1 Giovanni 2,18-21 e Giovanni 1,1-18
sabato 31 dicembre 2022
Finire e ripartire
venerdì 30 dicembre 2022
Festa della sacra famiglia
Il Vangelo di questa festa, e quello della strage degli innocenti (del 28 dicembre) hanno diversi punti di contatto. In questo modo la liturgia mette in evidenza la realtà in cui la giovane famiglia di Giuseppe si muove: un contesto storico difficilissimo e straordinariamente sospinta dalla volontà di Dio (il Regno) che si realizza attraverso la loro stessa quotidianità.
Così se la strage degli Innocenti sembra segnare un legame con tutti gli eventi che riportano alla memoria la storia recente dove il dolore innocente, la sofferenza senza ragione sembra vincere sull’amore, nello stesso modo le vicende della famiglia di Gesù sembrano declinare un continuo rinascere della speranza e della fiducia.
Il vincolo famigliare risulta vincente, e capace di resistere alle durezze della vita. L'umiltà di Giuseppe e la fede di Maria risultano vincenti e sufficienti non solo per resistere nella fatica quotiduana, ma anche per orientare secondo la volontà di Dio ciò che si vive.
giovedì 29 dicembre 2022
Tra le braccia Dio
1 Giovanni 2,3-11 e Luca 2,22-35
Chissà che emozione, chissà che tenerezza inaudita a provato il vecchio Simeone, ad avere tra le braccia quel bambino, il Messia, il figlio di Dio. E se fosse capitato a noi?Avere Dio fra le braccia!!! Ma ecco che oggi è proprio quello che Gesù vuole fare: lasciarsi, abbandonarsi fra le nostre braccia per poterci pienamente consolare con la sua presenza. Accogliere Gesù nella fragilità della nostra vita, nella povertà del nostro modo di amare, nel venir meno delle nostre certezze. Simeone al limite della sua possibilità di vita raccoglie in quell'abbraccio una intuizione dello spirito che gli permette di vedere oltre la sua stessa vita, in quel bambino, ci è donata la salvezza. Il nome di quel bambino, significa “Dio salva”, salva a partire da una mangiatoia; egli sarà il nostro liberatore; ci salverà dal peccato e dalla morte; egli insegnerà il valore del servizio, oggi ai poveri e agli emarginati, ai profughi e ai fuggitivi.
mercoledì 28 dicembre 2022
La strage continuerà
1 Giovanni 1 5-2,2 e Matteo 2,13-18
martedì 27 dicembre 2022
Il discepolo amato
1 Giovanni 1,1-4 e Giovanni 20,2-8
lunedì 26 dicembre 2022
Un santo Stefano speciale ...
Atti 6.8-12;7,54-60 e Matteo 10,17-22
domenica 25 dicembre 2022
Natale in guerra ...
MESSA DELLA NOTTE DI NATALE
Il brano del vangelo di questa Santa Notte di Natale descrive la nascita di Gesù a Betlemme. Oltre a Luca l'altra registrazione storica della nascita di Gesù è in Matteo; dove viene raccontata anche la storia dei magi, la storia dei potenti, dei ricchi, la storia di chi crede di contare.
I vangeli in queste narrazioni ci consegnano, di questo avvenimento, il coinvolgimento delle persone vincenti, delle persone stimate, dei capi di Stato, dei potenti come pure sullo stesso piano ci consegnano gli umili, chi è in basso, i dimenticati ... tutti sono attirati da questo luogo Santo, dalla grotta di Betlemme e dal suo divino mistero.
Sarebbe stato bello se fin da allora questi due mondi avessero camminato insieme in un unico abbraccio, capace di accogliere quel bambino ... ci pensate, avrebbe potuto esserci da subito la pace sulla terra.
Ma fino a che non si verranno incontro con una vera disponibilità all'accoglienza, a vivere in vera fratellanza, non ci sarà mai pace nel nostro mondo ... rimarrà un vuoto incolmabile, il vuoto che solo Dio e il suo amore può riempire quando viene accolto nel cuore umano.
Quella notte l'amore che è Dio si è concretamente rivelato in quella grotta, in quel bambino che nascendo ha messo l'uomo di fronte alla possibilità di rigenerare e riempire di senso la propria esistenza, la propria umana fragilità: questo è il fatto, è l'evento del Natale.
