venerdì 31 maggio 2024

Magnificat

Sof 3,14-18 e Lc 1,39-56

La liturgia di questo giorno ha particolare attenzione a collocare Maria a conclusione di un mese di tradizione mariana e a mostrare lo spirito di carità di Maria verso Elisabetta, sua cugina in attesa di un bambino, ma a fronte di tutto questo mostrare il desiderio di diventare lei stessa missionaria e anticipatrice della bella notizia del suo Signore. L’incontro tra Maria e Elisabetta è un gioioso incontro in cui tutto diviene compimento delle profezie, dove lo Spirito del Signore opera e annuncia il grande mistero. Tutto in questo vangelo diviene  un "Magnificat”.

giovedì 30 maggio 2024

Abbi pietà ...

1Pt 2,2-5.9-12 e Mc 10,46-52

La preghiera del cieco è estremamente significativa ... difronte a quelle parole, Gesù sente, chiede, ascolta e poi esaudisce. Questa preghiera è l'unica vera preghiera che esprime tutta la nostra umana fragilità cioè la nostra cecità ovvero impossibilità di vedere Dio:"... abbi pietà di me!" Ma è anche l’unica preghiera che trova ascolto presso Dio e l’unica che ottiene l’esaudimento da parte di Gesù. Di fronte al cieco, Gesù poteva anche evitarlo, ignorarlo ... poteva fare finta di non vederlo, ma quella preghiera entra direttamente nel cuore di Dio, attraverso un ascolto unico perché corrisponde al desiderio di salvezza che abita il cuore di Dio.

mercoledì 29 maggio 2024

Miseria umana

1Pt 1,18-25 e Mc 10,32-45

Gesù parla di se stesso, apre il suo cuore ai dodici e da questi provengono solo domande che esprimono narcisismo ed egocentrismo: "Maestro vogliamo che tu faccia quello che ti chiederemo". Povero Gesù, chissa quale delusione ha provato in quel momento, eppure proprio quei due saranno Giacomo e Giovanni che ricordiamo nei nostri calendarietti liturgici come Santi Apostoli. Credo possiamo dire che umanamente c'è stato ampio margine di miglioramento. Questo ci suggerisce di non scandalizzarci delle nostre richieste al Signore, Lui sa che oltre a cio che chiediamo ci sta una vocazione che attende di realizzarsi in pienezza.

martedì 28 maggio 2024

Ma abbiamo proprio lasciato tutto?

1Pt 1,10-16 e Mc 10,28-31

Cosa significa lasciare tutto e seguire Gesù? Credo che significhi fidarsi ogni giorno di lui. E’ un gioco continuo alla fiducia. Si fa fatica a lasciare tutte le certezze, le idee, i progetti e accettare che le cose possano prendere un’altra piega, inaspettata, senza sapere dove e come “andrà a finire”: devi solo fidarti e continuare a camminare. Oggi facciamo un esercizio di memoria: quante volte Gesù ti ha fatto sperimentare che lasciare tutto e seguirlo ti fa trovare una condizione nuova di vita? Questo esercizio di fiducia ci può accompagnare fino alla vita ererna!

lunedì 27 maggio 2024

Un giovane ricco ma non libero

1Pt 1,3-9 e Mc 10,17-27

Sentirsi attratti da Gesù... perché il Signore è realmente un maestro buono, che alla fine di questi scambi di sguardi, pieni di attesa e di proposte, lo guarda e lo ama e andandogli incontro gli fa la proposta di guardare il punto giusto della sua vita per capirne il senso, perché in realtà ha capito che gli manca la cosa essenziale. Le cose essenziali non sono né le cose che abbiamo, né una novità, neppure la giovinezza, come neanche qualcos’altro. Cio che è essenziale alla vita è la libertà che il vangelo propone, è quella vita da "figlio di Dio", priva di attaccamenti e manipolazioni.

domenica 26 maggio 2024

A chi interessa Dio oggi?

Dt 4,32-34.39-40   Sal 32   Rm 8,14-17   Mt 28,16-20

Oggi solennità della Santissima Trinità, il mistero stesso di Dio ... in questi giorni ripercorrevo nei miei pensieri quel tentativo che ciascuno di noi ha fatto continuamente fa circa il bisogno di rappresentare e spiegare chi è Dio, e come è Dio.

