martedì 31 dicembre 2024

Verbo, Vita e Luce.

1Gv 2,18-21 e Gv 1,1-18

Il termine Verbo, cioè logos in greco è ben più ampio del concetto etimologjco di parola, e non si identifica con l'esperienza fonetica, ma è l'esistere della relazione che è comunicazione e creazione della vita stessa.
La Vita è tutto ciò che ci avvolge e ci attraversa. Tutto prende vita dal verbo-logos e si dispiega lungo la Storia e oltre la Storia; è il dono assoluto.
Poi c'è la Luce rivela la vita, e senza luce non c'è vita. Ebbene queste tre parole sono esattamente Gesù. Lui è la Parola, la Vita, la Luce. Ne approfitto oggi per fare gli auguri a tutti voi in questo ultimo giorno di questo 2024. Buon Anno Santo, anno di Grazia 2025

lunedì 30 dicembre 2024

Profetessa di speranza

1Gv 2,12-17 e Lc 2,36-40

Dice Silvano Fausti che Anna rappresenta tutta l’umanità il cui destino è vedere il volto di Dio e riflettere in sé lo stesso volto. Una vita spesa nell'attesa dell'atteso, lei che era rimasta vedova e tutta la sua esistenza è stata una invocazione dalla solitudine dell' amore ... invocando e desiderando quello sposo che solo la può consolare.  Questa finalmente ha la fortuna di vederlo faccia a faccia e di gioire per la presenza dello sposo, come lo sposo gioisce della presenza della sposa. E quindi rappresenta le nozze finali, della Gerusalemme celeste, quando l’umanità si incontrerà con lo sposo; è già predetto in questa vedova.

domenica 29 dicembre 2024

Festa della Sacra Famiglia

1Sam 1,20-22.24-28;  Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52

In questa festa della Sacra Famiglia, possiamo riconoscere una questione fondamentale per ciò che a noi cristiani e credenti suggerisce la parola Famiglia: esiste una sacralità specifica nell’essere famiglia.
Non è sacro un tipo di famiglia, o certi rapporti parentali, ma si tratta di riconoscere la sacralità nella famiglia, ovvero che in questa parola, famiglia, c’è una realtà sacra, irriducibile a qualsiasi discussione o a qualsiasi forma. C’è una sacralità nella famiglia che riguarda la vita di fede, che riguarda il nostro vissuto interiore, la dimensione più profonda di noi stessi. Perché famiglia significa rifugio, conforto, significa fecondità e generazione dei figli, significa s da nuova e costruttiva, significa educazione alla prossimità. Nella famiglia è insita la promessa di chi siamo, e il compiersi della nostra vocazione umana e di figli di Dio. Una famiglia in cui orizzonte esistenziale si allarga fino alla genesi della creazione stessa: “e l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”, questo orizzonte sacramentale genera anche la sacralità dell’essere della famiglia. E alla luce del Vangelo di oggi, grazie all’evangelista Luca, riconosciamo la sacralità nella famiglia, nel mistero di un Dio che si è fatto a noi familiare.  
La festa di oggi ci permette di guardare con attenzione e semplicità alla Famiglia di Gesù per come è inserita in un contesto sociale, culturale e religioso della gente del suo tempo e della sua fede. C’è un legame profondissimo naturale ed esplicito, tra Gesù, Maria e Giuseppe; tuttavia, a un certo punto, per Gesù si apre la scoperta della vocazione che porta dentro e scopre per sé un progetto più grande: la chiamata del Padre: «io devo occuparmi delle cose del Padre mio».
La famiglia è molto più che un contenitore affettivo e generativo, la famiglia ha il compito di aprire alla vocazione, alle scelte di vita.
L'evangelista Luca ci racconta non solo un fatto di cronaca familiare ma ci rivela un contenuto teologico relativo alla famiglia.
Di fronte ai drammi delle famiglie frastornate in una cultura soggettivista e indifferente, centrata sull'io e non sul tu e il noi, è necessario recuperare almeno due elementi di sacralità famigliare:
1) LA FAMIGLIA E' UNA NECESSITÀ ANCHE PER DIO. È bello riflettere sul fatto che il Figlio di Dio ha voluto aver bisogno, come tutti i bambini, del calore di una famiglia. Proprio per questo, la Santa Famiglia di Nazaret, è la famiglia-modello, in cui tutte le famiglie del mondo possono trovare il loro sicuro punto di riferimento e una sicura ispirazione. Come anche famiglia scuola necessaria di vocazione, e di scoperta di Dio come Padre. La famiglia è la storia da cui proveniamo. Ognuno di noi ha la propria storia, nessuno è nato magicamente, con la bacchetta magica, ognuno di noi ha una storia e la famiglia è la storia da dove noi proveniamo.
È bello vedere Gesù inserito nella trama degli affetti familiari, che nasce e cresce nell’abbraccio e nelle preoccupazioni dei suoi. Questo è importante anche per noi: proveniamo da una storia intessuta di legami d’amore e la persona che siamo oggi non nasce tanto dai beni materiali di cui abbiamo usufruito, ma dall’amore che abbiamo ricevuto dall’amore nel seno della famiglia.
2) LA FAMIGLIA QUOTIDIANA. Ad essere famiglia si impara ogni giorno. Nel Vangelo vediamo che anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Maria e Giuseppe perdono Gesù e angosciati lo cercano, per poi trovarlo dopo tre giorni, ma hanno bisogno di tempo per imparare a conoscere il loro figlio. Così anche per noi: ogni giorno, in famiglia, bisogna imparare ad ascoltarsi e capirsi, a camminare insieme, ad affrontare conflitti e difficoltà. È la sfida quotidiana, e si vince con il giusto atteggiamento, con le piccole attenzioni, con gesti semplici, curando i dettagli delle nostre relazioni. Per custodire l’armonia in famiglia bisogna combattere la dittatura dell’io. È pericoloso quando, invece di ascoltarci, ci rinfacciamo gli sbagli; quando, anziché avere gesti di cura per gli altri, ci fissiamo nei nostri bisogni; quando, invece di dialogare, ci isoliamo con il telefonino; quando ci si accusa a vicenda, ripetendo sempre le solite frasi, dove ognuno vuole aver ragione e alla fine cala un freddo silenzio. La Vergine Maria, sposa di Giuseppe e mamma di Gesù, protegga le nostre famiglie.

