Atti 2,14.36-41 / Salmo 22 / 1 Pietro 2,20-25 / Giovanni 10,1-10
Varcare la porta ... della "vita abbondante".
Oggi, 54^ giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ... Ci siamo di nuovo, promozione per trovare preti e suore?
Tra i cristiani, l'idea che ci sia questa proposta pubblicitaria è tale, che anche gli appelli più spudorati e ben costruiti cadono nel deserto del dubbio e della paura.
Nel messaggio che il papa ha inviato per sostenere la preghiera per le "vocazioni", la preoccupazione è rispetto lo smarrimento di senso, rispetto alla necessità di essere una vocazione vivente.
La vocazione è il modo in cui una vita Cristiana prende forma..
Per cui la nostra vocazione non può non partire dall'amicizia con il Signore.
Ciò che si vede oggi, ben oltre la crisi numerica delle vocazioni religiose e sacerdotali, è la crisi dell'idea vocazionale. CHI HA CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA VOCAZIONE?
La nostra personale Vocazione nasce nella fede battesimale...
Fede battesimale, significa, essere di Cristo per vivere il Vangelo e generare la Chiesa, annunciare il Regno e portare hai fratelli il Vangelo ...
... Vocazione inconsapevole, affidata all'impossibilita genitoriale ...
Vocazione è dare forma alla vita cristiana ...
Come adulto (forse più o meno adulto), nel ricevere lo Spirito Santo (cresima), scopro che il Signore mi vuole per se, ed è solo in questa scoperta relazionale che posso dare forma alla mia vita adulta.
È solo in questa consapevolezza che prende forma la vocazione di consacrazione matrimoniale; la consacrazione verginale laicale; la consacrazione attraverso i voti religiosi; la consacrazione sacerdotale.
Se non abbiamo relazione con lui, allora siamo soli ... Siamo autoreferenziali nel dare la risposta alla chiamata vocazionale che nasce dentro la nostra vita: "COSA SONO CHIAMATO A ESSERE?"
Questa domanda, prima o poi nasce in tutti e tutti sentiamo la necessità di rispondervi.
Il Vangelo di oggi ci propone immediatamente Gesù come fulcro, riferimento unico ed esclusivo della nostra esistenza, e per dare consistenza all'esistenza. La crisi della vocazione cristiana non è crisi numerica, ma crisi di consistenza, crisi di senso e tutto si traduce in fragilità e paura di essere ... Inadeguatezza ...
Tornando al Vangelo, Gesù ha appena ritrovato il cieco nato, è l'occasione per mettere in chiaro alcune cose: "quell'uomo è stato appena messo fuori, scartato, escluso dalla sua comunità di fede, di appartenenza ..."
Di fronte a questo Gesù descrive e propone la sua comunità; ci conduce a immaginarla come un ovile, in cui c'è una porta, un pastore, delle pecore, un gregge ...
Un ovile a cui accedono le pecore; le pecore riconoscono la porta ed entrano ed escono attraverso la porta. Le pecore riconoscono la parola del pastore e lo seguono ... Una comunità diversa dalle altre, una comunità in cui la porta, il pastore, non sono accessori o parte di una struttura, ma sono il fulcro della vita e dell'esistere.
La vocazione cristiana si comprende solo dentro questa immagine esistenziale.
domenica 7 maggio 2017
sabato 6 maggio 2017
Atti 9,31-42 e Giovanni 6,60-69
Vi sono alcuni tra voi che non credono ...
Hanno mangiato, hanno ascoltato, hanno visto e toccato, eppure non credono!
Credere in Gesù, coinvolge ciascuno di noi, come allora, rispetto al modo di stare con Lui. Dalle parole di Pietro, comprendo, che il discepolo crede in Gesù quando permette allo Spirito di dare vita e concretezza alle Parole e ai Segni del Signore. Quando le sue Parole non sono solo parole ma descrivono lo stile della mia vita, o almeno il modo di orientare la vita; quando il pane spezzato non è solo un simbolo religioso comunitario, ma il segno della relazione di amore con lui, il segno della sua fedeltà e della mia appartenenza; allora anche io con Pietro posso dire: "Signore non voglio andare da nessun altro, Tu solo hai parole di Vita eterna". Credere, non è una questione di ragionamenti, ma è questione di: "dove voglio stare"; è questione di non desiderare di andarmene lontano dal Signore. Rimarremo tutti stupiti, un giorno, quando dopo i 50 anni, ci accorgeremo che la nostra fede si è generata semplicemente nella disponibilità a non allontanarci da Lui. Quel dimorare genera la fede; vedere con la "saggezza degli anni" lo riveleranno!
