domenica 6 aprile 2025

Uno sguardo nuovo ...

Is 43,16-21 Sal 125 Fil 3,8-14 Gv 8,1-11

Le cose nuove di Dio
Mercoledì sera, Davide Fabbri, all'incontro sulle letture domenicali citava questa frase della prima lettura, tratta da Isaia: "Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova..."
Effettivamente credo che sia la chiave di lettura della liturgia di oggi, come anche il modo in cui Dio opera ed agisce sempre nella nostra vicenda umana. Non c'è limite e fragilità che impedisca a Dio di realizzare il suo amore in noi, un amore che non solo è novità,  ma che ci rende nuovi ... "ecco faccio una cosa nuova".
Come vi diceva Mons. Castellucci, il 22 marzo scorso, la speranza cristiana non è illusione, ecco oggi credo che la speranza cristiana sia riconoscere il nuovo che Dio fa ogni giorno della nostra vita e in ogni istante di tempo di questo nostro mondo.
La speranza cristiana non è una illusione, non è neppure  guardare il bicchiere mezzo pieno ... La speranza cristiana è invece fondata su un fatto a cui aderisce, cioè che Cristo è morto ed è risorto. Questo è il nucleo di tutta la speranza cristiana. Cristo è morto ed è risorto, non rifiuta la morte, la speranza cristiana entra nella morte, non fa finta che non esistano i problemi, le sofferenze, i lutti. Li raccoglie, anzi, in un certo senso li accoglie come realtà, però guarda al futuro sulla base di una esperienza a cui aderisce. Da quando Cristo è risorto dalla morte la morte non è più la parola ultima. Occorre dunque prendere atto realisticamente dei problemi, per così dire entrare nel sepolcro sapendo che il sepolcro non si chiude definitivamente, che si apre ad una luce nuova. Ecco questa luce nuova è la cosa nuova che sempre Dio fa!

Gesù scrive una storia nuova
Guardiamo Gesù, quel suo scrivere per terra è come imprimere nella realtà quella novità che sta compiendo. Rispetto alla donna è rispetto ai suoi accusatori.
Gesù  scrive per terra con il suo dito ... immagine del dito di Dio che scrive sulla tavole di pietra la legge che consegnerà a Mosè per il popolo. Gesù scrive per terra due volte, come per due volte Dio scrive la legge ...
Gesù scrive due volte ... come allusione per coloro che avrebbero capito che Dio stesso scrivendo due volte ha usato una misericordia nuova per Israele... due volte ... una misericordia nuova che ora verso la ragazza adultera viene negata ...
Una misericordia nuova e gratuita che esprime la bellezza del perdono, che non ha bisogno di vendetta o di pena da scontare, ma che non è neppure buonismo estremo e sdolcinato.

La modalità attraverso cui si agisce la misericordia.
Gesù non nega il peccato della donna, e nemmeno lo minimizza. Gesù non sminuisce la sua responsabilità, ma nemmeno la schiaccia sotto il peso della sua colpa.
Gesù le parla, apre un dialogo con la donna e la sua vita ... Gesù le restituisce la dignità di persona ... Gesù la chiama a responsabilità e a giudicare se stessa per ciò che ha commesso ... Infine, Gesù la rimette in cammino e gli conferma il suo amore per lei ...  le offre una seconda possibilità. Ma non la offre solo a lei! La offre anche ai farisei e anziani perché possono così iniziare da lì un cammino nuovo: anche loro si mettono in movimento. Abbiamo tutti bisogno di una seconda possibilità, facciamo esperienza della misericordia di Dio. La cosa nuova è la nuova possibilità offerta ... che è migliore della prima!

sabato 5 aprile 2025

A te mi affido

Ger 11,18-20 e Gv 7,40-53

Geremia non chiede vendetta, ma l’intervento di Dio, a cui il profeta affida la sua causa. Un ammonimento anche per noi, che spesso vorremmo fosse applicata una giustizia immediata, da parte di Dio, che però usi il nostro metro. Comunque ci colpisce profondamente nella vita del profeta l’incessante domanda che Geremia sembra rivolgere a Dio: “Perché mi hai fatto questo?”
Geremia ci insegna che, nonostante tutto, solo all’interno della relazione con Dio possiamo trovare le risposte che cerchiamo, se osiamo guardare, senza scandalizzarci, al Suo disegno di salvezza, testimoniandone la certa riuscita con perseveranza, pazienza e letizia. 

venerdì 4 aprile 2025

Il giusto suo servo ...

