Sof 3,1-2.9-13 e Mt 21,28-32
lunedì 15 dicembre 2025
Due figli nell'obbedienza
Un’autorità liberante
Nm 24,2-7.15-17 e Mt 21,23-27
domenica 14 dicembre 2025
La gioia vera nasce nella prossimità
Is 35,1-6.8.10 Sal 145 Gc 5,7-10 Mt 11,2-11
Vieni, Dio della gioia che brilla tra le lacrime;
vieni, Dio della vita che germoglia nelle steppe;
vieni, Dio della speranza che infrange la disperazione;
vieni, Dio del futuro che va oltre la notte.
Signore Gesù, vieni tra noi
e insegnaci a vedere ciò che i nostri occhi
non riescono più a vedere,
insegnaci a credere in ciò che il nostro cuore
non riesce più a sperare.
Vieni, Signore, vieni
e donaci la gioia profonda di chi
sa di avere in te tutto! Amen
Con queste parole entriamo nella III domenica di avvento, conosciuta anche come la domenica della gioia … si chiama infatti (in latino) “domenica gaudete” cioè la domenica in cui rallegrarsi … ma di cosa poi oggi possiamo essere gioiosi?
Tutto attorno a noi progressivamente ci conduce e ci plagia nel ricercare ogni appiglio scenico e sentimentale-affettivo che possa suscitare in noi la gioia, o almeno quello che crediamo possa essere la gioia.
Una gioia che costruiamo col nostro desiderio fragile e che consumiamo con vorace ansiosità di dover essere felici almeno per un minuto ... e allora il Natale svuotato del suo vero mistero, può essere un bel contenitore per tutti i nostri tentativi di vivere la gioia, di aggrapparci a una felicità che non resta fatta ...
Ma la gioia che cosa è realmente?
A questa domanda come possiamo dare una risposta? Dobbiamo rassegnarci a una gioia illusoria?
Possiamo trovare risposta attraverso Giovanni Battista.
Allora che cosa è la vera gioia?
Alla richiesta di Giovanni "sei tu il veniente", Gesù rispose “… cosa avevano visto e cosa avevano ascoltato.”
La gioia si vede nelle cose che facciamo ... Siamo capaci di vedere le tracce della Gioia?
La gioia si genera nell'ascolto … Siamo disposti ad ascoltare?
Gesù dice a Giovanni, in un momento particolarmente triste e buio, pieno di Dubbi ... " Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me ..."
- ho visto ciò che Gesù ha fatto: ha dato tutto sè stesso per gli altri;
- ho ascoltato che Gesù parlava e diceva parole non sue ma del Padre.
Con Giovanni scopro e riconosco che la vera gioia è rendere felici gli altri nel dono di se stessi.
Ho scoperto che la vera gioia nasce dall’ascolto della parola amore, quando ascolto come si ama, imparo ad amare e amando genero gioia.
A quel punto ogni dubbio scomparve e la gioia si genera in tutti noi come anche in Giovanni in carcere.
La gioia di Gesù è gioia di Dio non diventano storia, non
si realizzano senza di noi e senza la nostra povera e incerta fede.
La gioia germoglia e si genera nella nostra vita quando Dio riesce ad abitarla
e a trasformala.
E allora, facciamogli casa, prepariamogli una buona accoglienza, perché tutto
il mondo possa vedere e raccontare le meraviglie che Dio opera in noi sordi,
zoppi, ciechi, morti…
Vieni Signore Gesù, toccaci e trasformaci, portaci tu nostra gioia!
sabato 13 dicembre 2025
Elìa ritornerà.
Sir 48,1-4.9-11 e Mt 17,10-13
venerdì 12 dicembre 2025
E se non ci vogliamo convertire?
Is 48,17-19 e Mt 11,16-19
giovedì 11 dicembre 2025
Tra grandezza e piccolezza ci sta il regno
Is 41,13-20 e Mt 11,11-15
Giocando sull’opposizione piccolo e grande, il Signore Gesù vuole dire che come già i profeti sussurravano coraggiosamente al cuore di Israele circa la venuta del Messia, mandando in corto circuito ogni giudizio con cui tutti erano soliti valutare le cose di Dio, nello stesso modo noi oggi non pssiamo misurare la sua venuta con i soliti logori termini e adpettative. Se vogliamo riconoscere la venuta del Signore, la sua incarnazione, dobbiamo essere disposti a convertire clamorosamente il nostro modo di sentire e di valutare la realtà. E’ il nostro basso profilo, la nostra piccola realtà, che consente a Dio di operare in noi cose grandi, senza il rischio che ce ne posiamo impadronire o vantare.mercoledì 10 dicembre 2025
Stanchi e oppressi ... tutti
Is 40,25-31 e Mt 11,28-30
martedì 9 dicembre 2025
Un "piccolo" guadagno comunitario
Is 40,1-11 e Mt 18,12-14
lunedì 8 dicembre 2025
Il nostro SI oltre la paura e l’impossibile
Gen 3,9-15.20 Sal 97 Ef 1,3-6.11-12 Lc 1,26-38
Una notte di veglia, nella quale chi è riuscito ha compreso l’urgenza, la bellezza e la necessità di ascoltare il SILENZIO.
