Gl 2,12-18 e Mt 6,1-6.16-18
Una espressione di una forza straordinaria che se vogliamo intenderla oggi, per noi risuona così: "saresti disposto ad aprire la porta del tuo cuore a Cristo?"
Strapparsi le vesti, per quel tempo si rifaceva a una antica tradizione ebraica associata al lutto, al dolore e alla perdita (strappare un affetto, separarlo da se stessi ...). A volte, lo strappo delle vesti era accompagnato da altri segni di umiltà e di dolore, come radersi la testa, gettarsi addosso la polvere o indossare un sacco; strapparsi i vestiti era un'espressione pubblica e forte di dolore, a questo segno esteriore corrisponde lo strappare da noi il peccato e a seguire, il pentimento del cuore. Il profeta Gioele parla appunto del cuore "Stracciate il vostro cuore e non le vostre vesti". Dio che vede il cuore richiede più di un rituale esterno.
Questo gesto estremamente forte, è accompagnato da una invito/promessa: "Tornate al vostro Dio ..."
Il cuore lacerato, il cuore strappato in realtà è il gesto di penitenza attraverso il quale tutto di noi si apre all'incontro con il Signore. Tutto ciò che è il nostro essere può essere "strappato", lacerato per essere preparato all'incontro con Dio. Questo è anche oggi il messaggio cristiano, di cui, forse anche noi, ne siamo intimoriti. Non so, forse temiamo di dover cambiare completamente la nostra esistenza ...
Ci hanno insegnato, fin da piccoli, che per essere cristiani dovevamo comportarci bene e non commettere peccati, allora Cristo sarebbe venuto ad abitare dentro di noi; ma non così...
Cristo viene in noi solamente se siamo disposti ad aprire il cuore, allora il nostro vivere cambia e ci trasforma, perché non ama più il peccato, ma Gesù ... se lacero, apro il cuore è per Gesù ... non per un gesto di penitenza formale o liturgica ... questa apertura è il tornare al Signore...
Ritorniamo all’Altissimo: cioè facciamo un cammino verso il Signore perché la conversione è ritornare alla casa del Padre e abbandonare la terra di umiliazione per essere reintegrati nella propria dignità di figli. Ritornare, abbandonare, pregare, ci pone di fronte in modo risoluto all'essere determinati; è importantissimo accogliere questa parola come un comando. Il ritornare al Signore: è un movimento interiore che coinvolge l’intimo sentire e il nostro attaccamento alle realtà terrene. L’inizio del nostro "ritornare" è abbandonare i peccati; quando ci distacchiamo dal peccato e ritorniamo al Signore, noi incontriamo la sua legge, nella sua Parola che viene accolta nella nostra vita.
Iniziamo la quaresima, che con oggi ha di nuovo inizio, e chissà se raggiungerà qualche risultato, ma ormai noi sappiamo già tutto! Siamo bravissimi ... noi ...
Conosciamo il colore viola della penitenza, sappiamo essere sobri, austeri, anche nella liturgia. Le parole principali sono:cammino, penitenza, conversione, digiuno, astinenza, preghiera, carità ecc...
Ma basta tutto questo per iniziare questo cammino?
Abbiamo a disposizione 40 giorni ... come i 40 come gli anni nel deserto, che Israele ha avuto a propria disposizione per riavvicinarsi a Dio, per camminare con Dio ... e riscoprire viva la sua presenza, per riascoltare la sua Parola. HO VOGLIA DI CAMMINARE, DI STARE CON DIO? Ho voglia di camminare con chi oggi cammina nella storia, carico della fatica di una meta da raggiungere ... ma consapevoli di camminare con accanto Dio? Siamo pellegrini di Speranza?
Sono 40 come i giorni trascorsi da Gesù nel deserto: un deserto che diventa luogo di preghiera, HO VOGLIA DI PREGARE? Allargando lo sguardo e l'orizzonte della mia vita? La preghiera mirende più sinodale, né sono convinto?
Sono i 40 giorni di incontro di Mosè con Dio, giorni di vita interiore, per riscoprire la nostra personale chiamata a vivere la proposta di Dio per noi e il suo progetto d’amore per l’umanità. HO VOGLIA DI ESSERE DI DIO, AL SUO SERVIZIO? Servi di un progetto: vivere il vangelo e annunciare la vita eterna.
Ecco, sono 40 giorni anche per noi, oggi!
Ed è il tempo giusto, favorevole, opportuno per riavvicinarci a Dio e per avvicinarmi alla famiglia, ai colleghi di lavoro, ai compegni di classe e alla comunità.
Ho 40 giorni ... giorno per giorno vediamo di non sprecare neanche uno!
Accogliamo spunti, riflessioni, gesti, occasioni ... una cosa al giorno per dare un senso per ogni giorno ... Ogni giorno pubblicherò UNO SPUNTO, UN GESTO, UN PENSIERO, UN ...QUALCOSA, CHE POSSA AIUTARE A DARE UN SENSO DI CAMMINO, DI PREGHIERA E DI SERVIZIO DI AMORE all'itinerario quaresimale.
Il camminare dice il papa “fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa” e aggiunge che “qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita”. Il cammino della vita ci offre gratuitamente spazio di conversione.
Il Papa evidenzia che questo viaggio si fa insieme e spiega che “i cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari”, è necessario “camminare insieme, essere sinodali” perché “questa è la vocazione della Chiesa”. La nostra vocazione è la comunione.
In conclusione, il Santo Padre afferma che bisogna compiere “questo cammino insieme nella speranza di una promessa”, in quella “speranza che non delude” (Rm 5,5).
Al termine di tutto la speranza è la vita eterna.