martedì 9 settembre 2025

La nostra vita in Cristo

Col 3,1-11 e Lc 6,20-26

In realtà non si tratta di disprezzare le realtà terrene, ma riconoscere un modo nuovo di pensare e di vivere. Apparentemente, il battesimo sembra non cambiare nulla; in realtà vivono, in maniera misteriosa, uniti a Cristo, e siamo parte della sua risurrezione. È per questo che Paolo suggerisce in quale modo vivere sulla parola e sull’esempio di Cristo, cercando "le cose di lassù". 
Per Paolo, è l’unione con Cristo, nel battesimo, che permette di diventare uomini nuovi, e non semplicemente la buona volontà; è la continua conoscenza di Cristo che rende sempre possibile diventare nuovi, con una visione positiva dell’altro. Mi chiede di guardare il mio prossimo con il cuore tenero di chi accoglie senza giudicare, di chi ha come metro di misura la misericordia, perché l’altro è “luogo sacro”, perché Cristo, che vive in me e nell’altro, fa morire l’uomo vecchio e fa nascere il desiderio di cercare "le cose di lassù".

Vivere in Lui e non in altro

Col 2,6-15 e Lc 6,12-19

Nella sua lettera Paolo afferma il primato assoluto di Cristo, Figlio di Dio, su tutto l’universo e su tutte le creature: la salvezza ci è donata da Gesù Cristo, il Signore. Con il Battesimo, vera circoncisione, i credenti, partecipano alla morte e risurrezione di Cristo, e imparano che la vita è la condizione in cui restare saldi nella fede. Ma quali sono i segni concreti del Battesimo, della circoncisione? In quale modo ho plasmato la mia esistenza e la rendo una esistenza cristiana? Questa è la fede che ho respirato fin della mia indanzia: la gratitudine a Dio sempre a che nell’inquietudine; la dignità della mia umanità; l'amore che Dio ci ha donato e ci dona continuamente. Essere uniti a Cristo nel battesimo significa vivere di lui e non di altro.


lunedì 8 settembre 2025

Natività di Maria ... attesa e compimento

Mi 5,1-4 e Mt 1,1-16.18-23

Il profeta Michea che è un contemporaneo di Isaia, in questo passo egli dedica la sua attenzione non a Gerusalemme, ma a Betlemme, la città di origine del Re Davide. A distanza di anni - dal Re Davide -, non era ancora compiuta l'attesa del discendente che  avrebbe dato origine a un nuovo inizio: da Betlemme verrà il Salvatore.
Siamo di fronte a un testo profetico non è esplicito, che noi ricomprendiamo alla luce del NT. Michea esalta e predice il Messia; enfatizza la sua patria, ma questa attesa e questo accadere si colloca nel progredire del tempo e della storia di Israele, non c'è un termine prefissato. Ora però la storia freme verso il futuro compimento e colui che nascerà porterà la vera pace. Un compimento non solo storico, e una pace frutto dello stesso compimento profetico, l'ingiustizia e la guerra deve finire.

domenica 7 settembre 2025

Scommettere tutto ... tutto su Gesù

Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33

Leggo e medito il Vangelo e sento molte scelte distanti dalle sue vie. Non penso solo alla mia vita, ma anche al mondo che mi circonda. E penso a noi credenti e alla nostra Chiesa, alle nostre comunità parrocchiali e non solo. È un Dio marginale quello in cui diciamo di credere. Un Dio che nella vita non ha una preferenza, ma ha una irrilevanza ... quasi irreversibile. Lo stiamo emarginando dimenticando. 
Ma noi oggi, scegliendo di credere in Gesù, abbiamo davvero fatto i conti con le radicali esigenze del Vangelo. Quando abbiamo misurato, che cosa abbiamo misurato?
Quando abbiamo scelto di diventare discepoli del Risorto, che cosa abbiamo veramente scelto?
Che cosa significa e che cosa comporta concretamente credere in quel Maestro di Galilea?
Costruire una torre, gettare fondamenta nella vita cristiana significa lasciarci impastare di Vangelo, lasciarsi orientare dalle sue vie, lasciarsi cambiare dai suoi valori. I suoi… non i nostri!
Ma quello che sentiamo attorno a noi è poco e spesso imbastardito da comode giustificazioni.
Sogniamo e costruiamo il futuro, consapevoli, capaci di riconoscere e condividere limiti e fragilità, ma con lo sguardo al cielo, cioè con gli occhi pieni di attesa e desiderio di mistero?
Ecco che la sequela è un nuovo inizio, è una nuova partenza. È qualcosa che cambia la vita e non si è più come prima.
Vogliamo scommettere tutto su Gesù?
questo è il problema rispetto al quale  noi discepoli moderni rischiano di impantanarsi ... non siamo più abituati a cambiare, anche perché siamo estremamente interconnessi con la realtà in cui viviamo... e questo ci limita nelle scelte e nella libertà.
Cambiare soprattutto le priorità, come già abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa: chi segue il Signore, chi va con Lui a Gerusalemme, non può più perdersi alla ricerca di una gloria e interessi personali, di valori effimeri.
Tutto questo cambiamento oggi corrisponde al nuovo modo di vivere e di INVESTIRE TUTTO SU DI LUI ...
Assumendosi il rischio ...
con questa priorità si entra nel ruolo del discepolo, chi non assume questa conformazione della vita non è suo discepolo, non può pensare di esserlo, dice Gesù: «… non può essere mio discepolo!».

