lunedì 30 novembre 2015

Romani 10,9-18 e Matteo 4,18-22
Festa di S. Andrea Apostolo
Chiunque crede non sarà deluso!

Cosa spinge un uomo a rispondere subito con immediatezza alla "chiamata" di Gesù a essere un suo "particolare amico"?
Quel lago di Tiberiade nasconde un magnifico segreto, è il segreto della amicizia, quelle rive del lago custodiscono le parole di una relazione, di un incontro quotidiano, di una scoperta di un uomo che veniva da Nazareth, e nel tempo quell'uomo risulta così famiglia e così importante, unico e speciale che ... Quella sua parola: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" a ben altra risonanza della solita lettura teologica o esegetica; significa infatti un progetto e una proposta di vita.
Il bello della chiamata è proprio il coraggio di Gesù di fare una proposta che è un progetto. All'inizio del nostro cammino di avvento a ciascuno, Gesù, fa questa proposta di sequela, qualcuno risponderà in modo semplice e forse non troppo convinto, qualcun altro avrà il coraggio di rispondere con quella immediatezza che caratterizza gli amici del lago. Chi ha visto il lago ... Capisce certamente cosa intendo!

domenica 29 novembre 2015

Geremia 33,14-16 / Salmo 24 / 1 Tessalonicesi 3,12-4,2 / Luca 21,25-28.34-36
Che questo avvento sia un segno ...


Nelle letture di oggi ritorna con forza l'invito alla vigilanza, al vegliare, al pregare ... Condizioni necessarie al cristiano per trasformare il tempo in attesa. Affermare che attendiamo il ritorno di Gesù, ci lega indissolubilmente alla sua prima venuta nella carne, al mistero del suo diventare uomo, ma ci costituisce in questo modo,trasformatori del tempo e della storia. Tutto il nostro discernimento della vita è infatti fondato non sopra una fede passiva ma a una fede operosa che incide profondamente la realtà. Tutto il nostro tempo sto traduce nella possibilità di piacere a Dio, e di agire in funzione di questo compiacimento; così San Paolo ci invita a essere nella sua lettera: in attesa per piacere a Dio.
Buon cammino di Avvento a Tutti!

sabato 28 novembre 2015

Daniele 7,15-27 e Luca 21,34-36
Apocalisse!


Tutte le immagini apocalittiche ed escatologiche; anche le parole dei vangeli legate ai tempi ultimi; vanno prima di tutto ascoltate in modo narrativo, non sono una previsione, ma sono innanzi tutto un "genere letterario" che con un suo linguaggio rilegge le vicende umane e pone il discernimento rispetto a ciò che Dio rivela nella nostra storia.
Il crescente intreccio delle vicende umane e la loro complessa interrelazione con il bene e il male è proiettato nell'idea di compimento, che nelle parole di Daniele è indicato nel regno dei Santi; realtà che noi possiamo tradurre col compimento della gloria di Yhwh. Il Vangelo di Luca riprende il tutto nella figura del Figlio dell'uomo che viene sulle nubi del cielo. Il Vangelo entra nel particolare per rivelare ai discepoli che la preghiera e la veglia sono le condizioni necessarie per vivere nonostante la realtà si manifesta pesante e ingannevole. La preghiera e la veglia generano, nei discepoli di Gesù, la forza per accompagnare il figlio dell'uomo nel suo giorno, che è anche ogni giorno della nostra vita.
Da domani ... Buon cammino di Avvento.

venerdì 27 novembre 2015

Daniele 7,2-14 e Luca 21,29-33
Osservate ...


Ogni lettura della storia, ogni esperienza che ci coinvolge, anche l'evolversi della nostra stessa interiorità, ha bisogno di un costante discernimento, che significa dare alla storia e alla vita un significato trascendente. Qui sta la differenza tra chi crede e chi non crede, tra l'uomo puramente razionale e l'uomo spirituale, su chi vive del mistero e su chi vive della paura della fine. La frase conclusiva del Vangelo di oggi, "l cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno", ci invita alla comprensione della realtà a partire dalle sua Parola. Cosa significa tutto questo?
Non è questa comprensione visibile nello sforzo di rileggere tutta l'esperienza della Chiesa alla luce del Vangelo, che è il cuore del pensiero di Papa Francesco? La preghiera di ogni giorno può essere, a partire dalla Parola, lo spazio per osservare e per decidere.

giovedì 26 novembre 2015

Daniele 6,12-28 e Luca 21,20-28
Servire Dio con perseveranza...


La lettura di Daniele, pur se molto li punga resta un capolavoro di narrazione, dove gli eventi, le vicende personali e la fede si intrecciano; i dialoghi non sono semplicemente logici, ma vogliono affermare che il Dio di Israele - che non ha abbandonato il suo popolo nell'esilio babilonese - si rende pienamente manifesto attraverso la fedeltà di Daniele definito dal re: "servo del Dio vivente". Vivere nella fedeltà del servizio a Dio significa avere quella perseveranza che è propria di chi vive il presente, con tutta la sua "gravità" di buono e di prove, ma ugualmente ci si prepara alla "liberazione che è vicina".

mercoledì 25 novembre 2015

Daniele 5,1-28 e Luca 21,12-19
Mene, Tekel, Peres ...


Al ripetere di queste "strane parole", il libro di Daniele, ci conduce al giudizio finale di Dio, di Yhwh, sulla storia e sugli uomini, espresso nel giudizio sul re di Babilonia e il suo impero.
L'idea che Dio porta a compimento l'opera della creazione con il giudizio sulla storia e sulla vita degli uomini, appartiene alla rivelazione di Israele e al pensiero stesso di Gesù.
Nel Vangelo, questo giudizio si esprime nell'immagine della storia intima e personale e anche di prova dei discepoli. Il giudizio non è una dichiarazione esteriore, una sentenza, ma il giudizio è la condizione che si instaura tra il discepolo del Signore, le sue scelte, lo stile di vita e la storia vissuta. Il giudizio non è una sentenza di condanna o assoluzione, ma il segno della fedeltà di Dio che per amore non viene meno, e il segno di esprime proprio nella vita stesa dei discepoli. I cristiani, non sono semplicemente degli uomini che appartengono a una particolare espressione religiosa ... Ma noi siamo segno di Dio, segno efficace di Lui ...

martedì 24 novembre 2015

Daniele 2,31-45 e Luca 21,5-11
Il tempo della distruzione ...


Nelle parole dell'evangelista Luca, il tempo della distruzione è il tempo di Gesù, quindi non della catastrofe o dell'apocalisse ...
Anche ciò che rappresenta il segno del Tempio, di fronte al segno che è Gesù viene "distrutto", cioè soppiantato dal segno stesso che è il Signore. È a partire da Lui che tutto trova "subbuglio", inquietudine e superamento. Più che caricarsi di ansia e angoscia nel tentativo di leggere nei nostri tempi i segni premonitori della venuta di Gesù: "Molti verranno sotto il mio nome dicendo: Sono io, e: Il tempo è prossimo ...", mettiamo tutta l'attenzione nel cercare di rimanere uniti al Signore nel vivere con fedeltà la storia è il tempo che ci è affidato. Questo tempo va riempito di "attesa" con la consapevolezza che "... Non sarà subito la fine", per cui il primo discernimento deve essere proprio sulla qualità del nostro attendere. Una attesa ancorata nella fedeltà di Dio; una attesa gravida di amore; una attesa che disarma la paura del futuro con la gioia del Vangelo; una attesa densa di misericordia. Tutti questo è molto più importante delle belle pietre del tempio di Gerusalemme.