Gb 1,6-22 e Lc 9,46-50
lunedì 30 settembre 2024
Chiedo più grande?
domenica 29 settembre 2024
Ma noi vogliamo entrare nella vita ... o vivacchiare
Num 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Un bicchiere d’acqua, basta quello per entrare nel regno di Dio e nella vita. Il bicchiere d'acqua rappresenta il modo in cui ci facciamo piccoli rispetto al Regno e alla vita. Che cosa rappresenta quel bicchiere d'acqua? Il bicchiere d'acqua è un segno di speranza, è aperture, è relazione, è dialogo ... Gesù in questa pagina di Marco, mescola immagini e gesti, parola e vita; annuncia l’inaudita verità delle promesse realizzate dal messia, il Cristo, che si invera attraverso la comunità di chi crede. Quel bicchiere denuncia la nostra ipocrisia, quella dei figli di Dio, che si percepiscono come esclusivi, con la pretesa di stare con Dio senza permettere che Dio ci cambi la vita. Questa pagina di vangelo, ci annuncia una Chiesa nel cambiamento, per cui mette in evidenza la necessità di cambiare, cioè di evolversi, non tanto per restare agganciata al mutamento dei tempi, quanto per corrispondere alla sua stessa vocazione annunciare il vangelo ad ogni creatura, a tutto il mondo, fintanto che ci sarà il mondo. La Chiesa, è una comunità che non può chiudersi in sé stessa anche se destinata ad essere minoritaria, priva di quella autorevolezza a cui eravamo abituati. Una Chiesa e una comunità come la nostra che non può essere un gruppo esclusivo che detiene gelosamente un primato di elezione. Già questo è sufficiente per mettere in crisi non solo Giacomo e gli altri apostoli, ma anche tutti noi quando non viviamo e pensiamo da "piccoli” ovvero da credenti in Cristo, ma ci ancoriamo solo in noi stessi. La Chiesa deve sempre avere come obiettivo (vocazione) introdurre nella vita, nel regno di Dio, è in questa strada non può essere lei stessa occasione di scandalo. Oggi paghiamo lo scandalo della pedofilia, del potere e della immoralità taciuta e insabbiata. Gesù e il vangelo scardinano, sempre ogni certezza e rompono tutti i chiavistelli che avevamo messo sulle porte. Anche i dodici, provano in tutti i modi a ingabbiare il maestro nelle loro miopi logiche di possesso, nelle stupide gerarchie di valori, nel tradizionalismo che è come un fumo che copre il nulla, ma Gesù è troppo libero, egli è come il vento .... Ma solo in questa libertà riesco a intuire e vedere la volontà del Padre: cioè, che noi entriamo nella vita, che la nostra vita sia piena, sia donata nell’amore come quella di Cristo.
sabato 28 settembre 2024
Vita, morte e realtà
Qo 11,9-12,8 e Lc 9,43-45
venerdì 27 settembre 2024
Capire chi sia Gesù!
Qo 3,1-11 e Lc 9,18-22
giovedì 26 settembre 2024
Il valore del vedere
Qo 1,2-11 e Lc 9,7-9
mercoledì 25 settembre 2024
Missione possibile?
Pr 30,5-9 e Lc 9,1-6
martedì 24 settembre 2024
All'inizio dell'ascolto della Parola
Pr 21,1-6.10-13 e Lc 8,19-21
lunedì 23 settembre 2024
Una luce che guida
Pr 3,27-34 e Lc 8,16-18
domenica 22 settembre 2024
Come ci sto? Come Gesú!