Prima te, Signore, e la tua Parola, 
poi noi e i nostri personalissimi bisogni.
Prima le tue vie, prima la tua vita, 
poi noi e le nostre continue insoddisfazioni.
Sia questa la nostra fede! 
Questa è la nostra risposta.


sabato 6 settembre 2025

Il suo corpo nostra riconciliazione

Col 1,21-23 e Lc 6,1-5

Paolo ci dice che la morte di Cristo ha riconciliato tutti gli uomini, tutti partecipi della stessa eredità, del medesimo corpo, e diventati creature nuove a immagine di Cristo. Cristo attraverso la sua carne, segna la nostra carne e permette agli uomini di conoscere e sperimentare cosa significa essere santi e immacolati, irreprensibili dinanzi a lui.
Accogliendo il Vangelo tutti i giorni si diviene santi in un cammino che ha Cristo come meta, come guida  e come modello. L’inizio di questo cammino è prendere coscienza che la strada è già stata tracciata da Cristo, a noi decidere di percorrerla.

venerdì 5 settembre 2025

L'inno di Colossesi una eterna poesia

Col 1,15-20 e Lc 5,33-39

Il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin hanno parlato anche della possibilità di vivere oltre i 150 anni. Xi dice: "ora le persone a 70 anni sono ancora giovani; (...) la gente viveva oltre i 70 anni, ma oggi a 70 anni…sei ancora un bambino" ... forse serpeggia in lorola paura del dover morire.
Ma guarda po', chi è ateo e non crede si pone il problema della propria eternalizzazione.
Ma questa "eternità" è a discapito degli altri ed è solo un porolungamento faticoso. Ma per chi crede in Cristo e nel suo mistero che rivela Dio stesso, si percepisce l'eternità come ben altro: un Dio-amore che nel suo figlio mi rivela il suo infinito amore e mi fa scoprire la bellezza di una vita vissuta: in Lui, per mezzo di Lui ed in vista di Lui, nel per sempre.

giovedì 4 settembre 2025

Tenerezza di un affidamento

Col 1,9-14 e Lc 5,1-11

La preghiera di Paolo per i Colossesi è una supplica rivolta a Dio come anche per ogni comunità; chiede per essa i doni dello Spirito: conoscenza, speranza, intelligenza spirituale e fortezza, affinché i credenti in Cristo sappiano accogliere la verità del Vangelo, cioè la volontà di Dio e crescere nella fede per corrispondergli nella vita concreta.  È infatti nella concretezza del quotidiano che si "dando frutti in ogni genere di opera buona". Per far frutti è necessario lasciarsi plasmare dall'amore. Paolo affidaca Dio le persone a lui più care della comunità, ma è un affidare che mette al primo posto l’amore di Dio.

mercoledì 3 settembre 2025

San Gregorio magno ... un credente

Col 1,1-8 e Lc 4,38-44

La lettera scritta, tra il 57 ed il 70 d.C., è indirizzata ai Colossesi, ma oggi potrebbe essere indirizzata alle nostre comunità. La comunità di Colossi è reale e concreta, e Paolo scrive a loro ringraziando prima di tutto Dio per la loro fede. Fede fondata sulla verità del Vangelo. E’ Cristo, figlio di Dio Padre, il cuore della lettera anche nella sua parte iniziale, infatti Paolo si dichiara apostolo di Cristo e scrive ai fratelli in Cristo, i quali hanno ricevuto la “Buona novella”. Ecco,  Paolo scrive a dei fratelli in Cristo ... In realtà questa lettera è rivolta ad una sola grande comunità che è la Chiesa - che sia parrocchia, movimento, associazione -, in qualunque posto si trovi, in qualunque posto ci siano dei credenti in Cristo.

martedì 2 settembre 2025

Leggiamo Paolo, ascoltiamo Gesù

1Ts 5,1-6.9-11 e Lc 4,31-37

Gesù lo aveva detto, egli "Verrà all’improvviso, come il ladro viene di notte, nell’ora che non sappiamo”. Ma noi non siamo nelle tenebre; ma come “figli del giorno” siamo illuminati dalla quella stessa parola di Gesù, per cui non abbiamo paura del ladro che viene quando meno ce lo aspettiamo, ma aspettiamo il dolce ladro (lo sposo che torna), il nostro Gesù, notte e giorno, finché venga incontro a noi, a prenderci con sé. È questa parola e comprensione che è all'origine della lettera di Paolo hai Tessalonicesi. L'attesa non è tenebra o paura, ma si riempie di luce, speranza e amore: “Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo”. “Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.” 

lunedì 1 settembre 2025

Alla resa dei conti

1Ts 4,13-18 e Lc 4,16-30

Quando muore qualcuno veniamo scossi profondamente, le nostre fondamenta tremano. Dove ho posto le mie fondamenta? Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi diventa decisamente coraggioso nell’esortare chi ha perso qualcuno a non essere triste e senza speranza, ma mette tutti di fronte alla fede in Gesù Cristo, la nostra forza e la nostra  roccia, per cui nulla può scuoterci.
Ma la speranza in cosa? nella vita eterna? La speranza è nel Signore Gesù Cristo morto e risorto. Per credere a questa Parola dobbiamo aumentare la nostra esperienza di Gesù, aumentare la familiarità con lui, far crescere la nostra fede e quindi la confirenza con le sue promesse, le sue parole.