Rm 8,1-11 e Lc 13,1-9
venerdì 24 ottobre 2025
La giustizia si compie in noi
Una lotta impari
Rm 7,18-25 e Lc 12,54-59
giovedì 23 ottobre 2025
Raccogliamo frutti di santificazione
Rm 6,19-23 e Lc 12,49-53
mercoledì 22 ottobre 2025
Schiavi della giustizia
Rm 6,12-18 e Lc 12,39-48
martedì 21 ottobre 2025
Sovrabbonda la grazia
Rm 5,12.15.17-19.20-21 e Lc 12,35-38
lunedì 20 ottobre 2025
Abramo non esitò per incredulità ...
Rm 4,20-25 e Lc 12,13-21
domenica 19 ottobre 2025
La nostra bella preghiera ...
Es 17,8-13 Sal 120 2Tm 3,14-4,2 Lc 18,1-8
Il figlio dell'uomo quando verrà troverà troverà la fede della vedova!
Questo è vero per la venuta ultima di Gesù come giudizio
finale, ma è ugualmente vero per la venuta puntuale nella nostra quotidianità
che è lo spazio dove il male si infrange rispetto al desiderio di bene e alla
giustizia.
Si, solo una fede umile, semplice e senza "potere" resterà come segno
di una fede capace di infrangere il potere del male.
Questa pagina di Vangelo non è semplicemente una esortazione a pregare ma, nell'invito dell'evangelista si nasconde il desiderio di Gesù che non ci scoraggiamo nel nostro tempo rispetto a tutti i giudici di iniquità che sono il simbolo del male e dell'ingiustizia,
Il rapporto tra il male che è sordo al grido dell'umile è del piccolo, risuona in tutti i tempi rispetto all’indifferenza del cuore di coloro che pur potendo non fanno, di chi agisce in forza di un potere ma non compie le opere di Dio: il bene, la giustizia e la misericordia.
La vedova del vangelo sembra una donna cocciuta e impertinente, che non si ferma davanti a nulla, ma in realtà è semplicemente una donna. La vedova sa di non valere nulla, di non avere alcuna possibilità se non quella di poter chiedere ..., chiedere con insistenza ... È di fronte a questa insistente nullità che si realizza il "prontamente" di Dio, che non significa subito o immediatamente, ma rappresenta il modo di agire di Dio al tempo opportuno, quando Dio realizza nella storia la salvezza.
Ecco che la preghiera si inserisce nel modo in cui Dio porta a salvezza, cioè realizza la giustizia, ci rende giusti, ci rende santi ovvero secondo la sua volontà, e rende giusto tutto ciò che esiste. La preghiera infatti, non è una richiesta spot per chiedere piccole cosucce, ma per allargare il nostro orizzonte di vita nel chiedere di realizzare noi stessi, nell'essere santi, cioè come Dio ci vuole, e per ciò per cui Dio ci chiama ad esistere.
sabato 18 ottobre 2025
Annunciare il vangelo a tutte le genti
2Tm 4,10-17 e Lc 10,1-9
venerdì 17 ottobre 2025
La volontà di Dio ci giustifica
Rm 4,1-8 e Lc 12,1-7
giovedì 16 ottobre 2025
Gesù pienezza della legge di Dio
Rm 3,21-30 e Lc 11,47-5
mercoledì 15 ottobre 2025
Liberi in Dio
Rm 2,1-11 e Lc 11,42-46
martedì 14 ottobre 2025
Cambio non alla pari
Rm 1,16-25 e Lc 11,37-41
lunedì 13 ottobre 2025
Il valore di essere stato scelto
Rm 1,1-7 e Lc 11,29-32
domenica 12 ottobre 2025
Cammino, Gratitudine e fede
2Re 5,14-17 Sal 97 2Tm 2,8-13 Lc 17,11-19
di questo straniero?» Qui sta la differenza. I primi nove sono stati solo "guariti", il decimo viene invece "salvato"!
E ogni giorno riceveva la stessa misteriosa risposta: "Devi desiderarlo".
"Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, no? Allora perché non lo trovo?".
Un giorno, il maestro si stava bagnando nel fiume con il discepolo. Spinse la testa del giovane sott’acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi.
Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conversazione: "Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott 'acqua?".
"Come perché?" disse il discepolo indispettito. "Perché cercavo disperatamente aria!"
"Hai risposto bene. Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente Dio
come cercavi l’aria, allora lo troverai".
Chi è capace di gratitudine, sa vivere una relazione con il mondo, con se stesso e con Dio, da persona libera e liberante… veramente risorta!
Grazie, Signore,
nostro Padre e Creatore,
per le tenere e delicate carezze
con cui silenziosamente ci raggiungi.
Per la tua paziente attesa delle nostre risposte;
per quelle mille forme di guarigione interiore
che restituiscono pace al nostro cuore
anche in tempi di bufere.
Grazie, Signore, semplicemente
perché ci sei e perché ci sono. Amen.
sabato 11 ottobre 2025
Li siederò a giudicare
Gl 4,12-21e Lc 11,27-28
venerdì 10 ottobre 2025
Viene il giorno del Signore
Gl 1,13-15; 2,1-2 e Lc 11,15-26
giovedì 9 ottobre 2025
... sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Ml 3,13-20 e Lc 11,5-13
Malachia è l'ultimo profeta prima di Giovanni Battista; passeranno fatti oltre quattrocento anni di silenzio ... L'attesa diviene, sconforto, disimpegno, disillusione, tutto sembra precipitare nel male, nella colpa, nel vizio, nell'immoralità. È in questo abisso che nasce l'attesa messianica. Anche oggi le nostre comunità hanno bisogno di ridestsrsi col fuoco dello Spirito e della Parola del Signore per essere nutrite e illuminate; il pane eucaristico che spezziamo e condividiamo è segno concreto della presenza di Dio che cambia il nostro cuore. Ma se non cambiamo il nostro cuore, se continuiamo ad aggrappiamo alle nostre sicurezze, se rimaniamo chiusi nelle nostre comunità non saremo capaci di riconoscere il Dio che viene ad abitare il nostro cuore e la nostra vita, e non sapremo essere una Chiesa che cammina nel mondo.
mercoledì 8 ottobre 2025
Ninive è salva!
Gio 4,1-11 e Lc 11,1-4
martedì 7 ottobre 2025
Il bene fatto porta la salvezza di tanti
Gio 3,1-10 e Lc 10,38-42
lunedì 6 ottobre 2025
Per convertire Ninive occorre Giona
Gio 1,1-2,1.11 e Lc 10,25-37
domenica 5 ottobre 2025
Facci vivere di TE
Ab 1,2-3;2,2-4 Sal 94 2Tm 1,6-8.13-14 Lc 17,5-10
Il gelso era un albero molto diffuso ai tempi di Gesù; le sue radici erano robuste e penetravano in profondità nel terreno, per cui il gelso era considerato un albero longevo, e difficile da estirpare.
Una immagine che se accostata alla richiesta dei discepoli suona in questo modo ... la fede riesce anche lì dove sembrerebbe proprio difficile ... come sradicare un gelso ... e in assurdo trapiantarlo nel mare ...
Oggi questa immagine si accompagna alla nostra quotidianità in cui sembra che il male non si riesca più a sradicare ...
Come può il Signore della vita restare inerme; come può permettere che addirittura nel suo nome qualcuno uccida bambini innocenti, per bombe o per fame!
Per assurdo, Gesù ci sta dicendo che per sradicare il male occorre la nostra piccola e fragile fede ... che in realtà è una forza che non sappiamo giustamente valutare. Il male, a volte, può solo sembrare impossibile da sradicare ... ma …
Siamo di fronte a dei paradossi ...
Alla richiesta, forse legittima, ma ingenua dei discepoli, che contrappongono alla forza del male o del mondo la necessaria forza della fede; anche di noi ... pieni di paura e umanamente fragili ... chiediamo il dono della fede forte, di una fede grande, per vincere il mondo, Gesù invece ci offre l'immagine assurda del Gelso e di un seme piccolo e insignificante, il seme della senape.