Quel bambino di Betlemme oggi come allora, sta di fronte alla guerra fratricida che insanguina anche il nostro continente; è di fronte alla violenza verso i fragili e i deboli, non ultima quella verso le donne violentate nella loro carne e dignità; si pone come resistenza all'umana follia, alle invidie e alla insana avidità speculativa; il bambino denuncia ogni forma di paura e di odio, come anche tutte le orrende agonie e indifferenze che riempiono i nostri giorni trasformandoli in incubi.
Il dono che Dio ci fa attraverso il bambino Gesù è per tutti, perché tutti, credenti e meno credenti, cristiani, ebrei, mussulmani, buddisti ecc... tutti possano partecipare nella sua nascita alla redenzione del mondo: quella nascita segna l’inizio di una situazione nuova, pianta il germe della vera salvezza sulla nostra terra.
Dopo aver tessuto e intrecciato, in avvento, le nostre vite nelle mani di Maria, oggi siamo di fronte alla possibilità di intrecciare la nostra vita con quella del bambino di Betlemme.
Una calda accoglienza di Gesù, si realizza qui attraverso di noi. Facciamo della nostra comunità parrocchiale non una formalità liturgica o canonica, non un regolamento di precetti, ma un'occasione in cui imparare a essere una bella chiesa. Fatta di intrecci di vita, di accoglienza sincera e senza pretese, fatta di disponibilità ad accoglierci e ad accogliere. Vinciamo le nostre pigrizie e soprattutto le nostre paure di metterci in gioco, oggi Gesù nasce ancora per fare rinascere la sua Chiesa, e noi tutti con lei. In questo mondo sfregiato dal male, e avvilito dalla disumanità, quale segno di bene noi cristiani possiamo essere? Quale segno comunità di Santo Spirito puoi essere?
Oggi le Scritture ci ricordano che “È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini”.
Tocca a noi, in questo Natale, «non avere paura» di aprire la strada nuova dell’accoglienza e della fratellanza. Tocca a noi aprire quella porta che spesso abbiamo chiuso quando abbiamo negato il nostro perdono, appunto limitato la Carità, e intiepidito la fede.
O Dio Facci accogliere Gesù in un caldo abbraccio del nostro cuore, della nostra vita, della nostra comunità. Libera il mondo dal suo fardello di guerra, di ingiustizia e di male, porta la buona novella della tua pace a tutti, aiuta NOI a fare gesti concreti di pace. Amen.
sabato 24 dicembre 2022
Visitati e redenti ... per indicarci la via della pace.
2 Samuele 7,1-5.8-12.14.16 e Luca 1,67-79
venerdì 23 dicembre 2022
Vite intrecciate
Malachia 3,1-4.23-24 e Luca 1,57-66
giovedì 22 dicembre 2022
Stupore e gioia insieme
1 Samuele 1,24-28 e Luca 1,46-55
mercoledì 21 dicembre 2022
Raccontare la gioia!
Chissà quante volte Maria si era confidata con Elisabetta, più grande, più esperta; chissà quante volte Maria é corsa nelle braccia di Elisabetta per raccontargli la sua gioia, e trovare quella accogliente amicizia che sola corrisponde alla confidenza.
Quante volte questo scambio di sensibile affetto l'abbiamo sperimentato pure noi. È l’amore, quello vero, quello che da gioia, quello che nasce nella vera amicizia che ci rende capaci di stare di fronte alle parole impegnative e meravigliose che Dio pronuncia nella nostra vita, e la complicità di una amicizia serve proprio per comprendre e riconoscere quel mistero che diversamente ci può solo turbare, a causa della nostra umana inadeguatezza.
martedì 20 dicembre 2022
Non temere …
Isaia 7,10-14 e Luca 1,26-38
lunedì 19 dicembre 2022
Sarai muto perché non hai creduto …
Giudici 13,2-7.24-25 e Luca 1,5-25
domenica 18 dicembre 2022
Accogliere Gesù ... accogliere la volontà di Dio
Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24
sabato 17 dicembre 2022
Vieni Signore Gesù ...
