lunedì 7 ottobre 2024

Amare per essere felici

Gal 1,6-12 e Lc 10,25-37

Ieri sera un giovanissimo all’incontro del gruppo nella preghiera ha detto che se ci amiamo gli uni gli altri "siamo più felici"... e non ha ascoltato la mia omelia domenicale! Ma forse solamente chi è giovane ha lo sguardo aperto al futuro senza preclusioni e limitazioni. Questo Vangelo di oggi possiamo riassumerlo nella domanda: "Cosa dobbiamo fare per essere felici?". Con molta essenzialità la risposta è: amare dona la vita eterna, cioè amare dona la felicità. Da qui un’altra domanda: Come si ama? E soprattutto, chi si ama?. Gesù nella pratica dell’amore è chiaro: occorre amare chi viaggia sulla strada della tua vita. Il prossimo, cioè chi è nelle tue prossimità. E’ lui da amare.

domenica 6 ottobre 2024

Fin dal principio

Gen 2,18-24 Sal 127 Eb 2,9-11 Mc 10,2-16  

Ci sono pagine della Bibbia che conosciamo fin da bambini, ma in realtà non ne sappiamo nulla, anzi il più delle volte le usiamo a proposito e a sproposito per difendere convinzioni e approcci all’esistenza. In questo senso la pagina evangelica del ripudio della propria moglie è emblematica; come anche la creazione della donna dalla costola del primo uomo. Pagine trasformate in bandiere ideologiche propri degli stessi contesti storico-culturali, li abbiamo trasformati in bandiere, in proclami, in difesa di posizioni antropologiche che di divino avevano e hanno ben poco. Oggi Marco, rifacendosi a Gesù ci spinge ad andare oltre, oltre la stessa legge di Mosè, pur se sacra. Oggi torniamo alla creazione ed ecco che si apre la meraviglia della creazione del femminile.
Genesi racconta al credente come Dio ha posto l’uno accanto all’altra l’uomo e la donna; e come la creazione del femminile è accaduta da un fianco. Non sopra o sotto, ma da un fianco. Perché, seppur strutturalmente diversi, la donna e l’uomo erano l’uno a fianco dell’altra, capaci non di possedere ma di unire, non di dominare ma di custodire, non di schiacciare ma di generare ... generare dei figli di Dio, dei piccoli del regno. Dio ha unito creando, ha plasmato l’essere umano a sua immagine e somiglianza, gli ha donato il suo stesso spirito.
Questa condizione dall'origine permette di guardare alla legge come spazio di pienezza e di rivelazione del mistero di Dio e non come la Gabbia che ci imprigiona rigidamente nella vita.

Assurdità delle Leggi a priori
Anche per molti cristiani e per un certo modo distorto di vivere la fede tutto il relazionarsi con Dio sta nel districarsi tra ciò che è permesso e ciò che è vietato, tra il lecito e l'illecito: "i farisei chiedono se il ripudio è lecito; gli stessi farisei affermano che Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio con cui separarsi dalla moglie. A questi interessa solo sapere cosa si può fare e cosa non si può fare, cosa è permesso dalla Legge e cosa non lo è. Non pensano di poter esprimere un discernimento sulla vita, non credono di esercitare la loro libertà da figli, di usufruire della coscienza, davanti a Dio. Non pensano neppure che è nell’intimo del cuore che è dato di conoscere l’unica legge che Dio ha dato all’uomo, quella dell’amore.

Una legge di vita.
In queste parole del vangelo c'è quindi un modo nuovo e diverso di pensare la propria vita, la propria fede, la relazione con Dio e con gli altri. La vita di fede per quei farisei consiste nell’osservare le norme, nello stare dentro a dei limiti. Per cui se sei un obbediente della legge, puoi sentirti a posto, con Dio e con tutti. Ma la legge e questo stile di vita distaccato dall'umano indurisce il cuore, ci rende egoisti e impermeabili alla misericordia e all'amorevolezza. E se il nostro cuore diventasse un pezzo di pietra nel petto incapace di commuoversi e di stupirsi davanti alla meraviglia del creato e al mistero dell’altro? Sarebbe la nostra rovina.
Le leggi devono permettere di custodire e coltivare il rispetto e la difesa della dignità, il tremore dinanzi alla diversità, l’attenzione e la cura verso chi è nostro compagno di cammino. Dio nell'atto della creazione tutto riconduce alla possibilità di corrispondere all'amore. Un umano che non ama è incompiuto. Gesù ci porta stare nella legge per andare alla sua pienezza, verso ciò per cui ciascuno vive, ci conduce al cuore della vocazione personale ad andare alla propria chiamata, l’altissima dignità insita nell'atto creatore di Dio. Criterio di discernimento è la vocazione di ciascuno, ciò che dentro di noi dice chi siamo.

