martedì 7 maggio 2024

Tristezza salutare

At 16,22-34 e Gv 16,5-11

Di fronte alle parole di Gesù i discepoli fanno esperienza della tristezza. Una situazione nuova, dovuta al fatto di doversi abituare ad un nuovo modo di entrare in relazione con il maestro, non più nella carne ma attraverso lo Spirito Santo. Anche per noi la tristezza può essere un indicatore importante, per allontanarci da ciò che ci impedisce di conoscere Gesù in modo nuovo e abituarci a cercare interiormente l’azione dello Spirito.  Solo il distacco da certe forme, possessive, che rischiano di ingombrare il nostro cuore, conduce a seguire meglio lo Spirito Santo. Certi cambiamenti, certi distacchi, a volte così dolorosi, alla lunga possono risultare davvero provvidenziali!

lunedì 6 maggio 2024

Attenzione, pericolo di scandalo

At 16,11-15 e Gv15,26-16,4

Che strano accostamento: quando verrà il Paraclito (lo Spirito) ci sarà anche la possibilità dello scandalo. Lo Spirito darà testimonianza di Gesù. Occorre allora che ciascuno lasci risuonare nella propria vita credente quel soffio dello Spirito che è la vita quando è secondo la Parola. Occorre lasciarsi raggiungere dal vento dello Spirito; è come se nella vita si aprisse una porta, una volta per tutte, esperienza scandalosa per molti e anche impossibile ma nello stesso tempo, così eminentemente umana, quando la Parola assume la centralità della vita, spesso così difficile da intendere,  è in questa tensione che ci si scandalizza.

domenica 5 maggio 2024

Mistagogica ... sconosciuta

At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; 1 Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

Il vangelo di questa domenica del tempo di Pasqua ci mette di fronte a tre situazioni, se vogliamo camminare nella vita cristiana. È la sesta domenica di Pasqua, ci avviamo alla conclusione del tempo mistagogico per coloro che (adulti) hanno ricevuto il battesimo la notte di Pasqua. Un tempo nel quale riconoscere la bellezza e nel quale iniziare a dare testimonianza della propria scelta per Gesú. È il tempo liturgico attraverso il quale siamo messi nella condizione di accostare da vicino il mistero di Dio e il "rinascere dall'alto che fa di noi dei salvati".
Il vangelo ci offre tre situazioni che accompagnano la scelta di seguire Gesù, e la "sequela"in generale; situazioni che possono realmente rileggere come condizione del cammino di chi ricevuto il Battesimo e quotidianamente si trova a vivere nel mondo la propria sequela a Cristo e il modo di attualizzarla.
Sentirsi amati; la gioia cristiana è la certezza di essere stati scelti.
Sentirsi amati è la conseguenza di essere in relazione autentica con Gesù risorto. Ci sono troppi battezzati che non si sentono amati, e sono cristiani dal volto triste e dalla vita spenta. Le parole di Gesù circa il suo modo di amarci sono di immediata concretezza: "Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”.
Si rimane nell'amore solo quando lo si corrisponde; l’unica garanzia di rimanere nell’amore del Signore è amare il proprio fratello, nella totale gratuità.  La gratuità dell'esperienza di amare è ciò che Gesù sperimenta come amore del padre per lui, ed è il suo modo di amare i suoi discepoli e chi incontrava ogni giorno .... L’amore del Signore, è vero, è credibile, quando si trasforma in atteggiamenti di servizio nei confronti degli altri. L’amore, quindi, non rimane un sentimento, ma ha bisognosi concretezza, una concretezza che rende più bella la vita, mia e dell'altro.
La gioia cristiana. La caratteristica del credente è la gioia, una gioia che non dipende dalle circostanze della vita, se le cose mi vanno bene o mi vanno male, se gli altri mi vogliono bene o non me ne vogliono, questa gioia è interiore è la conseguenza del mio donarmi agli altri; è la conseguenza del  vivere relazioni di vicinanza e di comunione. La gioia si genera ogni volta che attraverso forme nuove e inedite di servizio, di collaborazione, di condivisione, di generosità, vivo il comandamento che Gesú ci ha lasciato: "amatevi come io vi ho amato". Vi ho detto queste cose perché la mia gioia” – è la gioia stessa di Gesù, e Gesù è Dio, quindi è una gioia divina – “sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Quindi l’esperienza di amare genera la gioia del e nel cuore credente.
Siamo stati scelti. Non è un privilegio essere cristiani ... essere scelti, ma indubbiamente rappresenta una condizione di straordinaria possibilità di fare di tutta la nostra vita, di tutta la nostra esistenza un unico frutto di bellezza e di bontà inestimabile. Siamo scelti per "andare" e portare frutto.
La relazione di Gesù con i suoi discepoli non è quella di amicizia: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi perché andiate e portiate frutto”. Il ‘portare frutto’ è condizionato dall’ ‘andare’. Non è un rimanere statici, rimanere fermi ad attendere che gli altri vengano da noi, ma è ‘andare’. E dove bisogna andare? Certamente verso chi vive forme di esclusione, e tutti coloro che nella vita ancora non hanno incontrato il Signore.
 


