domenica 13 ottobre 2024

Possediamo di tutto ... "ma andiamo tristi" ...

Sap 7,7-11; Sa 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

Anche oggi che possediamo di tutto e ci sforziamo in ogni modo di correre oltre ogni nostra possibilità ... ci accorgiamo che non raggiungiamo il fine della nostra vita: essere felici ... dare alla vita un senso vero ed eterno. Per cui siamo esistenzialmente tristi, tendiamo sempre al lato grigio della vita e nulla sembra coinvolgerci al punto di darci la gioia.

Quest’uomo ricco, aveva fatto tutti i compiti come un bravo scolaretto, aveva obbedito alle leggi e si era costruita un'immagine di uomo giusto e corretto, la sua coscienza era a posto, perfettamente a posto, insomma proprio un bravo ragazzo!

Ma una domanda, anche in lui, anche nella sua autosufficienza non trova risposta, non trova soluzione: come posso vivere per sempre? (... maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?)

Questa domanda, quando la si esprime ci lascia sgomenti, perché dice che io da solo non posso darmi una vita la cui qualità sia la felicità e la gioia dell'eternità.

Quest'uomo continua a vivere la sua storia personale nella tristezza. Dice papa Francesco: esiste una tristezza amica e una tristezza non buona.

La tristezza amica è quella che fa parte del cammino di conversione del cristiano e che la grazia di Dio trasforma in gioia; ma vi è anche quella che si insinua nell’anima e che la prostra o la conduce nell'abbattimento o nella durezza e nella rigidità. Questa seconda tristezza viene dal "Maligno". Quando il mostro cuore si indurisce, si intiepidisce e non ha più lo slancio dei desideri, dei sogni, non genera più speranza ... il cuore diviene solo spazio di delusione di fronte anche all'evidenza di ciò che potrebbe ridare la gioia o il gusto della felicità ... per cui se ne andò triste, cioè deluso anche dalle parole del Signore. Questa tristezza porta all'egoismo, al chiudersi in se stessi, a rincorrere giustificazioni ai nostri atteggiamenti rancorosi o pretestuosi; maturato questo, è come succhiare una caramella amara, cattiva ... il sapore in bocca sarà sempre cattivo, amaro.

Semplicemente c'è bisogno d'altro!

Dobbiamo stare attenti a questa tristezza e pensare che Gesù ci porta la gioia della risurrezione. Ma cosa devo fare quando sono triste? Fermarti e vedere, fare discernimento sulla mia tristezza ... perché la tristezza può essere una cosa molto brutta che ci porta al pessimismo, ci porta a un egoismo che difficilmente guarisce.

Come vincere la tristezza:

La tristezza si vince quando la nostra vita scopre le relazioni buone capaci di generare amore, quando scopri che il prossimo è la chiave della vita eterna, le relazioni sono la chiave dell'eternità. Mi ricordo di un ragazzo che aveva un poco lo sguardo triste, non si sentiva realizzato, poi sopraggiungono anche dei limiti fisici ... grande turbamento e infelicità ... fintanto che non ha scoperto la sua gioia nel vivere accanto a chi è escluso, e ai margini del mondo. Quelle relazioni gli danno la gioia della vita. Gesù è risorto anche oggi, per ciascuno di noi, e lui è il senso della vita.


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