sabato 28 dicembre 2024

Nascita e morte

1Gv 1,5-2,2 e Mt 2,13-18

"Thomas Beckett" di Eliot in cui il personaggio dice: noi stiamo festeggiando la nascita di Gesù, è un bambino e facciamo festa per questa nascita, perché la nascita significa vita, vita che giunge, vita che viene, significa la speranza, significa aprire al futuro, ma poi Eliot mette in questa omelia di Becket e dice: nello stesso tempo facciamo memoria della morte di Gesù... che strani noi cristiani, dice... questa paradossalità...come si fa a parlare di una morte e nello stesso tempo però parlare della vita? E' un dramma grande, è un dramma che, io credo, possiamo solo affrontare quando ci siamo dentro, quando noi precipitiamo in questa situazione, in cui il male ci avvolge, il male ci rende preda e non noi ma tanti altri, anche loro avvolti dal male e preda del male sono poi delle persone innocenti, sono deboli, sono degli ultimi che non sanno neanche perché soffrono, perchè...i piccoli bambini innocente ... ieri come oggi?

venerdì 27 dicembre 2024

Giovanni vide e credette

1 Giovanni 1,1-4 e Giovanni 20,2-8

La vicenda dei discepoli in Giovanni inizia con un incontro in cui Gesù ad Andrea e a un altro discepolo - che potrebbe essere ciascuno di noi -, dice venite e vedete. Il vedere diventa fondamentale nella relazione con Gesù, ma sopratutto il vedere Gesù, e come la sua vita interagisce con la nostra vita. Giovanni è il grande testimone di questa verità, perchè lui come scrive nella sua prima lettera ha visto, ha contemplato, ha udito, ha toccato la carne di Cristo con le sue stesse mani e ha visto e quindi creduto che lui, Gesù, è il figlio di Dio. Il mattino della risurrezione Giovanni crede in ciò che vede e ha veduto.

giovedì 26 dicembre 2024

Natale di Santo Stefano

At 6,8-12;7,54-60 e Mt 10,17-22

Ho cercato il significato di Natale e ho trovato questo: l'italiano "Natale" deriva dal latino cristiano Natāle(m) per ellissi di diem natālem Christi ("giorno di nascita di Cristo"), a sua volta dal latino natālis, derivato da nātus ("nato"), participio perfetto del verbo nāsci ("nascere"). Ecco che jeri abbiamo festeggiato con il colore bianco, la nascita di Gesù, il colore della festa, il colore della purezza di un bambino; oggi celebriamo con il colore rosso, il colore del sangue, il colore del martirio, il colore di una morte cruenta, drammatica, quindi ci rimane proprio difficile dire che è un giorno natalizio. Eppure il Cristianesimo funziona così, ieri Gesù é nato nel mondo, oggi Santo Stefano nasce nel mondo nuovo, cioè Dio viene nel mondo per aprirci al strada verso il mondo nuovo.

mercoledì 25 dicembre 2024

In questa Santa Notte di Speranza ...

