Galati 3,7-14 e Luca 11,15-26
Parlare del male, del maligno, oggi sembra fuori moda, e fuori tempo. Il male il maligno sembrano fantasmi di tempi passati in cui la paura è l'ignoranza - diciamo noi - la facevano da padrona. Ma oggi nel nostro mondo globale, tecnologico e virtuale, il male e il maligno hanno assunto nuove vesti e si accompagnano alla nostra vita quotidiana. Dove si annida il male? Una esperienza camuffata del male è quella in cui pretendiamo di avere la “verità” in mano, quando ci sentiamo gli unici detentori della “verità” è come se ci mettessimo dei paraocchi. Non riusciamo più a guardare in nessun’altra direzione e, come somari, tiriamo dritto convinti di essere nel giusto. Ma in questo scompare il “mio fratello”, e tutto ciò che le buone relazioni sono capaci di generare.
In base alle nostre “certezze” condanniamo, giudichiamo, scomunichiamo, scartiamo… perché noi abbiamo la verità. È questa assolutezza che diviene presupposto per contrasti e contrapposizioni, ossia divisioni. La divisione é in sé esperienza del maligno che distrugge l'amore che nasce nella fratellanza e nella comunione. Gesù parlando del male e del maligno si esprime in modo molto concreto, quasi in opposizione ad ogni riduzionismo o semplificazione.
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