E’ nel silenzio che impariamo, come a Nazareth che l’impossibile diventa possibile …
La nostra esperienza quotidiana è costellata da impossibilità che si nutrono della nostra paura … Ciò che rende “impossibile” il nostro cammino verso Dio non è tanto la sua lontananza, quanto la nostra paura nell’accoglierlo per iniziare qualcosa di nuovo.
La nostra storia nella relazione con Dio è fatta di tanti, troppi impossibili.
Maria ci insegna, ci fa capire che da soli noi siamo solo capaci di sterilità non siamo capisci di sfuggire dalle nostre paure … siamo incapaci di veri SI al Padre.
Ma Maria ci testimonia che nulla è impossibile a Dio e che possiamo permetterci anche di non avere più paura di nulla …
Con Maria il tempo della paura finisce, si apre il tempo della pienezza. Il tempo nuovo del verbo fatto uomo.
Per questo sconvolgimento Dio sceglie un luogo insignificante, Nazareth perché questo è il suo stile, lo stile del suo Regno, calarsi dentro la quotidianità ordinaria di una giovane donna di un paesino sconosciuto.
Nazareth rappresenta ogni luogo umano in cui l’impossibile diventa possibile e inizia la storia nuova del Dio con noi.
Allora occorre:
Riscoprire l’Annunciazione: spesso leggiamo e ascoltiamo questo Vangelo con troppa distrazione, superficialità, ma ciò che queste parole custodiscono sono il dialogo personale e perenne tra Dio e Maria, tra il Padre e ogni uomo o donna che vivono in questo universo.
Dio mi parla e mi chiede di dare spazio al suo verbo … che Cristo abiti in noi … i suoi sentimenti trovino casa in noi, nel nostro quotidiano.
Un angelo che corre da Zaccaria e ora da Maria … oggi anche da me? Gabriele rappresenta la forza e il desiderio di Dio di fare comunione con noi, con me, di condividere, donare la sua salvezza.
Sono consapevole, riesco a sperimentare che la vicinanza passa attraverso la carne, è attraverso quella incarnazione che si apre a noi la vita di Dio.
Tutto questo accade in Galilea: La Galilea, una terra disprezzata e insignificante, evidenzia la rottura delle aspettative umane e la preferenza di Dio per i luoghi e le persone emarginate, per chi è piccolo.
La Galilea è la nostra terra … anche la nostra piccola terra di Massa Lombarda … piccola, complicata, fragile … eppure Gabriele viene anche qui a portare l’annuncio di pace, di vita e di verità …
Maria come Protagonista, ma non è un film, ... ma della vita. Maria è segno della nuova era di collaborazione tra Dio e l’umanità, rappresenta il nostro modello di fede e coraggio.
Maria ci insegna come si risponde SI, alla parola di Dio, al suo verbo che è uomo. Perché diversamente ci stiamo prendendo in giro.
La rivoluzione: L’annuncio di un figlio ad una vergine è sconvolgente, agli occhi di tanti è uno scandalo, rompe con le convenzioni culturali, segnando l’inizio di una nuova epoca per l’umanità e per la storia della salvezza.
Il timore di Maria di fronte all’annuncio è legittimo; la sua reazione dimostra la sua umana fragilità e insieme il suo desiderio di affidarsi. Fuori da ogni perbenismo o ipocrisia di facciata.
La Missione come conseguenza: La risposta di Maria, “Ecco la serva del Signore si compia in me la tua parola”, è un atto di totale disponibilità, rappresentando un modello di fede e dedizione, sicura certezza della iniziativa di Dio.
Non possiamo stare inermi a guardare il tempo che passa. Maria accoglie e si attiva immediatamente corpo, spirito, vita … tutto di lei freme in Dio.
Dopo l’esperienza della veglia mi piacerebbe riuscire a celebrare in cappellina all’oratorio una Messa tutti i lunedì sera con i giovanissimi, giovani, noviziato e Clan…
· Una Messa a inizio settimana per raccogliere la parola e la sua possibilità di radicarsi in noi e di germinare.
· Vorrei che i ragazzi e i giovani abbiamo l’occasione di mangiare quel pane che abbiamo adorato per poter custodire anche in noi stessi il verbo di Dio che si fa uomo e si dona a noi.
IL DESIDERIO: conversione e regno
Is 11,1-10 Sal 71 Rm 15,4-9 Mt 3,1-12
sabato 6 dicembre 2025
Una attesa colma di annuncio ...
Is 30,19-21.23-26 e Mt 9,35-10,1.6-8
venerdì 5 dicembre 2025
Il grido di chi attende
Is 29,17-24 e Mt 9,27-31
giovedì 4 dicembre 2025
Dire e fare ... la fede!
Is 26,1-6 e Mt 7,21.24-27
mercoledì 3 dicembre 2025
Quel pane era di Dio
Is 25,6-10 e Mt 15,29-37
martedì 2 dicembre 2025
Beati … se capaci di vedere e ascoltare!
Is 11,1-10 e Lc 10,21-24
lunedì 1 dicembre 2025
Io verrò da te ...
Is 2,1-5 e Mt 8,5-11