lunedì 7 agosto 2023

Incostanza

Numeri 11,4-15 e Matteo 14,22-36

È diventata una enorme fatica per Mosè guidare quel popolo ribelle e complicato. Ecco che anche Mosé comincia a lamentarsi con Dio di tutta quella situazione. Invece di essere mediatore e intercedere con preghiere e suppliche, si mette al posto di Dio, e tutto diviene un peso grande e difficile da sopportare. In effetti è proprio così anche per noi, quando al centro della nostra vita non mettiamo Dio ma noi stessi, quando pensiamo che la nostra vita dipenda solo da noi e dalle nostre scelte. Quando pensiamo che la nostra realtà è bella e soddisfacente, perché siamo stati bravi noi a fare le scelte giuste e, quando invece le cose non vanno bene, diamo la colpa a Dio. Questo è segno che Dio non è al posto giusto nella nostra vita. Allora rimpiangeremo le cipolle d’Egitto e lanostra voce diventa un lamento. Quando invece mi accorgo della lode, del ringraziamento a Dio, della  libertà che mi dona? Quando sperimento l'essere suo figlio, amato, curato e salvato.

domenica 6 agosto 2023

Trasfigurati in Lui

Dan 7,9-10.13-14; Sal 96 ; 2 Pt 1,16-19: Mt 17,1-9

Il 6 agosto del 1978 - io avevo appena 10 anni - moriva papa Paolo VI ... era la festa della Trasfigurazione del Signore.

Dal testamento spirituale vi riporto queste frasi:

"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto".

"Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il mio essere superstite? Come celebrare degnamente la tua bontà, o Signore, per essere io stato inserito, appena entrato in questo mondo, nel mondo ineffabile della Chiesa cattolica? Come per essere stato chiamato ed iniziato al Sacerdozio di Cristo? Come per aver avuto il gaudio e la missione di servire le anime, i fratelli, i giovani, i poveri, il popolo di Dio, e d’aver avuto l’immeritato onore d’essere ministro della santa Chiesa, a Roma specialmente, accanto al Papa, poi a Milano, come arcivescovo, sulla cattedra, per me troppo alta, e venerabilissima dei santi Ambrogio e Carlo, e finalmente su questa suprema e formidabile e santissima di San Pietro? In aeternum Domini misericordias cantabo".

Paolo VI ha manifestato questo mistero nella sua vita. L'immagine del Signore trasfigurato ha dato energia al cuore della sua spiritualità e della sua speranza per la Chiesa e l'umanità. È una bellissima coincidenza o una grazia che questo Papa sia morto la sera della festa, il 6 agosto 1978.

Ed è la vicenda umana di questo umile e immenso Papa, che diviene lo spazio in cui la Trasfigurazione si rende oggi evento della vita della Chiesa e della nostra vita, il volto luminoso del Signore infatti, continua ad essere radioso nella Chiesa, e attraverso la vita e la nostra testimonianza.

Ciò che accade sul monte non è solo una teofania, nella sua accezione tradizionale: Yhwh sul Sinai; il rivelarsi ai magi ... ma è come dire: Dio che si rivela e manifesta, no, è molto di più, è accettare che il mistero di Dio ci appartiene è accettare che Dio centri con la nostra esistenza.

Ecco allora che la trasfigurazione è luce per la nostra vita, è ascolto e bellezza.

Il volto di Cristo ha illuminato tutto il cammino di Paolo VI, ora quello stesso volto illumina la Chiesa, la luce di Cristo è ciò che oggi chiamiamo transizione, passaggio, cambiamento. La Trasfigurazione ci parla del prezzo di essere discepoli, della prova e dell'esodo he il Cristo deve compiere per essere glorioso.

La visione cristiana di oggi, alla luce del Concilio, trova eco nelle parole di questi giorni di papa Francesco: "una chiesa aperta in cui c'è posto per tutti ..."

La trasfigurazione è allora veramente un cammino di luce, ascolto e di bellezza, fatto di preghiera e azione, verità e amore, responsabilità individuale e giustizia sociale, il tutto in una rinnovata sintesi esistenziale. Tutto questo porterà al trasformare i "cuori di pietra" in "cuori di carne", così da rendere "divina" e perciò più degna dell'uomo la vita.

sabato 5 agosto 2023

Dichiariamo santo il cinquantesimo anno ...

Levitico 25,1.8-17 e Matteo 14,1-12 Madonna della neve ...