Genesi 49,2.8-10 e Matteo 1,1-17
venerdì 16 dicembre 2022
Un gioco di luci
Isaia 56,1-3.6-8 e Giovanni 5,33-36
giovedì 15 dicembre 2022
Andiamo nel deserto
Isaia 54,1-10 e Luca 7,24-30
mercoledì 14 dicembre 2022
Risposta alla domanda di senso
Quando i discepoli tornarono da Giovanni gli riferirono ciò che Gesù aveva loro risposto: "i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia".
Cosa possono avere suscitato queste parole di Gesù, in un uomo in carcere, che sente prossima la sua morte?
La risposta di Gesù non è una semplice costatazione di fatti e realtà convincenti, ma rappresenta il superamento di una domanda ovvia ai più, ma che non rende l'idea di ciò che rappresenta il Messia. Il Messia non è un profeta, non è un semplice "altro". Colui che viene rappresenta il compimento e il fulcro della nostra vita: vedere, sentire, camminare ... vivere ... ogni espressione di noi stessi trova in Gesù piena realizzazione.
martedì 13 dicembre 2022
Si o No ... non solo risposte ...
Sofonia 3,1-2.9-13 e Matteo 21,28-32
lunedì 12 dicembre 2022
Risposte alle nostre falsità
Numeri 24,2-7.15-17 e Matteo 21-23-27
domenica 11 dicembre 2022
Ti attendo, non ti attendo ... Indifferente!
Ma per noi oggi, cosa significa attenderlo; cosa significa prepararci al Natale. Certamente non significa preparare la sua nascita, ma significa lasciarci illuminare, e farci riempire di lui. Significa dare al nostro tempo l'impronta della sua presenza, della sua venuta, non di altri ...
In questa terza domenica di avvento siamo provocati nel nostro cammino di fede da una domanda: Siamo prossimi ad accogliere Gesù? Riusciremo a vivere e organizzare la grande festa in questo Natale 2022?
Sarebbe importante che ciascuno di noi riuscisse a vivere questa giornata progettando la grande festa del Natale, affinché la gioia sia vera e soprattutto di tutti.
Proviamo a capire come si può fare per organizzare una grande festa di Natale.
1) Occorre avere chiaro chi è il destinatario, protagonista della festa. Il vangelo con le domande di Giovanni, che attraverso i suoi discepoli arrivano fino a Gesù, non deve mettere nessuno in difficoltà.
Questa grande festa, ci accorgiamo che fa i conti con un dubitare esistenziale di cui facciamo esperienza nella nostra umanità; anche se questo dubitare è pure occasione per provocare la nostra fede. Il Dubbio è lo strumento di Dio per fare breccia nella nostra sicurezza razionale, e dell'autosufficienza umana ed esistenziale.
Quante volte anche ciascuno di noi ha dubitato ...
Diciamolo seriamente, quante volte abbiamo pensato: ma sarà poi vera questa storia?
Quel bambino, quei segni, miracoli e parole ... Sarà poi tutto vero quello che il Vangelo racconta? Ma sarà poi realmente risorto?
Mi conforta constatare che, in questo dubitare, sono comunque in una buona compagnia. Lo stesso Giovanni Battista, se da una parte era rassicurante per la sua forza, per le sue parole coinvolgenti, dall'altra, ora rivela tutta la sua umana fragilità, Il suo dubbio ... "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"
Ma oggi, tutto è cambiato, al punto che anche il dubbio è in difficoltà!
Magari il dubbio esistenziale fosse causa dei nostri ragionamenti e ripensamenti; oggi il dubbio si blocca, e non riesce a penetrare la cortina dell'indifferenza che tutti avvolge.
Attenzione, l'indifferenza è il peggiore dei mali e di ogni situazione e scelta di vita.
L'indifferenza anestetizza e svuota l'interesse, che è l'unico movimento dei sentimenti umani capace di generare il desiderio di conoscere e conoscersi.
Come reagire all'indifferenza che sostiene il nostro perbenismo cristiano, ma non scalda e non ravviva il nostro essere Chiesa? Il nostro essere comunità parrocchiale, famiglia accogliente, famiglia di tutti e per tutti.
2) Per questa grande festa occorre superare le solite convenzioni e consuetudini. Credo che la festa vada ripensata e non dobbiamo scandalizzarci di ciò che Gesú ci propone di fare nel tempo di mezzo della sua venuta.
