Gen 3,9-15.20 Sal 97 Ef 1,3-6.11-12 Lc 1,26-38
Una notte di veglia, nella quale chi è riuscito ha compreso l’urgenza, la bellezza e la necessità di ascoltare il SILENZIO.
E’ nel silenzio che impariamo, come a Nazareth che l’impossibile diventa possibile …
La nostra esperienza quotidiana è costellata da impossibilità che si nutrono della nostra paura … Ciò che rende “impossibile” il nostro cammino verso Dio non è tanto la sua lontananza, quanto la nostra paura nell’accoglierlo per iniziare qualcosa di nuovo.
La nostra storia nella relazione con Dio è fatta di tanti, troppi impossibili.
Maria ci insegna, ci fa capire che da soli noi siamo solo capaci di sterilità non siamo capisci di sfuggire dalle nostre paure … siamo incapaci di veri SI al Padre.
Ma Maria ci testimonia che nulla è impossibile a Dio e che possiamo permetterci anche di non avere più paura di nulla …
Con Maria il tempo della paura finisce, si apre il tempo della pienezza. Il tempo nuovo del verbo fatto uomo.
Per questo sconvolgimento Dio sceglie un luogo insignificante, Nazareth perché questo è il suo stile, lo stile del suo Regno, calarsi dentro la quotidianità ordinaria di una giovane donna di un paesino sconosciuto.
Nazareth rappresenta ogni luogo umano in cui l’impossibile diventa possibile e inizia la storia nuova del Dio con noi.
Allora occorre:
Riscoprire l’Annunciazione: spesso leggiamo e ascoltiamo questo Vangelo con troppa distrazione, superficialità, ma ciò che queste parole custodiscono sono il dialogo personale e perenne tra Dio e Maria, tra il Padre e ogni uomo o donna che vivono in questo universo.
Dio mi parla e mi chiede di dare spazio al suo verbo … che Cristo abiti in noi … i suoi sentimenti trovino casa in noi, nel nostro quotidiano.
Un angelo che corre da Zaccaria e ora da Maria … oggi anche da me? Gabriele rappresenta la forza e il desiderio di Dio di fare comunione con noi, con me, di condividere, donare la sua salvezza.
Sono consapevole, riesco a sperimentare che la vicinanza passa attraverso la carne, è attraverso quella incarnazione che si apre a noi la vita di Dio.
Tutto questo accade in Galilea: La Galilea, una terra disprezzata e insignificante, evidenzia la rottura delle aspettative umane e la preferenza di Dio per i luoghi e le persone emarginate, per chi è piccolo.
La Galilea è la nostra terra … anche la nostra piccola terra di Massa Lombarda … piccola, complicata, fragile … eppure Gabriele viene anche qui a portare l’annuncio di pace, di vita e di verità …
Maria come Protagonista, ma non è un film, ... ma della vita. Maria è segno della nuova era di collaborazione tra Dio e l’umanità, rappresenta il nostro modello di fede e coraggio.
Maria ci insegna come si risponde SI, alla parola di Dio, al suo verbo che è uomo. Perché diversamente ci stiamo prendendo in giro.
La rivoluzione: L’annuncio di un figlio ad una vergine è sconvolgente, agli occhi di tanti è uno scandalo, rompe con le convenzioni culturali, segnando l’inizio di una nuova epoca per l’umanità e per la storia della salvezza.
Il timore di Maria di fronte all’annuncio è legittimo; la sua reazione dimostra la sua umana fragilità e insieme il suo desiderio di affidarsi. Fuori da ogni perbenismo o ipocrisia di facciata.
La Missione come conseguenza: La risposta di Maria, “Ecco la serva del Signore si compia in me la tua parola”, è un atto di totale disponibilità, rappresentando un modello di fede e dedizione, sicura certezza della iniziativa di Dio.
Non possiamo stare inermi a guardare il tempo che passa. Maria accoglie e si attiva immediatamente corpo, spirito, vita … tutto di lei freme in Dio.
Dopo l’esperienza della veglia mi piacerebbe riuscire a celebrare in cappellina all’oratorio una Messa tutti i lunedì sera con i giovanissimi, giovani, noviziato e Clan…
· Una Messa a inizio settimana per raccogliere la parola e la sua possibilità di radicarsi in noi e di germinare.
· Vorrei che i ragazzi e i giovani abbiamo l’occasione di mangiare quel pane che abbiamo adorato per poter custodire anche in noi stessi il verbo di Dio che si fa uomo e si dona a noi.
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