CUSTODIRE LA PAROLA ... don Fabio Gennai

di don Fabio Gennai

domenica 30 novembre 2025

Noè attese con l'ombrello

Is 2,1-5   Sal 121   Rm 13,11-14   Mt 24,37-44

AVVENTO
Il nostro Avvento sarà come una finestra, che di settimana in settimana puliremo così i vetri faranno passare la luce e vedremo come attraverso i vari personaggi di Avvento Dio si avvicina, ci prende e attira a sé.
La finestra pulita permetterà di vedere Gesù che nasce, cioè che è realmente immerso nella realtà che viviamo. Perché dire che Gesù nasce, significa ammettere che esiste e che interagisce con la nostra realtà.
Essere e vivere l'avvento, l'attesa ... non può essere un esercizio di pazienza temporale
e nemmeno l'atteggiamento di chi aspetta un autobus oppure il proprio turno ... Attendere significa lasciarsi avvicinare e coinvolgere con colui che arriva, che è arrivato e che arriverà.

AVVENTO partendo dal desiderio di Dio ... non posso attendere chi non desidero venga a me ... c'è una profonda relazione tra attendere, avvento e desiderio. Il desiderio riempie la mia attesa e mi impedisce di preferire gli occhi chiusi, a volte tranquillizzanti, o le attese vigili ricolme di tensioni ansiogene legate alla vita di tutti i giorni.
E' importante rendersi conto che la venuta del Signore è tale pure in questo nostro tempo stanco e segnato delle infinite guerre che stanno falciando milioni di bambini, ragazzi, giovani, uomini, donne e anziani. Egli viene ponendosi di fronte al nostro libero arbitrio che ci permette di essere protagonisti del suo venire come anche lo siamo della violenza, dei soprusi, della morte, della emarginazione, della povertà e delle ingiustizie.

L'AVVENTO significa uscire da noi stessi e dalle nostre certezze umane e prepotenti sicurezze per andare verso Dio, frequentarlo, imparare le sue vie, camminare per i suoi sentieri. Il che comporta evitare tutto ciò che non viene da Dio e non ci porta a Dio
Ed è qui che possiamo iniziare a comprendere come la vicinanza di Dio a una esplicita manifestazione nel suo farsi carne che ha da subito coinvolto la nostra libertà circa il nostro accoglierlo, il dare senso pieno alla nostra vita ... usare della vita per vivere e agire come Dio. In realtà l'avvento è una grande e gratuita scuola in cui si impara accogliendo Dio nel suo vivere con noi l’arte dell’amore.

SIAMO DISCEPOLI DEL PRINCIPE DELLA PACE. La pace sia il più grande tra i desideri da coltivare in questo prezioso tempo di attesa. Proviamo a sceglierla, proviamo a costruirla, imparando dal Signore, dalla sua vita, dalla sua parola, dai suoi gesti, dal suo essersi fatto carne per noi.

La Finestra della Pace: Apriamo la finestra per far entrare una nuova luce che illuminerà ogni cosa. Puliamo i vetri per non vedere più offuscato. Togliamo le ragnatele e lasciamo entrare una nuova corrente, il vento dell'Avvento, per rinnovare e rinfrescare ogni cosa.
Noè ci dice: svegliatevi, state allerta! Se vedete che sta per piovere, siate preparati e prendete un ombrello. Noè nel suo tempo - come diceva Gesù -, mentre facevano le loro cose, e non si preoccupano dei segni del diluvio ...  e ... perirono tutti ... lui invece diviene un segno di salvezza, la sua arca salvò uomini e animali, maschi e femmine.

Vegliamo dunque sapendo che come il più furbo dei ladri viene il Signore ...quindi si avvicinerà e si svelerà nella normalità del quotidiano ... Questo tempo ci insegna ad attenderlo e come attenderlo: disposti alla sorpresa ma una bella sorpresa!
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sabato 29 novembre 2025

Sogni e realtà concatenati

Dn 7,15-27 e Lc 21,34-36

Turbamento ..., bisogno di spiegazione... Daniele sa che quella visione non è soltanto un sogno, ma che in realtà racconta qualcosa, svela verità importanti a cui deve prestare attenzione. Daniele sa che deve comprendere le visioni per compiere ciò che il discernimento degli eventi richiede. Chiede aiuto per decifrare questo sogno così angosciante, per affrontare il turbamento che gli lascia nel cuore questa visione.

Dopo queste situazioni di morte, finalmente il potere sarà dato ai santi dell’Altissimo. Ancora una volta Daniele vede che, per trovare pace e serenità, il popolo di Dio deve passare attraverso la tribolazione e il dolore. Ancora una volta si compie il disegno di salvezza attraverso l’affidamento a Dio.

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venerdì 28 novembre 2025

Dopo le bestie ... il Figlio dell’uomo...

