1 Giovanni 3,22-4.6 e Matteo 4,12-25
Gesù percorreva tutta la Galilea.
Iniziamo con oggi, di nuovo, un tentativo di sequela, iniziamo a osservare Gesù per farci una idea di Lui. Matteo inizia la narrazione di ciò che accadde: Gesù lascia il suo paese di origine, Nazareth e si trasferisce sulle rive del lago di Tiberiade, nella città di Cafarnao. Gesù non è fuori dal tempo, non rappresenta una incursione fugace di una realtà celestiale. Lui sempre si accosta alla vita, a quella della sua gente. In questa prima notizia circa il Signore, non ci è detto nulla circa un atto di fede da dover corrispondere, questo ci aiuta a stare di fronte a questa pagina di Vangelo; noi che, forse per prima cosa, dobbiamo fare i conti con una fede che non è in Gesù ma semplicemente i quello che vogliamo, una fede impastata con le suggestioni del tempo e del mondo.
Gesù non obbliga nessuno a credere in Lui, ma ugualmente si accosta per dire a tutti, oggi a me, che il "regno di Dio" è già qui, oggi, nella vita di tutti i giorni; il libretto di istruzioni per "farlo funzionare" sono le Parole del Vangelo, e l'invito alla conversione è prima di tutto un invito al "discernimento critico" di ciò che sono.
giovedì 7 gennaio 2016
mercoledì 6 gennaio 2016
Isaia 60,1-6 / Salmo 71 / Efesini 3,2-3a.5-6 / Matteo 2,1-12
EPIFANIA DEL SIGNORE
Noi, cosa portiamo ... per adorarti!
Una vicenda suggestiva quella dei Magi ... Misto tra storia, leggenda, astronomia e fisica ... Un racconto o una narrazione?
Vorrei suggerire di ascoltare questa pagina di Matteo come una narrazione che richiede il coinvolgimento della vita; certamente la provoca.
I saggi di oriente, i Magi, cercatori di stelle ... In realtà la stella, l'astro radioso è Cristo.
Loro i non credenti, i non eletti, il non popolo ... Immagine dell'uomo e di tutti gli uomini che quel bambino sono venuti a cercare.
Siamo di fronte a una epifania di Dio, come ci fu al tempo di Abramo e di Mosè, ora questa epifania serve per generare un nuovo popolo di "adoratori" ... In spirito e verità ...
Il nuovo popolo di Dio...
La Chiesa erede di Israele ma non rinchiusa nel sacro recinto di una elezione esclusiva; questo nuovo popolo in cui tutti sono convocati per l'adorazione, per portare i doni ricevuti perché siano condivisi ed espressione di tutto ciò che è nuovo ... Perché tutto è in attesa dei cieli nuovi e della terra nuova.
Adorare significa portare alla bocca per baciare, in senso pieno e concreto significa amare. Ricordiamo in 1 Giovanni " chi non ama i fratelli non può amare Dio".
Il nuovo popolo di Dio nasce dallo scarto dell'elezione di Israele, Dio Padre può far nascere figli dalle pietre ... Può fare nascere la Chiesa, il popolo santo, dalla pietra di scarto, quella d'anglo che è Cristo.
Questo popolo di Dio, La Chiesa, è allora in continua evoluzione e cambiamento ... Sempre chiamata a comprendere in se chi vuole adorare, cioè amare quel bambino e vivere dello stesso amore. Fare parte di questo nuovo popolo significa accogliere la vocazione, il compito di fare innamorare di Dio.
Cosa condividiamo? Cosa portiamo per esprimere amore:
L'Oro, segno di ciò che è prezioso; per Israele rappresentava il patto di alleanza con Dio. Non solo la regalità, ma anche la preziosità; per noi è il segno del nostro Re, di chi è il nostro capo e pastore; Lui è prezioso, Lui è il fondamento del nuovo patto ... Un patto prezioso.
L'Incenso, è il segno della preghiera e dell'offerta. I sacerdoti in Israele avevano il compito rituale di offrire l'incenso a Dio. Un popolo sacerdotale, il nuovo popolo dei "sacerdoti di scarto", sono quelli che adorano il Padre in Spirito e verità, perché Dio cerca tali adoratori. Essi sono, ora, segno della vera sacralità, che non sono i riti in se stessi, ma la vita stessa di ogni uomo.