Vi sono alcuni tra voi che non credono ...
Hanno mangiato, hanno ascoltato, hanno visto e toccato, eppure non credono!
Credere in Gesù, coinvolge ciascuno di noi, come allora, rispetto al modo di stare con Lui. Dalle parole di Pietro, comprendo, che il discepolo crede in Gesù quando permette allo Spirito di dare vita e concretezza alle Parole e ai Segni del Signore. Quando le sue Parole non sono solo parole ma descrivono lo stile della mia vita, o almeno il modo di orientare la vita; quando il pane spezzato non è solo un simbolo religioso comunitario, ma il segno della relazione di amore con lui, il segno della sua fedeltà e della mia appartenenza; allora anche io con Pietro posso dire: "Signore non voglio andare da nessun altro, Tu solo hai parole di Vita eterna". Credere, non è una questione di ragionamenti, ma è questione di: "dove voglio stare"; è questione di non desiderare di andarmene lontano dal Signore. Rimarremo tutti stupiti, un giorno, quando dopo i 50 anni, ci accorgeremo che la nostra fede si è generata semplicemente nella disponibilità a non allontanarci da Lui. Quel dimorare genera la fede; vedere con la "saggezza degli anni" lo riveleranno!
venerdì 5 maggio 2017
Atti 9,1-20 e Giovanni 6,52-59
Cosa accade a chi mangia ...
Il punto di partenza di questa pericope, un discorso molto evoluto, difficilmente pensabile come discorso estemporaneo o di insegnamento, anche se in una sinagoga ... è il confronto tra la gente di Cafarnao, poi la comunità giovannea e infine noi stessi con l'esperienza di chi ha mangiato la manna nel deserto: "... mangiarono ... e morirono."
La manna non modificò in nulla la relazione con colui che la donò. Nella comprensione dei fatti legati alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, e delle parole di Gesù, sviluppiamo una relazione completamente nuova: il mangiare e il bere, espressione del nutrirsi, creano una relazione nuova con colui che dona è colui che si dona: "Chi mangia questo pane vivrà in eterno." Questa comprensione è tipicamente post Pasquale, alla luce del pane spezzato dell'ultima cena e del cibarsi insieme al risorto. Mangiare di lui non è una forma di cannibalismo, ma simbolicamente, traduce nella realtà la comunione con Lui.
Cosa accade a chi mangia ...
Il punto di partenza di questa pericope, un discorso molto evoluto, difficilmente pensabile come discorso estemporaneo o di insegnamento, anche se in una sinagoga ... è il confronto tra la gente di Cafarnao, poi la comunità giovannea e infine noi stessi con l'esperienza di chi ha mangiato la manna nel deserto: "... mangiarono ... e morirono."
La manna non modificò in nulla la relazione con colui che la donò. Nella comprensione dei fatti legati alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, e delle parole di Gesù, sviluppiamo una relazione completamente nuova: il mangiare e il bere, espressione del nutrirsi, creano una relazione nuova con colui che dona è colui che si dona: "Chi mangia questo pane vivrà in eterno." Questa comprensione è tipicamente post Pasquale, alla luce del pane spezzato dell'ultima cena e del cibarsi insieme al risorto. Mangiare di lui non è una forma di cannibalismo, ma simbolicamente, traduce nella realtà la comunione con Lui.
giovedì 4 maggio 2017
Atti 8,26-40 e Giovanni 6,44-51
La novità degli eunuchi ...