Gesù insistenva nel dire una cosa a suo riguardo, che i discepoli non capivano e, se la capivano, né la accettavano e neppure la volevano per se stessi. Visto poi ciò che era capitato a Simone, non si azzardavano a replicare, per cui avevano timore di interrogarlo. Si vede bene come tra Gesù e i discepoli non c'è comprensione. A volte è meglio non capire, non chiedere ... rimanere chiusi nelle nostre idee, perché quelle di Gesù ci scompaginano la vita. Per cui Pietro, dopo aver dichiarato la fede in Gesù, lo rimprovera; i discepoli discutono su chi è il più grande di loro; Giacomo e Giovanni chiedono di avere i posti a fianco di Gesù; i discepoli scacciano dei bambini, invece Gesù li mostra come esempio per entrare nel Regno. È evidente che la logica di Dio e il pensiero del Signore sono ben diversi - sono altro - dal nostro. Occorre che Gesù spieghi e faccia comprendere, ma lo fa mettendo in evidenza che quello che propone lo vive fino in fondo. Ecco allora che Gesù, tornato a Cafarnao, nella casa della suocera di Simone conversa con i discepoli. Gesù si siede nella casa - segno di intimità, di delicatezza e di famiglia - e colloquia con i suoi; non li rimprovera, ma insegna come il mistero pasquale, segno dell’amore di Dio per l'uomano, un amore che si dona nel sacrificio della vita del maestro, un amore che indica la meta del cammino della vita del discepolo. La Pasqua, la passione, la croce, sono la conclusione e il compimento dell'essere primi nel servire. A tutti i discepola del Gesù chiede: “chi ci sta ... di fronte a questa proposta?” E l’abbraccio al bambino spiega come l’accoglienza di qualunque piccolo sia il modo in cui Lui, il maestro insegna a tutti l'accettazione del fratello la sua accoglienza. Perché quel modo di accogliere è quello del Padre del cielo che accoglie tutti i suoi figli. Gesù ci svela i due fulcri del discepolato per il regno di Dio: il servizio, che non è una forma di volontariato ma è un ministero, per cui ci fa primi e ci conduce e apre al secondo fulcro che è l'accoglienza, l'abbraccio di ciò che è piccolo. Una apertura rispetto e a partire dal mistero stesso di Dio che si nasconde in ogni piccolo, fragile, vulnerabile, debole.
sabato 21 settembre 2024
Matteo ... seguimi
Ef 4,1-7.11-13 e Mt 9,9-13
venerdì 20 settembre 2024
Un ruolo originario
1Cor 15,12-20 e Lc 8,1-3
giovedì 19 settembre 2024
Lacrime di paradiso
1Cor 15,1-11 e Lc 7,36-50
mercoledì 18 settembre 2024
Salvezza vicina... e tu dove sei?
1Cor 12,31-13,13 e Lc 7,31-35
martedì 17 settembre 2024
Ragazzo, dico a te. Alzati!
1Cor 12,12-14.27-31 e Lc 7,11-17
lunedì 16 settembre 2024
Fede nella vita
1Cor 11,17-26.33 e Lc 7,1-10
domenica 15 settembre 2024
Ma a qualcuno interessa ancora Gesù?
Nella realtà attuale, e soprattutto tra i giovani la domanda che Gesù rivolge ai discepoli ha ancora un senso?
Papà Francesco dice che non si può seguire Gesù per interessi ma solo per fede. Ma quale fede oggi permette di incontrare Gesù?
La mia opinione è che noi oggi non conosciamo Gesù e neppure viviamo una fede che ci permette di con9scerlo e incontrarlo. Le nostre idee, che spesso sono secondo il pensiero degli uomini, al pari di Pietro, non ci portano vicino e neppure nella sequela di Gesù, ma ciallontano dalla sua vicinanza.
Forse c'è qualcosa in tutti noi che ci porta fuori strada ... che non ci permettevdi unire al nostro desiderio di felicità e di vita a Gesù ...
Per Pietro, Gesú, prima di essere il "Cristo" è un amico, è parte della sua vita, c'entra con lui.
Potremmo dire che Gesù ha scelto Pietro, ma anche Pietro ha scelto il suo maestro.
"Quando verrà?" chiese il suo nipotino.
"Presto!".
Gli altri pastori risero.
"Presto!", lo schernirono. "Lo dici da tanti anni!".
Il vecchio non si curò del loro scherno. Soltanto il dubbio che vide sorgere negli occhi del nipote lo rattristò. Quando fosse morto, chi altri avrebbe riferito la predizione del profeta? Se lui fosse venuto presto! Il suo cuore era pieno di attesa.
