2 Re 17,5-8.13-15.18 e Matteo 7,1-5
Quale è il nostro metro di misura? Noi stessi, la nostra autoreferenzialità, i nostri sentimenti, le nostre reazioni.Quale criterio utilizziamo per giudicare, per fare discernimento, per misurare ciò che l'altro è, per definire quanto ci provoca quando interagisce con noi?
Il nostro criterio è spesso un decuplicatire della realtà: ci segnala delle travi quando si imbatte in una pagliuzza. Questo parametro di misura è il nostro vero problema ...
In questo il vangelo, rileva, come Gesù è un fine psicologio che ben conosce l'uomo, la sua natura e le sue fragilità.
Ciò che ci penalizza è la nostra stramaledetta propensione al voler giudicare ...
Questo giudizio è tale che riesce a impoverire la meraviglia e lo sguardo di stupore che dovremmo avere gli uni per gli altri.
Non è una minaccia, o una ritorsione ciò che Gesù ci dice: "... giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi ..."
Questa attenzione, questo trattenerci, rappresenta la strada per guarire la nostra umanità da questa malattia che è la gratuità e la pesantezza del giudicare.
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