Ma è proprio questa fede piccola che in realtà è capace di cose grandi ...
Il gelso, così difficile da estirpare, finisce addirittura nel mare, dove non potrà sopravvivere ... ma la fede sostiene anche l'impossibile, ciò che umanamente è fuori ragione.
Poi succede che anche noi sperimentiamo l'essere servi inutili ..., anche noi nella nostra inutilità sperimentiamo le conseguenze dell'essere figli di Dio ... di avere un padrone come Dio Padre ... Un padrone che sa di avere servi inutili ... ma comunque figli.
Ma è a questi figli che il Padrone fa dono della fede in Lui ...
Cosa significa avere fede?
Avere fede in Dio significa comprendersi come quel servo nei confronti del suo Signore, sentirsi parte di un vincolo e di un legame basato sulla somiglianza e la pratica del suo amore. Un rapporto questo che rende appunto il credente figlio di Dio.
Perché questo sia possibile, Gesù più volte nel vangelo di Luca ci mette di fronte all'essere come il Padre, cioè ad essere buoni fino in fondo.
Cioè bisogna che l’amore del discepolo raggiunga una qualità il più simile a quella di Dio.
E qual è la qualità dell’amore di Dio? Quella che si esprime in un perdono senza condizioni. (Aiiia)
Gesù propone una fede che è un’alternativa, una risposta diversa al mondo e alla nostra vita: accogliete questa offerta d’amore di Dio e l’amore di Dio vi rende liberi e questo amore si esprime attraverso il perdono incondizionato, diversamente rimanete nella condizione di servi verso il vostro Signore, di schiavi delle logiche del mondo, schiavi della violenza e della vendetta..
“Così anche noi, quando avrete fatto tutto quello che ci è stato ordinato…”, “siamo semplicemente servi. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare": amare, perdonare.
Noi oggi di fronte a Gesù siamo messi di fronte a una domanda: credi nell’impossibile.
La fede può davvero spostare le montagne?
La fede è un dono tanto prezioso quanto fragile, ha un potenziale infinito ma per crescere e diventare capace di frutto ha bisogno di una cura e attenzione quotidiana, ha bisogno di essere nutrita. La piccolezza e la fragilità del nostro credere, non va abbandonata a se stessa.
Prendiamoci cura della nostra fede! Chiediamo il dono della fede cioè di imparare a vivere di Gesù e come lui.
Fammi vivere di te
La mia fede, Signore Gesù,
è debole e vacillante:
fammi vivere di te!
La mia fede è soffocata,
la soffoco con le mie mille domande:
fammi vivere di te!
La mia fede è indebolita
dal poco tempo che riesco
a dedicare a te e alla tua Parola:
fammi vivere di te!
La mia fede è bloccata da ciò
che vorrei e non vedo:
fammi vivere di te!
Signore Gesù, maestro nel credere,
fammi vivere di te. Amen.
I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiere nella piazza di fronte alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita, la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.
Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bimba seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.
... credere è portare l'ombrello.
sabato 4 ottobre 2025
Il mio vanto è la croce
Gal 6,14-18 e Mt 11,25-30
venerdì 3 ottobre 2025
Oltre ogni nostra chiusura … la sua parola
Bar 1,15-22 e Lc 10,13-19
giovedì 2 ottobre 2025
Angeli Custodi ...