Dn 7,2-14 e Lc 21,29-33

Daniele nelle sue visioni (immagini bellissime) rilegge la drammaticità della storia e la tensione del cammino degli uomini verso la fine, quando apparirà il vegliardo. Il “re” potente che libererà il popolo d’Israele dai popoli che lo hanno conquistato e oppresso. Il popolo d’Israele ha in sé, anche oggi, almeno nella componente ortodossa e più osservante, l’aspettativa, la speranza e la certezza che prima o poi arriverà questo liberatore al quale "gli furono dati potere.. E il suo regno non sarà mai distrutto". Alla luce di ciò, è più facile comprendere l’aspettativa riposta e disattesa anche in Gesù. Per noi l'immargine della visione di Daniele vuole esprimere il contenuto dell'attesa della rivelazione di Dio attraverso il contenitore della storia e del tempo dell'uomo. 
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giovedì 27 novembre 2025

Quel Dio che tu servi con perseveranza ...

Dn 6,12-28 e Lc 21,20-28

Racconti antichi ma che risuonano in situazioni concrete e reali della nostra quotidianità. L'invidia nei confronti di Daniele, che divine discredito per le qualità e i carismi dell'altro; la discriminazione verso un uomo appartenente a un popolo diverso, quindi non degno di esere considerato sullo stesso, piano degli altri ... I temi che oggi affrontiamo come il problema della integrazione culturale e dello scarto chiedono una profonda riflessione da parte nostra e anche una apertura della mente e del cuore,  che ci ponga in più punti di osservazione. Come Daniele occorre riconoscere che la virtù della perseveranza, cioè l'affidamento e la relazione intima con Dio, permettono di abitare le fragilità e i conflitti con la certezza che Dio ci salva da ogni ingiustizia che subiamo o che procuriamo ai nostri fratelli.

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mercoledì 26 novembre 2025

Parole vere e vive

Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 e Lc 21,12-19


Daniele dice al re Baldassàr - senza mezzi termini -, che egli ha servito déi che non hanno vita, che non hanno potere, che sono finti e senza valore. Gli dice anche che ha ignorato il vero Dio, l’unico vivo e vero, che ha potere sulla sua vita e sul suo destino. Per cui tutto per lui giunge al compimento: "Mene, Tekel, Peres". L'esito di quelle parole corrisponde a dare senso e giudizio alla vita - anche alla nostra -, quando ci viene chiesto di come spendiamo la nostra vita, chi abbiamo adorato e di chi abbiamo ignorato. È una immagine fortissima che stride con un Dio misericordioso e paziente che perdonata e che mi accoglie nel mio limite, ma è proprio questo Dio che da senso al mio esistere.


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martedì 25 novembre 2025

Svelare la realtà

Dan 2,31-45 e Lc 21,5-11

Forse anche a noi piacerebbe saper comprendere e interpretare la realtà in cui viviamo e riconoscere come Dio ci parla in modo concreto e diretto … Ma ecco che per chi crede tutto è segno, è la capacità di leggere con, occhi limpidi che sappiano cogliere l’orizzonte di verità, bontà e bellezza che nonostante tutto la realtà pietà in se stessa. Il re Nabucodònosor fa un sogno che gli lascia un grande turbamento, ma solo Daniele gli svela il sogno che la sua interpretazione. Il suo vedere mette in evidenza il limite umano e ugualmente come la fede in Dio apre a sguardi impensabili, capaci di discernere i segni che il Signore.
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lunedì 24 novembre 2025

Oltre ogni obbligo, la Legge

Dn 1,1-6.8-20 e Lc 21,1-4

Questo brano di Daniele ci vuole insegnare che la Legge va osservata in ogni circostanza e che la fedeltà alla legge è un punto di forza. La situazione in cui si trova Daniele si ripresenta ai nostri giorni per molti cristiani. Davanti all’obbedienza alla propria fede, ci sono tre alternative: la prima è rinuciare a ogni osservanza abbandonandola; la seconda è accettare dei compromessi che imbrigliano e tolgono coerenza; la terza alternativa è accettare con mitezza, rimanendo in segreto fedeli alla Legge, come fanno Daniele e i suoi compagni. Questa terza possibilità dona speranza e dimostra quanto significhi fidarsi e affidarsi a Dio, lasciare che sia lui a guidare le nostre azioni, a tracciare e accompagnare la strada da percorrere. 

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sabato 22 novembre 2025

 2Sam 5,1-3    Sal 121    Col 1,12-20   Lc 23,35-43

 
Domenica prossima inizieremo a dire Gesù viene ...  Viene, nonostante tutto, e nonostante noi. Viene, anche se siamo presi da altro.

Viene, anche se molte cose prosciugano la nostra attenzione.

Viene, anche se il nostro cuore non ha molto spazio da dargli, o forse non ne ha più.

Ma oggi, il suo venire è il metterci di fronte al momento della sua massima debolezza, un Re dell'universo fragile e di nuovo tentato dalla forza e dal potere.

I capi lo deridevano: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto"; ecco senza un minimo di umanità, senza un po’ di compassione ...

Ma è di fronte a tutto questo che la tentazione viene vinta con la debolezza del perdono: "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno".

