Esodo 32,15-24.30-34 e Matteo 13,31-35
lunedì 31 luglio 2023
Immagine di Dio
domenica 30 luglio 2023
Il regno dentro la nostra la vita
1 Re 3, 5.7-12; Sal 118; Rm 8, 28-30; Mt 13, 44-52
Gesù insegnava preferibilmente attraverso le parabole; e di conseguenza esse ci avvicinano tantissimo alla predicazione e al pensiero di Gesù, anche se questo non significa che esse rappresentano una riproduzione esatta è fedele del pensiero e delle parole del Signore … ma molti contenuti certamente emergono.
Queste parabole del Regno hanno un denominatore comune: sono immagini tratte dalla vita quotidiana, non sono frutto di un immaginario Regno dei cieli, esse descrivono azioni concrete.
L’uomo che trova il tesoro lo trova mentre lavora il suo campo, mentre vive la sua vita quotidiana ...
Il mercante di perle mentre fa il suo mestiere, riconosce una perla di valore inestimabile e la compra ...
Sono i pescatori che tirano a riva una rete piena di pesci e si siedono pazientemente per selezionarli ...
Ma che cosa è questo Regno di Dio?
E' Dio presente, essenziale e importante nella nostra vita: Dio che è amore, pace e gioia in ogni uomo e in tutti gli uomini. Questo è ciò di cui Gesù ci ha parlato quando ci racconta del Padre suo; è ciò per cui Gesù ha donato sé stesso fino a morire su una croce, per liberarci dal potere delle tenebre, del nulla e dell'insignificanza e trasferirci nella vita, della bellezza, della bontà, della gioia di esistere.
Quando leggo e ascolto le Parabole, sono portato a desiderare la mia vita fatta come le immagini narrate: ecco che allora il Regno è trovare Gesù e avere quindi la gioia della Chiesa.
Sembra proprio che Gesù voglia dirci che, se cerchi Dio e il suo regno, la sua presenza, devi iniziare dalla tua vita quotidiana.
Dobbiamo diventare come il contadino che si accorge, meravigliato e stupito del tesoro; quindi, capire e riconoscere cosa è il tesoro nella vita.
Dobbiamo diventare come un mercante di perle che non rimane inerme nella quotidianità, ma impegna tutta la vita nel cercare; perché la ricerca di Dio dà sapore alla vita come le belle perle.
Dobbiamo essere come chi pesca con la rete, capaci di fare la fatica di trascinare una grande rete e avere la pazienza grata del tempo per discernere, capire e comprendere in attesa del giorno della gioia grande, il giorno del giudizio.
Queste immagini ci raccontano come Gesù ha vissuto il suo essere il tesoro da scoprire improvvisamente: per alcuni lo è stato, forse per tanti altri, che lo hanno conosciuto nella prassi cristiana, improvvisamente lo hanno scoperto nella bellezza straordinaria dell'amore ai fratelli, che ha spalancato l'amore per e di Dio.
Gesù stesso si propone come perla preziosa per cui vale la pena cercare senza mai stancarsi, senza mai arrendersi, senza mai adattarsi al si è sempre fatto così, senza mai accontentarsi di un caldo nido cristiano.
Così anche nella pesca, Gesù si raccomanda di continuare a essere pescatori di uomini, non per scartare l'umano, ma per dividere il pesce buono dal cattivo, il bene dal male, togliere il male e dare senso al bene che realizza l'uomo e l'opera della grande rete da pesca.
Quando le parabole raggiungono il loro fine, quando fanno effetto, non c'è bisogno di fare tanti ragionamenti, o di pensarci, di riflettere; infatti, ci accorgiamo subito del valore incomparabile di ciò che abbiamo trovato, e allora siamo disposti a perdere tutto per il Regno.
Chi trova il Regno, non ha dubbi, sente che è quello che cercava, che attendeva e che risponde alle sue aspirazioni più autentiche. Ed è veramente così: chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato; cercare Gesù, incontrarlo e trovarlo è il grande e vero tesoro!
sabato 29 luglio 2023
Amici di Gesù
1Giovanni 4,7-16 e Giovanni 11,19-27
venerdì 28 luglio 2023
Dieci parole di amore
Esodo 20,1-17 e Matteo 13,18-23
giovedì 27 luglio 2023
Epifania
Esodo 19,1-2.9-11.16-20 e Matteo13,10-17
mercoledì 26 luglio 2023
Oltre la mormorazione
Oggi a tutti noi è chiesto di non mormorare nei confronti di Dio, ma di rendere grazie riconoscendo che senza il suo Pane non possiamo vivere. Il Suo Pane è il pane della comunione, ecco cosa può ricucire i rapporti tra di noi per farci sentire tutti fratelli, rispettando le diversità. Non si deve cercare l’accumulo di ricchezza ma la giustizia per tutti, non è solo rispettare delle leggi, ma è dare ad ognuno ciò che gli spetta per il proprio sostentamento, con le stesse opportunità per tutti, senza distinzioni, senza divisioni.Questo non è il presupposto di una uguaglianza sociale ma di una vera fratellanza, ovvero fraternità realizzata.