Es 23,20-23 e Mt 18,1-5.10
mercoledì 1 ottobre 2025
Ricostruire dalle ferite
Ne 2,1-8 e Lc 9,57-62
martedì 30 settembre 2025
Vocazione universale di Gerusalemme
Zac 8,20-23 e Lc 9,51-56
Nelle parole del profeta Zaccaria emerge il pensiero universale di Dio: la speranza che l'unità delle genti superi ogni divisione e nazionalismo. Il pastore universale, del cosmo e delle genti vuole radunare la folla dispersa, non per omologarla e uniformala, ma per fare comunione della molteplicità dei colori delle persone, dei dialetti, delle lingue e le diverse tradizioni. Dio attrae con il suo amore incondizionato, ed ama ogni suo figlio, nella sua diversità. “Anch’io voglio venire!”. Queste sono le parole che escono dal cuore di chi ha trovato ciò che aspettava da sempre. Inizia così il cammino che rappresenta il vero ritorno rspetto all’esilio ... «Dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo..» Questa frase racchiude il mistero di Dio rivelato e la responsabilità dei credenti di far toccare il mantello dell’amore di Dio.
lunedì 29 settembre 2025
Santi Arcangeli: forza e amore
Ap 12,7-12 e Gv 1,47-51
domenica 28 settembre 2025
C’era un uomo ricco, e poi c’era un povero di nome Lazzaro.
Am 6,1.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31
Un mondo dove i ricchi (pochi) lo sono sempre di meno e i poveri (troppi) lo sono sempre di più. Poveri al punto di non solo non possedere nulla, ma poveri al punto di essere assoggettati a chi detiene la ricchezza. Un mondo di poveri posseduti e condizionati.
E anche il banchetto sembra il club ristretto di alcuni magnate, esclusivo e a numero chiuso, dove tra una portata e l'altra la ricchezza viene spartita in ragione della forza economica di ciascuno. Il banchetto immagine della volontà di Dio di fare famiglia e tenere insieme nella fraternità gli uomini, è oggi lo spazio della arrogante ostentazione della ricchezza esclusiva.
Non si dice nulla dei meriti o delle virtù di Lazzaro, semplicemente ciò che importa a Gesù, invece, è sottolineare che Dio difende gli ultimi e prende la parte dei poveri. Allo stesso modo non si dice nulla riguardo alla cattiveria del ricco. Infatti il ricco non è negli inferi perché ricco, ma perché ha ignorato il povero lazzaro.
Questo è il centro della parabola: la ricchezza è una malattia contagiosa, se ti infetta, ti trasforma ... il ricco infatti è condannato per la sua totale indifferenza. Il ricco e il povero sono vicini, vicinissimi, ma il primo nemmeno si accorge dell'altro. il rischio della ricchezza è l'indifferenza!
Anche noi, purtroppo, spesso viviamo immersi nei nostri piccoli o grandi problemi, nelle nostre piccole o grandi ricchezze e siamo miopi e indifferenti, al punto che la ricchezza, il possedere ci snatura umanamente e ci rende disumani.
Una storia di Bruno Ferrero
Un riccone arrivò in Paradiso. Per prima cosa fece un giro per il mercato e con sorpresa vide che le merci erano vendute a prezzi molto bassi.
Immediatamente mise mano al portafoglio e cominciò a ordinare le cose più belle che vedeva.
Al momento di pagare porse all'angelo, che faceva da commesso, una manciata di banconote di grosso taglio.
L'angelo sorrise e disse: "Mi dispiace, ma questo denaro non ha alcun valore".
"Come?", si stupì il riccone.
"Qui vale soltanto il denaro che sulla terra è stato donato", rispose l'angelo.
Liberaci, Signore, dall'indifferenza che ci acceca
e dalla superficialità che ci anestetizza.
Allenaci a riconoscere il Tuo Volto
nel volto del povero.
Insegnaci a condividere quello che abbiamo
e quello che siamo.
Donaci una fede inquieta,
una speranza coraggiosa
e una carità appassionata.
Amen.
sabato 27 settembre 2025
La misura di Gerusalemme
Zc 2,5-9.14-15 e Lc 9,43-45
venerdì 26 settembre 2025
... in questo luogo porrò la pace!