Poi l'evangelista aggiunge: ... il popolo stava a vedere.
È con questa immagine che oggi siamo chiamati a confrontarci, e a cercare d'essere un popolo che non solo sta a guardare passivo, ma un popolo che reagisce, che è attivo ...: noi siamo il suo popolo ... Lui è il nostro re ...

Alla fine di questa storia tutti si scostano da Gesù:
- i capi lo deridono, non hanno un minimo di compassione per un impostore ... Una delle prove che Gesù non è stato il Messia, il Cristo d’Israele, è che il Messia non poteva morire.

- i soldati romani, lo deridevano, “lo schernivano”, si prendono gioco di Lui, una burla, gli si accostavano per porgergli dell’aceto che è l’immagine dell’odio. Nel Salmo 69,22 si dice: "quando avevo sete mi hanno dato l’aceto”; e dicevano “se tu sei il re dei giudei" ..., ecco che di nuovo ritorna questa tentazione, "salva te stesso".

Ma Gesù il nostro Re non è qui per salvare se stesso, ma noi tutti ... egli salva chi è perduto, tutti i perduti ... 

E salva perché è il re!

La scritta della condanna è bellissima anche se con una forte ironia derisoria: "costui è il Re dei giudei", ovvero "il Re dei giudei è questo". È l’unica scritta circa Gesù nella sua vita, ....  per prenderlo in giro. Questo è il Re dei giudei, cioè, che razza di Re è questo! Quindi è un’espressione che indica il massimo disprezzo.

Ma Luca ci conduce subito altrove ... "Uno dei malfattori, umilia e denigra Gesù ... l'altro invece, un criminale e un delinquente riconosce la realtà di Gesù, quella realtà che Gesù è innocente, e si rivolge a Gesù e gli chiede: “Gesù ricordati di me ...”.

Questo ricordare fa parte del linguaggio di tenerezza, di bontà, di amorevolezza ...

Ma mentre il bandito aveva chiesto” ricordati” quando entrerai nel tuo Regno quindi non immediatamente, la risposta di Gesù è immediata: "oggi stesso ..."; quindi non un domani, non nel tempo, ma oggi stesso, immediatamente, sarai con me nel paradiso.

La debolezza diventa un luogo di incontro, il luogo per eccellenza dove ciascuno può farsi raggiungere e salvare, dove riprendere il cammino e rinascere con uno sguardo completamente rinnovato.

Il suo popolo non può stare a guardare ... il  suo popolo, noi siamo convocati per agire, per reagire ... "OGGI"

Oggi sarai con me in paradiso... una bella suggestione, Paradiso è una parola di origine persiana e significa giardino ...
Ecco Gesù morto sarà sepolto nel giardino, dove, dopo tre giorni risorge ... Gesù sta forse dicendo a questo malfattore che sarà unito alla sua stessa morte e risurrezione... sarà con lui nel "giardino..."? Immagine anche di quello stesso giardino della creazione ...
Che merito ha questo bandito, per entrare in paradiso?

Non ne ha nessuno merito, ma ha bisogno, l’amore di Dio guarda i bisogni delle persone. Non esistono per Gesù, per la forza del suo amore, non esistono casi impossibili che l’amore di Dio o l’amore di Gesù non possa risolvere.

Che cosa significa essere suo popolo oggi? Cosa significa ricordarci reciprocamente gli uni degli altri?


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Il senso della vita

1Mac 6,1-13 e Lc 20,27-40

Antioco Epìfane, anche se benvoluto sul trono, si è poi ritrovato a morire depresso e solo. Dalla narrazione dei Maccabei apprendiamo che conclude la sua vita vittima dell'apatia che si trasformò in ricerca ossessiva di possesso e di potere che - come tutti i re -, non hanno mai potuto  soddisfare fino in fondo, o se raggiunta non ha mai potuto viverla per sempre. Di fronte a questa condizione non possiamo che porre la forza dell'amore, cercando di vivere ogni giorno con il massimo desiderio di dare il nostro amore per il mondo. Solo con questa prospettiva non saremo mai preda di quell'avarizia dei sentimenti e dell'agire che ha condotto Antioco a una brutta morte.

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venerdì 21 novembre 2025

Riemergere della fede

1Mac 4,36-37.52-59 e Lc 19,45-48

Il brano della prima lettura descrive la purificazione e la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme dopo la sua profanazione da parte di Antioco IV Epifane. Il brano celebra la ripresa dei sacrifici e la dedicazione di un nuovo altare. Gesti che vogliono esprimere una fede ritrovata. La fede è particolare, è quel dono prezioso che alle volte più che perderlo cerchiamo di metterlo noi in una scatola, e nasconderlo così accuratamente che quasi la dimentichiamo. La fede è personale ma ha bisogno di una consapevolezza collettiva, che molto spesso però quando viene disattesa la archiviato e mettiamo in sospensione. La dedicazione del tempio rappresenta un momento in cui ciò che ha occultato la fede viene rimosso, e ciò che rivive è il dono più grande.