martedì 25 luglio 2023
Festa di San Giacomo
2Corinzi 4,7-15 e Matteo 20,20-28
lunedì 24 luglio 2023
L'ostinazione del cuore
Esodo 14,5-18 e Matteo 12,38-42
domenica 23 luglio 2023
Un Dio bello ... per chi ascolta
Sap 12, 13.16-19; Sal 85; Rm 8, 26-27; Mt 13, 24-43
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro ... credo sia proprio questo l'intento, il desiderio di Gesù, che tutti possano splendere come pienezza di vita nel regno del Padre. Le tre parabole ascoltate, non sono delle favole che devono esprimere una morale, e neppure la spiegazione data, secondo il vangelo, da Gesù stesso a semplicemente una funzione pedagogica o morale, tutto ha un unico fine suscitare in noi il desiderio di Dio, il desiderio di essere parte di un mistero che ci realizza, converte e trasforma nella nostra umanità e nella nostra esistenza per sempre. Ecco allora che diventano urgenti e vere alcune domande: "Chi sei Dio per me? Ho bisogno/desiderio di te? Ti cerco, ti trovo nella mia vita di tutti i giorni?" Come suscitare questo desiderio? Come parlare di Dio, come descrivere Dio? Tre parabole, tre immagini connesse l'una con l'altra e di per sé inseparabili. Un Dio seminatore, cioè un Dio che dona, se stesso, vita, amore, senso ed esistenza, è il seme buono, dato con larghezza, senza misura e con libera gratuità ... è dono ... Dato anche in una condizione svantaggiata, quella di una umanità che sempre fa esperienza del limite, del male e del peccato. Ma ecco il nuovo di Dio: noi ci preoccupiamo della zizzania, lui del seme buono ... Noi ci preoccupiamo dell'oggi, lui ha un orizzonte infinito: la mietitura dell'ultimo giorno. Il tempo in cui spera di raccogliere tutti i suoi figli splendenti come il sole. Un Dio, seme di senape, un Dio inutile, un Dio fragile, un Dio inadeguato, e per questo snobbato, scartato, ma per chi ascolta, per chi ha orecchi, è un seme di potenza che diventa albero. Un Dio sicuro e riparo per la nostra debolezza e piccolezza. Un Dio che si impasta con la nostra storia e la nostra vita. Che bella immagine quella della donna che impasta lievito e farina. Un Dio che non ha paura di essere nascosto e farsi trovare in una vita che lievita, cresce, matura e converte, in forza della sua presenza. Ma a che cosa serve tutto questo se non a darci pienezza di senso, gioia e felicità nel presente come a che splendore come il sole nel regno eterno!
sabato 22 luglio 2023
Santa Maria Maddalena Sposa di Cristo
Cantico 3,1-4 e Giovanni 20,1-2.11-18
venerdì 21 luglio 2023
Dalla cena all'Esodo
Esodo 11,10-12,14 e Matteo 12,1-8
giovedì 20 luglio 2023
Chi è Dio ...
Esodo 3,13-20 e Matteo 11,28-30
Il mistero si fa riconoscere: Dio dà due definizioni di sé, la prima è «Io sono colui che sono», un gioco di parole col quale resta mistero; la seconda definizione è «Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe», cioè il Dio dei padri, il Dio dell'alleanza. Un Dio che cammina con noi nella nostra storia. Dove oggi posso riconoscere il mistero di Dio, il suo rivelare il nome? Gesù ci ha fatto conoscere il Padre, ma questo ci basta; lo abbiamo davvero riconosciuto? Da chi oggi ascoltiamo il nome di Dio? Siamo pronti ad accogliere il suo modo di manifestarsi e il messaggio di salvezza che nel suo nome ci raggiunge?mercoledì 19 luglio 2023
Terra Santa!
Esodo 3,1-6.9-12 e Matteo 11,25-27
martedì 18 luglio 2023
Un bambino ...
