Atti 2,14.22-33 e Matteo 28,8-15
Di fronte a questo scatenarsi della propaganda la prima vittima è la verità. La “verità di fatto”. La propaganda di guerra, soprattutto oggi, distorce i fatti, li nasconde o sopprime, o li sostituisce con “immagini” false, mutilando o rovesciando di senso lo stesso linguaggio, abolendo ogni criterio rendendo ogni fatto e avvenimento passibile di invenzione, menzogna o mistificazione. Questo è lo sfondo del vangelo, ma anche della prima fakenews circa il risorto e la risurrezione. Ma il racconto del vangelo non si ferma di fronte alla mistificazione; il vangelo ci propone la risurrezione nella vita, e nella quotidianità. C'è un'altra notizia di cui dare annuncio, è la notizia che le donne vengono a portare al gruppo degli undici. In questo primo giorno della settimana che segue la Pasqua, dobbiamo ricominciare a guardare e a vivere la vita quotidiana riempita di quella fede che nasce dal riconoscimento del risorto come colui che cambia la nostra storia e la riempie di speranza e di amore per il prossimo. La luce della Resurrezione si pone di fronte alla mistificazione e macchinazione dei farisei, che vogliono occultare il mistero di un corpo umano che è anche Dio e che ha portato la nostra umanità a comprendersi in relazione alla sua dignità celeste, e all'essere tutti figli di Dio.
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