La Mirra, è il profumo della sposa, del Cantico dei Cantici. Il profumo della nuova umanità, il profumo della vita: La pienezza di felicità di chi vive dell'amore.
EPIFANIA DEL SIGNORE
Noi, cosa portiamo ... per adorarti!
Una vicenda suggestiva quella dei Magi ... Misto tra storia, leggenda, astronomia e fisica ... Un racconto o una narrazione?
Vorrei suggerire di ascoltare questa pagina di Matteo come una narrazione che richiede il coinvolgimento della vita; certamente la provoca.
I saggi di oriente, i Magi, cercatori di stelle ... In realtà la stella, l'astro radioso è Cristo.
Loro i non credenti, i non eletti, il non popolo ... Immagine dell'uomo e di tutti gli uomini che quel bambino sono venuti a cercare.
Siamo di fronte a una epifania di Dio, come ci fu al tempo di Abramo e di Mosè, ora questa epifania serve per generare un nuovo popolo di "adoratori" ... In spirito e verità ...
Il nuovo popolo di Dio...
La Chiesa erede di Israele ma non rinchiusa nel sacro recinto di una elezione esclusiva; questo nuovo popolo in cui tutti sono convocati per l'adorazione, per portare i doni ricevuti perché siano condivisi ed espressione di tutto ciò che è nuovo ... Perché tutto è in attesa dei cieli nuovi e della terra nuova.
Adorare significa portare alla bocca per baciare, in senso pieno e concreto significa amare. Ricordiamo in 1 Giovanni " chi non ama i fratelli non può amare Dio".
Il nuovo popolo di Dio nasce dallo scarto dell'elezione di Israele, Dio Padre può far nascere figli dalle pietre ... Può fare nascere la Chiesa, il popolo santo, dalla pietra di scarto, quella d'anglo che è Cristo.
Questo popolo di Dio, La Chiesa, è allora in continua evoluzione e cambiamento ... Sempre chiamata a comprendere in se chi vuole adorare, cioè amare quel bambino e vivere dello stesso amore. Fare parte di questo nuovo popolo significa accogliere la vocazione, il compito di fare innamorare di Dio.
Cosa condividiamo? Cosa portiamo per esprimere amore:
L'Oro, segno di ciò che è prezioso; per Israele rappresentava il patto di alleanza con Dio. Non solo la regalità, ma anche la preziosità; per noi è il segno del nostro Re, di chi è il nostro capo e pastore; Lui è prezioso, Lui è il fondamento del nuovo patto ... Un patto prezioso.
L'Incenso, è il segno della preghiera e dell'offerta. I sacerdoti in Israele avevano il compito rituale di offrire l'incenso a Dio. Un popolo sacerdotale, il nuovo popolo dei "sacerdoti di scarto", sono quelli che adorano il Padre in Spirito e verità, perché Dio cerca tali adoratori. Essi sono, ora, segno della vera sacralità, che non sono i riti in se stessi, ma la vita stessa di ogni uomo.
La Mirra, è il profumo della sposa, del Cantico dei Cantici. Il profumo della nuova umanità, il profumo della vita: La pienezza di felicità di chi vive dell'amore.
martedì 5 gennaio 2016
1 Giovanni 3,11-21 e Giovanni 1,43-51
Il Messia oggi ... Quindi?
Quando mai io potrò dire al mio amico "Natanaele": "abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti"', "il messia". Ma cosa ha trovato Filippo?
Direi una persona reale. Filippo arriva a Gesù attraverso l'incontro di una persona "normale" è reale: il figlio di Giuseppe di Nazaret! Per chi si aspettava un incontro paranormale ed una esperienza stellare, la delusione sarà grande! Gesù, il verbo incarnato, dimora semplicemente a Nazaret; la su vita da figlio di Dio è compresa negli eventi e nella vita di Maria e Giuseppe, di quel villaggio della Galilea. Questo è il primo scandalo, il primo inciampo: anche allora da Nazaret ci si aspettava ben poco di buono! Poniamo attenzione alla nostra tiepidezza, al nostro scarsi entusiasmo di fronte a un Gesù. È un atteggiamento limitante, il Signore nello stesso modo con molta "normalità" ci vuole mostrare cose più grandi: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".
Il Messia oggi ... Quindi?
