Romani 10,9-18 e Matteo 4,18-22
giovedì 30 novembre 2023
Sant'Andrea Apostolo
mercoledì 29 novembre 2023
Il giudizio ... evolve
Daniele 5,1-6.13-14.16-17.23-28 e Luca 21,12-19
martedì 28 novembre 2023
Vedere sognando
Daniele 2,31-45 e Luca 21,5-11
lunedì 27 novembre 2023
Fiducia ripagata
Daniele 1,1-6.8-20 e Luca 21,1-4
domenica 26 novembre 2023
Il regno fra pecore e capre
sabato 25 novembre 2023
Proiettati nel domani eterno
1 Maccabei 6,1-13 e Luca 20,27-40
venerdì 24 novembre 2023
La storia è il mistero di Dio
1 Maccabei 4,36-37.52-59 e Luca 19,45-48
giovedì 23 novembre 2023
Le radici del chi sono
1 Maccabei 2,15-29 e Luca 19,41-44
mercoledì 22 novembre 2023
Scene di martirio
2 Maccabei 7,1.20-31 e Luca 19 11-28
martedì 21 novembre 2023
Testimoniare ... alla fine
2 Maccabei 6,18-31 e Luca 19,1-10
lunedì 20 novembre 2023
Prove di globalizzazione
domenica 19 novembre 2023
Un talento di desiderio
Pro 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30
Spesso siamo di fronte a queste parole di Gesù chiedendoci: "Che cosa ne ho fatto dei doni che Dio mi ha affidato?"
Oppure ci viene chiesto di discernere tutti i talenti che ci sono stati dati ...
Ma perché a me solo pochi talenti e ad altri tanti di più?
Perché a me si, e a qualche disabile nulla?
In realtà sono giunto alla conclusione che non siano domande pertinenti col senso delle parole di Gesù rispetto a questa parabola ...
Sono convinto che Gesù stia ancora parlando del Regno dei cieli ... e in verità sta dicendo che ora in questo momento il Regno dei Cieli chiede di essere rendicontato. Il tempo è finito, cioè iltempo esprime il suo frutto ... e lui sta tornando …
Ma cosa significa far fruttare un talento? E' proprio necessario e perché?
Sono convinto che la parabola voglia suggerire invece queste domande, queste prese di consapevolezza ... o meglio questa scoperta del trascendente, del mistero ...
Ma cosa me ne faccio di Dio? Di tutto quanto Dio mi affida?
Posso vivere senza di Lui?
Cosa cambia nella mia vita se Lui c'è?
Se nella mia esistenza c'è il suo donarsi a me?
Questa parabola non è una favola, ma proviamo proprio a pensare come se Gesù, ora, in questo nostro tempo, ci chiedesse di rendere conto del dono di Dio che ci è stato dato. Il dono di Dio ... Dio stesso, tutto sé stesso, la totalità della sua ricchezza, la sua stessa vita, il suo stesso amare ...
Quei talenti, non sono delle doti umane da fare fruttificare, ma è Dio stesso che si dona a noi, ... e io ... cosa ne faccio?
Credo che l’affidamento di questo “talento” ci sia stato dato nell'esperienza del desiderio, nel desiderare dell'umano, nel desiderio di Lui.
Ecco allora: "Cosa ne ho fatto; cosa ne sto facendo dello spazio esistenziale del desiderio di Dio".
Con il termine “desiderio”, possiamo abbinare: la voglia del momento, ma forse non è questo il desiderio nella sua accezione più vera. Oppure il desiderio come conseguenza di un bisogno ... anche in questo caso siamo lontani dalla genesi del desiderio. oppure possiamo legare il desiderio a un senso di pienezza che non si realizza, uno slancio verso un compimento, una attesa di pienezza non conclusa. Ecco questo già mi piace di più!
La parola "desiderare" viene dal latino: de-sidus, che significa “la mancanza della stella”, desiderio è una mancanza della stella, cioè la mancanza del punto di riferimento che orienta il cammino della vita. Ecco che il desiderio evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca. Una persona che non desidera è una persona ferma, forse ammalata, quasi morta.
Ecco che nella parabola il desiderio ha a che fare col dono di Dio, la scoperta del talento come ciò che può dare pienezza alla nostra vita.
"(...) A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. (...) Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro."