È necessario, dopo aver letto il brano di Atti, meditare le parole del Vangelo di Mt 19,12 (eunuchi per il regno dei cieli). Questo ministro della regina di Etiopia, eunuco, è un uomo a cui è stata tolta una parte, che rappresenta la sua pienezza, la sua possibilità di vita ... È come tutti gli umani che non possono comprendere ... A cui manca la possibilità di capire. Siamo in cammino, sulla strada del mondo, ma, se pur a contatto con il mistero, la Parola resta spesso incomprensibile ... Una vita che rinasce nel battesimo, è invece una vita di pienezza, una vita a cui mai sarà possibile togliere una parte. Il mistero a cui apparteniamo, rigenera l'esistenza stessa dell'eunuco, che se nella sua naturalità vive il limite, ma nella sua verità più piena, la sopranaturalità non può che essere completo: un uomo in pienezza. Il cristiano è un uomo in pienezza. Il pane della vita, ci colloca sempre in quel mistero di pienezza che la Parola annuncia per chiamarci alla verità di noi stessi. Occorre riconoscere almeno un poco, di essere "eunuchi", per poterlo essere per il regno dei cieli.
La novità degli eunuchi ...
È necessario, dopo aver letto il brano di Atti, meditare le parole del Vangelo di Mt 19,12 (eunuchi per il regno dei cieli). Questo ministro della regina di Etiopia, eunuco, è un uomo a cui è stata tolta una parte, che rappresenta la sua pienezza, la sua possibilità di vita ... È come tutti gli umani che non possono comprendere ... A cui manca la possibilità di capire. Siamo in cammino, sulla strada del mondo, ma, se pur a contatto con il mistero, la Parola resta spesso incomprensibile ... Una vita che rinasce nel battesimo, è invece una vita di pienezza, una vita a cui mai sarà possibile togliere una parte. Il mistero a cui apparteniamo, rigenera l'esistenza stessa dell'eunuco, che se nella sua naturalità vive il limite, ma nella sua verità più piena, la sopranaturalità non può che essere completo: un uomo in pienezza. Il cristiano è un uomo in pienezza. Il pane della vita, ci colloca sempre in quel mistero di pienezza che la Parola annuncia per chiamarci alla verità di noi stessi. Occorre riconoscere almeno un poco, di essere "eunuchi", per poterlo essere per il regno dei cieli.
mercoledì 3 maggio 2017
1 Corinzi 15,1-8 e Giovanni 14,6-14
Festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo
Compiere le sue opere ...
Leggendo il Vangelo, subito siamo portati a immaginare che la nostra fede, in Gesù, il nostro credere ci porti a illuderci circa il mostro agire: "opere più grandi ..."
Una illusione che spesso si scontra con la nostra fragilità umana. A questo punto occorre lasciare che le parole di Gesù entrino più profondamente in noi ...
Gesù non copie delle opere, non fa delle cose ... Egli compie l'opera, l'unica è la sola opera del Padre. L'agire di Gesù è realizzazione dell'opera di Dio: l'atto creativo nell'amore per cui le cose sono chiamate all'esistenza per corrispondere all'amore e così realizzare la loro pienezza e perfezione. Essere compresi in questa "opera", significa anche compierla nel suo divenire, esserne parte facendola. Quindi, nella nostra quotidianità noi non aggiungiamo nulla, ma dal credere in Lui, diamo alla nostra vita (in Cristo) la possibilità di aderire alla verità che ci indica la via che conduce al Padre.
Festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo
Compiere le sue opere ...
Leggendo il Vangelo, subito siamo portati a immaginare che la nostra fede, in Gesù, il nostro credere ci porti a illuderci circa il mostro agire: "opere più grandi ..."
Una illusione che spesso si scontra con la nostra fragilità umana. A questo punto occorre lasciare che le parole di Gesù entrino più profondamente in noi ...
Gesù non copie delle opere, non fa delle cose ... Egli compie l'opera, l'unica è la sola opera del Padre. L'agire di Gesù è realizzazione dell'opera di Dio: l'atto creativo nell'amore per cui le cose sono chiamate all'esistenza per corrispondere all'amore e così realizzare la loro pienezza e perfezione. Essere compresi in questa "opera", significa anche compierla nel suo divenire, esserne parte facendola. Quindi, nella nostra quotidianità noi non aggiungiamo nulla, ma dal credere in Lui, diamo alla nostra vita (in Cristo) la possibilità di aderire alla verità che ci indica la via che conduce al Padre.
martedì 2 maggio 2017
Atti 7,51-8,1 e Giovanni 6,30-35
... Il pane di Dio ...