Is 9,1-6   Sal 95   Tt 2,11-14   Lc 2,1-14

... Vi annuncio ciò che è nato
Anche noi in questa Notte Santa ci siamo messi in cammino, come pellegrini di speranza, anche noi siamo saliti sul pullman che ha corso verso la sua prima meta, ed ecco che abbiamo aperto la porta di questa casa, della nostra Chiesa e siamo entrati varcando la soglia … Abbiamo così espresso il nostro desiderio di incontrare il Signore Gesù … in questa celebrazione che lo rende presente e che attualizza il suo nascere nel tempo e nella storia passata, e oggi in ciascuno di noi.
In realtà ora è come se fossimo a Betlemme, nella notte santa in cui il figlio di Dio nasce ... siamo lì a Betlemme per vederlo nella grotta, per baciare la terra che lo accolse, e toccare la mangiatoia dove fu adagiato in fasce.
Come fu emozionante la prima volta, trentuno anni fa; e come è sempre una continua meraviglia inginocchiarsi in quel luogo Santo e baciare quella terra ...
Il Vangelo di questa Notte sono parole e immagini che vogliono affermare più che narrare un fatto; sono un mistero inaudito ma che ci coinvolge tutti da sempre: il mistero dell’esistenza, il mistero dell’amore, il mistero di Dio con noi è per noi.
Attenzione non siamo di fronte alla favola del dolce Natale, ma oggi siamo testimoni della sua nascita nei bambini uccisi a Gaza in fila per il pane; nelle famiglie distrutte da anni di guerra civile in Siria; come anche nelle divisioni che costantemente da decenni dilaniano il  Libano; Gesù nasce nella povertà di troppi cristiani che ormai da anni senza lavoro cercano altrove, lontano dalla loro amata Terra Santa possibilità di vita ... Gesù nasce stanotte nelle zolle di questa nostra terra straziata da bombe e misfatti della nostra disumanità ... quel figlio di Dio infatti è nato per sempre nella nostra umanità, lo spazio privilegiato dove vuole essere accolto e incontrato.

... Vi annuncio il Giubileo, un anno di Grazia un tempo Santo
Quest’anno il Natale segna anche l’inizio del Giubileo, che è un anno dedicato proprio alla speranza. E di speranza ne abbiamo estremo bisogno in questo nostro mondo, segnato da così tanta violenza, odio, e ferito da disprezzo, indifferenza e paura. In questo anno la Chiesa ci dice che dobbiamo ritrovare la Speranza.
L’angelo che reca l’annunzio della nascita di Gesù ai pastori dice che a Betlemme è nato un Salvatore e che questo Salvatore è nato “per noi”. Il suo non è un venire generico, che non incontra nessuno. Lui viene per incontrare personalmente ciascuno, perché questa è la salvezza, un incontro personale, una relazione reale e viva. A questo annuncio dell’angelo, deve seguire una risposta. Una decisione: accogliere oppure no l’invito dell’angelo ad andare a vedere il Salvatore. La risposta, infatti, non è scontata. E lungo il cammino, incontreremo tanti fratelli e sorelle, bisognosi di casa e di pane, come noi, e per i quali fare posto e dare speranza. L'Anno Santo sarà ben di più che il condono delle colpe dei peccati, o questione di indulgenze, sarà l'anno in cui o germoglierà in noi la speranza, che è Cristo Signore, o avremo fallito ancora una volta il nostro essere cristiano.

... Vi annuncio che la terra è santa
Ieri mattina ho scritto un messaggio al Cardinale Pizzaballa e gli ho chiesto:
Ciao carissimo … Non è una curiosità … ma quale è il messaggio di Natale che nasce a Gaza?  Per noi distratti da tutto e indifferenti del male?
E lui, reduce dalla visita alla parrocchia di Gaza, mi ha risposto:
Di Serena fiducia nell’azione di Dio, che entra dentro la storia, tragica e drammatica, e salva coloro che lo accolgono dalla disumanità.
Queste parole le rimando anche a voi, perché ciascuno di noi oggi faccia posto nella propria umanità alla nascita del figlio di Dio, e non dimentichiamo nessuno di quei piccoli, poveri e diseredati, per i quali Dio ha voluto farsi uomo e salvare tutto dall'invidia disumana del male cioè dalla morte.

Ecco che ho deciso di farmi promotore di una raccolta fondi in questo tempo di natale per sostenere e permettere ai cristiani di Israele (e Palestina), Libano e Siria di stare nella loro terra. La terra santa deve essere abitata anche da testimoni la cui storia è vita deriva da Gesù... perché è una terra viva e non può essere un museo di reperti. Il Signore mi aiuti, in questo ...