giovedì 30 novembre 2017

Romani 10,9-18 e Matteo 4,18-22
Festa di Sant'Andrea, apostolo
Chiamata e risposta!

"Con il cuore infatti si crede ..., e con la bocca si fa la professione di fede ...". Credere e professare la fede in colui che ti chiama a seguirlo. È questa la sintesi tra la prima lettura e il Vangelo di oggi, festa di Andrea, apostolo. Il fascino delle parole del Vangelo di Matteo risulta inalterato dopo duemila anni...
Parole come: "li chiamò ... venite dietro a me ...", risuonano ancora quasi cullate dalle onde del lago di Galilea, in quella spiaggia di Cafarnao, dove la chiamata di Gesù corrisponde all'amicizia che era nata tra di loro.
È in forza dell'amicizia con il Signore che si crede in lui come salvatore; è in forza della amicizia con Gesù che si riesce a dare testimonianza di Fede fino al dono totale di se stessi, diversamente risulterebbe è un gesto eroico di uno squilibrato.
Oggi in queste parole ciascuno di noi è chiamato alla medesima sequela; oggi ciascuno di noi può spingersi oltre la propria ordinaria normalità; oggi è possibile lasciare le reti e seguirlo!

mercoledì 29 novembre 2017

Daniele 5,1-28 e Luca 21,12-19
Saremo odiati da tutti???


Ma chi vuole essere odiato? Nessuno! Anzi ci sforziamo di compiacere gli altri per garantirci una convivenza pacifica e cordiale. Questa pagina di Vangelo, ci fa problema ... Essere odiati ci fa problema!
Ma è su questo equivoco che si gioca la tiepidezza della nostra vita cristiana. Il contenuto del Vangelo, non concorda con un mondo in conflitto con se stesso e preda di una esperienza di male che ormai tutti voterebbero considerare la normalità inevitabile.
Se un credente, un cristiano si abitua alla immoralità gridando scandalo solo per quei fenomeni che i media mettono in risalto come "gravi reati" ma dall'altra parte si compiacciono della decadenza morale, per cui certe devianze morali e inclinazioni soggettive passano come conquista di civiltà, il cristiano (accusato di integralismo) non serve più a nulla, è come sale insipido ... "Verrà gettato e calpestato dagli uomini". Per non essere "odiati" perdiamo, nell'inerzia, il nostro sapore. La testimonianza di Cristo nella vita e di fronte al mondo è il motivo del nostro essere credenti, essere odiati non significa ricambiare l'odio, ma significa amare anche chi ti odia perché sei di Cristo.
Cosa è più necessario evitare di essere "odiati" o testimoniare di essere di Cristo?

martedì 28 novembre 2017

Daniele 2,31-45 e Luca 21,5-11
Il sogno di Nabucodonosor ... la fine è il fine!

Il brano del profeta Daniele, classificato di "genere Apocalittico", in verità presenta quegli accenti profetici per cui le immagini traducono la Parola di Dio, che ora è posta sulla bocca di Daniele per indirizzare il cammino degli uomini verso il compresi della storia. Dio non è escluso dal succedersi delle vicende umane, ma la sua volontà si esprime con potenza, come una "pietra" che rotola,  e che tutto stritola: la nostra storia, la nostra quotidianità; in tal modo diviene capace di "Profezia". Anche Gesù nel suo raccontarsi in relazione al Tempio dispiega nelle immagini la forza di Dio. Non sono immagini ad effetto, o immagini di compimento della realtà. Esse ci collocano in una "distruzione di tutto", che però non è fine a se stessa, ma ci preannuncia che non è quella la fine, ma che c'è un fine. Il fine è rivelare la gloria di Dio, così come le belle pietre del Tempio in quel tempo ne davano testimonianza! Tutto è in cammino per rinascere nella manifestazione gloriosa di Dio, il tempo, lo spazio, le cose, gli uomini: "si in particolare gli uomini!"

lunedì 27 novembre 2017

Daniele 1,1-20 e Luca 21,1-4
Il tesoro del Tempio ...


Il tempio rappresenta per Gesù la sua casa. Nel Tempio, ogni giorno insegnava; è la casa della preghiera; è lo spazio in cui Gesù recupera tutta la sua identità di Figlio. Anche il Tesoro, ha per Gesù un significato particolare esso non è un segno di ricchezza, e neppure una somma di tasse pagate; esso rappresenta la la sintesi della vita dell'intero popolo. Dare il superfluo, non accresce il Tesoro, anzi ...; solo quella vedova, negli occhi di Gesù, entra con tutta se stessa nel "tesoro" del tempio, partecipa pienamente alla sacralità di quel luogo e appartiene al mistero di Dio, che nel Tempio è significato è rappresentato. Ma ora che il tempio non c'è più ... Ma solo Gesù Cristo risorto, nuovo tempio per l'uomo, ogni giorno occorre gettare in quell'immenso tesori quei due soldi che è la nostra vita, così si appartiene, così si impara il mistero di Dio.

domenica 26 novembre 2017

Ezechiele 34,11-17 / Salmo 22 / 1 Corinzi 15,20-26.28 / Matteo 25,31-46
Un giudizio che coinvolge tutti e ci confronta con tutti ...

