sabato 7 ottobre 2023

Lo scandalo del soffrire

Baruc 4,5-12.27-29 e Luca 10,17-24

Perché pensiamo che il Signore ci affligga? Generalmente abbiamo ben in mente i giorni, le persone, i luoghi che hanno segnato la nostra vita; situazioni che esprimono il dolore, anche quello profondo ... Sono sofferenze che chiedono risposte a domande pesanti e spesso difficili. É il tempo della prova, del buio più difficile, anche e insieme un tempo di grazia? È possibile affermare che dove c’è una morte, una sconfitta, un dolore c’è sempre una rinascita? Sono domande aperte sull'esistenza di ciascuno di noi, sono interrogativi che ci chiedono di guardare la vita alla luce della grazia di Dio. La nostra vita si compone come un puzzle di tessere complesse e cariche di attesa e desiderio ma comunque tutto “disegnato” dal Signore.

venerdì 6 ottobre 2023

Il disonore sul volto

Baruc 1,15-22 e luca 10,13-16

Il disonore è la conseguenza della perdita di dignità, di valore personale, di considerazione sociale e riconoscimento di valore morale; potremmo definirlo come privazione del rispetto dovuto, della considerazione, della stima degli altri.
Quante volte con ostinazione non abbiamo voluto ascoltare la voce di Gesù. L’autodeterminazione è veramente un’arma a doppio taglio. Di fronte a questa ostinazione, Dio si mostra più ostinato di me. Tanto mi ama da lasciarmi sempre la libertà; tanto mi ama, a tal punto che mi aspetta in tutte le pieghe e gli angoli della vita, che non scorrono mai lineari.  Mi sento, sempre aspettato e accolto, solo per questa sua misericordia riesco a ridire il mio sì quotidiano.

giovedì 5 ottobre 2023

Sottomessi gioiosi della parola

Neemia 8,1-4.5-.7-12 e Luca 10,1-12

La Parola è all’inizio di tutto. Con la Parola l’universo ebbe inizio. Con la Parola noi tutti abbiamo avuto un inizio. Siamo le storie che abitano in noi. Se le parole che abitano in noi formano storie belle, saremmo anche noi belli e buoni. Le più belle storie della Bibbia sono state raccontate dal Signore, egli era un grande narratore e le parabole evangeliche che di storico hanno poco o quasi niente, rimangono immortali, perché si svolgono in un infinito presente che assume lo spazio fisico della Scrittura.
Le Sacre Scritture per molto tempo sono state solo storie raccontate oralmente, prima di essere trasformate in testi triti e riscritti le cui “storie” sono creature del tempo, emissarie dell’Eterno.

mercoledì 4 ottobre 2023

Vantiamoci della croce

Galati 6,14-18 e Matteo 11,25-30

San Francesco d'Assisi

Volendo tradurre “quanto a me” potremmo anche dire, "per quanto mi riguarda", la croce è la mia gloria, per cui solo del Signore crocifisso posso vantarmi. L’uomo che ha incontrato Gesù, sperimenta nella sua croce la massima espressione di ciò che Dio opera nell’umanità del suo Figlio. Affidandoci al mistero della Pasqua di Gesù, egli trova in essa il suo vanto, ovvero la possibilità di dare a Dio ciò che è di Dio: la nostra salvezza. Spostando l’asse di attenzione da me a Cristo, riesco ad accogliere il senso del sacrificio della sua croce, e di ciò che ci ha procurato. La croce fa morire il proprio egoismo, l’uomo vecchio che continuamente recalcitra in noi e, nella fede, ci si affida completamente a Dio. Non mi vanterò di quello che faccio io, ma di ciò che ha fatto Cristo per me.

martedì 3 ottobre 2023

Anch’io voglio venire!