Ma la grandezza della festa deve corrisponde al cambiamento interiore ed esteriore di noi stessi. Un cambiamento interiore capace di dire la conversione della vita spirituale; il cambiamento esteriore deve invece comunicare la tensione missionaria, la carità e l'accoglienza.
Caro Gesù, occorre guardarti. Ed ecco che Giovanni, per fare questo manda i suoi discepoli a verificare direttamente che senso hanno le tue parole, che senso ha la tua rivelazione. Gesù ci dice che occorre guardare ciò che lui è, guardare ciò che lui fa; solo questo permette di riconoscerlo come Messia, come colui che deve venire e che viene costantemente per noi.
Come posso contrastare la mia indifferenza di oggi?
Il Vangelo mi provoca oggi con questa insolita beatitudine: Beato colui che non trova in te motivo di scandalo. Posso vincere la mia indifferenza solo ascoltando le tue parole, quelle che mi scaldano il cuore e muovono di stupore.
Vincere l'indifferenza con la gioia che passa dal desiderare di essere nel Regno di Dio di cui parli. Un regno dove i più piccoli sono più grandi di tutti, anche di Giovanni, il tuo Giovanni.
Aiutami Signore! Parlami ancora di questo Regno.
Aiutami Signore a legare questa fragile realtà dubbiosa con la concretezza reale e corporea di chi vive accanto a me, rivelati con il tuo amore, che si fa sempre carità concreta e visibile.
sabato 10 dicembre 2022
Precursori cercasi!
Nei discorsi dei discepoli con Gesù, mentre scendono dal monte della Trasfigurazione, si cerca di entrare nel vivo e nel dettaglio della rivelazione: il regno di Dio e il precursore. Di fronte alla sul venuta, Gesù non ci chiede di perderci in inutili attese ma ci domanda di fare della vita uno spazio di originalità, di preghiera, di offerta gratuita di noi stessi ... Gesù ci mette in guardia dal coltivare, di fronte all’Amore di Dio, che viene, un’atteggiamento di erudizione fredda, da scriba e fatiseo, che poi è incapace di riconoscerlo; dovremmo invece dirgli “Ti voglio bene”.
È quella disponibilità che fa anche di noi dei precursori, dei Giovanni Battista. Anche oggi, ogni giorno, Gesù viene, nella misura in cui ciascuno di noi fa la sua parte come precursore della profezia (Elia), speranza di un mondo migliore.
venerdì 9 dicembre 2022
Stare con pubblicani e peccatori.
Isaia 48,17-19 e Matteo 11,16-19
Stare con i peccatori, è stato cone rivestirsi di un anonimato, che rivelasse in realtà la priorità della sua venuta. Di fronte al prossimo, suo Natale, il rischio che corriamo è sempre quello di soffermarci in modo romantico di fronte alla rappresentazione del Presepe, con quella nostra solita indifferenza con cui approcciamo anche la storia attuale, e rischiamo ancora una volta di sentire il suono del flauto e di non ballare; il canto di un lamento e di non batterci il petto.La nostra umanità è talmente ferita e cieca, da non riconoscersi parte di quei pubblicani e peccatori, con cui in modo preferenziale e prioritario stava Gesù. Per vivere questo Avvento e questo Natale occorre che ci esercitiamo nel compiere una vera immersione nell'umano.
giovedì 8 dicembre 2022
Maria una di noi!
Immacolata Concezione
La frequenza delle feste dedicate a Maria dovrebbe insospettirci. Perché tante celebrazioni in suo onore? Forse perché è la madre di Dio?
Mi piace pensare, senza correre il rischio di essere dissacrante, che Maria cammina con noi in ogni momento… come a ricordarci che lei è una di noi!
Essere immacolata non la rende aliena dalla nostra umanità! Tutto questo sembra dirci che anche noi, nella pienezza della nostra umanità risorta, saremo simili a lei.
Ecco che il "singolare privilegio" diviene una condizione comune di gioia attesa e sperata.
Ma cosa esprime essere l'immacolata"?
Non certo un singolare privilegio fine a sé stesso.