Esodo 2,1-15 e Matteo 11,20-24
lunedì 17 luglio 2023
E la storia non si ferma
Esodo 1,8-14..22 e Matteo 10,34-11,1
domenica 16 luglio 2023
Cosa significa seminare
Is 55, 10-11; Sal 64; Rm 8, 18-23; Mt 13,1-23
sabato 15 luglio 2023
Non era l'Egitto la terra della promessa
Genesi 49,29-33; 50,15-26 e Matteo 10,24-33
venerdì 14 luglio 2023
Vocazione alla promessa
Genesi 46,1-7.28-30 e Matteo 10,16-23
giovedì 13 luglio 2023
Imparare a fare pace
Genesi 44,18-21.23-29;45,1-5 e Matteo 10,7-15
mercoledì 12 luglio 2023
Genesi del perdono
martedì 11 luglio 2023
San Benedetto Una non facile conquista
Dal momento in cui sono stati chiamati, e i discepoli hanno detto SI, da quel giorno gli appartengono. La loro vita non gli appartiene più, è stata consegnata a lui. Ma quale è la convenienza di questo SI? Del SI a Gesú?
La risposta di Gesù sembra essere: "tu adesso dammi tutto, io poi ti restituirò tutto in Paradiso". Fare un contratto del genere significa fidarsi più che ciecamente!
Quindi Pietro e compagni hanno dato fiducia piena a Gesù.
Ma è anche una fiducia razionale. Ma il Vangelo prevede anche una ricompensa in terra, quel: "cento volte tanto"; un centuplo che equivale a dire: non sarà una vita sprecata quella dopo il SI, ma piena di sorprese!
lunedì 10 luglio 2023
Dio continua a chiamare per nome
Genesi 28,10-22 e Matteo 9,18-26
domenica 9 luglio 2023
Credere con mitezza e umiltà
Zac 9, 9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-19; Mt 11,25-30
Come era Gesù? La risposta potrebbe essere molto semplice e sbrigativa: non sappiamo nulla. I vangeli non ci dicono nulla dell’aspetto fisico di Gesù, dell’aspetto fisico, nulla di nulla. Dai Vangeli non ricaviamo praticamente nulla, se non la sua relativa giovinezza, Luca ci racconta che Gesù quando iniziò il suo ministero aveva circa trent’anni. Le raffigurazioni che abbiamo sono quindi il frutto di una elaborazione teologica, culturale, artistica, sociale ed iconografica. Certamente, e ne siamo consapevoli, Gesù, nella sua umanità doveva in un certo modo, risplendere della bellezza di Dio, riflettere anche umanamente la sua divinità.E umanamente come era? Di questo Abbiamo diverse informazioni sul suo animo, che cogliamo da alcuni momenti sublimi di commozione, di turbamento, di gioia, perfino di angoscia; lo vediamo piangere, soffrire, allietarsi, persino scherzare, dormire e mangiare come anche camminare e affaticarsi.
Ma forse è proprio questo che dobbiamo superare, il confrontarci con un Gesù frutto di un immaginario collettivo, come anche di una esplicitazione teologica di qualità umane e divine.
Oggi allora confrontiamoci ancora col Vangelo, per accoglierlo nel suo rivelarsi ... lì dove Gesù dice: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. […] Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita".
Chi chiama Gesù a sé? Chiama persone semplici e gravate da una vita difficile, chiama a seguirlo persone che hanno tanti bisogni e promette loro che in Lui troveranno riposo e sollievo. A chi si rivolge? Si tratta di quanti non possono contare su mezzi propri, né su amicizie importanti. Essi possono solo confidare in Dio. Consapevoli della propria umile e misera condizione, sanno di dipendere dalla misericordia del Signore, attendendo da lui tutto l'aiuto possibile.
Chi sono oggi questi chiamati da Gesù attraverso il vangelo ... cioè, chiamati mediante la parola che salva ... chiamati ad essere consolati, e a trovare conforto ... Cioè, trovare Gesù la sua amicizia, trovare il ristoro in lui e da lui.
Ecco allora una chiave importante di lettura, Gesù chiama a sé, perché nella relazione con lui, attraverso quella parola in cui ci chiama, ognuno che si pone alla sequela possa gustare il vero conforto, la vera consolazione che viene dalla fraternità vissuta come spazio dei sentimenti e delle scelte di vita. Questo non significa senza fatiche, ma significa con una bella e possibile prospettiva di novità.
È la fraternità il giogo ... il "Prendete il mio giogo", per Gesù significa caricarsi della relazione con Dio; prendere il giogo è tenere nel cuore le relazioni con i discepoli, cioè i fratelli ...
Prendendo il “giogo di Gesù” ciascuno di noi lega sé stesso a Gesù, al Padre e ai fratelli ... si entra in una esplicita comunione con Lui per tutto ciò che ci ha detto e insegnato con la sua stessa vita. Ed è da qui che possiamo fare nostro anche quel "Imparate da me".
