mercoledì 7 agosto 2024

Signore aiutami!

Ger 31,1-7 e Mt 15,21-28

La richiesta di aiuto di una donna pagana è sufficiente e necessaria  per suscitare in Gesú una diversa consapevolezza della sua missione: non più solo verso Israele ma bensì la salvezza per tutti, nessuno escluso. Gesù rimane colpito, toccato dall’umiltà e dalla fede in questa donna, completamente lontana dal contesto religioso ebraico. Ed è proprio da quell'incontro che riprende il suo "cammino" con una diversa consapevolezza. Gesù impara tanto dagli uomini e dalle donne del suo tempo, ed è da loro che ne viene plasmata la religiosità e le celte di vita! Siamo veramente di fronte a un Dio incarnato, un Dio unicamente umano.

martedì 6 agosto 2024

Fu trasfigurato

Dn 7,9-10.13-14 e Mc 9,2-10

Dice il vangelo di oggi che Gesù "Fu trasfigurato davanti a loro ...", non si è trasfigurato, cioè non si è fatto luce da solo, ma Lui stesso è stato illuminato. Da dove, da chi? Non sapiamo come sia stato,possibile. Sappiamo però che il Tabor rappresenta una esperienza eccezionale, una immersione nella luce che tutto trasforma: le sue vesti divennero bianchissime, cioè rivelatrici di luce. La luce esprime il mistero nel suo rivelarsi, mentre le tenebre nascondono e imprigionano il mistero. Più ci apriamo alla luce divina, più ci immergiamo nella trasfigurazione, più ci apriamo a Dio e più diventiamo brillanti, solari e contagiosi della santità.

lunedì 5 agosto 2024

Coinvolgimento attivo

Ger 28,1-17 e Mt 14,13-21

Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci che cosa dice Gesù ai discepoli? Dice: "date voi stessi loro da mangiare". Quale è il senso e il significato di queste parole? Credo che dobbiamo intemderle oltre l'esecuzione di una azione, ma nel dare signficato e pienezza all'azione. Ed ecco che si svela il senso del dare "le nostre persone", il nostro tempo, le nostre energie, le nostre ore di sonno. È un coinvolgimento totale e completo che ci rende partecipi anche del mangiare il pane, per cui sarà proprio donandosi agli altri che salviamo noi stessi.