 

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giovedì 20 novembre 2025

Lo zelo per il Signore

1Mac 2,15-29 e  Lc 19,41-44

La lettura di questo brano, sembrerebbe descrivere un atteggiamento religioso che oggi definiremmo integralista e che in occidente avrebbe ben poco seguito. Ma in realtà occorre stare di fronte a questo brano senza pregiudizi o strutture culturali che rischiano di giudicare in modo astorico e atemporale. Innanzitutto chiediamoci chi era Mattatìa? Certamente un uomo rispettato dal suo popolo, sicuramente influente per la sua rettitudine d’animo, ma Mattatìa, padre di tanti figli, era ben altro, lui era la sua storia, la storia dei suoi padri, era la sua tradizione che continuava a seguire. Lui era colui che vuole restare fedele al suo Dio, non vuole rinnegava se stesso e la sua famiglia, e continuava a percorrere il cammino dell’alleanza dei suoi padri. Prima di giudicare con sdegno il suo agire morale e il suo zelo, dobbiamo riconoscere che a Mattatìa vuole restare se stesso e aiuta in questo anche me a vivere una vita sempre più piena. 

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mercoledì 19 novembre 2025

Resta la risurrezione

2Mac 7,1.20-31 e Lc 19,11-28

I fratelli Maccabèi sono parte di quella schiera di testimoni che continua a percorrere il tempo e lo spazio umano, e attraversa tutte le generazioni, fecondando la storia... Così nell’eternità la schiera dei testimoni è innumerevole: uomini di ogni tempo, lingua, popolo; ognuno col proprio volto, la propria storia, la propria voce, si unisce a una immensa liturgia del cielo che si appella a Dio. In questo brano tutto converge e rivela la fede nella resurrezione dei morti. È precisamente nell’ambito della persecuzione che si comincia a pensare che i giusti, i quali hanno dato la vita per la loro fede, alla fine dei tempi, quando il popolo entrerà nella pienezza della comunione con Dio, usciranno dal regno dei morti e torneranno in vita per partecipare alla felicità dei loro fratelli. 
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martedì 18 novembre 2025

Diventare testimoni e martiri

2Mac 6,18-31 e Lc 19,1-10

Il re Antioco Epìfane impone il culto delle divinità pagane e la profanazione del Tempio. Ciò significava colpire al cuore la fede in un Dio Unico. È allora che Eleàzaro, dà testimonianza e accoglie il martirio con dignità coronando così la sua esistenza. Per Eleàzaro la testimonianza è adesione, dichiarazione d’amore verso Colui che è.. l’Unico da adorare di generazione in generazione, l’Onnipotente.. Tale testimonianza arriva dopo una lunga vita di preghiera, solo quando la vita diventa preghiera è possibile diventare testimoni e forse anche martiri. Aiutaci, Signore, a coltivare la preghiera! Allora lo Spirito parlerà e opererà attraverso di noi oltre l’indifferenza, l’egoismo, gli idoli.. oltre il Divisore, colui che separa l’uomo dal sogno di Dio.


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lunedì 17 novembre 2025

La bellezza del molteplice

1Mac 1,10-15.41-43.54-57 62-64  e Lc 18,35-43

La storia del popolo di Israele fa memoria - oggi -, di un tentativo di omologazione e di azzeramento identitario; di una integrazione forzata per arrivare alla cancellazione di ogni valore religioso e di ogni differenza, per imporre un ordine nuovo. Tutto questo rappresentò una strategia diabolica per cancellare ogni traccia di fede. Infatti la commistione delle usanze e dei costumi portò anche al sincretismo religioso per il quale accanto alla fede tradizionale si aggiunsero altre forme di religiosità pagane. È questa una vicenda che può gettare luce sul mondo attuale e sulla globalizzazione, per farci comprendere i rischi ma soprattutto la necessità di integrare le diversità identitarie e culturali per non di soppiantarle o ignorarle arbitrariamente.

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domenica 16 novembre 2025

Questa realtà mi fa paura

Ml 3,19-20   Sal 97   2Ts 3,7-12   Lc 21,5-19

Non è per nulla facile mettersi in ascolto di una parola che è così strana e lontana ...
Abituati a Gesù che racconta parabole, che fa miracoli ... questo discorso ci sembra fuori contesto ...
Discorsi di fine ... di morte... di persecuzioni ecc ... non ci piacciono, e diciamo la verità, ci turbano la nostra confort-zone esistenziale.
In questa domenica ci è chiesto di fare un vero atto di fede, di attendere con desiderio che Dio stesso si riveli, si faccia sentire nelle pieghe della nostra fragilità umana, di questa storia dalle tinte scure.
Prima del nuovo Avvento, prima di riprendere il cammino, questa Parola ci fa guardare alla realtà concreta e ci invita a spingerci oltre, nella ricerca di una speranza che dia un senso alla realtà.


