venerdì 7 febbraio 2025

Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!

Eb 13,1-8 e Mc 6,14-29

L’autore della Lettera agli Ebrei, ci  ricorda i nostri doveri più importanti, le cose da non tralasciare mai: l’amore fraterno, l’ospitalità, la vicinanza, la solidarietà con chi è carcerato e chi viene maltrattato. Ci ricorda ancora l’importanza della fedeltà nuziale, condanna l’adulterio, ci esorta a non fare cattivo uso del nostro corpo. L’autore ci propone di vivere senza avarizia, senza attaccamento alle cose terrene, senza bramosia, accontentandoci di ciò che abbiamo. La lettera, passa da un senso teologico molto alto a un senso pratico della vita del credente, mettendo in rilievo la comunione con il precetto fondamentale del Signore che è l'amore fraterno. È questo precetto del Signore che orienta e da senso pieno alla nostra esistenza, ponendola in un orizzonte ricco di speranza.


giovedì 6 febbraio 2025

L'origine delle cose nuove

Eb 12,18-19.21-24 e Mc 6,7-13

Se prima era così,  ora è una cosa nuova. Il brano della Lettera agli Ebrei si focalizza sulla novità che è possibile, per noi, a partire da Gesù attraverso il sacrificio della sua vita. Se ne passato Dio era un giudice distante che dettava le leggi da rispettare, per obbligo e per paura. Dopo la venuta di Gesù, per i credenti in lui, si è aperta la possibilità di accostarsi a cose meravigliose e insperate. Dopo Gesù, è divenuto per noi possibile partecipare alla condizione  dei primogeniti, cioè accostarci a Dio in forza di un vincolo di sangue, che genera una comunione gioiosa per la vita eterna. Ma tutto questo è meraviglioso perché  non è una promessa futura, ma «voi vi siete accostati al Monte Sion, alla Gerusalemme celeste..» e così via.., quindi già fin da ora questa novità è una certezza che Gesù ci ha conquistato.


mercoledì 5 febbraio 2025

Dio è Padre che corregge ...

Eb 12,4-7.11-15 e Mc 6,1-6

La vita di tutti i giorni è lo spazio privilegiato in cui facciamo esperienza del nostro limite è anche delle progressioni umane. È in questa dinamica che agisce e si sperimenta anche l'agire di Dio. Dio non è astratto o apersonale, ma il mistero di Dio e la sua rivelazione hanno a che fare con il senso più intimo del nostro esistere singolare rispetto all'universale: un esistere personale, individuale, unico e speciale; immerso in un universale che tutto comprende. È in questa percezione che dobbiamo calare l'intuizione di Ebrei, quando ci propone Dio come un Padre che corregge i suoi figli e come la correzione è segno di amore e occasione di crescita in umanità. Occorre stupirsi di questa modalità in cui incontriamo Dio, perché è spazio di fede, altrimenti il nostro credere diventa una ripetizione stanca di liturgie e riti che lentamente si spegne e diventa un’abitudine, un’abitudine socio-culturale.

martedì 4 febbraio 2025

Gesù origine e compimento della fede

Eb 12,1-4 e Mc 5,21-43

I testimoni della fede non sono semplicemente modelli del passato, ma sono compagni dell'esperienza umana, essi sono accanto a noi, per sostenerci nel nostro cammino. Come dire, c'è un legame tra loro e noi che si genera proprio nell'atto di fede. Tutto ci porta a considerare come la fede non è frutto di razionalità o di convincimento, ma il nostro camminare nella fede, il portare a compimento la nostra corsa, deriva dal nostro essere con Gesù;  viene dal pensare a come Gesù sopportò ogni cosa: la croce, le offese, il disonore. Gesù ci riuscì perché, ci viene detto, i suoi occhi erano fissi sulla gioia che gli era dinanzi..., Gesú credeva in cio che vedeva davanti a se. Fissiamo allora anche i nostri occhi in quella stessa gioia e saremo capaci di affrontare, con fede, qualsiasi prova. 

lunedì 3 febbraio 2025

Cosa opera la fede?