Mi si apriva alla mente tutto il percorso storico e culturale che il cristianesimo ha fatto in duemila anni ... il tentativo filosofico e razionale di giustificare l'esistenza di Dio a partire dalle cinque vie di Tommaso e tanto altro ... fino ad arrivare al momento attuale dove a fronte del, processo di secolarizzazione e globalizzazione il senso religioso e il mistero di Dio risultano essere puramente marginali e soprattutto irrilevanti ...

Possiamo vivere senza Dio, e possiamo a che vivere bene ... in molti ci riescono e affermano che è possibile, anzi non c'è nulla di sbagliato nel vivere una disaffezione all'idea di Dio, perché in realtà Dio è solo un'idea frutto della nostra antropologia umana e del nostro percorso evolutivo.

Eppure, nella mia esperienza c'è qualcosa che mi riconduce sempre all'interno del fine delle cose, del tempo e di ciò che esiste, è il confronto con due situazioni umane profondamente alternative: la morte e l'amore.

Quando i fatti colloco queste esperienze umane nel contesto dell'infinito universo e nel mistero del cosmo e di tutto ciò che rappresenta, ecco che in me si apre un bisogno profondo di completezza; percepisco tutta la mia inadeguatezza e le domande di senso si moltiplicano.
Di fronte a queste domande ... ogni risposta rischia di essere un inutile tentativo di una mente razionale inadeguata e incapace di un mistero assolutamente più grande e insondabile.

Mi resta solo il confronto e il conforto con chi di Dio mi ha comunque parlato, al di fuori di schemi teologici o argomentazioni razionali.

Di Dio infatti più che parlarne, occorre farne esperienza ... occorre superare la tentazione di volere aprire le pieghe del mistero per guardarci dentro - occorre affidarsi nell'esperienza religiosa - a come questo mistero di Dio ti è dato, ma soprattutto donato.
A partire da Abramo, Mosè... fino ad arrivare a Gesù, apprendo che di Dio se ne può fare esperienza, si può entrare in relazione con lui ...

Il limite del nostro tempo è proprio quello di aver messo dentro la nostra vita la totale dimenticanza di Dio: Dio non c’entra con ciò che vivo. Quando si confesso i bambini si percepisce cosa vivono in famiglia e come il senso religioso sia costantemente avvilito e se non disprezzato, certamente é messo ai margini ... È emblematico che bambini di 9-10 ti dicano di essere troppo impegnati per avere tempo di pensare a Dio. Ecco ... noi, nel nostro modo di vivere, a Dio non lasciamo il tempo per poterci essere.

Allora tornare a Dio per me significa scandagliare i miei desideri più profondi, per fare riaffiorare il bisogno di senso e rimettere al centro quel Gesù che ci ha parlato e continua a parlarci di Dio ogni volta che con le sue parole ci fa sognare ... purché recupera tutto ciò che scartiamo, compresi i nostri fratelli scomodi, gli scartati del nostro tempo, quelli che allora erano i peccatori, le prostitute, le vedove e i lebbrosi; tutti coloro che erano senza speranza. Ma forse gli unici in cui esisteva ancora la domanda su Dio.

Questo vangelo di Matteo vuole lasciarci due idee: la prima idea é che Dio si accosta, ti cerca e ti chiama, e tutto questo avviene nel legame intreccio con la Chiesa alla missione.

La seconda idea è che occorre tornare sempre all'origine dell'incontro con Gesú, e restarci radicati, per imparare a riconoscere Dio; occorre tornare in Galilea, lì lo vedremo.

sabato 25 maggio 2024

Fragili come bambini

Giac 5,13-20 e Mc 10,13-16

Cosa ci insegna questa pagina di vangelo? Forse semplicemente che ciascuno di noi, come un bambino, vive se si sente accolto amato. Chi non è accolto non esiste. Non accettare un bambino è in un certo modo l'inizio di ogni male! Per un bambino essere accolto e amato è fondamentale, come anche tutto gli risulta estremamente spontaneo. Per un bambino essere accolto, amato, ed esprimere il bisogno, la fragilità, la debolezza è come esprimere una richiesta di amorevole cura.