Amos 9,11-15 e Matteo 9,14-17
Conservare il vecchio e il nuovo ...
"
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – in cui chi ara
s’incontrerà con chi miete e chi pigia l’uva con chi getta il seme ...".
La
Profezia si accompagna alla fatica di chi ara e di chi getta il seme,
fino a raggiungere la pienezza del percorso umano che trova nella
mietitura e nella pigiatura. la ricompensa del duro lavoro.
E'
una bella immagine che anticipa un Dio che accompagna la storia
dell'uomo; un Dio che partecipa della quotidianità - che nulla disprezza
-, ma che sembra gustarne il senso e il fine: "Li pianterò nella loro terra e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho dato loro",
cioè vivere della Promessa. L'immagine dell'incontro, dell'abbraccio è
il simbolo della gioia ma soprattutto della pienezza e della sintesi.
La
stessa immagine di pienezza accompagna le parole circa la Sponsalità
profetica di Gesù. Lui è lo Sposo cioè la pienezza di ogni attesa. In
lui trova unità il vino del tempo passato, con il suo corpo robusto e il
suo aroma definito; come anche il mosto pigiato di nuovo, ancora acerbo
perchè forte e spumeggiante.
Oggi Gesù, ci porta con sè per fare sintesi delle promesse antiche, per
sentirne la solidità fondata sulla fede di chi ci ha preceduto - di
quella fede ne gustiamo il gusto maturo-; ma ci immette anche nella
novità e nell imprevedibilità, dove sarà la nostra fede a corrispondere
alle promesse di Dio e a portare a maturazione i nostri giorni. Questo è
il gusto provocante del vino nuovo, tutto da immaginare nel suo
formarsi. Siamo nel tempo che prepara la festa di nozze, siamo nel tempo
in cui desideriamo e attendiamo l'abbraccio; profezia del giungere
dello Sposo.
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