At 5,12-16 Sal 117 Ap 1,9-11.12-13.17-19 Gv 20,19-31
Nonostante i pochi pellegrini presenti per la Pasqua a Gerusalemme, tutti si emtra nel sepolcro e si fa un atto di venerazione nella tomba, generalmente si bacia il letto sepolcrale, ma ciò che è evidente è che la tomba è vuota. La tomba è vuota perché Gesù, come tutti i vangeli ci dicono: "... non è qui! È risorto ..."
Anche questa domenica dopo Pasqua, domenica della divina misericordia, Gesù ci conferma della sua presenza dopo il Triduo Pasquale come colui che è risorto. Noi spesso rimaniamo intrappolati in mezzo tra Passione e Sabato Santo e stentiamo a credere in un Cristo risorto che, con la sua umanità e divinità, porta in cielo tutti gli uomini e ci reca un messaggio di salvezza e speranza, anche quando siamo chiusi nelle nostre paure. Ma non c'è porta chiusa che possa trattenere il risorto, o impedirgli di raggiungerci per farci toccare con le mani ilmostero della vita che è la sua risurrezione.
Anche oggi nonostante le chiusure della nostra disumanità, il Signore Gesù continua a entrate nel nostro tentativo di essere sicuri per noi stessi e simanifesta in tuttacquella fragilità umana che non vogliamo vedere che teniamo fori dalla porta.
Gesù ci raggiunge, per metterci di fronte a quella chianata a seguirlo. Che non possiamo rinnegare nella paura di essere suoi discepoli; così dopo aver incontrato le donne, la Maddalena, Pietro e Giovanni, ora tocca a Tommaso, cioè a ciascuno uno di noi, spesso timorosi e pieni di dubbi e incertezze. Oggi, quel Pace a voi è un Pace a te, metti la mano e toccami ... perché ne hai bisogno
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