"Porterà una corona d'oro?". La domanda del nipote interruppe i suoi pensieri. "Sì!".
"E una spada d'argento?". "Sì!".
"E un mantello purpureo?". "Sì! Sì!".
Il nipotino era contento. Il ragazzo era seduto su un masso e suonava il suo flauto. Il vecchio stava ad ascoltare. Il ragazzo suonava sempre meglio, la sua musica era sempre più pura. Si esercitava al mattino e alla sera, giorno dopo giorno. Voleva essere pronto per quando fosse venuto il re. Nessuno sapeva suonare come lui.
"Suoneresti anche per un re senza corona, senza spada e senza mantello purpureo?", chiese il vecchio.
"No!", disse il nipote.
Un re senza corona, senza spada e senza mantello purpureo, come avrebbe potuto ricompensarlo per la sua musica? Non certo con oro e argento! Un re con corona, con spada e mantello purpureo l'avrebbe fatto ricco e gli altri sarebbero rimasti a bocca aperta, l'avrebbero invidiato.
Il vecchio pastore era triste. Ahimé, perché aveva promesso al nipote ciò a cui egli stesso non credeva? Come sarebbe venuto? Su nuvole dal cielo? Dall'eternità? Sarebbe stato un bambino? Povero o ricco? Di certo senza corona, senza spada e senza mantello purpureo, e tuttavia sarebbe stato più potente di tutti gli altri re. Come poteva farlo capire al suo nipotino?
Una notte in cielo comparvero i segni che il nonno così a lungo aveva cercato con gli occhi. Le stelle splendevano più chiare del solito. Sopra la città di Betlemme c'era una grande stella. E poi apparvero gli angeli e dissero: "Non abbiate paura! Oggi è nato il vostro Salvatore!".
Il ragazzo corse avanti, verso la luce. Sotto il mantello sentiva il flauto sul suo petto. Corse più in fretta che poteva. Arrivò per primo e guardò fisso il bambino, che stava in una greppia ed era avvolto in fasce. Un uomo e una donna lo contemplavano lieti. Gli altri pastori, che l'avevano raggiunto, si misero in ginocchio davanti al bambino. Il nonno lo adorava. Era dunque questo il re che gli aveva promesso?
No, doveva esserci un errore. Non avrebbe mai suonato qui.
Si voltò deluso, pieno di dispetto. Si allontanò nella notte. Non vide né l'immensità del cielo, né gli angeli che fluttuavano sopra la stalla.
Ma poi sentì piangere il bambino. Non voleva sentirlo. Si tappò le orecchie e corse via. Ma quel pianto lo perseguitava, gli toccava il cuore e infine lo costrinse a tornare verso la greppia.
Eccolo là, per la seconda volta.
Vide che Maria, Giuseppe e anche i pastori erano spaventati e cercavano di consolare il bambino piangente. Ma tutto era inutile. Che cosa poteva avere il bimbo?
Non c'era altro da fare. Tirò fuori il suo flauto da sotto il mantello e si mise a suonare. Il bambino si quietò subito. Si spense anche l'ultimo, piccolo singhiozzo che aveva in gola. Guardò il ragazzo e gli sorrise.
Allora egli si rallegrò, e sentì che quel sorriso lo arricchiva più di tutto l'oro e l'argento del mondo. (Bruno Ferrero)
Chi è Gesù... o è colui che mi arricchisce di vita eterna oppure sono solo un disperato in fuga ...
sabato 14 settembre 2024
Nel segno della Croce
La festa che oggi celebriamo - l’esaltazione della Croce -, non ha nulla a che vedere con l’eroismo o con i patimenti umani, ma è la Croce gloriosa di Cristo, dove si può salire, ma soprattutto rimanere soltanto mossi da una compassione per l’altro a cui si può donare un po’ di quella vita che noi per primi sappiamo di ricevere senza alcun vanto, solo per grazia. La croce sarà sempre per l’uomo un segno “ambiguo e strano” con cui non è facile prendere confidenza, ma che nella sua possibilità simbolica esprime pure la possibilità estrema di dono di se stessi e della vita come pure del dono gratuito dell’amore.
venerdì 13 settembre 2024
E se la trave resta?