Zac 8,20-23  e Luca 9,51-56 

Dio è il pastore universale, egli  vuole radunare la folla dispersa, non rendendola tutta uguale, con un’unica lingua e visione, ma con la molteplicità dei colori delle persone, con i dialetti, le lingue e le diverse tradizioni. È presente un Dio pastore che guida e sorregge, un Dio che attrae con il suo amore incondizionato. Ama ogni suo figlio, nella sua diversità. “Anch’io voglio venire!”. Queste sono le parole che escono dal cuore di chi ha trovato ciò che aspettava da sempre.
Bisogna mettere molto impegno per ridare speranza a chi l’ha persa, è un’opera che solo il Signore compie, cancella le tenebre e porta la luce nel cuore. 

lunedì 2 ottobre 2023

Un angelo come amico

Esodo 23,20-23 e Matteo 18 1-5.10

Figure mitologiche, di tradizione o fantasia?
Nel testo biblico certamente una presenza singolare, come ci testimonia il libro dell’Esodo che, dando voce a Dio, afferma: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui.. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari». Che meraviglia: il nostro cammino verso la pienezza della vita,  on è un andare solitario ma affiancati da una presenza celeste! Insomma, mentre ci apprestiamo a vedere il volto di Dio, siamo affiancati da qualcuno di così speciale che tale volto lo vede già..   

domenica 1 ottobre 2023

Il "sì" nella vita di tutti i giorni

Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32  

Gesù non dialoga semplicemente, non insegna soltanto, ma accetta il confronto serrato con il mondo, e in particolare con quel mondo che resiste alle sue parole, che è scettico rispetto ai segni, che è indifferente circa il mistero ... Questa pagina del vangelo descrive e racconta lo scontro tra Gesù e i Sacerdoti e i capi dei Giudei. Ma cosa mette in evidenza questo scontro?

Forse semplicemente la fatica di vivere per il regno e la conversione, il cambiamento o trasformazione che richiede. 

Di fronte ai nostri NO, che sono NO al Regno, e di fronte ai SI che sono per il regno, proviamo a rivedere la nostra vita e correggiamo personalmente e come comunità, tante condizioni che ci impediscono o limitano il coraggio di assumere seriamente e con amorevole cura e impegno "il lavoro" del Regno.

In altre parole, il "SI" ci fa vivere nello Spirito del Risorto, il "NO" ci chiude nel nostro egoismo.

Il si è apertura, il no è chiusura. Ogni apertura produce la Chiesa, ogni chiusura genera un morire in noi stessi, e il morire della comunità. Il SI, è proposta, è innovazione, è entusiasmo e meraviglia ...

Il no è egoismo, è isolamento è rinuncia al mistero che ci attende.

Ecco allora, chi ha il coraggio di cambiare la sua vita e di vivere secondo il vangelo, cioè secondo Gesù?

È vivere secondo il Vangelo, quando ciò che nella mia vita si coinvolge con Gesù è solo quella frazione di tempo che sono 45 minuti della Messa della domenica? Si perché ammettiamolo, oltre a questo tempo nel resto della vita, Dio è un esodato.

Nel vangelo, Gesù non vuole fare l’elogio delle prostitute e dei peccatori, ma l’elogio di chi ha il coraggio di cambiare vita, di chi ha il coraggio di dirgli concretamente dei si.

Gesù elogia chi ha il coraggio di passare da un “NO” ad un “SI”.

Gesù elogia chi, di fronte alle difficoltà o ad un problema, ha il coraggio di rimboccarsi le maniche e di fare qualcosa.

Oggi potremmo dire che quelle prostitute e quei pubblicani sono il simbolo di tutti coloro che cercano la realizzazione di una umanità più piena, si impegnano e lottano per una società più giusta.

Non una comunità virtuale, tantomeno ideale, astratta o puramente spirituale, ma chi con il suo si, costruisce la comunità a partire dal servire la comunità; genera relazioni buone; edifica il Regno e la Chiesa di Cristo.

Il passaggio dal NO al SI, dal rifiuto alla proposta, significa passare dall'essere credente al diventare credente credibile.