Le immagini del vangelo usate da Gesù non differiscono troppo dalla realtà attuale: la distruzione di Gerusalemme, e tutto ciò che ne consegue ... un dramma per tanti ...
Quanto avviene oggi nel mondo potrebbe indurci a credere che tutto stia giungendo alla fine, e che non valga la pena di impegnarsi.
Ma d'altronde non sarà che Gesù ha cercato di raggiungere le paure più profonde e radicate degli uomini e delle donne: la morte, la povertà, la solitudine ... LE NOSTRE PAURE!!
È di fronte a queste paure che nascono dalle nostre fragilità che l'evangelista pone quella domanda che vorrebbe tranquillizzare il nostro cuore: "Maestro quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?"

Gesù però non  vuole dare una risposta rassicurante o che metta tutti di fronte a uno scampato pericolo, ma vuole suscitare nei discepoli uno sguardo di fede sulla storia.

1) Non dobbiamo permettere che gli ingannatori, i maestri di sventura e chi guida le sorti dei popoli con spavalderia, cinismo e fredda determinazione contagino con il virus maledetto dell'indifferenza e dell'egoismo, il germe di speranza che il vangelo pone in noi amici di Gesù.
2) Noi tutti possediamo una speranza,fatta di un amore senza limiti che Dio Padre ha riversato e continuamente riversa su di noi, questa speranza è capace di riempire le fratture che mettono distanza con Dio; di vincere la paura che distrugge la nostra identità di figli di Dio; di rigenerare la vita e l'attesa di tempi nuovi li dove tutto sembra crollare.
3) Gesù chi chiede di non avere paura, e di vincere la paura, quindi di essere uomini e donne di coraggio e di vivere anche lì dove il male sembra averla vinta, occorre stare con Gesù e come Gesù, testimoniando un amore più forte di ogni male. Un amore che rivela Dio stesso e fa nascere l’uomo nuovo, fatto a sua immagine.
4) Avere il coraggio di camminare nella fine, certi che se la fine è la morte ... siamo dei disperati, ma se la fine è la meta che realizza ogni desiderio vero ... allora abbiamo già vinto tutto!

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sabato 15 novembre 2025

Agire da guerriero!

Sap 18,14-16;19,6-9 e Lc 18,1-8

Una immagine inusuale per descrivere la Parola di Dio nel suo agire e operare: “… la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio …”. Ma ugualmente capace di esprimere tutta la forza di una parola che rivela e realizza. Dobbiamo imparare a custodire e guardare le immagini senza per forza reinterpretate a nostro piacimento. Il senso più immediato è che Dio ha osservato la miseria del suo popolo e udito il suo grido, allora manda la sua Parola, il Verbo, a liberarlo dalla schiavitù. Leggere le scritture è un incontro con la parola di Dio che mette in luce le nostre meschinità e ci indica la strada come al popolo eletto nel mar rosso. La parola di Dio trasforma! Ha il potere di trasformare noi e le nostre fatiche, per essere pienamente discepoli e conformare la nostra vita alla mistero di Dio.
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venerdì 14 novembre 2025

Decifrare la bellezza

Sap 13,1-9 e Lc 17,16-27

La bellezza ci circonda, anche se a volte non ce ne accorgiamo il più delle volte dimentichiamo che  è solo manifestazione di un mistero che resta nascosto. È allora che cadiamo nell’errore di mettere al centro della nostra vita la creatura e non il Creatore, trasformando in idolo che ci rende schiavi, ciò che invece è dono! Peccare è proprio questo: “sbagliare la mira”. È a questo punto che ci si prende consapevolezza che la bellezza non soddisfa le domande che abitano la nostra mente. Sapienza è invece riconoscere nella bellezza di ciò che ci è donato: l’amore di Dio,  e ringraziarlo e lodarlo come unico centro della nostra vita e imparare a leggere il mondo come una parabola vivente, che raccontano qualcosa dell'autore. La bellezza è il linguaggio di Dio all’umanità; ma serve un cuore puro per decifrarla.

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giovedì 13 novembre 2025

La sapienza genera gli amici di Dio.

Sap 7,22-8,1 e Lc 17,20-25

La sapienza oggi è presentata come una realtà mediatrice tra Dio e il mondo: sono elencati 21 attributi della sapienza, ispirati alla tradizione biblica e alla cultura greca (Sap 7,22-8,1). Attributi che delineano il bello e il buono che la sapienza donata è capace di suscitare nella nostra umanità. Ma la lettura del testo corre rapidamente alla possibilità che ha la sapienza di rinnovare ogni cosa e di formare anime sante ... amici di Dio e profeti. È proprio questa espressione che rivela tutta la forza e l'originalità della sapienza, che come luce illumina e forgia i Santi anche nel nostro quotidiano.

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mercoledì 12 novembre 2025

Responsabilità e realtà creata

Sap 6,1-11 e Lc 17,11-19

Agli occhi di Dio governare è una grande virtù, ma anche una grande responsabilità. Non significa assoggettare gli altri al proprio potere o alla propria posizione, ma mettersi al servizio di chi ha meno strumenti. Mi piace pensare che i “re … governanti di tutta la terra … dominatori di popoli – si riferiscano non solo ad alcuni ruoli di potere, ma, più in generale a chi in qualche maniera riveste una qualche anche piccolissima responsabilità! Sembra di cogliere l’indicazione che, più alta è la responsabilità, maggiore deve essere l’impegno di “ascoltare …comprendere … imparare … porgere l’orecchio”! In ragione della responsabilità Dio eserciterà il suo giudizio divino: il Signore “esaminerà le opere e scruterà i propositi”! La storia dice quanto sia stata trascurato da chi ha la responsabilità sul creato di realizzare il volere di Dio.

