lunedì 31 ottobre 2016

Filippesi 2,1-4 e Luca 14,12-14
Le priorità della vita ...


In questi due versetti di Paolo, come nel Vangelo, emergono con estrema puntualità quelle priorità della vita cristiana che noi insabbiamo sotto i giudizi personali e gli obblighi morali che usiamo da paravento per le nostre convenienze.
Paolo, palesemente, fa un'opera di discernimento: se da Cristo deriva il conforto, la compassione, l'amore e la comunione ... Quello, è il medesimo sentire di tutti i discepoli del Signore; quella è la strada aperta per incontrare l'altro, quella è la medesima strada in cui Gesù costruisce la comunità e la Chiesa. Questa è la priorità esistenziale. Ma pure il Vangelo rivela questo intento profondo in Gesù rispetto a Simone il fariseo: la conversione degli stili di vita è propedeutica alla "risurrezione dei giusti" e alla ricompensa ... Ma quale può essere questa ricompensa? Forse non potrebbe essere la gioia della comunione e la commozione della compassione.

domenica 30 ottobre 2016

Sapienza 11,22-12,2 / Salmo 144 / 2 Tessalonicesi 1,11-2,2 / Luca 19,1-10
La salvezza ... La mia salvezza


Cosa è la salvezza, quale salvezza è entrata nella casa di Zaccheo?
È qualcosa che coinvolge anche la mia vita?
Oggi, come per Zaccheo, Gesù non è venuto per giudicare, ma per "salvare" ogni figlio di Abramo. Non siamo di fronte a una svendita del Regno dei cieli o a una azione promozionale, ma a una presa di coscienza che ci coinvolge nell'esistenza e nella fede: "La salvezza non si compra, è gratis". Di una gratuità strana, essa ha un prezzo che non si paga con la ricchezza, e neppure con le buone azioni, ma solo con l'amore. Il ricco e peccatore Zaccheo, secondo l'evangelista Luca è stato colto di sorpresa da Gesù. Egli non si aspettava di essere scovato nascosto dalle frasche; non avrebbe mai invitato il Signore nella sua casa a pranzo. Egli era curioso, curioso per ciò che di Gesù si diceva, per ciò che faceva. Ma su quel sicomoro, c'è sempre un piccolo uomo ricco. Zaccheo risulta sorpreso dalla iniziativa di Gesù, sorpreso e preceduto rispetto a ogni suo progetto, ogni sua iniziativa. Forse è proprio questo il punto da cui partire.
Gesù ci precede; non agisce nei confronti di Zaccheo in funzione della sua conversione, ma lo precede e lo provoca alla conversione. Neppure la salvezza possiamo vederla come il premio finale di un peccatore convertito. La salvezza è alla ricerca dei figli di Abramo, i figli di Abramo non sono dei privilegiati, quasi un gruppo esclusivo, ma sono quei figli numerosi come la sabbia del mare e come le stelle del cielo. La salvezza che entra nella casa di Zaccheo non è una eccezione, ma la testimonianza di un fatto: Dio non sta fuori dalla nostra vita, e anche la vita di un peccatore, la sua storia e vicenda, gli appartiene perché, quella vita, quella storia quel peccatore sono degni del suo amore di Padre. Zaccheo, preceduto dall'amore, non può che arrendersi a chi lo ama con tanta passione e disinteresse. Ciò che Zaccheo vive nella sua conversione è l'aver imparato come fa Gesù, a precedere i fratelli nell'amarli.
Non si ama per convenienza, e per ricambiare un amore ricevuto, ma si ama nella libertà e gratuità; questo è ciò che hanno imparato i discepoli di Gesù dal loro maestro.
Questa narrazione della salvezza diventa il paradigma col quale cristianamente siamo educati nel riplasmare la nostra coscienza, il nostro cuore di fronte alle vicende della vita.
Non è facile prendere l'iniziativa, perché prima di tutto siamo portati a giudicare e a condannare. Il nostro giudicare gli altri, la vita e gli avvenimenti è micidiale. Si spinge fino a giudicare Dio stesso e il figlio suo: "È entrato in casa di un peccatore!" Scandalo!!!!
Allora è rivoluzionario prendere l'iniziativa, precedere nell'amore...
Prendere l'iniziativa, pur rischiando anche il rifiuto ... "Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua"; prendere l'iniziativa per entrare nella vita dell'altro non per convertirlo ma per generarvi la salvezza, ancor prima che l'altro la capisca.
La salvezza è una condizione di "Grazia", e la grazia è mistero di amore di Dio, non possiamo prevedere le conseguenze di tale amore. È entrato in casa di un peccatore!
Quando lasciamo operare la Salvezza, essa è capace di recuperare realmente tutto ciò che diamo per perduto.

sabato 29 ottobre 2016

Filippesi 1,18-26 e Luca 14,1.7-11
Cristo "totale"


