giovedì 31 ottobre 2024

Lacrime di vita

Ef 6,10-20 e Lc 13,31-35

Gerusalemme in Luca è il luogo del compimento; in tutti i Vangeli Gesù sale a Gerusalemme, il suo cammino si conclude nella citta santa. Gerusalemme rappresenta il centro del mondo, il centro della storia e del tempo, come anche della salveza. Questa visione si scontra con il destino di passione e morte del Signore, ma è proprio in tutto questo che si rivela il compimento che è la risurrezione. Queste parole di Gesú trovano eco sul monte degli ulivi, al "Dominus Flevit" dove il Signore ha pianto su Gerusalemme ...
Oggi quelle parole risuonano su questo nostro mondo globale per ricordarci che le la crime del Signore annunciano sempre la risurrezione. 

mercoledì 30 ottobre 2024

Si salvano i primi o gli ultimi

Ef 6,1-9 e Lc 13,22-30

"Signore sono pochi quelli che si salvano?"
"Si salvano tutti, tranquillo", o perlomeno "Moltissimi vedrai che si salvano…"
Beh ecco questa sarebbe stata una risposta rassicurante che ci andrebbe bene. Gesù risponde: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno!". È una risposta che include ed ammette anche l'esclusione. La salvezza ci vuole coinvolgere in una assunzione di responsabilità circa il nostro modo di vivere e di avere fede. Occorre entrare nella logica che ribalta ciò che è promo e ultimo, cioè le nostre categorie di giudizio piene di ipocrisia.

martedì 29 ottobre 2024

Un regno utile

Ef 5,21-23 e Lc 13,18-23

Il granello di senape è immagine del Regno di Dio: una realtà umanamente piccola e apparentemente irrilevante. Per entrare a farne parte bisogna essere poveri nel cuore; non confidare nelle proprie capacità, ma nella potenza dell’amore di Dio; non agire per essere importanti agli occhi del mondo, ma preziosi agli occhi di Dio, che predilige i semplici e gli umili. Quando cerchiamo di vivere così, in noi irrompe la forza di Cristo e noi stesi diventiamo una scintilla di speranza e di verità, il fermento di un mondo nuovo e di una storia trasformata. Essere parte del regno ci apre alla fiducia nonostante i drammi, le ingiustizie, le sofferenze che incontriamo.

lunedì 28 ottobre 2024

Cerca proprio me

Ef 2,19-22 e Lc 6,12-19

Gesù prega, Gesù chiama, Gesù sceglie, Gesù invia i discepoli, Gesù guarisce la folla. Questa nostra Chiesa è edificata sul fondamento degli Apostoli; ed è ciò che nasce come conseguenza di tutto cio che fa, e dice il maestro. Anche oggi la Chiesa è la conseguenza della chiamata che il Signore fa a ciascuno. Una chiamata personale che non resta solitaria, ma ci rende gruppo, comunità, ci riunisce insieme per seguirlo. Ciascuno in un modo particolare, con un incarico specifico e speciale. Il Signore rinnova la sua chiamata proprio lì, nella nostra poca fede, perché il Signore non ci abbandona e ma vuole proprio me in questo essere nel mondo con lui.

domenica 27 ottobre 2024

Conseguenze del vederci bene

Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

Siamo ormai alle porte di Gerusalemme, ovvero nel cammino (sulla strada) che porta Gesù a Gerusalemme, l’evangelista ci presenta un cieco e vuole creare un legame tra Bartimeo e gli altri personaggi, Bartimeo, infatti, è la figura del discepolo, di colui che segue Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme.

Ecco questo è il senso di questa pagina di vangelo: ci fornisce le coordinate del nostro cammino, della nostra sequela.

Bartimeo è una persona chiamata, (il verbo chiamare ricorre tre volte) e la sua chiamata dice qualcosa sulla vita dei discepoli, che non sono persone perfette, diverse, migliori, ma bisognose, come tutte, di salvezza, di luce. Gesù chiama persone fragili e, chiamandole, le può guarire nel mentre lo seguono nel compiere la volontà del padre.

Bartimeo è il discepolo che lascia tutto ciò che ha, proprio come avevano fatto i primi chiamati. Non per uno sforzo di volontà, ma perché ha trovato il tesoro, qualcosa di più grande e di più importante della propria sicurezza di vita.

Infine, ultimo Bartimeo, segue Gesù proprio come i discepoli sono chiamati a seguirlo.

Bartimeo però ci dice che seguire il Signore Gesù non significa solo andargli dietro. Seguirlo significa imparare a guardare la vita, le situazioni, con il suo stesso sguardo. Per questo l’ultimo miracolo, il miracolo capace di creare un discepolo, è una guarigione dalla cecità, perché il discepolo è colui che piano piano impara a guardare le cose dal punto di vista stesso di Dio.

Come Bartimeo anche noi possiamo pensare di vivere alcune esperienze in relazione a Gesù:

- dal grido disperato o rabbioso alla preghiera intima e confidente;

- dall’essere seduto e passivo all’essere in cammino e missionario;

- dall’essere cieco nel tuo buio all’essere vedente la luce che è cristo;

- dall’essere mendicante che dipende ed è limitato all’essere una persona libera;

Perché ogni discepolo, dall’incontro con Gesù, esce trasformato; immedesimarsi in un processo di trasformazione è il fine della nostra esperienza di fede, dove riconosciamo cosa Gesù è capace di fare per ciascuno uno di noi.

 

Vedere nella fede

Signore Gesù, insegnaci a credere.

Insegnaci a coltivare una fede

fatta di fiducia e di affidamento,

ma anche capace di osare, di scattare a ogni tua parola.

Apri i nostri occhi, spalanca il nostro cuore

e aiutaci a credere.

Tu, Figlio di Dio e nostro fratello,

sulla tua parola, insegnaci ad alzarci,

a scattare, a non restare nel buio,

per lasciarci raggiungere dalla tua luce. Amen.

sabato 26 ottobre 2024

Pazienza

Ef 4,7-16 e Lc 13,1-9

Dio é diverso da come lo raccontiamo e da come ce lo hanno raccontato. Un tale - della paeabola -, ha piantato il fico da tre anni e vede che continua a non portare frutti e chiede di tagliarlo. Gesù - il vignaiolo - vede ancora una possibilità e si mette a zappare e a concimare le radici del fico sterile. Così è il Dio padre per Gesù: un Dio diverso. La parola che meglio lo rappresenta è la parola pazienza. Una parola che per noi esprime un tempo di attesa ma visto che Dio è eterno, la pazienza è altro. Pazienza é il suo amare ciascuno, perché ama e sa che nessuno è perduto, se gli viene data la possibilità di reagire all'amore e crescere. Lasciamoci zappettare intorno, e concimare dalla Parola che nutre le nostre radici, poi vedremo.

venerdì 25 ottobre 2024

Urgenza di discernere

Ef 4,1-6 e Lc 12,54-59

Ma perchè non sappiamo leggere il tempo in cui viviamo? E neppure i segni dei tempi? Ci sono dei segni, nella realta in cui viviamo che ci portano - se siamo discepoli - a fare delle scelte, ad avere un pensiero, a capire dove andiamo. Dobbiamo imparare a vedere le emergenze e soprattutto a riconoscerle come tali, perché in tali emergenze impariamo ad esercitare un’operazione di grande intelligenza: discernimento a cui ci chiama Gesù.