E li regola in uno strano modo, infatti quanto uno “guadagna” nella vita, facendo fruttificare il seme di vita eterna che il Padre ha messo in ciascuno, quello rimane suo. Nessuno restituisce i talenti, nessuno consegna il ricavato.
Dio non ci toglie ciò che di bello è cresciuto nella nostra vita grazie al suo dono.
Lui non ci dà i suoi doni per richiederceli indietro aumentati, ma perché la sua presenza nella nostra vita cresca insieme a noi, e perché crescendo, ci porti all’incontro con Lui.
Ecco allora che diventa importante chiederci: Come ho custodito realizzato il desiderio, il mistero che mi è stato affidato?
“Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone (...)”.
I primi due hanno capito e osato, il terzo ha avuto paura e ha seppellito la sua vita: non ha dato al desiderio lo spazio per realizzarsi, non ha avuto cura del desiderio.
sabato 18 novembre 2023
Incontro al mistero
Sapienza 18,14-16;19,6-9 e Luca 18,1-8
venerdì 17 novembre 2023
La sapienza è nelle "cose"
Sapienza 13,1-9 e Luca 17,26-37
giovedì 16 novembre 2023
La sapienza in me
Sapienza 7,22-8,1 e Luca 17,20-25
mercoledì 15 novembre 2023
Chi ha potere ascolti la sapienza
Sapienza 6,1-11 e Luca 17, 11-19
desideratele e ne sarete istruiti". In questa seconda parte la Sapienza si rivela come la presenza di Dio nel mondo e nell’uomo, si manifesta come possibilità di condurre quest’ultimo sulle vie di Dio. Il riferimento particolare oggi è per alcuni ruoli di potere, ma in senso più ampio per chiunque esprime una qualche responsabilità. Sembra che l'autore voglia dire che più alta è la responsabilità, maggiore deve essere l’impegno di “ascoltare …comprendere … imparare".
martedì 14 novembre 2023
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio
Sapienza 2,23-3,9 e Luca 17,7-10
lunedì 13 novembre 2023
Educati dalla sapienza
Sapienza 1,1-7 e Luca 17,1-6
domenica 12 novembre 2023
Ricevete la luce di Cristo
Sap 6,12-16; Sal 62; 1 Ts 4,13-18; Mt 25,1-13
Ricevete la luce di Cristo.
A voi, genitori, e a voi, padrino e madrina, è affidato questo segno pasquale, fiamma che sempre dovete alimentare.
Abbiate cura che il vostro bambino/a, illuminato/a da Cristo, viva sempre come figlio della luce; e perseverando nella fede, vada incontro al Signore che viene, con tutti i santi, nel regno dei cieli.
Credo che queste parole ci permettono di capire che l'olio della lampada non si può prestare e neppure vendere e comprare ...
Essere saggi significa essere vergini che usano del tempo presente alla luce della fede di cristo, con perseveranza e vigilanza, con il cuore pieno di desiderio dello sposo ... desiderio di lui, alimentando questo desiderio, con la fede in Lui, vivendo il tempo presente in quella comunione di relazioni buone che deve essere la comunità cristiana ... la Chiesa di Gesù; con la speranza della vita vera e con l'amore che riempie il tempo presente e ci anticipa la pienezza della nostra esistenza: fatti di amore, per amare e per essere nell'amore.
Essere stolti, ovvero pazzi, significa essere cristiani battezzati che non si prendono cura della loro luce di Cristo. E che nell'immediato si aggrappano con insistenza, a riti e, sacramenti, o anche formule di preghiera solo per un senso di dovere o per conformarsi ad una tradizione ... senza avere nel cuore il desiderio dello sposo, senza desiderare Cristo.
Ecco un grido in questa notte del mondo: arriva lo sposo andategli incontro!
Uscire incontro allo sposo è bello ma non è da innamorate uscire senza il desiderio di vedere in volto: uscire senza sapere di voler conoscere e riconoscere quell’amore che ci sta per sposare. Va bene uscire, va bene uscire vergini, cioè spogliati del proprio egoismo per riempirsi solo di Gesù, ma con la luce dello Spirito per riconoscerlo, con l’olio dell’amore che faccia ardere la nostra fede e ci faccia dire: “È lui “ quando lo incontriamo.
Incontrare Gesù fa di noi persone che, dice papa Francesco: “E il cristiano è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e che sa vivere nel tempo". Il momento è quello che noi abbiamo in mano adesso: ma questo non è il tempo, questo passa! Forse noi possiamo sentirci padroni del momento, ma l’inganno è crederci padroni del tempo: il tempo non è nostro, il tempo è di Dio! Il momento è nelle nostre mani e anche nella nostra libertà di come prenderlo. E di più: noi possiamo diventare sovrani del momento, ma del tempo soltanto c’è un sovrano, un solo Signore, Gesù Cristo”. Lo sposo andiamogli incontro.
sabato 11 novembre 2023
Saluti
Romani 16,3-9.16.22-27 e Luca 16,9-15
venerdì 10 novembre 2023
Cristo sopratutto!!!
Romani 15,14-24 e Luca 16,1-8
giovedì 9 novembre 2023
Virtù del Tempio di Dio
Ezechiele 47,1-2.8-9.12 e Giovanni 2,13-22
mercoledì 8 novembre 2023
Amare proprio tutti????
Romani 13,8-10 e Luca 14,25-33
martedì 7 novembre 2023
Comunità reale o ideale?
Romani 12,5-16 e Luca 14,15-24
lunedì 6 novembre 2023
Tra disobbedienza e misericordia
Romani 11,29-36 e Luca 14,12-14
domenica 5 novembre 2023
Servire è da grandi
Ml 1,14b-2,2b.8-10; Sal 130; 1 Ts 2,7b-9.13; Mt 23,1-12
Gesù usa parole molto dure nei confronti di chi crea scandalo e ostacolo e ne impediscono l'ingresso.
Ma ciò che mi tocca maggiormente è l'espressione conclusiva del vangelo di questa domenica, riguarda il come essere grande, essere servi!
Per molti anche oggi essere dei grandi significa essere persone importanti, con un ruolo pubblico, persone che in un qualche modo hanno un potere. Ma è questa la vera grandezza?
Gesù dice di no. La grandezza di una persona non si misura, per il potere che esercita, o per il prestigio che raccoglie, e neppure per quello che dice e neanche da quello che fa. Si possono fare e dire cose buone e belle, ma se, tutto ciò che si fa è per il proprio vanto e per il proprio compiacimento. questa non è una vita grande.
Gesù è molto esplicito, egli dice che la vera grandezza è quella di chi sa mettersi al servizio degli altri, per cui una vita si misura dalla capacità di servire: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo”.
Ecco ora la seconda domanda: Ma chi è il servo?
Il servo è colui che si assume il peso degli altri, colui che lo porta su di sé; non è chi lega pesi alla vita dei fratelli.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo ... Servire è una esperienza grande!
Una esperienza che ci fa grandi e ci coinvolge nel realizzare un'opera straordinaria: accogliere il mistero di Dio in questo mondo.
Abbiamo mai pensato che servire occorre fare quello che fa Gesù nel Vangelo? Ma è quello che quotidianamente molte persone tra noi fanno in questa parrocchia investendo energie, fantasia e tanto tempo prezioso per rendere sempre più viva e giovane la nostra comunità cristiana.
Quindi, chi può fare questo?
Direi che può fare questo chi non ha bisogno di apparire di più di quello che è. Chi ha capito le parabole del Regno e non esita a lavorare nella vigna, e quando siamo invitati al banchetto delle nozze si coinvolge senza esitare, per rendere con la disponibilità ad amare, la vita bella, una festa!
Per Gesù, l’unica cosa che ci libera dalla vanità di essere come scribi e farisei è proprio il metterci al servizio degli altri, è servire cioè vivere amando i nostri fratelli. Tutto sommato è come se legassimo noi agli altri non per essere dei pesanti fardelli, ma per sostenerci amandoci.
Credo che Gesù alla fine l'abbia sparata molto grossa, perché noi a fatica siamo disposti a essere servi. Ecco che ogni giorno occorre confrontarsi e aderire a colui che è l'Unico Maestro, per cui: "Chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; chiunque fra voi vorrà essere primo, sarà vostro servitore".
sabato 4 novembre 2023
Provvidenziale disobbedienza
Romani 11,1-2.11-12.25-29 e Luca 14,1.7-11
venerdì 3 novembre 2023
Fratelli tutti ... eggià, senza eccezioni!
Romani 9,1-5 e Luca 14,1-6
giovedì 2 novembre 2023
Commemorazione dei defunti
Giobbe 19,1.33-27
mercoledì 1 novembre 2023
Tutti i Santi ... possibili
Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12