Ag 1,15-2,9 e Lc 9,18-22
giovedì 25 settembre 2025
Una casa per la gloria ... di Dio
Ag 1,1-8 e Lc 9,7-9
mercoledì 24 settembre 2025
Dio resta fedele
Esd 9,5-9 e Lc 9,1-6
martedì 23 settembre 2025
Un Tempio ricostruito per tutti
Esd 6,7-8.12.14-20 e Lc 8,19-21
lunedì 22 settembre 2025
Imparare dalla storia
Esd 1,1-6 e Lc 8,16-18
domenica 21 settembre 2025
Come amministrare
Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13
Questa parabola lascia un poco perplessi i lettori; sembra oscura, in realtà è chiara: il Signore elogiò l’amministratore che cominciò a donare. Un amministratore, accusato dalla sua avidità eccessiva ormai insostenibile, trasforma la sua rovina nel nuovo tipo di rapporto, quello del dono fatto ai debitori del suo padrone. Ha usato dei beni del suo padrone per ribaltare la sua condizione di solitudine, e isolamento in cui la sua avidità l’aveva relegato. Lo fa evidentemente solo per opportunismo, ma in realtà la vera astuzia è proprio questa: comprendere che proprio di questo abbiamo bisogno, di qualcuno che ci aiuti a portare il peso della nostra vita. È significativo che per crearsi degli amici l’amministratore condoni i debiti ai debitori del suo padrone, cioè alleggerisca il peso da cui i debitori erano schiacciati. Questa è dunque la strada, condonarsi reciprocamente i pesi, aiutarsi a portarsi, alleggerirsi la vita. Tale astuzia illustra il tema della misericordia, caro a Luca: a chi perdona, sarà perdonato; a chi dà, sarà dato.
sabato 20 settembre 2025
Ultimi ordini
1Tm 6,13-16 e Lc 6,20-26
venerdì 19 settembre 2025
Tu uomo di Dio ...
1Tm 6,2-12 e Lc 8,1-3
giovedì 18 settembre 2025
Il servizio della giovinezza
1Tm 4,12-16 e Lc 7,36-50
mercoledì 17 settembre 2025
La casa che è la Chiesa
1Tm 3,14-16 e Lc 7,31-35
martedì 16 settembre 2025
Il ministero è vita concreta
1Tm 3,1-13 e Lc 7,11-17
lunedì 15 settembre 2025
Obbediente ...
Eb 5,7-9 e Gv 19,25-27
domenica 14 settembre 2025
ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17
Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne cerimonia si fece l’ostensione della croce, che l’imperatrice Elena aveva ritrovato il 14 settembre 320.
Ieri era il mio compleanno, oggi è quello di Papa Leone …
Oggi inizia la festa dell’Esaltazione della croce.
Celebriamo il suo essere segno: segno di un amore che ci spinge oltre, segno di un dono che nessuno avrebbe mai potuto neppure immaginare, segno di un Dio che si è fatto talmente vicino a noi e al nostro peccato da unire definitivamente terra e cielo. Noi oggi celebriamo l’amore che “dalla croce” abbiamo ricevuto.
Ovviamente domenica scorsa Gesù ci ha detto: “chi non prenderà propria croce e mi segue, non può essere mio discepolo”.
Ecco allora che cosa rappresenta la croce?
La sua vita per me (la croce) diventa la mia vita proprio quando la croce di Cristo entra nella mia condizione di esistenza. Se contempliamo la croce, se scegliamo consapevolmente di dire sì al Maestro crocifisso allora di quella croce dobbiamo imparare le logiche. Quali sono le logiche della croce?
A) intima relazione con Gesù, stare in sintonia con il cielo e con la realtà del mondo. CIELO E TERRA
La sua parola e i segni della sua grazia, i sacramenti sono il cielo che ci tutta e di cui diventiamo partecipi.
Lo sguardo sulla realtà, la cura di questo spazio vitale, delle relazioni, delle cose del creato ...tutto questo è mondo. Il disinteresse, l’indifferenza … tutto questo mi esilia dal mondo. Mi priva di compassione.
B) accoglienza: tutti sotto il legno della croce, ci insegna la dimensione dell'accoglienza, della comunità: "quando sarò elevato attirerò tutti me.
La vera accoglienza è fantasia, tenera non rigida e schematica, è comprensiva, è aperta al superamento delle nostalgie passate che ci bloccano nella crescita come figlio Dio.