Quando mai io potrò dire al mio amico "Natanaele": "abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti"', "il messia". Ma cosa ha trovato Filippo?
Direi una persona reale. Filippo arriva a Gesù attraverso l'incontro di una persona "normale" è reale: il figlio di Giuseppe di Nazaret! Per chi si aspettava un incontro paranormale ed una esperienza stellare, la delusione sarà grande! Gesù, il verbo incarnato, dimora semplicemente a Nazaret; la su vita da figlio di Dio è compresa negli eventi e nella vita di Maria e Giuseppe, di quel villaggio della Galilea. Questo è il primo scandalo, il primo inciampo: anche allora da Nazaret ci si aspettava ben poco di buono! Poniamo attenzione alla nostra tiepidezza, al nostro scarsi entusiasmo di fronte a un Gesù. È un atteggiamento limitante, il Signore nello stesso modo con molta "normalità" ci vuole mostrare cose più grandi: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".
lunedì 4 gennaio 2016
1 Giovanni 3,7-10 e Giovanni 1,35-42
Uno dei due era Andrea ... L'altro è uno di noi
In questo modo il Vangelo di Giovanni ci racconta come inizia una relazione con il Maestro ... Nella narrazione si replica lo stesso Prologo del Vangelo, che ha nel dimorare della "Parola" in noi la condizione privilegiata della nostra salvezza. Ogni vera relazione di amicizia con Gesù è condizione di salvezza: "dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia".
In quel giorno per Andrea e l'altro discepolo, i due seguaci di Giovanni battista, si impone il dimorare presso di lui, ma questo non è un caso; quel momento è così importante da essere fissato nello scandire del tempo, coinvolge inevitabilmente la loro vita, il dimorare infatti diviene condizione reciproca. Nel momento stesso in cui Andrea e ... e ciascuno di noi dimora dove è Gesù, Lui dimora in noi; la nostra carne diventa la sua casa, la nostra vita si apre alla sua pienezza, è da quel momento che Gesù ci rivela il nostro vero nome.
Uno dei due era Andrea ... L'altro è uno di noi
In questo modo il Vangelo di Giovanni ci racconta come inizia una relazione con il Maestro ... Nella narrazione si replica lo stesso Prologo del Vangelo, che ha nel dimorare della "Parola" in noi la condizione privilegiata della nostra salvezza. Ogni vera relazione di amicizia con Gesù è condizione di salvezza: "dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia".
In quel giorno per Andrea e l'altro discepolo, i due seguaci di Giovanni battista, si impone il dimorare presso di lui, ma questo non è un caso; quel momento è così importante da essere fissato nello scandire del tempo, coinvolge inevitabilmente la loro vita, il dimorare infatti diviene condizione reciproca. Nel momento stesso in cui Andrea e ... e ciascuno di noi dimora dove è Gesù, Lui dimora in noi; la nostra carne diventa la sua casa, la nostra vita si apre alla sua pienezza, è da quel momento che Gesù ci rivela il nostro vero nome.
domenica 3 gennaio 2016
Siracide 24,1-4.12-16 / Salmo 147 / Efesini 1,3-6.16-18 / Giovanni 1,1-18
Prologo ... Inizio del Vangelo, ma anche il nostro inizio
Dice Giovanni Evangelista: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui" ... "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" ... "Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia".
SE SIAMO TENEBRA, e lo siamo quando nella nostra vita la scelta di peccato (di isolamento) toglie la possibilità di vedere ...
La grazia di Dio, invece, cioè il suo amore, ciò che vi sprona ad amare, è luce che ricopre ogni cosa e permette di vedere. Vedere attraverso l'amore: la luce cessa di essere un fenomeno per divenire il criterio del vedere.
Come si fa a vedere attraverso l'amore? Metto da parte gli altri criteri che condizionano il mio vedere, l'amor proprio, la paura di ciò che è fuori di noi, il nostro interesse.
Fare esperienza dell'amore di Dio ... Accade quando per amore sono condotto all'altro, quando posso con tenerezza lasciare cadere il mio sguardo su mio marito, mia moglie, mio figlio è mia figlia, mio nipote, il mio collega di lavoro, il mio vicino di casa ... Il mio fratello ... questo amore è luce nelle nostre relazioni ...
SE NON SIAMO DIMORA, quando la Parola è esclusa, quando in noi non trova posto e non trova tempo di risuonare.
Gesù, verbo di Dio, si è fatto carne per abitare in noi, per convincerci del bene e dell'amore del padre. Lui, non ce lo ha solo raccontato e promesso, ma, ce ne ha fatto fare esperienza dimorando con noi. Dimorare significa generare legami, permettere che il mondo e le persone abbiano parte di ciò che siamo. È da Gesù che devo imparare come si dimora.
Per dimorare occorre tenere aperta la porta della casa, tenere "aperta" la nostra vita.
SE SIAMO PIENI DI VUOTO, la sazietà, la pienezza di tutto, ci toglie il gusto del ricevere grazia su grazia. in realtà siamo proprio pieni di tutto al punto di essere talmente sazi che lei da sola produce l'indifferenza. Essa diventa il modo per garantire e difendere la sazietà.
In realtà non siamo pieni, siamo tappati, la nostra fame di Dio non è riempita, ma solo tappata. Basta il limite della malattia, il dolore della sofferenza e la paura del morire per aprire in noi l'abisso esistenziale che solo ciò che è eterno potrà mai colmare.
Io preferisco un abisso esistenziale da dover riempire del mistero di amore che è Gesù piuttosto che rimanere "tappato" dal mio limite e dalla fragilità.
All'inizio del Vangelo, il Prologo in Giovanni, anticipa e annuncia tutta la vita del Signore, ma il prologo può anche diventare il primo capitolo della nostra storia, della narrazione della nostra vita di discepoli di Gesù. Partiamo dal principio ...
Prologo ... Inizio del Vangelo, ma anche il nostro inizio
Dice Giovanni Evangelista: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui" ... "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" ... "Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia".
SE SIAMO TENEBRA, e lo siamo quando nella nostra vita la scelta di peccato (di isolamento) toglie la possibilità di vedere ...
La grazia di Dio, invece, cioè il suo amore, ciò che vi sprona ad amare, è luce che ricopre ogni cosa e permette di vedere. Vedere attraverso l'amore: la luce cessa di essere un fenomeno per divenire il criterio del vedere.
Come si fa a vedere attraverso l'amore? Metto da parte gli altri criteri che condizionano il mio vedere, l'amor proprio, la paura di ciò che è fuori di noi, il nostro interesse.
Fare esperienza dell'amore di Dio ... Accade quando per amore sono condotto all'altro, quando posso con tenerezza lasciare cadere il mio sguardo su mio marito, mia moglie, mio figlio è mia figlia, mio nipote, il mio collega di lavoro, il mio vicino di casa ... Il mio fratello ... questo amore è luce nelle nostre relazioni ...
SE NON SIAMO DIMORA, quando la Parola è esclusa, quando in noi non trova posto e non trova tempo di risuonare.
Gesù, verbo di Dio, si è fatto carne per abitare in noi, per convincerci del bene e dell'amore del padre. Lui, non ce lo ha solo raccontato e promesso, ma, ce ne ha fatto fare esperienza dimorando con noi. Dimorare significa generare legami, permettere che il mondo e le persone abbiano parte di ciò che siamo. È da Gesù che devo imparare come si dimora.
Per dimorare occorre tenere aperta la porta della casa, tenere "aperta" la nostra vita.
SE SIAMO PIENI DI VUOTO, la sazietà, la pienezza di tutto, ci toglie il gusto del ricevere grazia su grazia. in realtà siamo proprio pieni di tutto al punto di essere talmente sazi che lei da sola produce l'indifferenza. Essa diventa il modo per garantire e difendere la sazietà.
In realtà non siamo pieni, siamo tappati, la nostra fame di Dio non è riempita, ma solo tappata. Basta il limite della malattia, il dolore della sofferenza e la paura del morire per aprire in noi l'abisso esistenziale che solo ciò che è eterno potrà mai colmare.
Io preferisco un abisso esistenziale da dover riempire del mistero di amore che è Gesù piuttosto che rimanere "tappato" dal mio limite e dalla fragilità.
All'inizio del Vangelo, il Prologo in Giovanni, anticipa e annuncia tutta la vita del Signore, ma il prologo può anche diventare il primo capitolo della nostra storia, della narrazione della nostra vita di discepoli di Gesù. Partiamo dal principio ...
sabato 2 gennaio 2016
1 Giovanni 2,22-28 e Giovanni 1,19-28
La scelta nella fede ...
Nella 1 lettera di Giovanni, si parla di una unzione ricevuta, una unzione veritiera, rispetto alla quale rimanere saldi e in tal modo restare uniti al Signore, senza deviare nella menzogna. Si tarata dell'unzione dello Spirito che consacra, cioè circoscrive la scelta di fede, ponendola in risalto rispetto alla vita. Ciò permette alla vita di ispirarsi alla decisione di essere di Cristo che è in principio.
Benedetto il giorno in cui, noi tutti battezzati nella inconsapevolezza, e vissuti nell'esperienza cristiana che era solo dono di altri, ci desteremo dal "sonno" volendo ciò che ci è stato donato. Ciò provocherà la coscienza di chi siamo di fronte a colui che sempre ci precede. Solo allora saremo realmente grandi ...
La scelta nella fede ...
Nella 1 lettera di Giovanni, si parla di una unzione ricevuta, una unzione veritiera, rispetto alla quale rimanere saldi e in tal modo restare uniti al Signore, senza deviare nella menzogna. Si tarata dell'unzione dello Spirito che consacra, cioè circoscrive la scelta di fede, ponendola in risalto rispetto alla vita. Ciò permette alla vita di ispirarsi alla decisione di essere di Cristo che è in principio.
Benedetto il giorno in cui, noi tutti battezzati nella inconsapevolezza, e vissuti nell'esperienza cristiana che era solo dono di altri, ci desteremo dal "sonno" volendo ciò che ci è stato donato. Ciò provocherà la coscienza di chi siamo di fronte a colui che sempre ci precede. Solo allora saremo realmente grandi ...
venerdì 1 gennaio 2016
Numeri 6,22-27 / Salmo 66 / Galati 4,4-7 / Luca 2,16-21
Compassione e commozione = misericordia ...
Oggi con tutta la Chiesa iniziamo un nuovo anno, un nuovo tempo della vita affidandolo a Lei la Madre di Fio, a Maria che è madre di Gesù.
(...)
In questi giorni e nei prossimi il Papa ci affida il messaggio per la "giornata mondiale della pace". un messaggio perché lo realizziamo! Almeno, proviamoci.
Dice il messaggio del Papa che l'indifferenza è la minaccia più evidente alla pace ...
Il peccato si alimenta nell'indifferenza del cuore... Che avvelena in questo modo la nostra umanità ... Vincere l'indifferenza è la scommessa per rende la nostra umanità generatrice di felicità.
(...)
Dai pastori impariamo come l'indifferenza è contrastata:
- Curiosità per il mistero ... Amare il mistero di Dio, indagarlo, custodirlo ... alimentare il dubbio è le domande ...
- compassione per la vita e la storia, desiderio di prenderne parte ... i pastori dono solleciti rispetto a ciò che accade.
- Commozione nel vedere il segno di tenerezza ... Il bambino ... quel bambino è la misericordia di Dio.
- Memoria delle parole Sante e Gloriose ...
Compassione e commozione = misericordia ...
Oggi con tutta la Chiesa iniziamo un nuovo anno, un nuovo tempo della vita affidandolo a Lei la Madre di Fio, a Maria che è madre di Gesù.
(...)
In questi giorni e nei prossimi il Papa ci affida il messaggio per la "giornata mondiale della pace". un messaggio perché lo realizziamo! Almeno, proviamoci.
Dice il messaggio del Papa che l'indifferenza è la minaccia più evidente alla pace ...
Il peccato si alimenta nell'indifferenza del cuore... Che avvelena in questo modo la nostra umanità ... Vincere l'indifferenza è la scommessa per rende la nostra umanità generatrice di felicità.
(...)
Dai pastori impariamo come l'indifferenza è contrastata:
- Curiosità per il mistero ... Amare il mistero di Dio, indagarlo, custodirlo ... alimentare il dubbio è le domande ...
- compassione per la vita e la storia, desiderio di prenderne parte ... i pastori dono solleciti rispetto a ciò che accade.
- Commozione nel vedere il segno di tenerezza ... Il bambino ... quel bambino è la misericordia di Dio.
- Memoria delle parole Sante e Gloriose ...
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