Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17
Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la
chiesa della risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne
cerimonia si fece l’ostensione della croce, che l’imperatrice Elena aveva
ritrovato il 14 settembre 320.
Ieri era il mio compleanno, oggi è quello di Papa Leone …
Oggi inizia la festa dell’Esaltazione della croce.
Celebriamo il suo essere segno: segno di un amore che ci
spinge oltre, segno di un dono che nessuno avrebbe mai potuto neppure
immaginare, segno di un Dio che si è fatto talmente vicino a noi e al nostro
peccato da unire definitivamente terra e cielo. Noi oggi celebriamo l’amore che
“dalla croce” abbiamo ricevuto.
Ovviamente domenica scorsa Gesù ci ha detto: “chi non
prenderà propria croce e mi segue, non può essere mio discepolo”.
Ecco allora che cosa rappresenta la croce?
La sua vita per me (la croce) diventa la mia vita proprio
quando la croce di Cristo entra nella mia condizione di esistenza. Se contempliamo la
croce, se scegliamo consapevolmente di dire sì al Maestro crocifisso allora di
quella croce dobbiamo imparare le logiche. Quali sono le logiche della
croce?
A) intima relazione con Gesù, stare in sintonia con il
cielo e con la realtà del mondo. CIELO E TERRA
La sua parola e i segni della sua grazia, i sacramenti
sono il cielo che ci tutta e di cui diventiamo partecipi.
Lo sguardo sulla realtà, la cura di questo spazio vitale,
delle relazioni, delle cose del creato ...tutto questo è mondo. Il disinteresse,
l’indifferenza … tutto questo mi esilia dal mondo. Mi priva di compassione.
B) accoglienza: tutti sotto il legno
della croce, ci insegna la dimensione dell'accoglienza, della comunità:
"quando sarò elevato attirerò tutti me.
La vera accoglienza è fantasia, tenera non rigida e
schematica, è comprensiva, è aperta al superamento delle nostalgie passate che
ci bloccano nella crescita come figlio Dio.
C) la croce è fatica è sacrificio, é cammino insieme. È
la fatica di essere gli uni per gli altri.
È sacrificio come l'Eucaristia che celebriamo, un
sacrificio da cui sgorga la vita. Ma è anche cammino su una via stretta della
Gerusalemme di quaggiù che ci prepara a incamminarci nella Gerusalemme del
cielo.
Grazie a quella croce che oggi celebriamo, possiamo
sentire che la salvezza non disdegna la fragilità, che non disdegna la morte,
ma la attraversa, esattamente come ha fatto Gesù di Nazaret.
Beh… tutte, tutti noi, oggi possiamo guardare la croce,
qualsiasi croce e dirci che c’è un Dio che per amore, e solo per amore, si è
offerto e si offre per noi: non chiede contraccambio, non impone dazi, non ha
bisogno di nessuna dimostrazione di fedeltà, né di prove da superare.
Se si vuole seguire il Signore, allora, non bisogna fare
calcoli per misurare le proprie potenzialità, ma bisogna solo alzare lo sguardo
e guardare la misura infinita d’amore che è stata rivelata nella croce del
Signore.