1Cor 9,16-19.22-27 e Lc 6,39-42
giovedì 12 settembre 2024
Il nemico deve essere amato e generato ...
1Cor 8,1-7.11-13 e Lc 6,27-38
mercoledì 11 settembre 2024
Il regno é una grazia
1 Cor 7,25-31 e Lc 6,20-26
martedì 10 settembre 2024
Chiamati da lui
1Cor 6 1-11 e Lc 6, 12-19
lunedì 9 settembre 2024
La guarigione inizia da come vediamo ...
1Cor 5,1-8 e Lc 6,6-11
domenica 8 settembre 2024
Credenti in un modo sordomuto
Is 35,4-7; Sal 145; Giac
2,1-5; Mc 7,31-37
Effetà, apriti ... questa parola aramaica è la stessa che mentalmente nel battesimo ripeto toccando le orecchie e la bocca a dei bambini, e aggiungo queste parole: "Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode a gloria di Dio Padre".
Dal miracolo della guarigione del sordomuto, in terra pagana, al segno di una apertura che introduce nel mistero di Dio Padre: ascoltare la Parola ...; professare la Fede ...
L'umano sordo e muto, è in ripiegamento su se stesso, nel disperato tentativo di trovare in sé una soluzione alla sua solitudine ... Ma l'umano non è fatto per la solitudine, l'umano è fatto per la relazione, e il fondamento è la relazione con Dio. Quando estingue o riduce la relazione si trasforma in un sordo e in un muto. In un sordo che non sa e non riesce ad ascoltare ciò che è se stesso e ciò che è altro da sé; come anche in un muto che non può e non sa cosa dire ..., non sa pronunciare la parola amore.
Un uomo o una donna che vive senza relazioni è un uomo che vive solo a metà. Non può ascoltare, non può esprimersi, vive in un mondo suo, è isolato da tutti gli altri.
Essere sordi e muti era considerata una maledizione: chissà quale sarà la colpa, quale peccato avrà fatto ... per essere una creazione “difettosa”. Ed ecco che quell'uomo malato ora, oltre al peso della propria malattia, doveva anche portare il peso della sua presunta colpa.
La speranza dei suoi amici è che Gesù possa guarirlo. Per guarire la sua sordità e il suo mutismo Gesù entra paradossalmente nel suo isolamento, forza la sua possibilità relazionale. Fa breccia nel suo assurdo silenzio con l'unica parola vera: ti amo, apriti all'amore. Solo ascoltando infatti è possibile parlare. Ogni bambino dopo nato, ascoltando impara a parlare quello che ascolta. Interessante questo, perché anche noi potremo parlare come discepoli solo se ascoltiamo il maestro. Chi non ascolta la sua parola che cosa potrà mai riuscire a dire? Gesù riapre, e lo fa con un sospiro, con un soffio: segno, forse, di quella prima creazione, quando Dio aveva soffiato dentro l’uomo la sua stessa vita. Ed ecco che l'uomo diviene capace di parole vive, parole di vita, parole frutto dell'esperienza della misericordia di Dio.
È da questa esperienza, che il nostro aprirci testimonia la speranza che ci salva, una speranza che trasuda fede e carità.sabato 7 settembre 2024
Lecito o non lecito, questo è il problema
1Cor 4,6-15 e Lc 6,1-5
venerdì 6 settembre 2024
Nuovo contro vecchio
1Cor 4,1-5 e Lc 5,33-39
giovedì 5 settembre 2024
La pesca della vita
1Cor 3,18-23 e Lc 5,1-11
mercoledì 4 settembre 2024
La realtà si riempie di Dio
martedì 3 settembre 2024
Una Parola autorevole
1Cor 2,10-16 e Lc 4,31-37
lunedì 2 settembre 2024
Quando regana il pregiudizio.
1Cor 2,1-5 e Lc 4,16-30
domenica 1 settembre 2024
Lavami nel tuo amore
Dt 4,1-2.6-8 Sal 14 Giac 1,17-18.21-22.27 Mc 7,1-8.14-15.21-23