Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
Leggo e medito il Vangelo e sento molte scelte distanti dalle sue vie. Non penso solo alla mia vita, ma anche al mondo che mi circonda. E penso a noi credenti e alla nostra Chiesa, alle nostre comunità parrocchiali e non solo. È un Dio marginale quello in cui diciamo di credere. Un Dio che nella vita non ha una preferenza, ma ha una irrilevanza ... quasi irreversibile. Lo stiamo emarginando dimenticando.
Ma noi oggi, scegliendo di credere in Gesù, abbiamo davvero fatto i conti con le radicali esigenze del Vangelo. Quando abbiamo misurato, che cosa abbiamo misurato?
Quando abbiamo scelto di diventare discepoli del Risorto, che cosa abbiamo veramente scelto?
Che cosa significa e che cosa comporta concretamente credere in quel Maestro di Galilea?
Costruire una torre, gettare fondamenta nella vita cristiana significa lasciarci impastare di Vangelo, lasciarsi orientare dalle sue vie, lasciarsi cambiare dai suoi valori. I suoi… non i nostri!
Ma quello che sentiamo attorno a noi è poco e spesso imbastardito da comode giustificazioni.
Sogniamo e costruiamo il futuro, consapevoli, capaci di riconoscere e condividere limiti e fragilità, ma con lo sguardo al cielo, cioè con gli occhi pieni di attesa e desiderio di mistero?
Ecco che la sequela è un nuovo inizio, è una nuova partenza. È qualcosa che cambia la vita e non si è più come prima.
Vogliamo scommettere tutto su Gesù?
questo è il problema rispetto al quale noi discepoli moderni rischiano di impantanarsi ... non siamo più abituati a cambiare, anche perché siamo estremamente interconnessi con la realtà in cui viviamo... e questo ci limita nelle scelte e nella libertà.
Cambiare soprattutto le priorità, come già abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa: chi segue il Signore, chi va con Lui a Gerusalemme, non può più perdersi alla ricerca di una gloria e interessi personali, di valori effimeri.
Tutto questo cambiamento oggi corrisponde al nuovo modo di vivere e di INVESTIRE TUTTO SU DI LUI ...
Cambiare soprattutto le priorità, come già abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa: chi segue il Signore, chi va con Lui a Gerusalemme, non può più perdersi alla ricerca di una gloria e interessi personali, di valori effimeri.
Tutto questo cambiamento oggi corrisponde al nuovo modo di vivere e di INVESTIRE TUTTO SU DI LUI ...
Assumendosi il rischio ...
con questa priorità si entra nel ruolo del discepolo, chi non assume questa conformazione della vita non è suo discepolo, non può pensare di esserlo, dice Gesù: «… non può essere mio discepolo!».
Prima te, Signore, e la tua Parola,
poi noi e i nostri personalissimi bisogni.
Prima le tue vie, prima la tua vita,
poi noi e le nostre continue insoddisfazioni.
Sia questa la nostra fede!
Questa è la nostra risposta.
Nessun commento:
Posta un commento