A chi oggi risponde alla chiamata; ad andare con lui; da lui, Gesù offre un cammino di conoscenza di lui e di imitazione. Ecco che egli si rivolge agli umili, ai piccoli, ai poveri, ai bisognosi perché ... ciascuno di noi comprenda che in realtà è nulla, ciascuno deve comprendersi come piccolo, umile, povero e sofferente ... perché sono queste esperienze umane che ci aprono alla fraternità ... all'essere una Chiesa credibile e che ancora salva.
sabato 8 luglio 2023
La promessa nell'inganno
Genesi 27,1-5.15-29 e Matteo 9,14-17
venerdì 7 luglio 2023
La promessa inizia a realizzarsi
Genesi 23,1-4.19;24,1-8.62-67 e Matteo 9,9-13
giovedì 6 luglio 2023
Nessun sacrificio
mercoledì 5 luglio 2023
Eppure esiste una promessa
martedì 4 luglio 2023
Per un grande atto di misericordia ...
Il racconto di Genesi riporta, forse, una traccia di un evento, di uno sconvolgimento che nel testo è stato riletto e teologicamente interpretato.
Si tratta di un evento catastrofico avvenuto circa 3600 anni fa che che coinvolse diversi insediamenti umani della zona, quindi è compatibile con la distruzione di Sodoma e Gomorra.
Ma la comprensione storico archeologica nulla toglie a come quell'evento abbia segnato la fede di Abramo e Lot, e come quell'evento sia stato biblicamdnte trasmesso e interpretato. Biblicamente significa: come un evento storico diviene fonte e parte della rivelazione del mistero di Dio.
A volte per cambiare, per salvarci, ci vuole qualcuno che ci prenda per mano e che ci porti avanti senza farci guardare indietro! È proprio il cambiamento una delle parole chiave di questo passaggio biblico. Chi non accoglie il cambiamento, chi si volge indietro, diventa immobile come una statua di sale.
lunedì 3 luglio 2023
San Tommaso apostolo
Efesini 2,19-22 e Giovanni 20,24-29
domenica 2 luglio 2023
Non son degno di te?
2 Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42
Molto spesso ci capita di dire: "all'inizio il Signore l'ho avvertito adesso non sento più niente, eppure mi impegno". È questo un momento delicato della vita spirituale, e normalmente uno a questo punto del cammino si scoraggia e dice: Tanto è inutile, non sento niente, non funziona niente. Invece, questo è un momento molto importante, perché in questa desolazione il Signore ci purifica, e ci permette di chiarire il nostro modo di stare con lui, con sincerità. È in questa desolazione che il Signore ci dice come essere degni di lui: "Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me".Ogni volta che esprimo il mio essere cristiano, faccio il segno della croce; quando entro in una Chiesa ciò che per prima cosa attrae il mio sguardo è la croce; quando sarò morto sulla mia tomba sarà posta una croce.
Il nostro essere di Cristo e la croce sono intimamente connessi. Ecco che prendere la sua croce e seguirlo è un'espressione di Gesù che non lascia molte vie di uscita. Va capita bene ... È una delle frasi, più citate e più fraintese del Vangelo.
L'abbiamo interpretata come esortazione alla rassegnazione; alla sofferenza accettata con pazienza; all'occorrenza sono le inevitabili croci della vita. Ma Gesù dice qualcosa di diverso, dice “prendi”.
Al discepolo è chiesto di prendere attivamente, non passivamente la croce. Che cos'è allora la croce?
È la sintesi dell'intera vita di Gesù. Ma tu prendi la tua croce, si perché la croce è del maestro ma anche di ogni discepolo. Prendere la tua croce significa "Prendere su di noi una vita che assomigli alla sua”.
La vocazione di ogni discepolo di Gesù non è subire il martirio in croce, ma fare nostra una vita a imitazione del maestro.
Che cosa ha rappresentato la croce per Gesù se non il segno di un amore sempre più maturo e vero per Dio Padre e per i fratelli, i suoi amici ...
Sostituiamo alla parola croce la parola amore. Ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé l'amore, tutto l'amore di cui è capace, e mi segua.
Ed ecco che prendendo la croce, che è l'amore, ti ritroverai amato da Gesù e capace di amare come Gesù; ti troverai salvato e ti troverai capace di salvare insieme a Gesù i tuoi fratelli. La croce allora sarà ... anche se è pesante ... una gioia, strana ma vera, perché amare porta in sé una gioia vera.
Quindi il discepolo è colui che, innanzitutto, ama Dio. È bello questo imparare ad amare il Signore, perché uno davvero diventa, un poco alla volta, ciò che ama.
Quindi, se qualcuno vuole venire dietro a me... superi ogni logica razionale, ogni gratificazione e ritorno per sé stesso, esca dal suo io, sconfini oltre il tu.
L'esito finale sarà “trovare la stessa vita” che il maestro ha donato amando, la stessa vita che Gesù ha donato in croce.
sabato 1 luglio 2023
Accoglienza a sorpresa
Genesi 18,1-15 e Matteo 8,5-17