sabato 4 maggio 2024

Di chi siamo?

At 16,1-10 e Gv 15,18-21

Di quale mondo parla Gesù quando afferma che noi discepoli non siamo del mondo? Forse dobbiamo rinnegare il mondo in cui viviamo? E perché il mondo dovrebbe odiarci? Insomma quale idea di mondo ha in mente Gesù?
Per Gesù il discepolo troppo attaccato al mondo perde il senso del suo esistere e, inoltre, verrà criticato, scartato e odiato dallo stesso mondo a cui si era affidato, legato. Quello stesso mondo ora trascinerà il discepolo nel vortice del nulla, dove scompare appunto la scena di questo mondo. Anche questo nostro mondo, così civilizzato e avanzato, sarà lo stesso mondo che ci sovrasterà, se non saremo noi stessi a fare del mondo uno spazio nuovo e migliore.

venerdì 3 maggio 2024

Santi Filippo e Giacomo

 1 Cor 15,1-8 e Gv 14,6-14

Siamo di fronte alle affermazioni che Gesù fa di sé stesso e del suo rapporto con il Padre: Non si può giungere al Padre e conoscerlo se non si conosce Gesù, l’unica via per arrivare al Padre. C’è una presenza del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre che è coessenziale ai due. È la logica dell’amore, la dialettica dell'amore che unisce al punto che l’uno è nell’altro e l’altro è nell’uno, ci si appartiene reciprocamente. Mistero dell'esistenza in Dio, e del suo essere l'amore che tutto muove e che supera ogni logica puramente creaturistica.


giovedì 2 maggio 2024

Un amore gratis

Atti 15,7-21 e Giovanni 15,9-11

Vi ho amato con lo stesso amore con cui sono amato dal Padre. Qual è questo amore in cui Gesù ci dice di rimanere per avere la sua gioia? Qual è questo amore? È l’amore che ha origine nel Padre, perché «Dio è amore». Questo amore di Dio, del Padre, come un fiume scorre nel Figlio Gesù e attraverso di Lui arriva a noi sue creature. Egli dice infatti: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi». L’amore che Gesù ci dona è lo stesso con il quale il Padre ama Lui: amore puro, incondizionato, amore gratuito. Non si può comprare, è gratuito. Donandolo a noi, Gesù ci tratta da amici – con questo amore –, facendoci conoscere il Padre, e ci coinvolge nella sua stessa missione per la vita del mondo. (Papa Francesco)

mercoledì 1 maggio 2024

A ragion del vero

Genesi 1,26-2,3 e Matteo 13,54-58

Stupore e meraviglia lo hanno preceduto ma appena giunto a casa sua, tra la sua gente, Gesú non viene riconosciuto: la meraviglia viene soppiantata dall’incredulità e quindi dallo scandalo. Perché secondo la loro logica non gli pare vero che un Messia fosse così, come quel Gesú che ben conoscevano!
Lo scandalo è facile pure per noi, nella pretesa di ragionare a tutti i costi il mistero di un Dio che si fa uomo. C'è una indagine che si fa solo con la fede: la profondità del nostro essere creature amate da Dio ... Anche questo è irrazionale e scandaloso