Gen 2,18-24 Sal 127 Eb 2,9-11 Mc 10,2-16
Ci sono pagine della Bibbia che conosciamo fin da bambini, ma in realtà non ne sappiamo nulla, anzi il più delle volte le usiamo a proposito e a sproposito per difendere convinzioni e approcci all’esistenza. In questo senso la pagina evangelica del ripudio della propria moglie è emblematica; come anche la creazione della donna dalla costola del primo uomo. Pagine trasformate in bandiere ideologiche propri degli stessi contesti storico-culturali, li abbiamo trasformati in bandiere, in proclami, in difesa di posizioni antropologiche che di divino avevano e hanno ben poco. Oggi Marco, rifacendosi a Gesù ci spinge ad andare oltre, oltre la stessa legge di Mosè, pur se sacra. Oggi torniamo alla creazione ed ecco che si apre la meraviglia della creazione del femminile.
Genesi racconta al credente come Dio ha posto l’uno accanto all’altra l’uomo e la donna; e come la creazione del femminile è accaduta da un fianco. Non sopra o sotto, ma da un fianco. Perché, seppur strutturalmente diversi, la donna e l’uomo erano l’uno a fianco dell’altra, capaci non di possedere ma di unire, non di dominare ma di custodire, non di schiacciare ma di generare ... generare dei figli di Dio, dei piccoli del regno. Dio ha unito creando, ha plasmato l’essere umano a sua immagine e somiglianza, gli ha donato il suo stesso spirito.
Questa condizione dall'origine permette di guardare alla legge come spazio di pienezza e di rivelazione del mistero di Dio e non come la Gabbia che ci imprigiona rigidamente nella vita.
Assurdità delle Leggi a priori
Anche per molti cristiani e per un certo modo distorto di vivere la fede tutto il relazionarsi con Dio sta nel districarsi tra ciò che è permesso e ciò che è vietato, tra il lecito e l'illecito: "i farisei chiedono se il ripudio è lecito; gli stessi farisei affermano che Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio con cui separarsi dalla moglie. A questi interessa solo sapere cosa si può fare e cosa non si può fare, cosa è permesso dalla Legge e cosa non lo è. Non pensano di poter esprimere un discernimento sulla vita, non credono di esercitare la loro libertà da figli, di usufruire della coscienza, davanti a Dio. Non pensano neppure che è nell’intimo del cuore che è dato di conoscere l’unica legge che Dio ha dato all’uomo, quella dell’amore.
Una legge di vita.
In queste parole del vangelo c'è quindi un modo nuovo e diverso di pensare la propria vita, la propria fede, la relazione con Dio e con gli altri. La vita di fede per quei farisei consiste nell’osservare le norme, nello stare dentro a dei limiti. Per cui se sei un obbediente della legge, puoi sentirti a posto, con Dio e con tutti. Ma la legge e questo stile di vita distaccato dall'umano indurisce il cuore, ci rende egoisti e impermeabili alla misericordia e all'amorevolezza. E se il nostro cuore diventasse un pezzo di pietra nel petto incapace di commuoversi e di stupirsi davanti alla meraviglia del creato e al mistero dell’altro? Sarebbe la nostra rovina.
Le leggi devono permettere di custodire e coltivare il rispetto e la difesa della dignità, il tremore dinanzi alla diversità, l’attenzione e la cura verso chi è nostro compagno di cammino. Dio nell'atto della creazione tutto riconduce alla possibilità di corrispondere all'amore. Un umano che non ama è incompiuto. Gesù ci porta stare nella legge per andare alla sua pienezza, verso ciò per cui ciascuno vive, ci conduce al cuore della vocazione personale ad andare alla propria chiamata, l’altissima dignità insita nell'atto creatore di Dio. Criterio di discernimento è la vocazione di ciascuno, ciò che dentro di noi dice chi siamo.
Essere come bambini.
Non è un nostalgico attaccamento a dei ricordi fanciulleschi o ad atteggiamenti pueri, essere piccoli, essere bambini è condizione di chi davanti a sé pone ogni possibile cambiamento, cioè la conversione e ogni reale possibilità cioè lo stupore di fronte alla realtà che ci pervade. Essere piccoli per essere bambini è avere il coraggio di rimettersi sempre in gioco anche dopo l'ultimo litigio. Poi sorprendentemente i piccoli, i bambini, i figli sono il frutto dell'amore e come tali hanno il diritto di chi è erede ... eredi del regno di Dio.
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