Ci sono due cose che occorre sapere bene:
- "E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine." Questa frase la ripetiamo ogni volta che facciamo professione di fede.
- Il criterio del discernimento finale è l'amore, che da firma alla nostra umanità, che manifesta il volto di Dio, che si esprime nella misericordia. Tutto questo fa a differenza.
Per ciò, tutto quello che avrai dato gratuitamente e per amore di Cristo a un fratello ti apre, da ora era sempre, la possibilità di regnare con Cristo, nel suo venire per il giudizio finale. Ma questo suo stesso venire sulle nubi del cielo, è un venire che ti precede sempre, proprio quando ci interroghiamo in coscienza:
Ho dato da mangiare (...) Ho dato me stesso come pane spezzato agli altri, alla mia famiglia, alla mia comunità ai miei amici?
Ho dato da bere (...) Ho dissetato con la gioia del Vangelo la sete di vita vera e nuova di tanti miei fratelli? Se Gesù è la mia acqua viva, non potrò accontentarmi di tenerlo chiuso in una borraccia, solo o per me stesso.
Ho accolto (...) Mi sono accorto che profughi, forestiere, stranieri non sono gli unici che chiedono di essere accolti? Esiste una accoglienza che è stile di vita!
Ho vestito (...) Ma vestire è ben di più che portare vestivi vecchi e usati alla Caritas per coprire e difendere gli indigenti dal freddo; vestire è coprire con una dignità vera che non lasci indifesa la nostra natura umana.
Ho visitato (...) Mi viene in mente la mia bis nonna, che ogni giorno per anni sono andato a trovare ... Che gioia per lei!
Ci sono tante piccole cose che mi fanno sentire il regno di Dio parte della quotidianità, è anticipo della venuta nella gloria del figlio dell'uomo con tutti i suoi angeli, ma la cosa più sorprendente è che io stesso preparo con lui la sua venuta.

sabato 25 novembre 2017

1 Maccabei 6,1-13 e Luca 20,27-40
Credo la risurrezione della carne?

Questa affermazione fa parte della nostra professione di fede e per quanto da sempre sia oggetto di diversi modi di accostare il problema del dopo vita terrena, il credente in Gesù si affida a Maestro e Teologo che ci svela l'immagine della vita rispetto all'eternità di Dio. I Sadducei, infatti, in obbedienza a una loro tradizioni non credono alla risurrezione, come molti anche oggi, forse non per scarsa convinzione di fede ma per ignoranza in materia, e soprattutto per indifferenza rispetto alla questione. Una indifferenza che è conseguenza della paura e della scarsissima relazione con Dio.
Ma è proprio attraverso la relazione con il Signore; è attraverso la conoscenza della parola; è mediante una vita cristiana e i sacramenti che si entra progressivamente nel mistero della vita e dell'eternità. Il Maestro, teologo, a partire dalla legge e dalle tradizioni, ci conduce, passo dopo passo, a prendere coscienza di essere figli di Dio, come gli angeli, ma a differenza loro, parte di una creazione corruttibile. Ma ciò che appartiene ai figli è l'eredità del Padre, quindi non "possono più morire e ... Siamo figli della risurrezione". Per noi esiste una promessa fatta ai padri, ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe; confermata a Mosè e realizzata in Gesù: "Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui".

venerdì 24 novembre 2017

1 Maccabei 4,36-59 e Luca 19,45-48
Black friday ... della preghiera!

Chissà se funziona anche per il Signore questo giorno di sconti!
Quello che è certo è un invito a riappropriarsi degli spazi e della relazione con il Signore. Nel libro dei Maccabei, ci viene narrato la vicenda della dedicazione dell'altare e della riedificazione del Tempio. Dopo la profanazione e distruzione, il redente recupera il suo spazio con Yhwh, dopo il "vuoto" di Dio, il popolo non esita a consacrare un luogo, un tempo e se stesso, per la preghiera e la lode al Signore. Lo stesso Gesù recupera quel tempio in Gerusalemme, casa di Dio, come casa di preghiera e non come una spelonca. La cura che noi abbiamo di quello spazio, che è la preghiera, ci attesta e racconta la nostra relazione con il Signore.
In questo Blak friday, tutto ci viene scontato della nostra tiepidezza e della nostra desolante incuria nell'amicizia con il Signore, tutto viene scontato per chi ritorna a Lui con il cuore; per chi abbandona la spelonca del ladro del mistero di Dio, e si prende cura della sua stessa casa di preghiera.