Essere come bambini.
Non è un nostalgico attaccamento a dei ricordi fanciulleschi o ad atteggiamenti pueri, essere piccoli, essere bambini è condizione di chi davanti a sé pone ogni possibile cambiamento, cioè la conversione e ogni reale possibilità cioè lo stupore di fronte alla realtà che ci pervade. Essere piccoli per essere bambini è avere il coraggio di rimettersi sempre in gioco anche dopo l'ultimo litigio. Poi sorprendentemente i piccoli, i bambini, i figli sono il frutto dell'amore e come tali hanno il diritto di chi è erede ... eredi del regno di Dio.

sabato 5 ottobre 2024

Settantadue bambini

Gb 42,1-3.5-6.12-16 e Lc 10,17-24

Tutta la nostra vita cristiana deve essere un farci piccoli, una continua conversione dal grande al piccolo. In realtà basterebbe poco, ma tutti i "grandi" si sono dimenticati di cosa significa essere piccoli. Ogni adulto per accogliere il mistero di Dio deve tornare a sé stesso e recuperare con meraviglia e stupore il suo essere stato bambino. Farsi piccoli non necessariamente é identificarsi con un bambino, ma l'essere come un bambino porta con sé tutte quelle condizioni che corrispondono all'essere piccoli che credono al Vangelo,  e fanno della loro fede il criterio della vita. Ciò che vede Gesù nei settantadue è essere come bambini, vittoriosi sul male.

venerdì 4 ottobre 2024

Il vantaggio della piccolezza

Gal 6,14-18 e Mt 11,25-30

Da dove deve parte il nostro cammino incontro a Cristo? Deve partire dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Questa esperienza di Gesù è parte della piccolezza che egli stesso propone a chi vuole seguirlo.  Possiamo entrare in questo spazio di fiducia e abbandono se anche noi viviamo con umiltà e ci riconosciamo piccoli, quei piccoli ai quali, proprio perché “piccoli”, il Padre ha deciso di rivelare i misteri del Regno. Questa condizione di "piccolezza" è lo spazio in cui il Padre, Dio,  proprio perché ci vuole bene e vuole il nostro bene si rivela a noi: egli ci si fa conoscere attraverso la nostra piccolezza.




giovedì 3 ottobre 2024

La vera missione

Gb 19,21-27 e Lc 10,1-12

Essere cristiani significa essere missionari. Non è un opzionale ma una condizione connaturale della fede in Cristo. Quando pensiamo alla missione la leggiamo immeduiatamente al distacco ... all'andare altrove ...,  e questo ci mette subito in difficoltà perché siamo dei nidificatori, degli insicuri bisognosi di solidi approdi.
Ma la  missione è prima di tutto uscire da noi stessi per andar incontro all’altro. La particolarità è nel modo in cui Gesù ci invia: "Ecco vi mando come agnelli in mezzo ai lupi". Non conquistatori di proseliti e neppure una potenza sovverchiante in mezzo adaltre potenze ... ma agnelli ..., cioè aperti all'altro nella semplicità di ciò  che si è.


mercoledì 2 ottobre 2024

Ci vuole un Angelo

Es 23,20-23 e Mt 18,1-5.10

Il mondo contemporaneo secolarizzato fatica sempre più a credere negli angeli. Roba da bambini? Ma siamo proprio sicuri che ci siamo solo noi in questo universo sconfinato? Forse ci vuole proprio un cuore e una mente da bambino per capire che oggi noi adulti dovremmo ringraziare gli angeli che sono ancora in grado di proteggerci e di custodirci. Forse i bambini di oggi sono coloro che stanno vivendo sulle loro spalle la fragilità e l’insicurezza di questa nostra storia,e per questo possono vedere gli angeli. Non solo i bambini hanno bisogno di protezione, ma paradossalmente solo loro hanno il cuore per cercare la loro protezione e accoglierla.

martedì 1 ottobre 2024

Il prezzo della elezione

Gb 3,1-3.11-17.20-23 e Lc 9,51-56

Quando ci sentiamo un gruppo eletto, o addirittura migliori perché cristiani, in realtà siamo già fuori dalla proposta del vangelo. L'elezione non è mai una esclusione, ma è una vocazione di servizio, che ti riporta a stare di fronte alla diversità e alla complessità del mondo. Nel Vangelo di oggi, Giacomo e Giovanni dimostrano come esiste sempre la tentazione di essere degli eletti, ma di fronte a questa tentazione Gesù li ha educati pian piano alla misericordia, unica possibilità per restare con i piedi per terra in un cammino di fratellanza.