Nel discorso a Cafarnao, in realtà ci viene presentata la prima disputa eucaristica nella comunità cristiana/giudeocristiana. Il segno che Gesù ha fatto, come interpretarlo? Dove collocarlo? È stato un miracolo per soddisfare un bisogno reale, oppure è un segno che rivela e manifesta l'agire di Dio Padre? Si colloca nella rievocazione della manna data ai padri o ci proietta nel corpo di Gesù come dono di Dio per la vita del mondo?
Nella consapevolezza di questo segno possiamo restare saldamente legati a una lettura veterotestamentaria, per cui il miracolo del pane dimostra che Dio si prende cura del suo popolo, fedele all'alleanza stabilità; oppure nella comprensione del segno siamo proiettati nella dimensione del sacramento, cioè della simbologia che rende efficace la grazia che salva. Il Cristiano si lascia condurre da Gesù, con stupore nel comprendere il segno del pane come sacramento. Questo è infatti il pane di Dio, "colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Il suo corpo e il suo sangue sono essenziali per la vita del "mondo", nel tempo e nell'eternità.
... Il pane di Dio ...
Nel discorso a Cafarnao, in realtà ci viene presentata la prima disputa eucaristica nella comunità cristiana/giudeocristiana. Il segno che Gesù ha fatto, come interpretarlo? Dove collocarlo? È stato un miracolo per soddisfare un bisogno reale, oppure è un segno che rivela e manifesta l'agire di Dio Padre? Si colloca nella rievocazione della manna data ai padri o ci proietta nel corpo di Gesù come dono di Dio per la vita del mondo?
Nella consapevolezza di questo segno possiamo restare saldamente legati a una lettura veterotestamentaria, per cui il miracolo del pane dimostra che Dio si prende cura del suo popolo, fedele all'alleanza stabilità; oppure nella comprensione del segno siamo proiettati nella dimensione del sacramento, cioè della simbologia che rende efficace la grazia che salva. Il Cristiano si lascia condurre da Gesù, con stupore nel comprendere il segno del pane come sacramento. Questo è infatti il pane di Dio, "colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Il suo corpo e il suo sangue sono essenziali per la vita del "mondo", nel tempo e nell'eternità.
lunedì 1 maggio 2017
Atti 6,8-15 e Giovanni 6,22-29
... fare le opere di Dio ...
Di fronte a chi lo cercava perché aveva mangiato del pane e del buon pesce; a chi gli faceva proposte di un impegno rivoluzionario e politico, Gesù si era allontanato, ma di fronte all'insistente ricerca, Gesù stempera le attese in un confronto che azzera ogni pretesa ... Gesù si sottrae a ogni nostro fine e ribalta ogni aspettativa. Il segno del pane e del pesce non è per saziare un bisogno ma per proporre una prospettiva di vita eterna, di salvezza. In quel Segno, Gesù, ha tradotto il modo in cui realizzare, fare, la volontà di Dio. Allora, la proposta del Signore, rivolta alla folla e anche ai discepoli, è di collocarsi nella medesima attività, e partire quindi dal desiderio di compiere la volontà del Padre.
Il cuore dell'agire e quindi della nostra azione, se non vogliamo essere semplicemente consumatori di pane, è la volontà del Padre.
... fare le opere di Dio ...
Di fronte a chi lo cercava perché aveva mangiato del pane e del buon pesce; a chi gli faceva proposte di un impegno rivoluzionario e politico, Gesù si era allontanato, ma di fronte all'insistente ricerca, Gesù stempera le attese in un confronto che azzera ogni pretesa ... Gesù si sottrae a ogni nostro fine e ribalta ogni aspettativa. Il segno del pane e del pesce non è per saziare un bisogno ma per proporre una prospettiva di vita eterna, di salvezza. In quel Segno, Gesù, ha tradotto il modo in cui realizzare, fare, la volontà di Dio. Allora, la proposta del Signore, rivolta alla folla e anche ai discepoli, è di collocarsi nella medesima attività, e partire quindi dal desiderio di compiere la volontà del Padre.
Il cuore dell'agire e quindi della nostra azione, se non vogliamo essere semplicemente consumatori di pane, è la volontà del Padre.
Iscriviti a:
Post (Atom)