Oggi non viviamo il "sabba" (il sabato) con la stessa visione e la stessa osservanza del tempo di Gesú, ma ugualmente resta il principio di dedicare regolarmente del tempo al culto divino, da soli o in comunità. Questa prassi è certamente ancora valida, e questo è ancora più vero nella nostra società digitale, carente di rapporti interpersonali. Quando lo spazio delle nostre relazioni interpersonali si intreccia con l'esperienza della vita cultuale e sacrale, si realizza una esperienza virtuosa e di amorevolezza che supera ogni dicotomia, ogni opposizione tra sacro e profano e che nulla ha a che fare con qualsiasi dogmatismo teocratico.
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