Per Paolo essere unito a Cristo va ben oltre una adesione personale o dottrinale; Paolo ci mostra un aspetto singolare dell'appartenenza al Signore: "purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato".
Sembrerebbe quasi che la vita stessa di Paolo prende significato e identità nell'esserci "annuncio di Cristo", e questo, ora, indipendentemente da lui stesso. Paolo è passato dall'azione alla contemplazione: dall'annuncio che ha generato comunità di fratelli alla fede in Cristo, alla contemplazione di un mistero: il corpo di Cristo che è la Chiesa. È in questa prospettiva che Paolo ci testimonia la sua esperienza e comprensione dell'intima unità con il Signore: "... nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia". Essere uniti a Cristo parrebbe essere una questione di scelta, ma alla lunga ci si accorge che non è così; nel tempo si comprende sempre più che "l'esistenza" personale di chi crede manifesta "l'esistenza" eterna del Signore. Questa intima comprensione è contemplazione del mistero.

venerdì 28 ottobre 2016

Efesini 2,19-22 e Luca 6,12-19
La nostra pietra d'angolo ...


Una immagine affascinante: la pietra d'angolo di una costruzione è diversa dalle altre; mentre una pietra inserita in un muro è parte di una orditura di elementi concatenati e in un certo senso perde identità a favore del muro stesso, la pietra d'angolo la percepiamo nella dura originalità, è in una posizione che diviene prospettica, tridimensionale ... Un ruolo quindi generativo di quella costruzione ordinata che è il tempio del Signore.
Dio dimora nel suo Tempio Santo, fatto da pietre vive, che hanno come fondamenta Cristo Gesù. Egli il figlio di Dio fatto uomo, incarnato, è quel principio vivente dal quale ogni situazione umana e realtà creata può attingere alla propri identità e originalità. Ricercare un principio, significa superare le "regolucce" per incontrare un principio esistenziale che è il mistero stesso di Dio. Un discepolo di Gesù, è un uomo normale che dall'incontro con il suo Signore comprende che quel l'incontro è il "fondamento".

giovedì 27 ottobre 2016

Efesini 6,10-20 e Luca 13,31-35
Il senso del cammino ...


Il Vangelo di Luca è da molti definito il Vangelo della misericordia. Lo sfondo che rivela la misericordia è il cammino di Gesù nell'andare a Gerusalemme. Dialoghi, incontri, parabole e discorsi il cui contenuto sfuma generalmente in una idea di compimento finale (escatologico), che trova nella crocifissione, morte e risurrezione la piena realizzazione. Detto questo, dovrebbero essere più comprensibili le Parole del Vangelo. Lo sguardo di Luca ci preannuncia l'accoglienza del Signore a Gerusalemme prima della Pasqua: "finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!";  ma pure il rifiuto del profeta: "Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te!"
Anche il nostro cammino quotidiano insieme al Signore deve preannunciare un compimento: nessuno di noi vive per un "momentaneo senza senso". Ma un cammino, pure il nostro, che ci fa incontrare anche l'esperienza del rifiuto di Dio.

mercoledì 26 ottobre 2016

Efesini 6,1-9 e Luca 13,22-30
Come servi di Cristo ...


"... come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini". Non è forse questo il nostro obiettivo quotidiano? Non dico che lo raggiungiamo pienamente, ma questo deve essere il punto di partenza di ogni nostra giornata: "essere servi di Cristo!" 
"Servire volentieri", di buon animo, con desiderio e voglia di attuare la volontà del nostro Signore e Dio! Allo stesso modo di Lui, che come "Servo di Yhwh" ha fatto la volontà del Padre: "... Sia fatta non la mia ma la tua volontà!"
Essere servi però, non è solo una questione di "cose da fare"; il "Servo di Yhwh" è strumento attivo, partecipe della stessa volontà del Padre. Sforziamoci di passare per la porta stretta, questo significa "ridurci" nella condizione che ci permette di entrare nello stile di vita cristiana, che è una conversione quotidiana al Vangelo. Questa conversione permetterà a ciascuno di conoscere la volontà del Padre, unico modo per essere pienamente riconosciuti!

martedì 25 ottobre 2016

Efesini 5,21-23 e Luca 13,18-21
Sempre con la Chiesa nel cuore ...


Una delle pagine più belle e "cariche" di tutto il Nuovo Testamento, Efesini 5,21-23. Paolo, in una meravigliosa specularità, nulla scarta dell'mmagine, e tutto ci fa gustare dell'amore umano: "l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne"; e dell'amore di Dio in Cristo: "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola (...), tutta gloriosa, senza macchia né ruga (...), santa e immacolata". Tutto questo è bellezza e "mistero", non possiamo comprenderlo pienamente, ma attratti ne siamo parte: ed ecco attraverso "l'Amare" e la "Chiesa" appare il regno dei cieli: "un granello di senape, (...) crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami". E ancora: "è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata".