Lc 24,1-12
È per me una Pasqua densa di situazioni che si affollano alla mente ... anche in modo un poco caotico.È un insieme di situazioni personali, di impegni, di corse frenetiche da luoghi a situazioni di vita completamente opposti; un crogiuolo di impegni, di progetti e prospettive; con un solo rischio, quello di essere fagocitati nella successione frenetica delle cose da fare, al punto tale che anche il ministero sacerdotale corre il rischio di diventare un fare, per fare e di essere distratto nell'incontro con Gesù, con il risorto.
Ecco allora che ho cercato in alcune testimonianze le tracce di una presenza … Testimonianze che mi servono per recuperare il mio vivere questa Pasqua di risurrezione:
Croce, morte e sepoltura.
Una guida palestinese di pellegrinaggi oggi ha scritto:
Avevo sentito tante volte dire che Gesù, soffrendo per noi, ci ha donato la Vita. Ma ieri - venerdì santo - per la prima volta, non l’ho solo capito con la testa … ma l’ho sentito con il cuore.
Il sacrificio di Gesù non è stato una sconfitta, ma un atto d’Amore che ha vinto la morte.
In quel momento, ho compreso una verità semplice ma potente: Gesù sofferente è un modello per noi, qui in Terra Santa e ovunque nel mondo. Ogni volta che scegliamo di amare, anche quando costa, anche quando fa male… stiamo generando vita.
Il sacrificio, vissuto con amore, non è una perdita, ma una fecondità.
Non è una fine, ma un nuovo inizio. Non è oscurità, ma luce che si accende.
E se vissuto nel Cuore di Cristo, anche i nostri piccoli sacrifici quotidiani – una fatica, una rinuncia, un perdono – diventano semi di Risurrezione, portano Vita nuova. (basterebbe già questo!)
La risurrezione e la vita nuova.
Dal messaggio pasquale dei Patriarchi delle Chiese di Gerusalemme: «Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno»
Dal cuore delle tenebre che avvolgono la nostra regione, noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, proclamiamo con audacia al mondo un messaggio di vita e speranza.
È lo stesso annuncio rivolto alle donne giunte al sepolcro di Cristo per piangerlo. Come disse loro l’angelo: «Perché cercate il vivente tra i morti? Non è qui, è risorto». A queste parole sconvolgenti, il dolore delle donne si trasformò in gioia e il lamento in esultanza. Il Signore era davvero risorto!
La sua risurrezione è la luce che dissolve le tenebre e solleva chi a Lui si avvicina con fede.
Chiediamo quindi a cristiani e persone di buona volontà in tutto il mondo di rinnovare il loro impegno a lavorare e pregare per il sollievo degli afflitti, la liberazione di tutti i prigionieri, la fine delle guerre e delle aggressioni che hanno causato sofferenza umana immane, morte e distruzione nella nostra amata Terra Santa, così come in altre regioni del mondo ugualmente colpite.
Soprattutto, li esortiamo a unirsi a noi nel lavorare per una pace giusta e duratura, che inizi da Gerusalemme, la Città della Risurrezione, e si estenda da Gerusalemme fino ai confini della terra.
Capite che Gesù non è in una tomba di duemila anni fa?
Gesù non è in una tomba, ma risorto in tutto ciò che è lo spazio della nostra esistenza, della nostra vita di tutti i giorni.
Ecco che allora occorre cercarlo presente negli avvenimenti quotidiani e soprattutto riconoscerlo vivo e risorto.
Le confessioni di oggi sono state una feconda occasione di immergermi nel Gesù risorto e vivo:
- la confessione di Valerio,15 anni, spinto dalla mamma a confessarsi ... ma uscito dal confessionale raggiante e col sorriso;
- come anche la confessione di Luisa, cieca e in carrozzina, ma che con la luce del cuore vede ben più di tutti noi, e corre con gioia verso l'incontro con Gesù.
Oggi in tanti dialoghi e tante aperture del cuore, ho visto dove era il Signore, non in un sepolcro ma nelle ferite, nelle gioie, nelle fatiche e nei desideri di tanti di noi.
E poi a ricordarmi come il mio sacerdozio, nonostante le mie cadute, e la mia inadeguatezza e indegnità, è per Gesù la possibilità di essere vivo risorto ogni volta che nel Suo nome compio i suoi gesti di amore: i suoi sacramenti.
Oggi ho concluso la giornata amministrano l'olio Santo a Rina, ormai arrivata e al limite del suo cammino, che con i suoi 94 anni il prossimo 7 maggio è prossima al passaggio dalla terra al cielo; … con un flebile filo di voce mi dice: "ho capito cosa mi hai fatto, mi hai dato l'Olio Santo ... grazie", poi abbiamo fatto un patto: "mi aspetti, perché devo andare in Terra Santa e torno il 28 ..." credo proprio che Gesù ci accontenterà ...
Il risorto non è in un sepolcro, morto, ma vive e rende viva la nostra vita: nel nostro vivere lui presente ... nel nostro amare lui è vivo, nel nostro sperare lui è vivo e presente. Lui è vivo sempre e nonostante tutto!
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