Tutto questo infatti parte da Dio e da Maria. Il singolare privilegio è l'incontro di due desideri: quello di Dio, di dare al suo figlio amato la madre più bella dell'universo; e del desiderio di Maria di non eludere le attese di amore di Dio, quindi il desiderio di fare la volontà del Padre.
Questo singolare privilegio non è astratto, ma ha una concretezza che ci affascina e attrae: la gioia.
Padre Silvano Fausti diceva: La prima parola che Dio rivolge a Maria consiste in un imperativo: “gioisci”. Nella traslazione di significati dal greco, al latino e all'ebraico, resta la radice profonda del greco “kaire” da cui risuona tutto il contenuto della "gioia". Non è quindi un caso che nel vangelo leggiamo “gioisci”, tanto è vero che la stessa parola serve anche a definire Maria la “piena di grazia”. Praticamente in questa parola, “gioisci”, è insieme un comando e una constatazione: il comando di Dio, e ciò che Dio vede realizzarsi in Maria. Ebbene questa gioia, che Dio vuole per Maria, la vuole anche per noi.
Ecco allora che cosa vuole Dio da noi? Vuole solo una cosa: che noi siamo nella gioia.
Qual è la volontà di Dio? Che tu sia contento! Ti ha fatto per questo! È un Padre! Ti ha fatto per la gioia!
Perché?
Perché tu sei la sua gioia, perché ti vuole bene.
Ecco, come è bello pensare che noi siamo la gioia di Dio; che ci ha pensato dall’eternità; noi stessi gioiamo della gioia che Lui ha per noi.
Tutto questo dà il senso del singolare privilegio della nostra natura umana. Grazie Maria che sei una di noi!
Oggi questa gioia fa parte anche della nostra missione di credenti, di discepoli di Gesù.
Nella nostra quotidianità ferita, nonostante la guerra, la crisi economica e lo strazio umanitario dei profughi e dei popoli stremati dalla povertà e dell'ingiustizia, dobbiamo recuperare lo spazio della gioia.
Dobbiamo fare venire fuori la nostra possibilità di essere autori di Gioia. Come per Maria, la vera gioia è fare la volontà di Dio ... così anche per noi?
Proviamo a dire come Maria: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.” anche noi proviamo a dire: si compia in me la tua parola! Di fronte a questa parola di Dio la nostra gioia sarà la risposta di un cuore libero che per amore risponde all'appello di Dio. Per amore si risponde alle richieste che la nostra vita incontra ogni santo giorno, questa risposta è parte del Singolare Privilegio che ci riempie di gioia.
mercoledì 7 dicembre 2022
La "fisica del giogo!
Isaia 40,25-31 e Matteo 11,28-30
martedì 6 dicembre 2022
La centesima pecora sono io …
Isaia 40,1-11 e Matteo 18,12-14
lunedì 5 dicembre 2022
Amicizia, gratuità e stupore.
Isaia 35,1-10 e Luca 5,17-26
domenica 4 dicembre 2022
Voglio diventare come Gesù!
Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12
Come vivere questa seconda settimana di avvento in uno stato di dolce attesa?
La conversione è la parola che la Chiesa ci affida per vivere questo secondo tratto di cammino. Convertiti, non in senso generico, ma come condizione necessaria, puntuale e concreta. Dopo essere stati svegliati nelle nostre pigrizie spirituali e della vita quotidiana, ora occorre realmente attrezzarsi e Convertirsi, occorre cambiare, bisogna cambiare alcune cose... Vediamo quali e come fare.
Facciamo un poco di deserto.Giovanni Battista, nel vangelo ci parla di cambiamento e di conversione della vita, anche con parole un poco minacciose, ma lo fa a partire da un'esperienza particolare quella del deserto. Che a differenza di ciò che pensiamo non è la solita aridità, ma è lo spazio fisico e geografico in cui riscoprire l'autenticità che nasce nel silenzio; l'essenzialità di fronte al nulla; un uomo nel deserto può essere solo se stesso.
Il deserto ci permette di mettere a fuoco nell'orizzonte di infinite cose, ciò che è prioritario cambiare.
Il deserto ci porta a riconoscere e deporre tutte le maschere che ogni giorno indossiamo per difenderci e per nascondere noi stessi agli altri.
