domenica 7 agosto 2016

Sapienza 18,6-9 / Salmo 32 / Ebrei 11,1-19 / Luca 12,32-48
Realizziamo il Regno!


Attraverso una descrizione parabolica Gesù descrive come il Regno prende forma, ma l'evidenza più importante è che il Padre lo ha affidato al "piccolo gregge della chiesa". È infatti con stupore e anche con diffidenza che Pietro interviene chiedendo se tutto ciò è per tutti o solo per i discepoli più stretti ... È una distrazione dall'obbiettivo. Le parole di Gesù vogliono centrare il regno nel suo divenire. La comunità realizza il Regno nel suo modo di determinarsi e di essere. La qualità di essere "piccolo gregge" corrisponde all'idea del segno che non verrà mai meno. Il regno non verrà mai meno perché ci sarà sempre un piccolo gregge che farà del Vangelo lo stile di vita: la libertà dal possesso delle cose; l'elemosina come espressine di ciò che sono disposto a donare gratuitamente; un cuore che trova casa in ciò che è prezioso, cioè in Dio stesso e che sta in ascolto della Parola.

sabato 6 agosto 2016

Daniele 7,9-14 e Luca 9,28-36
Festa della Trasfigurazione
... Rimase Gesù solo ...


Dopo tutto, ancor prima di ogni possibile commento o interpretazione, i Vangeli ci riportano questa immagine di unicità, che non è solitudine. La visione gloriosa, il volto cambiato, la luminosità del vestito, gli ospiti straordinari, la piacevolezza della condizione, la voce stessa di Dio ... ebbene tutto questo non si annulla e non sparisce ma si concentra in Gesù stesso, tutto questo è parte di quel Gesù della storia, uomo e Dio, verbo incarnato! È da lui che dobbiamo sempre ripartire per riconoscere lo straordinario di Dio nell'ordinario del quotidiano; è da lui che dobbiamo iniziare a vivere in modo trasfigurato, ed è sempre da lui che dobbiamo iniziare ad ascoltare l'amato, come dice il padre. La trasfigurazione in realtà è una piacevole esperienza di immersione nella bellezza!

venerdì 5 agosto 2016

Naum 2,1.3; 3,1-7 e Matteo 16,24-28
Il valore della vita

Il Figlio dell'uomo "renderà a ciascuno secondo le sue azioni". Le nostre azioni prima ancora di essere buone o cattive sono espressione della nostra vita. Il giudizio del Figlio dell'uomo, che viene nella gloria, rende presente ed attuale lo stesso giudizio di Dio Padre. In questa oggettività, la nostra vita viene in un certo qualmodo "pesata, valutata ... resa" in ragione della sua stessa qualità: "...  che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?"
Una vita persa, ovvero resa a Cristo, al figlio dell'uomo, è una vita pienamente ritrovata.
Nel giudizio infatti la condizione peggiore è aver disperso la propria vita dietro a mille suggestioni o mille interessi che sono i modi in cui ciascuno cerca di "salvare se stesso".
La sequela di Gesù conduce progressivamente e gradualmente al Figlio dell'uomo, ma anche alla vita persa per causa sua!

giovedì 4 agosto 2016

Geremia 31,31-34 e Matteo 16,13-23
... Edificherò la mia Chiesa!


Sentire queste parole dalla bocca di Gesù è estremamente consolante, perché toglie ogni dubbio circa la Chiesa e la sua origine. La Chiesa è la risposta di amore di Gesù a Pietro. Lui che, finalmente, è riuscito a dire chi è e cosa rappresenta per lui il maestro, ora si sente abbracciato dal Signore in un patto eterno: "tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa..."
In queste parole, Pietro, può sentire la fiducia eterna che Gesù gli riconosce, e la presenza per sempre del maestro. Pietro riconosce, un dono di amicizia (a te darò ...) che supera ogni aspettativa (le chiavi ... sciogliere e legare ...). La chiesa si mostra, ora, non come istituzione umana o come sola realtà di Dio, ma come segno e strumento, nel tempo, per la vita dell'uomo, per la redenzione che si realizza nella vittoria sul male. Come dice il Concilio Vaticano II, "chi sei Chiesa?"
La chiesa è "Sacramento universale di salvezza" perché Pietro ha detto di Gesù: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

mercoledì 3 agosto 2016

Geremia 31,1-7 e Matteo 15,21-28
Ti ho amato di amore eterno...

L'amore fedele è ciò che esprime la misericordia di Dio, nonostante le vicende umane e le complicazioni della storia, Israele è per Yhwh la sola amata del cuore.  È per questa fedeltà, sperata, desiderata e vissuta dal popolo, che Gesù può a ragione dire di essere inviato solo alle pecore perdute della casa di Israele; come pure, accogliere l'atto di fede di una donna cananea che grida a lui per dire tutto l'amore per la figlia. 

martedì 2 agosto 2016

Geremia 30,1-22 e Matteo 14,22-36
Camminare sulle acque

La fede è camminare sulle acque. Pietro quando ha fede in Gesù cammina con entusiasmo, quando Pietro dubita sprofonda nella sua stessa fede ... Questa pagina del vangelo è una bella descrizione dei nostri "moti di fede"... Di come la nostra fede oscilla tra gli atti di ragione e gli slanci degli affetti; tra lo stupore dei segni e dei miracoli e la paura dei limiti e delle nostre fragilità.
Gesù non esprime un giudizio sulla fede di Pietro ... Lo interroga solo nel rendersi conto dei suoi dubbi ... I dubbi diventano una "strana" occasione ... Gesù tende una mano e non smette di ripetete il primo "vieni..." La nostra fede non può essere fatta di cetrezze ... Sarebbe razionslismo. La nostra fede è fatta di prossimità e di quella parola di Gesu che ci avvicina a Lui, di quel gesto di Gesù che ci unisce a lui: è la sua mano tesa che genera la nostra fede.

lunedì 1 agosto 2016

Geremia 28,1-17 e Matteo 14,13-21
La folla e Gesù


Cinquemila di allora mangiarono i pani ... Oggi una folla di corrispondente entità ascolta ancora la ha parola è ancora mangia di quel pane che condiviso tra tutti è comunione.
Le folle della GMG attorno a Papa Francesco ci riportano alla riva del lago di Tiberiade, a Tabga, dove nella folla si prefigura il segno e non solo l'immagine del popolo di Dio, della Chiesa. Il segno della folla non è dato per gratificare, o per suscitare timore o per esprimere forza e potenza; la folla di uomini, donne e bambini, sono i figli che Dio Padre ama, quella folla che solo dopo il cammino nel deserto diventerà popolo di Dio; il popolo da Lui guidato, verso la vita eterna. Il pane e la parola sono in questo senso viatico perenne del cammino. Noi non siamo folla e neppure popolo di Dio se non a partire dalla Parola che ci convoca e dal pane che ci genera nella comunione per essere un solo corpo e un solo spirito. "Egli faccia di noi un sacrificio perenne a Te gradito, (...), per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo".