima Lettura.
Questa attenzione ci condurrà, credo, a guardare l’esperienza dell’origine della comunità dei discepoli di Gesù, per connetterla con la storia di oggi, con la quotidianità della comunità cristiana nella quale viviamo.
I primi tempi dopo la morte di Gesù, i primi anni, sono interessanti per rileggere le origini alla luce non di una semplice persecuzione, ma come occasione di confronto tra la fede in Gesù e le istituzioni religiose del tempo. L’incomprensione, lo scontro, la distanza, mascherano una triste realtà: le strutture religiose e la prassi non sono opera di Dio ma dell’uomo; forse nemmeno dei credenti. Una delle espressioni che con più forza ritornano nei primi capitoli di Atti è “occorre obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.
Eppure Dio è all’opera e non cessa di agire per portare a pienezza la creazione, il tempo, lo spazio ... l’uomo; per dare piena visibilità alla salvezza in Cristo. In questa visibilità abita la Chiesa.
Mi piace pensare come la Chiesa nasca non come riconoscimento trionfale dell’opera di Dio, ma come conseguenza dell’opera di Dio nelle tante fasi di crisi e fragilità della storia umana. La Chiesa sempre, allora, deve cercare di obbedire a Dio piuttosto che alle premesse e ai progetti degli uomini, per quanto religiosi possano essere.
È in questa prospettiva che una “crisi”, o anche un tempo di transizione come il nostro, non può buttarci a terra, ma nella stessa obbedienza a Dio scoprire la Letizia di vivere le fatiche del quotidiano nel nome di Gesù. Questo dovrebbe essere un presupposto fondamentale della vita dei Cristiani, e non solo delle origini.
Questo ci permetterà di recuperare la nostra testimonianza il nostro annunciare che Gesù è il Cristo, nella ordinarietà della vita, e non la prassi consolidata da una struttura ecclesiale. Struttura che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza rispetto all’umano, e che va quindi accompagnata in un recupero di identità che altro non può essere che obbedienza alla Parola di Cristo e alla volontà del Padre.
giovedì 15 aprile 2021
Parole di luce e vita
Atti 5,27-33 e Giovanni 3,31-36
mercoledì 14 aprile 2021
Quando con Gesù ci si parla ...
Atti 5,17-26 e Giovanni 3,16-21
martedì 13 aprile 2021
Da dove è iniziato ...
Atti 4,24-31 e Giovanni 3,1-8
lunedì 12 aprile 2021
La vita nuova sgorga nella vita.
Atti 4,32-37 e Giovanni 3,7-15
domenica 11 aprile 2021
Otto giorni dopo ... Siamo punto a capo!
At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Giovanni 20,19-31
sabato 10 aprile 2021
Non è credibile la risurrezione.
Atti 4,13-21 e Marco 16,9-15
venerdì 9 aprile 2021
Smitizziamo la risurrezione.
Atti 4,1-12 e Giovanni 21,1-14
giovedì 8 aprile 2021
Perché siete turbati ...
Atti 3,12-26 e Luca 24,35-48
L’evangelista Luca non nasconde la condizione di totale disorientamento nel quale si trovano i discepoli, anche dopo i diversi racconti di chi lo ha visto risorto: le donne, Pietro e Giovanni e ora Cleopa e l’altro discepolo di Emmaus.
Il momento dell’incontro col risorto è per tutti turbamento, forse frutto di tutto quanto è accaduto, della paura di essere indicati come "dei suoi"; della codardia dimostrata fuggendo al momento della cattura nell'orto; del rinnegamento nella notte del processo; a tanto amore del maestro ha corrisposto solo l'auto conservazione e l'amore di se stessi. Di fronte alla domanda di Gesù, la reazione è un senso di umana vergogna.
"Pace a voi" dice Gesù risorto. Un saluto tutto speciale per ribadire che il maestro non viene per fare i conti con chi umanamente ha deluso, ma viene a rinnovare la fiducia e l'amore verso coloro che per Gesù sono i suoi amici. Gesù, riprende un filo spezzato, una vicenda segnata dalla nostra povertà umana; fa di un fallimento una vera occasione di rinascita. Stupisce quel suo voler continuare proprio con quei discepoli inaffidabili che l’avevano così deluso, ma d'altronde Il suo è un amore vero vissuto con delle persone concrete, umanamente limitate, cui si resta fedeli anche se non c’è stato contraccambio! Un amore che sembra aver condotto solo a un fallimento. Certo, ci vuole fede per accettare questa lettura che non segue la logica del nostro mondo.
mercoledì 7 aprile 2021
Occhi impediti a riconoscerti!
Atti 3,1-10 e Luca 24,13-35
martedì 6 aprile 2021
Ci è stato restituito!
Atti 2,36-41 e Giovanni 20,11-18
lunedì 5 aprile 2021
Dopo la risurrezione ...
Atti 2,14.22-23 e Matteo 28,8-15
domenica 4 aprile 2021
Artigiani del risorto!
sabato 3 aprile 2021
Il grande silenzio ...
Ecco siamo giunti al sabato santo ... Ieri sera prima del calare del sole:"Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù".
Un Vangelo straordinario quello letto ieri sera nella passione secondo Giovanni. È il Vangelo che ci introduce a vivere questo Sabato Santo, come sabato per l'uomo. Quante volte Gesù ha ripetuto che il sabato è per l'uomo e non viceversa! Ebbene questo giorno non è di lutto e di tristezza, ma è un giorno di silenzio, necessario per entrare nel "Shabat"! La gioia del riposo dal nostro fare frenetico, per lasciare spazio all'esserci di Dio, lasciargli lo spazio per rivelarsi.
venerdì 2 aprile 2021
Ai piedi della croce
Isaia 52,13-53,12 e Giovanni 18,1-19,42 - venerdì Santo
giovedì 1 aprile 2021
Divina amicizia ...
Esodo 12,1-8.11-14 e Giovanni 13,1-15 - Giovedì Santo