Il deserto è il luogo fisico, geografico e spirituale in cui rimodellare noi stessi, lasciare allo Spirito la possibilità di restituirci la nudità senza vergogna che avevamo in Adamo prima del peccato originale, quando eravamo integralmente figli di un Dio Padre che era per noi solo amore, gioia, comunione.
Conversione è allora un cammino nella possibilità di amare; nella gioiosa rifioritura dei sentimenti; nella apertura del cuore ai fratelli, ... la vera comunione.
La conversione non è un obbligo, e non si attiva per decreto-legge, ma per una bellezza almeno intravista: sulla strada che io percorro. Se la strada è la mia vita, la conversione è l'insieme degli stili e degli atteggiamenti che metto in atto nella quotidianità.
E' sulla strada che faccio esperienza della necessità di cambiare qualcosa di me. Non per moralismo, ma perché riconosco che è bello questo mondo quando è abitato da Dio attraverso di me. Dio non è una questione teorica, ma è parte di quella mia soggettività capace di plasmare e modellare la realtà.
Ecco allora il vero cambiamento: Abbi cura di te, non lasciarti muovere dal caso o dall'istintività; cambia le tue cattive abitudini, ne abbiamo tante, intolleranza rispetto alle persone, insofferenza per l'impegno e la fatica, la presunzione di avere sempre ragione ... Cambiamo in qualcosa ... riposa, prega, servi, ama ... questo è il cammino di conversione in questa seconda settimana ... questa è la nostra lana da dare a Maria per tessere il caldo accogliere Cristo; il nostro cambiamento.
sabato 3 dicembre 2022
Preghiamo il Signore di essere pure noi mandati ...
Ecco che per corrispondere alla chiamata occorre assumere l'atteggiamento e lo sguardo di Gesù. Gesù ci insegna e testimonia che è possibile per tutti essere chiamati e mandati. É la vita stessa del Signore, i suoi occhi e il suo cuore che ci mostrano che chi è chiamato, prima di tutto non deve ignorare le fatiche e i dolori dei fratelli, cioè di tutti gli uomini e donne di questo mondo.
venerdì 2 dicembre 2022
Avvenga in noi secondo la nostra fede
Il più della volte, noi non vediamo, siamo ciechi rispetto alla vita, soprattutto perché non riconosciamo il Signore nel nostro quotidiano. Ma che cosa determina il cambiamento radicale di questa cecità? Di questo non vedere?
Gesù, toccando, compie il miracolo di donarci la certezza della sua presenza nella nostra vita. Ma cosa significa che Gesù ci tocca gli occhi e ci fa vedere?
Tutto parte da noi, dal mettere in gioco la nostra fede in lui. La nostra fede non è un imparaticcio di nozioni teologiche e filosofiche, ma è un grido, è una preghiera rivolta al Signore: è chiedere pietà; è desiderare la presenza di Dio nonostante ogni fragilita. Gesù non può che accogliere questa preghiera così piena di fede. La fede grida il desiderio di amare ed essere amati; attende concretezza; la fede ha bisogno di dita, di mani, di sguardi, di luoghi e tempi. La fede ha bisogno di concretezza. Avvenga in noi la concreteza della fede (siamo toccati da Gesú) a partire dal grido della nostra preghiera.
giovedì 1 dicembre 2022
Vogliamo farla questa volontà di Dio, oppure no!
Isaia 26,1-6 e Matteo 7,21.24-27
La volontà di Dio non è un progetto astruso e neppure rivoluzionario, ma la sua volontà si concretizza quando le sue Parole toccano la nostra vita e interagiscono con essa. Quando le parole di Dio toccano la vita, si attivano quelle situazioni che generano ed esprimono la fede.Infatti la nostra fede è a partire dalla Parola e dalla capacità della Parola di cambiare e migliorare i nostri stili di vita. Ma a partire da questo "intreccio", è anche una fede che permette di contemplare il mistero, di ascoltarlo. Ecco che Dio non genera una fede fatta di parole, ma una fede che coinvolge il cuore, la mente, la carne, la vita. La proposta che nasce dalla volontà di Dio è una fede forte che non crolla, perché chi ha fede costruisce ogni situazione del quotidiano in un continuo ritornare a Lui.