domenica 26 gennaio 2025

Un libro ... ma non solo

Ne 8,2-4.5-6.8-10 Sal 18 1Cor 12,12-30 Lc 1,1-4; 4,14-21

Inquadramento
La Bibbia è il “libro più presente e meno letto” nelle nostre case ... dovrebbe essere alle fondamenta della nostra fede; eppure, lo trattiamo con sufficienza, dimenticanza, quasi fosse un elemento di decoro caro quanto pressoché invisibile. Quando va bene lo utilizziamo ben poco, tanto da accontentarci di una mezza paginetta di lettura domenicale a Messa – per chi ci va –, ma il libro originale lo sfogliano ben in pochi. A questo libro è legato un immaginario religioso presente nella vita di molti italiani benché quasi del tutto ignorato dal discorso pubblico, tra media e cultura. In base a un sondaggio del Censis nel novembre 2024, il 15,3% di “cattolici praticanti” la Bibbia in quanto tale è ancora un libro degno di nota. Ma dei praticanti che ormai sono il 10% di chi si riconosce ancora cattolico, cioè il 71,1% degli italiani.
Un anno di Grazia già iniziato.
Nelle parole e nell'agire di Gesù, il suo carisma sacerdotale, profetico e regale, annunciano la piena realizzazione dell'anno di grazia dell'anno giubilare. Gesù non sta raccontando una parabola, e neppure annunciando una profezia di compimento, egli dice che lì a Nazareth, quel giorno si è compiuta la scrittura e che quel compimento è per sempre. Quel rotolo di Isaia da profezia diviene realtà concreta ... non è semplicemente qualcosa di importante, non è solo una parola scritta, non è solo memoria e promessa, ma quel giorno a Nazaret la parola per quello che realmente è, si realizza in potenza e continua a essere realtà, di cui forse ci siamo un po’ dimenticati.
La concretezza della parola
È straordinario quello che accade davanti alla Legge quando Esdra la porta davanti al popolo, apre il libro e lo legge. Provate a leggere la prima lettura e a immaginarvi in quella folla, a sentirvi parte di quel popolo ritornato dall’esilio ... Provate e provare la gioia della libertà dopo la schiavitù. Provate a lasciarvi attraversare dalla gratitudine per quel Dio che aveva riportato il suo popolo a casa, e ora poteva essere nuovamente lodato, pregato, adorato.
La parola accade, è viva.
Accade nella storia e, pronunciata, si fa evento. La Parola quando può raggiungerci ci tocca e ci trasforma, perché è potenza che attraversa anima e materia.
Ciò che dice il Signore non è un auspicio o una rivendicazione di giustizia che dobbiamo cercare, ma sottolinea e precisa che la profezia di Isaia si è compiuta: vuole dire che non è successo semplicemente qualcosa, magari di bello, ma che tutto quello che è accaduto è un compimento. Qualcosa, cioè, che ha raggiunto la sua pienezza, ha raggiunto il suo scopo, il suo obiettivo, il regno di Dio è vicino, per questo la Parola si è compiuta. Allora, da tutto questo, possiamo trarre un primo elemento, ovvero che all’inizio c’è un compimento. Se il regno di Dio è vicino allora per i poveri vero l'annuncio di gioia, a proclamare la pace, la libertà, la salvezza, la vita ... il compiersi della profezia innesca un principio che si innerva e prende forma nella realtà.
Si è compiuta, non siamo più nel tempo dell’attesa, dell’incertezza, ma siamo nell’oggi della salvezza.

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