domenica 4 agosto 2024

È difficile stare davanti a questo pane

Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35


Nel segno del pane, che ogni domenica celebriamo, Dio non solo si dona, ma crea la condizione per esserci concretamente in questa nostra storia, per fare relazione con noi, e una relazione è qualcosa di personale.
La nostra difficoltà maggiore è misurarci con questa relazione e lasciarci coinvolgere.
L'evangelista Giovanni - o chi per lui -, impiega l'intero e lungo capitolo sesto per scrivere il senso di quella relazione che Dio ci propone ... e che da sempre propone all'umanità e che prende forma nel segno del pane.
Dopo che Gesù moltiplica il pane e dà loro da mangiare ... succede un vero tsunami di domande di interrogativi ... al punto che Gesù si allontana, ma la folla lo cerca, la folla non vuole sottrarsi all'incontro con lui e col segno del pane, pur senza comprenderlo realmente.
Infatti allora come oggi, per molti Gesù è un facilitatore, un risolutore di problemi, e a quel tempo il problema era mangiare. Oggi, se uno cerca Gesù è perché si sente nell'impossibilità di fare da solo, altrimenti non lo cerchi ... anzi, a dire il vero, molti battezzati lo tengono a debita distanza.
Da questo atteggiamento emergono alcuni interrogativi, circa il motivo di questa distanza, e soprattutto sui tempi, e sugli spazi che riservo alla relazione e con il segno del pane.
Nella vita del Santo Curato d'Ars (patrono dei parroci, 4 agosto, oggi) si racconta di un contadino che, ogni giorno e alla stessa ora, entrava nella chiesa parrocchiale, e si sedeva all'ultimo banco. Non aveva libri di preghiere con sé perché non sapeva leggere; non aveva tra le mani nemmeno la corona del rosario. Ma ogni giorno, alla stessa ora, arrivava in chiesa e si sedeva all'ultimo banco...e guardava fisso il Tabernacolo. San Giovanni Maria Vianney, incuriosito da quel modo strano di fare, dopo aver osservato quel suo parrocchiano per qualche giorno, gli si avvicinò e gli chiese: "buon uomo...ho osservato che ogni giorno venite qui, alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?". Il contadino, scostando per un istante lo sguardo dal Tabernacolo rispose al parroco: "Nulla, signor parroco...io guardo Lui e Lui guarda me". E subito, riprese a fissare il Tabernacolo.
Credo che questo racconto esprima bene la cura di una relazione, di una presenza. E noi?
Nonostante la difficoltà della gente e dei discepoli, Giovanni ci dice che Gesù non smette di andare al cuore del segno e ci proporre quel pane come fonte di vita inesauribile, come il pane che ci da Dio per avere forza nel cammino di ogni giorno
Tra Gesù e la folla la distanza è enorme ... tra Gesù e noi quanta è la distanza da riempire? Lui ci offre il pane per colmare ogni nostra difficoltà nella relazione ... ma io mi sottraggo a quel pane?
Lo so usare? Riesco a capire di cosa si tratta?
O sono come gli Ebrei nel deserto che quando videro la manna si chiedevano l'uno l'altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse.
Di fronte alle parole del vangelo oggi siamo interpellati anche noi a lasciarci coinvolgere dall'opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato. Queste parole sono rivolte, oggi, anche a noi: l’opera di Dio non consiste tanto nel “fare” delle cose, ma nel “credere” in Colui che Egli ha mandato.
Ciò significa che la fede in Gesù ci permette di compiere le opere di Dio. Se ci lasceremo coinvolgere in questo rapporto d’amore e di fiducia con Gesù, saremo capaci di compiere opere buone che hanno il sapore del Vangelo, per il bene e le necessità dei fratelli. Ma per crederete occorre essere in relazione con Lui e col suo corpo. ecco allora il segno del pane.

sabato 3 agosto 2024

Amori tossici

Ger 26,11-16.24 e Mt 14,1-12

Un brano, quello di oggi, che sembra proprio una discontinuità nella lettura continua del vangelo di Matteo. Eppure. Risponde alla necessità di dare notizia di un fatto che ha condizionato pesantemente le scelte di Gesù ed il suo agire.
Erode si lascia trascinare nel vortice della passione fino alle estreme conseguenze del taglio della testa di Giovanni Battista. Ma come è possibile l’attrazione e il desiderio di possesso possa possa portare all'omicidio? Forse è pazzia? O forse semplicemente si tratta di come è fatta la nostra natura umana, con le sue fragilità e le sue dinamiche inconsistenti?

venerdì 2 agosto 2024

Contraddizione del mondo di oggi

Ger 26,1-9 e Mt 13,54-58

Tutti si aspettavano da Gesù qualcosa di diverso da quello che Lui proponeva. Anzi a volte noi stessi credenti pretendiamo un Gesù diverso. Quanto successe a Nazareth è una realtà replicata, la meraviglia viene soppiantata dall’incredulità e quindi dallo scandalo. E così nella sua stessa patria Gesù non viene riconosciuto. A Nazareth si lasciano sfuggire l'incontro con il figlio di Dio, eppure era cosi facile, vicino e immediato. Ma questo può capitare anche a noi oggi? A volte mi dico: come posso riconoscerti e continuare a gioire del tuo essere con me?

giovedì 1 agosto 2024

Ultima parabola …

Ger 18,1-6 e Mt 13,47-53

Il coraggio di gettare la rete in mare è ciò che ci manca. Rispetto al mondo, il Regno di Dio  non si trova altrove, perché non è fine a se stesso, ma il Regno è proprio in quel pescare nel mare della nostra realtà, della nostra storia. Oggi è tempo di ritornare in mare, altrimenti ogni azione pastorale si ridurrà a un agire conservativo e museale. La nostra vita da cristiani dovremmo giocarcela più nel mare del mondo che dentro le mura delle nostre Chiese, nei recinti delle parrocchie.