Sap 2,1.12-22 e Gv 7,1-2.10.25-30

27° giorno di Quaresima: chi è giusto e servo del Signire? Il giusto è colui che vive con Sapienza, e la mette in pratica. È colui che col suo esempio testimonia le sue scelte di vita, fa vergognare gli empi, smaschera le loro bassezze, tanto da portarli a progettare la sua morte, la sua rovina. Il giusto, nonostante tutto, non si conforma alle tenenze del mondo e ricerca con insistenza la verità. Le parole del libro della Sapienza ribadiscono un'esperienza fatta sin dagli inizi dei tempi e che continua anche oggi: vivere per la verità, la giustizia, la misericordia e la pace non garantiscono di vivere in pace, amati e rispettati da tutti. Signore aiutaci a non temere chi attenta alla nostra vita e ottienici di vivere nella tua luce, secondo la tua giustizia e in te che sei via, verità e vita.

giovedì 3 aprile 2025

Non conservare la tua rabbia

Es 32,7-14 e Gv 5,31-47

26° giorno di Quaresima: un faccia a faccia tra Dio e Mosè. Ilprobema è reale, il popolo di Israele si è fatto un vitello d’oro per adorarlo, di conseguenza il Signore manifesta il suo sdegno la sua rabbia e giunge a una conclusione: questo popolo è un popolo dalla dura cervice per cui, la mia ira si accenderà contro di loro e li distruggerà. Di Mosè invece farà una grande nazione. Ma Mosè amava il Signore e parlava faccia a faccia, come un uomo con il suo amico. Questa espressione contiene la libertà e il coraggio di Mosè di fronte a Dio come anche la forza della sua preghiera di intercessione. Ci vuole coraggio per dire in faccia a Dio le cose, rinfacciandogli le sue pomesse. Nel dialogo con Dio, occorre fare memoria come anche appellarsi  alle promesse che lui ci ha fatto. Questo non è semplicemente rivendicazione ma anche richiamo alla nostra libertà e responsabilità.

mercoledì 2 aprile 2025

Consolazione della memoria

Is 49,8-15 e Gv 5,17-30

25° giorno di Quaresima: Dio non ci abbandona. Sono la sintesi della parole di Isaia, non si è dimentica di noi, come una madre non può dimenticarsi dei suoi figli, anche nella fatica dei giorni tristi, come il tempo dell'esilio. Dio non ci abbandona, ma nella drammaticità si ravviva il ricordo, nel quale è racchiuso il suo amore, infatti nella memoria ha la sua dimora. Se non avessimo memoria delle persone che amiamo e che sono a noi care, come potremmo affermare di amarle davvero? I ricordi ci aiutano a mantenere vivi e reali i legami passati e quelli presenti. La vita è continua memoria che colma ogni frattura e la vita eterna è proiezione per sempre della memoria, senza lacune o crepe, cone se fosse una casa incorruttibile dove ci ritroveremo tutti a condividere i nostri ricordi, i nostri cuori, il nostro amore.

martedì 1 aprile 2025

Acqua buona!

Ez 47,1-9.12 e Gv 5,1-16

24° giorno di Quaresima: ... dal Tempio scorre verso oriente un rivolo d’acqua. Non è il Tempio costruito sulla roccia che porta beneficio al popolo, non le sue mura che ora sono da abbandonare - siamo nel tempo dell'esilio babilonese -, ma proprio nel contesto di questa storia drammatica lo Spirito efficace di Dio si manifesta ancora una volta come nel deserto assetato, come acqua viva e dolce: un fiume sempre più grande che punta verso l’Arabà, la valle che sfocia sul Mar Morto, e ovunque giungerà tutto rivive. Un fiume che porta nuovo equilibrio e nuova linfa a una terra martoriata dall’aridità e dal sale. Sta a noi riconoscere la sorgente e immergerci nelle sue acque.