At
2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31
Unica
possibilità: uscire col risorto.
"La sera di quel
primo giorno", dopo tutto i discepoli si rinchiudono dentro il
"cenacolo", lo stesso luogo in cui tutti insieme hanno ascoltato il
maestro e condiviso con Gesù la Pasqua. Il Vangelo evidenzia come il
"chiudersi dentro" traduce la paura del non comprendere le scritture,
come anche il non riuscire a dare concretezza alle promesse di Gesù;
rappresenta il comune stato di prostrazione, di limite invalicabile. Chiusi
dentro... Circondati dalla loro paura, dal timore per ciò che è accaduto e che
può accadere.
È in tutto questo che
Gesù risorto si manifesta vivo ... Gesù risorto si contrappone alla paura.
Credere al risorto è il modo per reagire alla paura e smettere di sbarrarsi
dentro il cenacolo. Quel cenacolo, in cui è nata la Chiesa è il luogo del
memoriale.
Non si può solo
ricordare i segni compiuti, le parole ascoltate, su quelle esperienze non si
fonda la fede.
Gesù risorto vivo
chiede ai discepoli terrorizzati, di attraversare con lui la sua morte in croce
e di lasciare la paura del sepolcro dietro sé stessi e aprirsi la vita, alla
realtà che li attende.
Per credere alla
risurrezione occorre toccare la carne del risorto, occorre vedere e toccare il
foro dei chiodi, la piaga del costato ... Solo chi non si scandalizza della
passione può vedere e riconoscere il risorto, e uscire con Lui dal sepolcro;
venire fuori essere con Lui risorto nel mondo.
Per vedere Gesù occorre
non scandalizzarsi del peccato, della povertà, della sofferenza, perché è con
quelle piaghe che egli si mostra risorto, ai discepoli e anche a Tommaso.
Non dobbiamo avere
paura di quanto accade oggi, non dobbiamo lasciare che la paura sbarri la porta
del nostro essere con il Signore. Per toccare il risorto occorre abbracciare
l'umano e spezzare i vincoli e le catene che ci tengono ben sbarrati dentro il
cenacolo.
Questa crisi mondiale
cosa ci sta insegnando?
Solo l'isolamento gli
uni dagli altri, o ci permette di dare nuovo valore a ciò che è veramente
necessario e vero?
Il valore della vita prima di tutto e degli
interessi economici. C'è chi all'inizio e anche durante la pandemia si è difeso
dietro la "immunità di genere", per salvaguardare il portafoglio di
qualcuno, a discapito di anziani, operatori sanitari e degli strati più deboli
della popolazione, la massa lavorativa.
La salute è un bene
comune,
nel senso che concorre alla felicità di ciascuno. Ma è chiaro che garantire la
salute a tutti ha un costo ...
E qui si vedono le
differenze ...
Il creato non è un
supermercato
a nostra disposizione, ma che siamo chiamati a prendercene cura, rispettando i
cicli naturali e gli equilibri degli ecosistemi.
E in ultimo la povertà: anche in questa
tragedia umana c'è chi si arricchisce sulla pelle dei disgraziati e dei poveri.
Toccare il risorto,
significa toccare le piaghe della nostra storia e convivenza umana. Nella
verità che emerge, riconosceremo l'uomo, e riconosceremo il risorto. E sempre
in quella realtà rinnovata faremo esperienza della fede vera che nasce
dall'amore di Cristo.
Toccare il risorto è
anche uno stimolo a non abituarci a una comunità virtuale, a una Chiesa
virtuale, a una Messa virtuale si Sacramenti virtuali. Lo ha richiamato anche
papa Francesco venerdì mattina: "questa pandemia ha fatto che tutti ci
comunicassimo anche religiosamente attraverso i media, attraverso i mezzi di
comunicazione, anche questa Messa, siamo tutti comunicanti, ma non insieme,
spiritualmente insieme, (...) stiamo insieme, ma non insieme. Anche il
Sacramento: oggi ce l’avete, l’Eucaristia, ma la gente che è collegata con noi,
ha soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa
di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa
è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre. (...) "Stiamo
attenti a non viralizzare la Chiesa, a non viralizzare i sacramenti, a non
viralizzare il popolo di Dio. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono
concreti.
È vero che in questo
momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore, in questo modo, ma per
uscire dal tunnel, non per rimanerci.
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