mercoledì 7 febbraio 2024

Catechesi occasionate

1 Re 10,1-10 e Marco 7,14-23

Gesù stesso che vuole condividere e comunicare, non aspetta tempo,  ma di fronte a una situazione prontamente interagisce. Potremo definirla una catechesi occasionata, come nel vangelo di oggi, dopo il confronto, forse duro, con scribi e farisei. Questo scontro diventa l'occasione per parlare del male. Il male è dentro di noi? Ma come ci è entrato il male nel cuore dell’uomo? Il grande problema del male non lo risolviamo in due righe del "custodire la parola". Gesù però mi insegna una realtà che non posso negare: la responsabilità rispetto al peccato è solamente la mia. 


martedì 6 febbraio 2024

Una legge di verità

1Re 8,22-23.27-30 e Marco 7,1-13

Credo che con Gesù Cristo abbiamo fatto un salto nel porre l’uomo, la persona sopra la legge. Ma attenti perché anche nel nostro contesto cristiano non siamo ancora capaci di gustare la libertà a cui Cristo ci ha chiamato. Pensiamo all'eccesso di tradizionalismo e devozione di cui la prassi di fede è ancora per molti unica espressione della propria fede, al punto da generare eccessi di scrupoli e "nevrosi". Ma a Gesù non interessano i sabati, i rosari e le ripetute devozioni, per il Signore sei tu ciò che gli interessa. È in questa prospettiva liberante che potremo finalmente realizzare in noi la volontà di Dio, e adempiere realmente la legge.

lunedì 5 febbraio 2024

Quel lembo ci attrae

1 Re 8,1-7.9-13 e Marco 6,53-56

Una folla innumerevole che si stringe attorno a Gesù e c'è chi cerca di toccare il lembo del suo mantello e quanti lo toccavano, dice il Vangelo, venivano salvati. Sembra proprio che alla gente non basta vedere Gesù, vuole toccarlo.
Ma gli basta anche un pezzo di stoffa purché appartenga a Lui. Cosa rivela il gesto? Quanti anche oggi cercano di toccare l’umanità di Cristo? E non gli bastano i sacramenti. Hanno bisogni di segni sacri ... quel lembo del mantello. L’uomo ha bisogno di segni tangibili, di toccare, di odorare, di sperimentare un contatto. Toccare quando non si trasforma in superstizione o feticismo esprime il bisogno di concretezza e di relazione profonda, intima.

domenica 4 febbraio 2024

TOCCARE E PREGARE

Gb 7,1-4.6-7   Sal 146   1Cor 9,16-19.22-23   Mc 1,29-39


Oggi siamo messi di fronte alla quotidianità della vita di Gesù. Sembra che l'evangelista Marco voglia darci una idea di estrema prossimità di Dio alla nostra vita; Dio è nella nostra quotidianità... ed è in questa prossimità che Dio va accolto e riconosciuto.

Gesù è il modo di questa prossimità.

Una presenza - quella di Dio - che anima la nostra quotidianità - non solo quella narrata nel vangelo – ma perché è il laboratorio del Regno, dove il mondo di Dio si misura con il mondo del dolore, della fragilità, della possibilità e della fede?

Il vangelo disegna tre situazioni:

- la strada; Gesù è a Cafarnao ed incontra gente nella città dell'uomo;

- la casa - di Simone ... o della suocera - gli spazi della intimità, della famiglia, delle relazioni strette;

- la folla è la gente che sta attorno in attesa ... la messe è tanta ...

Con una frase possiamo dire che tutto ciò che occupa il cuore dell’uomo, la sua vita di tutti i giorni, entra nel rapporto con Dio.

Ciò che caratterizza l'atteggiamento di Gesù è farsi vicino, alla gente per la strada, alla suocera nella casa, ai malati sulla porta alla sera. Farsi accanto, farsi vicino è il modo in cui Dio sceglie di entrare in relazione con noi, d'altronde questo è il frutto immediato della incarnazione... dire che il verbo si fa carne significa che la Parola di Dio diviene parte delle nostre parole e della nostra vita.

Che cosa succede se mi lascio interrogare da queste Parole?
Incontrare; toccare; annunciare:

1) Gesù vuole incontrare, non evita e non esclude. Questo ci educa alla necessità di lasciarci coinvolgere, ci invita a farci vicini, a farci accanto.

2) Gesù nel toccare condivide la sua vita, esprime il suo desiderio di guarire, e vuole che chi è toccato senta in sé che è guarito del tutto.