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martedì 11 novembre 2025

L'invidia in origine ...

Sap 2,23-3,9 e  Lc 17,7-10

Papa Francesco spiegava che l’invidia è del Diavolo, e che per invidia dell'uomo, e dell'incarnazione di Dio, egli vuole a distruggere l’umanità. È così che anche nel nostro cuore entra la gelosia, l’invidia, la concorrenza, invece di vivere come fratelli in pace. Così in noi inizia la lotta e la voglia di distruggere  ... La lingua uccide; il chiacchiericcio uccide; la calunnia uccide. Dentro di noi abbiamo la guerra, fin dall’inizio, Caino e Abele erano fratelli, ma la gelosia, l’invidia di uno distrusse l’altro. È la realtà, basta guardare un telegiornale: le guerre, le distruzioni, gente che per le guerre muore. Oggi dobbiamo dirlo chiaramente, ci sono troppi seminatori di odio nel mondo, .... che distruggono.
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lunedì 10 novembre 2025

Quanto siamo sapienti?

Sap 1,1-7 e Lc 17,1-6

Quando mai ci capita di dire: «Quella persona è sapiente»? Se ascoltiamo il linguaggio giovanile sono ben altri i sostantivi usati per definire la persona nelle sue qualità. Ma anche il linguaggio degli adulti evita la parola "sapienza".
La Sapienza ... parola della rivelazione cioè del manifestarsi di Dio; Spirito di Sapienza ... viene da Dio: non te la danno né col diploma né coi punti premio di qualche promozione commerciale, ma è dono dall’Alto che richiede una predisposizione del cuore, il desiderio di cercare Dio, di mettersi in ascolto; è la capacità di affidarsi con un cuore semplice, di fuggire le ingiustizie e di distingue il bene dal male. La Sapienza è la capacità di discernere e giudicare secondo verità ciò che ci succede. In realtà è una delle virtù più importanti da riscoprire e valorizzare per saper leggere i segni dei tempi e vivere una fede concreta, che diventa azione nella vita reale.

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domenica 9 novembre 2025

Il tempio nuovo: Siamo tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in noi.

Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9-11.16-17; Gv 2, 13-22

Oggi festa delle dedicazione del Cattedrale di Roma - San Giovanni in Laterano -la liturgia si concentra nel metterci di fronte a rapporto tra Gesú e il Tempio di Gerusalemme.
Gesù entra nel tempio non come visitatore o come un fedele devoto, ma dice tutto il suo sdegno e la sua rabbia, scandalizzato nel vedere la casa di Dio trasformata in un mercato. Me lo immagino con lo sguardo che si accende e le mani che sferzano chiunque; improvvisi e potenti sono i suoi gesti: tavoli rovesciati, monete che rotolano a terra, colombe che volano via.
Un gesto che è ben altro che violenza ... Il vangelo vuole farci entrare nel  nuovo tempio che Gesù realizza, edifica a partire dal suo stesso corpo che è la Chiesa.
Oggi dobbiamo evitare di ingessarci nuovamente in un Tempio fatto di liturgie sterili e rigide, di sacrifici rituali inutili e di tradizionalismi consolatori.
Gesù, porta aria nuova, il suo respiro puro, vero, originario; il suo agire vuole liberarci dall'idea di un sacro simile a una gabbia di consolazioni e privilegi; ci libera dalle logiche di potere, convenienza e calcolo; ribalta i nostri compromessi; ci ricorda che tutto ciò che è sacro non si compra e non si vende. È gratis, come l’amore del Padre.
Liberati dalla gabbia delle pietre o della bottega del sacro, Gesù cioffre uno sguardo libero sul suo corpo, vero Tempio e vera Chiesa di cui noi siamo parte e che ha un solo scopo la salvezza insieme. Il suo corpo ci fa comunione, il suo corpo é il solo vero e necessario sacrificio; il suo corpo ci porta Dio che abita nella nostra umanità e fa della nostra umanità... di tutti gli uomini e donne, la sua casa il suo vero Tempio.
È questo il suo tempio, il luogo in cui raggiungerlo; la porta del sacro è il luogo dove batte la vita con il suo pulsare, è quello lo spazio in cui incontrarsi.
Noi siamo tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in noi. È uno straordinario punto di partenza, una fondamentale convinzione che dobbiamo tenere in mente e coltivare. Crederci o non crederci fa la differenza. Cambia il nostro modo di vivere come persone, ma cambia anche il nostro essere Chiesa.
E qui si comprende cosa significa amare la Chiesa, e avere cura della comunità... prendermi cura con amore e abitare lo spazio della comunità e della sua stessa vita.
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sabato 8 novembre 2025

I volti della comunità

Rm 16,3-9.16.22-27 e Lc 16,9-15

In questo brano sembra che Paolo voglia dare volto alle persone. La comunità è composta di persone con storie e ruoli diversi. È la Chiesa di Roma, una realtà ricca di persone per le quali Paolo manifesta il sentimento della gratitudine che li unisce nello Spirito. Questo elenco di nomi non può non ricordarci come le nostre comunità siano composte di uomini e donne, ognuno con i propri carismi e anche con i propri difetti. E, comunque, sono queste persone che fondano la comunità. Se le nostre comunità sono formate da persone, sono le persone a cui dobbiamo essere vicini.

