Zc 2,5-9.14-15 e Lc 9,43-45
Profezia e fede si intrecciano e diventano per il nostro tempo, per questi giorni, attesa e compimento, consolazione e di speranza. L’espressione è molto calorosa, rievoca il linguaggio antico. Il Signore prende dimora a Gerusalemme e i popoli troveranno in lui rifugio e protezione. L’amore di Dio è grande, privo di barriere - non ci saranno mura intorno a Gerusalemme -, tutti siamo chiamati a farne parte: fidiamoci! Apriamo senza riserve il nostro cuore e lasciamo che il Signore prenda la sua dimora nella nostra vita, cambi i nostri lutti in gioia, ci consoli, ci renda felici. Gerusalemme è "misura" cioé strumento di validazione; è un simbolo che rappresenta la realtà profetica e nello stesso tempo è segno che la realizza efficacemente: "perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te"... "Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te".
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