Dio dispone una conduzione nel tempo. Ma perché? È così necessaria?
È un cammino di quarantanove anni, e in quel momento tutti gli abitanti della terra dovranno fare l'esperienza di liberazione del cinquantesimo anno. Un anno di giubileo nel quale ognuno tornerà alla sua origine, terra e famiglia, un anno detto Santo. Anche noi siamo in cammino verso un Anno Santo: il 2025.
Dopo queste righe, mi chiedo: ma cosa cosa significa oggi liberazione, cosa può essere un Anno Santo in questo nostro tempo in cui indifferenza e ingiustizia la fanno da padrone. Bisognerebbe cambiare completamente orientamento, obiettivo, strada.. bella sfida! Ci vuole l’aiuto del Signore nostro Dio per un vero Anno Santo.

venerdì 4 agosto 2023

Celebrare, perché...

Levitico 23,1.4-11.15-16.27.34-37 e Matteo 13,54-58

Certamente colpisce il numero elevato delle riunioni ritualie celebrazioni: la solennità del sabato, poi la Pasqua, che durerà sette giorni, il tutto terminerà con una riunione sacra durante la quale non si lavorerà. Seguirà poi, quando saranno arrivati nella terra della promessa, il giorno dopo il sabato, quando il sacerdote eleverà il covone, fatto delle primizie della raccolta della terra, e benedirà il popolo. Dopo cinquanta giorni ci sarà una nuova oblazione al Signore. Poi al decimo giorno del sesto mese ecco il giorno dell’espiazione; il quindici del settimo mese, per sette giorni, si terrà la festa delle capanne, ecc... Oggi – mi chiedo – non è che anche noi viviamo un retaggio di questa intensità celebrativa? Sarebbe forse bene rivedere i nostri gesti? Siamo sicuri che la nostra liturgia esprima ció che è gradito a Dio?

giovedì 3 agosto 2023

Una Dimora per Dio

Esodo 40,16-21.34-38 e Matteo 13,47-53

A cosa serve costruire una tenda, un santuario, una chiesa? Innalzare colonne, stendere tende, elevare dimore? Perché abbiamo bisogno di riferimenti visibili, concreti per richiamare qualcosa di invisibile e mistico? Tutte queste cose servono per rendere presente l’evento rivelatore, facendo partecipare ognuno in prima persona e tutti insieme come un popolo, dell'’incontro con Dio eper le generazioni future l’alleanza e la benedizione. Lo scopo della Dimora quindi non è ornamentale, oppure dimostrativo della grandezza del proprio dio, ma è esperienza di rivelazione e di benedizione donata a tutte le generazioni aldilella storia, attraversando i secoli. 

mercoledì 2 agosto 2023

Il volto come luce

Esodo 34,29-35 e Matteo 13,44-46

Vedono il volto di  Mosé raggiante, e ne rimangono colpiti e turbati. È una luce radiosa, che si sprigiona in forza dell'ascolto della Parola di Dio, perché nel momento stesso che noi accogliamo la Parola, questa si radica in noi, ed agisce e ci trasforma, fin nella parte più remota di noi stessi, ci santifica e ci benedice. Dopo questa esperienza, anche senza accorgercene, siamo radicalmente diversi, e a poco a poco il nostro modo di parlare, di rapportarci con gli altri, in famiglia come al lavoro o a scuola, viene riconosciuto come diverso, “strano”, e il nostro percorso di Fede diventa visibile a coloro che incontriamo prima ancora che a noi stessi. Più ci avviciniamo al mistero più la luce da raggiante diventa abbagliante, folgorante ed è impossibile sostenerne la vista.

martedì 1 agosto 2023

Il giovane Giosuè a servizio di Mosè

Esodo 33,7-11; 34,5-9.28 e Matteo 13,36-43

Aiutaci Signore a riconoscere nei giovani la predilezione di Dio, aiutaci ad accompagnarli nel loro cammino affidando la nostra fiducia anche se possono sbagliare, essere incostanti o inconcludenti. Il nostro Padre quando ci guarda cosa vede? La stessa fatica, ma non si stanca mai di riprovare, di darci un’altra possibilità. Oggi più che mai occorre un modo nuovo di pensare chi è giovane, occorre evitare di usare la ragione come spada che discernere la vita,  ma occorre dare più spazio all’accoglienza del Vangelo, così le nuove parole che Dio ci affida non saranno più ulteriori norme da trasgredire, ma sorgente di bene per tutta la comunità, doni di grazia per la nostra salvezza.