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venerdì 7 novembre 2025

Un annuncio quotidiano

Rm 15,14-21 e Lc 16,1-8

Paolo chiude la lettera parlando di sé, e mettendo in chiaro il suo modo di correggere le comunità, ma ugualmente con estrema umiltà si scusa, se i toni sono stati talvolta audaci, ma quanto ha fatto è nato solo dallo zelo di annuncuare il vangelo e per la loro santificazione. Cosa dice a noi oggi Paolo?
Credo che ci riporti a considerare l'annuncio del vangelo (viverlo) come normalità del nostro quotidiano rispetto a tutte le persone che incontriamo nella nostra giornata, senza anteporre Noi a Lui, a Gesù Cristo.
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giovedì 6 novembre 2025

Essere uniti a Cristo genera la nostra fraternità

Rm 14,7-12 e Lc 15,1-10

Essere cristiani implica la necessità di «vivere per il Signore ...», che si concretizza nel nistro rapporto personale con Cristo e ci. Oinvolge in tutta ka nostra vita ... e morte ... un vincolo che coinvolge chiunque è disposto ad aprirsi a lui. In questo rapporti il credente ritrova il senso vero della sua vita, e di conseguenza trova spontaneo aprirsi all’altro, generamdo così una autentica fraternità. È in qypuesta fraternita che nella Chiesa nessuno è “padrone” dell’altro, ma fratello dell’altro, legato da un bene incondizionato che deriva dall'essere in comunione con Cristo. Nella nostra giornata cerchiamo di creare comunione con tutti i fratelli, non giudichiamo, ma cerchiamo di comprendere e dialogare.


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mercoledì 5 novembre 2025

La carità riempie

Rm 13,8-10  e Lc 14,25-33

Paolo esprime nel suo parlare una lucida concretezza, al punto che l'amore, la carità  divenne norma di discernimento e di senso degli aspetti umani sociali e politici. Ecco che l’amore degli uni per gli altri Sta alla base di ogni “servizio” laico e credente, civile e religioso. L’assoluto del comandamento «Amerai il tuo prossimo come te stesso» rende superflui tutti i dettagli di ogni altro comandamento. Attenzione, per Paolo il prossimo non è solo “il mio fratello” ma anche “lo straniero”, anzi “tutti i miei fratelli e tutti gli stranieri”. Questa ultima affermazione è molto importante per la nostra vita quotidiana: ogni nostro atteggiamento quotidiano deve essere intriso di carità verso chiunque, ma ancora di più: se ricopriamo servizi sociali, politici, civili e religiosi, dobbiamo sottostare alle leggi umane, ma l’amore verso il prossimo in senso lato deve essere il motivo del nostro agire.
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martedì 4 novembre 2025

Siamo membra gli uni degli altri.

Rm 12,5-16 e Lc 14,15-24

Ciascuno di noi ha un ruolo diverso anche rispetto alla edificazione della Chiesa; ora la relazione con Cristo rappresenta il nucleo centrale, di ogni relazione ecclesiale, ma non solo. Infatti in Cristo tutti siamo membra gli uni degli altri.
La riflessione di Paolo ci riporta un concetto già espresso a Corinto e cioè che quanti possiedono carismi, devono comportarsi come membra di un unico corpo: la Chiesa quindi nella relazione con Cristo permette a tutti di inserire la propria diversità nell'armonia di gesti fraterni e reciproci. La fraternità deve animare tutto, e allora esprimerà l'umiltà di Cristo che è salito sulla croce per salvarci.
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lunedì 3 novembre 2025

Promesse irrevocabili

Rm 11,29-36 e Lc 14,12-14

Questo brano della lettera ai Romani, parole dette inoltre da un ebreo di razza come Paolo, getta luce e discernimento sulla realtà attuale e su tutta la questione legata all’antisemitismo che oggi sembra riemergere, se mai si era spento, nel mondo occidentale. “Dio è imparziale con tutti” e il suo sguardo va oltre i confini di un solo popolo. Di fronte alle incoerenze della storia umana, le promesse di Dio essendo irrevocabili, conducono alla salvezza anche in un percorso accidentato e pieno di umane contraddizioni. Alla sensazione di smarrimento che può dare tale immensità dell’agire di Dio secondo misericordia, dobbiamo riconoscere tuttavia, la fiducia verso il suo disegno di salvezza che non abbandona nessuno, che vigila su tutti, che non fa distinzioni di nessun genere. Diamo lode a Dio. Sempre! Che la nostra giornata sia piena di lode a Dio.

