domenica 29 settembre 2024

Ma noi vogliamo entrare nella vita ... o vivacchiare

Num 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

Siamo una Chiesa in transizione ... alcuni dicono in fallimento causa del Concilio Vaticano II che ne ha sconvolto l'identità, ma il Vaticano II ha solo accelerato una crisi ben più complessa legata alla relazione della Chiesa con la contemporaneità, e la mancanza di vere riforme dal Concilio in poi. La Chiesa con il Concilio si era preparata ad stare al passo con il "nuovo tempo" ma la maggior parte dei credenti e delle comunità sono rimaste ferme senza alcun cambiamento nella loro rigidità tradizionalista.
La questione oggi quindi non è il ritorno all’età dell’onnipotenza ecclesiale in alternativa alla situazione attuale, ma come vivere questa situazione di minorità e transizione?
Il vangelo di questa domenica rappresenta una occasione per rileggerci come Chiesa e comunità credente nel contesto delle realtà attuale.

Un bicchiere d’acqua, basta quello per entrare nel regno di Dio e nella vita. Il bicchiere d'acqua rappresenta il modo in cui ci facciamo piccoli rispetto al Regno e alla vita. Che cosa rappresenta quel bicchiere d'acqua? Il bicchiere d'acqua è un segno di speranza, è aperture, è relazione, è dialogo ... Gesù in questa pagina di Marco, mescola immagini e gesti, parola e vita; annuncia l’inaudita verità delle promesse realizzate dal messia, il Cristo, che si invera attraverso la comunità di chi crede. Quel bicchiere denuncia la nostra ipocrisia, quella dei figli di Dio, che si percepiscono come esclusivi, con la pretesa di  stare con Dio senza permettere che Dio ci cambi la vita. Questa pagina di vangelo, ci annuncia una Chiesa nel cambiamento, per cui mette in evidenza la necessità di cambiare, cioè di evolversi, non tanto per restare agganciata al mutamento dei tempi, quanto per corrispondere alla sua stessa vocazione annunciare il vangelo ad ogni creatura, a tutto il mondo, fintanto che ci sarà il mondo. La Chiesa, è una comunità che non può chiudersi in sé stessa anche se destinata ad essere minoritaria, priva di quella autorevolezza a cui eravamo abituati. Una Chiesa e una comunità come la nostra che non può essere un gruppo esclusivo che detiene gelosamente un primato di elezione. Già questo è sufficiente per mettere in crisi non solo Giacomo e gli altri apostoli, ma anche tutti noi quando non viviamo e pensiamo da "piccoli” ovvero da credenti in Cristo, ma ci ancoriamo  solo in noi stessi. La Chiesa deve sempre avere come obiettivo (vocazione) introdurre nella vita, nel regno di Dio, è in questa strada non può essere lei stessa occasione di scandalo. Oggi paghiamo lo scandalo della pedofilia, del potere e della immoralità taciuta e insabbiata. Gesù e il vangelo scardinano, sempre ogni certezza e rompono tutti i chiavistelli che avevamo messo sulle porte. Anche i dodici, provano in tutti i modi a ingabbiare il maestro nelle loro miopi logiche di possesso, nelle stupide gerarchie di valori, nel tradizionalismo che è come un fumo che copre il nulla, ma Gesù è troppo libero, egli è  come il vento .... Ma solo in questa libertà riesco a intuire e vedere la volontà del Padre: cioè, che noi entriamo nella vita, che la nostra vita sia piena, sia donata nell’amore come quella di Cristo.

Nessun commento:

Posta un commento