Essere toccati, toccare ... non è sufficiente, molti si accalcano … ma pochi sono toccati.

Tante volte “frequentiamo” il Signore, senza però realmente toccarlo, o lasciarci toccare da lui.

Tutto questo è molto bello e coinvolgente perché ci rivela, ci fa conoscere ed entrare nel suo cuore, nei suoi sentimenti, nella sua volontà, perché suggerisce come noi dobbiamo maturare e alimentare i nostri sentimenti, la volontà e il nostro cuore.

In tutto questo, Gesù ci dimostra cosa significa che il regno il regno si è fatto vicino.

Essere vicini ha un profondo valore teologico.

Ecco perché è estremamente importante essere vicini alle situazioni di fragilità e di sofferenza dei nostri fratelli ... dimostriamo così concretamente che il regno di Dio è vicino ... proprio in quel "si avvicinò e la prese per mano": mano nella mano.

Ma accanto a questa immagine di vicinanza, Marco ci rivela qualcosa che solo pochi hanno visto: Gesù che pregava. Gesù si prendeva cura della sua vita spirituale ... prima dell'alba se ne va nel deserto da solo per stare con il Padre.

È una provocazione fortissima per tutti noi. Ci interpella sulla nostra vita spirituale.

Ci interpella sul nostro cercare momenti di solitudine e di intimità con Dio. Noi soli, noi io e lui ...

Questo ci provoca una domanda sulla qualità della nostra vita spirituale ... se l'abbiamo una vita spirituale ...
Poi sul modo in cui ce ne prendiamo cura ...

Su come la alimentiamo...

Educarsi alla spiritualità significa dare del nostro tempo a Dio ... non riempiendolo di parole ma dando tempo perché Dio sia presente.

Trovare Dio, cercare Gesù ... non sono espressioni illusorie. Se vogliamo trovare Dio, allora, dobbiamo imparare a cercarlo in quell’“altrove” che è la nostra fragilità, perché è lì che Lui viene a cercarci, ovvero nella solidarietà che nasce tra le persone quando tutte prendono contatto con la povertà, con la fragilità che le abita.
La nostra relazione con Dio ha questa enorme possibilità, quella di essere una relazione familiare, in cui possiamo parlargli e possiamo portargli tutto ciò che abbiamo a cuore.

E se è vero che Lui sempre ascolta, tanto più ascolta quando non gli portiamo solo il nostro dolore, ma anche quello di chi abbiamo a cuore.



sabato 3 febbraio 2024

Accogliere il sacro

Luca 2,22-40

Una immagine affascinante, due anziani e un bambino ... Due anziani e una famiglia, quella di Nazareth. Due anziani che testimoniano che  è possibile riconoscere il sacro nascosto o compreso nella realtà umana e nella quotidianità. Ciascuno di noi porta in sé stesso l'impronta di ciò che è sacro, la porta perché siamo immagine di Dio, ma ciò che forse non ci riesce con immediata facilità è leggere e riconoscere la sacralità. Essere anziani significa essere esperti della vita umana ed esperti dello Spirito, significa fare memoria dell'agire di Dio nella storia ed essere quindi capaci di decodificare nella vita di ogni giorno la sacralità di ogni essere umano.

venerdì 2 febbraio 2024

Riposarsi per affrontare la missione

Marco 6,30-34

Gesù cerca un luogo solitario per far riposare i suoi, per condividere con loro le fatiche pastorali; la fatica dell'annunciare. Ovunque Gesù incrocia scenari difficili; ma Gesù ha verso tutti uno sguardo di compassione. Compatire, patire con. Gesù abbraccia questa umanità, così come gli si presenta. Gesu ci insegna che l'umano si regge sul prendersi cura gli uni degli altri. Probabilmente è questa la strada: annunciare il Regno, formare le coscienze, educare i giovani.

giovedì 1 febbraio 2024

La missione insieme

Marco 6,7-13

Come si fa a convertire, a scacciare i demoni, a ungere e guarire gli infermi? Si fa, e si riesce sempre, se si è radicati in Cristo: se pieni solo di Lui. Tutto ciò che esprime il vangelo si realizza insieme a Gesù. 
Insieme a Lui si converte e ci si converte perché Gesù è amore che convince e trasforma; insieme a lui si scaccia il male perché il male soccombe di fronte al volersi bene e nel sostenersi a vicenda. Insieme a Lui si è realmente mandati ... è Lui che ci manda, ci accompagna, ci attende alla fine.