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domenica 2 novembre 2025

Commemorazione dei defunti

02 novembre 2025

Una storia ... Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato. «E l'altro?» chiese il re.«Mi dispiace, sire, ma l'altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell'albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo».Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco. Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno poté schiodare il falco dal suo ramo. Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull'albero, giorno e notte.Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema. Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino. «Portatemi l'autore di questo miracolo», ordinò.Poco dopo gli presentarono un giovane contadino. «Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?», gli chiese il re.Intimidito e felice, il giovane spiegò: «Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare».

Morale: Dio permette a qualcuno (a sorella morte corporale) di tagliare il ramo a cui siamo tenacemente attaccati, affinché ci rendiamo conto di avere le ali.

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sabato 1 novembre 2025

Dolcetto scherzetto e ... le cose vere

Ap 7,2-4.9-14  Sal 23  1Gv 3,1-3   Mt 5,1-12

 
1 - PASSA HALLOWEEN RESTANO I SANTI

 

 Dopo aver fatto i "dolcetto e scherzetto", petardi e travestimenti ecc ... adesso è il momento di superare la polemica e le forzate contrapposizioni rispetto a una festa importata dal passato celtico e dal consumismo occidentale che propone in un mascherato sottofondo pratiche occulte e un avvicinamento al mondo del satanismo che, ha in questa notte spregiudicate e nefande pratiche sacrileghe rivestite e proposte con un'avvincente campagna commerciale dell'Halloween all'americana.
Ma noi credenti che cosa celebriamo nel giorno di Tutti i Santi?

Papa Leone ha già comunicato il tema della prossima giornata mondiale dei giovani: "Aspirate alla santità ovunque siate". Tutti infatti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza ogni giorno, lì dove ci si trova.

Sei una consacrata o un consacrato?

Sei sposato?

Sei un lavoratore?

Sei genitore o nonna o nonno?

Hai autorità?

Sei …

La santità ovunque ci sì trovi significa lasciare che la grazia di Dio ricevuta nel Battesimo fruttifichi in un cammino di santità fatto di libertà e volontà, con un amore indistinto capace di generare un nuovo frutto di umana pienezza. Teniamoci aperti a Dio e scegliamo Dio sempre e di nuovo.

Nella Chiesa, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità. Il Signore l’ha colmata di doni con la Parola, i Sacramenti, i Santuari, la vita delle comunità, la testimonianza dei fratelli santi, e l'amore.
Ecco allora che per capire come essere santi oggi ... occorre partire da queste beatitudini che sono la parola di Dio sulla nostra vita e sulla nostra storia, non la grande storia, ma la storia della nostra quotidianità.

 

2 - LE BEATITUDINI SEMINAGIONE DI SANTI

 

A me piace ripensare a Gesù quando dice queste parole, e il suo cuore si riempie di commozione e affetto; di tenerezza e vicinanza con quelle persone, con quei volti; con quelle vite più o meno realizzate e felici...

Gesù prova compassione per tutte le loro ferite e si immerge nella loro "normalità quotidiana" e dice: «Beati voi!»…;

Il Signore continua a ripeterlo anche oggi!  «Beati voi!";

anche di fronte alle nostre indifferenze e chiusure ... continua a dirci ... «Beati voi!»… e ad urlaci questa nuova possibilità di vita e di pienezza. Senza la quale ci adagiamo in un grigio quotidiano.
Occorre seminare felicità nei nostri veri e concreti bisogni, questo genera la Santità nel vivere!

Oggi c'è bisogno di seminare di nuovo il desiderio di felicità, non quella dei luoghi comuni (tipo mulino bianco) o quella che svendiamo come conseguenza delle logiche comuni, che a malapena ci tocca.

Dobbiamo imparare di nuovo che "Beati voi ..." perché essere beati non è l'illusione di un futuro a tinte rosa ma che è condizione di necessaria concretezza del presente e del futuro di chi ha fede.

 

3 - RICETTA PER FARE UN SANTO

 

Vi consiglio questa ricetta di Santità, vediamo se salta fuori un piccolo grande Santo!

Seguire l'esempio di Gesù: Assomigliare a Gesù nei sentimenti, nel cuore, nella pazienza, nella tenerezza, nella accoglienza ecc...

Agire con coraggio: Essere disposti ad "andare controcorrente", fare scelte diverse da quelle della massa.

Praticare le virtù: Vivere secondo le virtù cristiane, come l'amore, la gioia, la pace, la pazienza, la bontà, la mitezza, e altre.

Saper perdonare: Essere capaci di perdonare chi ci fa un torto.

Ricominciare sempre: Avere la forza di ricominciare, anche dopo aver commesso errori.

Vivere nel presente: La santità si costruisce durante la vita, non è un premio che si riceve dopo la morte. E’ qui che ci giochiamo il tutto per tutto!

Ecco che alla fine ci sarà l'incenso anche per ciascuno di noi!

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