lunedì 8 dicembre 2025

IL DESIDERIO: conversione e regno

Is 11,1-10   Sal 71   Rm 15,4-9   Mt 3,1-12

Domenica scorsa ci siamo fermati a riflettere sul desiderio che deve riempire il nostro attendere, ora, in questa seconda Domenica di Avvento, il desiderio di accogliere il Signore si realizza e vuole trovate un volto, una persona concreta, così come Giovanni Battista in quel giorno al fiume Giordano riconosce concretamente suo cugino e tutto il suo desiderio di attendere il Messia si riempie di Gesù vero e concreto.
Ma come possiamo noi oggi abbracciare Gesù concretamente e riempire di lui la nostra attesa?
Per Giovanni Battista quel momento fu come un fulmine a ciel sereno ... nella mente si accese una luce e iniziarono a risuonare in lui le parole di Dio, quelle parole ascoltare nel deserto: "...ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".
In quel momento Giovanni capii che chi doveva venire era proprio lui Gesú ... suo cugino.
Emergonodue esigenze:
- il regno di è avvicinato!

Cosa significa convertirsi ... personalmente 
Il cambiamento di stile e di mentalità riguarda gli stili di vita e le esperienze consolidate che abbiamo e viviamo. Quanto vero che continuiamo a radicarci nel si è sempre fatto così, ma indubbiamente è più comodo. Se non fosse che con la nostra rigidità allontaniamo il regno di Dio e gli impediamo di, cioè diventiamo reale impedimento alla sua  realizzazione e perpetuare il nostro essere scribi e farisei.
Esiste infatti una conversione personale in cui io non posso rimanere indifferente alla proposta del regno, non posso vivere una fede astratta o solo spirituale disincarnata, fatta magari solo di ritie di belle poarole. La mia conversione personale si misura nello spendermi per il regno di Dio. Devo decidermi ad immergermi nell'acqua del mio battesimo, della rinascista ... e a fare vivere cose ed esperienze secondo il vangelo ...
Convertirsi personalmente significa credere che posso comprendermi nella profezia di Isaia.

Conversione comunitarua ...
Significa dare alla comunità un'anima e un volto. Ripeto che la comunità non può esprimersi solamente nella formalità dei riti e delle devozioni che esauriscono la loro funzione nell'atto stesso.
Converosione e volto significano intercettare la vita dell'altro, capirne i bisogni e condividerne le attese e le speranze.
Conversioneèla fatica di chiararsi ... cioè orientarsi, piegarsi verso i fratelli ... così come Dio si è convertito a noi nella vicinanza di Gesù che si è fatto e resta compagno di cammino.
La parola di Dio oggi ci dice di imparare da Giovanni cosa significa conversione e come fare ad annjnciare e fare il regno di Dio. Cioè come possiamo riempire l'attesa...
Giovanni ci insegna a rompere il silenzio, egli è voce che scuote il nostro comodo torpore in cui ci rifugiamo le nostre solite cose ripetitive e che ci rassicurano; è voce che non tace di fronte a nessuno, di fronte alleipocrisie e alle vigliaccherie, alnosro non essere coraggiosi. Giovanni sa e attende una Parola che apre un cammino, è porta, luce e verità , per questo non può tacere, perché il suo silenzio sarebbe una porta chiusa, una lampada non accesa, un sentiero interrotto… e per noi una possibilità in meno per incontrare Dio e conoscerlo. Giovannicii segna come i contrare Dio... Co e i contrae suo cugino Gesù. 
Possiamo essere profondamente grati a Giovanni, ai tanti Giovanni della storia che non si stancano di aprire strade nei deserti di umanità, nei nostri deserti.
In gioco c’è il futuro del mondo. In gioco c’è la nostra felicità comune. In gioco c’è la nostra possibilità di incontrare e conoscere Dio faccia a faccia, come amici.
Convertiamoci! Cambiamo la nostra mentalità! Deponiamo le nostre logiche e spalanchiamo la porta a Dio. Lui può renderci figli di Abramo, figli della promessa, donne e uomini ricchi di vita e felici.

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