Eb 11,32-40 e Mc 5,1-20

Grazie alla fede, i padri del popolo di Israele ottennero cose incredibili, e superarono i limiti della loro vita. Dio trasformò la debolezza in forza, nel momento in cui si affidarono completamente a lui. Il Signore si serve delle fragilità dei deboli per confondere i forti, e fa crescere l’umanità attraverso quelle che noi consideriamo le imperfezioni. Questo cammino di perfezione nella fede non si esaurisce nella vita personale dei singoli, ma essendo coinvolto nella storia di salvezza, tutti ci include, anche noi e chi verrà dopo di noi. Per questo l’agire dei padri, sebbene gradito a Dio per la loro fede, potrà raggiungere la pienezza della perfezione solo quando tutti gli uomini, di tutti i tempi, avranno dato il loro contributo al cammino della storia della salvezza. Questo essere tutti strettamente legati tra noi è la comunione dei Santi.

domenica 2 febbraio 2025

La luce illumina

Ml 3,1-4 Sal 23 Eb 2,14-18 Lc 2,22-40

Festa delle luci, fin dal passato in questa giornata si benedivano i ceri che servivano ad illuminare le nostre Chiese, e sempre in questa giornata si ricorda l'offrirsi a Dio delle persone consacrate che rinnovano la loro totale adesione a Cristo, entrando così in pieno nella festa della presentazione al tempio di Gesù. Con le immagini siamo condotti anche noi ad entrare nel tempio di Gerusalemme ... Saliamo le imponenti scalinate, varchiamo le porte e siamo condotti fino al cortile interno circondato dalle alte colonne che sorreggevano il portico di Salomone, da cui si accede nei vasti cortili lastricati che immettevano nella zona più sacra del tempio di Gerusalemme. Tutto questo ci parla di spazio, tempo e di ambiente sacro ... abitato da Dio ...
In questo contenitore di sacralità si deve compiere la presentazione e il riscatto dei primogeniti, secondo la legge di Mosè ... e questo anche per Gesú, e per i suoi genitori.
Di tutto ciò che potremmo immaginare, l'evangelista Luca non ci racconta nulla se non di un incontro particolare con un vecchio profeta d'un tempo ormai svanito e con una vecchia donna anch'essa profetessa. Quasi a dirci che la profezia ormai ha compiuto il suo compito, ha raggiunto il suo fine, ha riconosciuto il mistero da sempre annunciato: Gesù Cristo, messia e salvatore. Ora questo Cristo è luce che tutto illumina con sé stesso nel condurci a vedere Dio. Di fronte a questa luce tutto scompare, anche la sacralità maestosa del tempio e dei suoi sacrifici, resta solo u. Abbraccio tra un bambino e un vecchio, e lo stupore di un padre e di una madre.

Un bambino di cui ...
Si dice essere luce per rivelare Dio alle genti e gloria del suo popolo. La missione a cui è destinato quel bambino è fare sbocciare la rivelazione custodita nell’antico popolo dell’Alleanza, per allargarsi a tutti i popoli nella novità del vangelo.

Un percorso di drammaticità ...
Simeone lo dice con parole chiare e nette: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione — e anche a te una spada trafiggerà l’anima —, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Non si può incontrare Gesù e rimanere gli stessi: l’incontro con Lui innesca un profondo cambiamento, una nuova nascita. Ebbene, da come ciascuno accoglierà o rifiuterà questo INCONTRO, prenderanno forma e consistenza i pensieri del cuore, e si rivelerà che tipo di persona ciascuno di noi sia; chi vogliamo diventare, cosa abbiamo a cuore.

OBBEDIENTI: Maria e Giuseppe sono immersi in una piena obbedienza alla tradizione, di rispetto per le Leggi di Israele, ma non per il gusto di conservazione, come spesso trasformiamo il senso religioso in tradizionalismo, essi in realtà sono testimoni di un Dio che si sottomette alle tradizioni degli uomini, per trasformare la tradizione nella sorgente di novita che Gesù rappresenta.

DONARSI: un gesto che si ripeterà infinite volte nella vita di Gesù. Egli è dono al Padre che ne fa dono all’umanità. E in questa logica del dono, oggi, desideriamo fortemente fare della nostra piccola vita un’offerta a Dio. Da lui l’abbiamo ricevuta, a lui vogliamo donarla.

ILLUMINATI: Gesù è la luce che illumina ogni uomo, la luce delle nazioni. In realtà Gesù non emana luce, non ha nessuna caratteristica che lo distingua da qualunque altro, se non il suo rapporto con il Padre, la sua relazione illumina  e aiuta a vedere di quanta luce abbiamo bisogno in questo mondo! Portiamo luce perché siamo accesi, come le candele che oggi benediciamo.

sabato 1 febbraio 2025

Per fede, nella fede e con la fede ...

Eb 11,1-2.8-19 e Mc 4,35-41

La fede è "fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede". La fede di Abramo e di quelli dopo di lui, tratteggia le fondamenra della nostra speranza. La fede ci permette di vivere ogni giorno camminando da pellegrini e da stranieri sulla terra, tenendo sempre lo sguardo puntato alla città celeste «dalle salde fondamenta», che li attendeva. Dio vuole che ci fidiamo di lui, e che fissiamo la nostra attenzione a ciò che ci è stato promesso. Vuole che anche noi impariamo a vedere con gli occhi quello che non si vede, perché le promesse di Cristo devono essere per noi più vere della realtà.