At 3,1-10 e Lc 24,13-35
Per sei volte in questo brano troviamo parole che hanno a che fare con il guardare: vedendo, fissando, sguardo, guarda, guardarli, vide. Sempre qualcuno che guarda qualcun altro o qualcuno che chiede, quasi implora, di essere guardato.
Ma se ho il coraggio di guardare non è un caso vedere la fragilità di un uomo che vive accanto alla mia vita. Quando Gesu vedeva un paralitico gli chiedeva in modo diretto: vuoi guarire? E cio che emerge è solo la forza dell'amore. Ma questo è cioè che Pietro ha imparato. Quanta fatica c’è nell’amare, quanta fatica in quello sguardo. Quanto sarebbe più semplice alla fine chiudere gli occhi e basta, non guardare più, guardare altro. L’amore è, in fin dei conti, tutto qui. Sperare in uno sguardo, non avere niente, ma quel poco che si ha regalarlo come se fosse il regalo più prezioso, il bene più imprescindibile, la cosa più bella tra tutte le cose più belle.
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