C) la croce è fatica è sacrificio, é cammino insieme. È la fatica di essere gli uni per gli altri.
È sacrificio come l'Eucaristia che celebriamo, un sacrificio da cui sgorga la vita. Ma è anche cammino su una via stretta della Gerusalemme di quaggiù che ci prepara a incamminarci nella Gerusalemme del cielo.
Grazie a quella croce che oggi celebriamo, possiamo sentire che la salvezza non disdegna la fragilità, che non disdegna la morte, ma la attraversa, esattamente come ha fatto Gesù di Nazaret.
Beh… tutte, tutti noi, oggi possiamo guardare la croce, qualsiasi croce e dirci che c’è un Dio che per amore, e solo per amore, si è offerto e si offre per noi: non chiede contraccambio, non impone dazi, non ha bisogno di nessuna dimostrazione di fedeltà, né di prove da superare.
Se si vuole seguire il Signore, allora, non bisogna fare calcoli per misurare le proprie potenzialità, ma bisogna solo alzare lo sguardo e guardare la misura infinita d’amore che è stata rivelata nella croce del Signore.
sabato 13 settembre 2025
Graziato e salvato
1Tm 1,15-17 e Lc 6,43-49
venerdì 12 settembre 2025
Il dirompente che accade
1Tm 1,1-2.12-14 e Lc 6,39-42
giovedì 11 settembre 2025
La liturgia della vita
Col 3,12-17 e Lc 6,27-38
mercoledì 10 settembre 2025
La nostra vita in Cristo
Col 3,1-11 e Lc 6,20-26
martedì 9 settembre 2025
Vivere in Lui e non in altro
Col 2,6-15 e Lc 6,12-19
lunedì 8 settembre 2025
Natività di Maria ... attesa e compimento
Mi 5,1-4 e Mt 1,1-16.18-23
domenica 7 settembre 2025
Scommettere tutto ... tutto su Gesù
Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
Cambiare soprattutto le priorità, come già abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa: chi segue il Signore, chi va con Lui a Gerusalemme, non può più perdersi alla ricerca di una gloria e interessi personali, di valori effimeri.
Tutto questo cambiamento oggi corrisponde al nuovo modo di vivere e di INVESTIRE TUTTO SU DI LUI ...
sabato 6 settembre 2025
Il suo corpo nostra riconciliazione
Col 1,21-23 e Lc 6,1-5
venerdì 5 settembre 2025
L'inno di Colossesi una eterna poesia
Col 1,15-20 e Lc 5,33-39
giovedì 4 settembre 2025
Tenerezza di un affidamento
Col 1,9-14 e Lc 5,1-11
mercoledì 3 settembre 2025
San Gregorio magno ... un credente
Col 1,1-8 e Lc 4,38-44
martedì 2 settembre 2025
Leggiamo Paolo, ascoltiamo Gesù
1Ts 5,1-6.9-11 e Lc 4,31-37
lunedì 1 settembre 2025
Alla resa dei conti
domenica 31 agosto 2025
Introspezione
Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14
1) Gesù vede che gli invitati tendono ad occupare i posti, è l’ambizione che abita spesso nel nostro cuore, l’ambizione di primeggiare, di essere preso in considerazione dalla gente, di avere una buona posizione e godere di prestigio.
Gesù sottolinea proprio questa ambizione che ci preclude la logica nuova dove non ci sono i primi e gli ultimi, i vincenti e i perdenti a dare senso alla nostra vita. Il Regno non conosce le logiche del primeggiare ad ogni costo. Chi vive di questo non entra nel banchetto, non vi trova posto … se entri al banchetto del Regno hai già lasciato fuori la logica disumanizzante della restituzione e dello scartare e usare gli altri. Chi entra in questa logica è capace di fare qualcosa di veramente nuovo, di amare gratuitamente.
2) poi Gesù parla di poveri, storpi, zoppi e ciechi, come di coloro che devono essere invitati. La relazione con la fragilità.
Ebbene, proprio questi esclusi, questi marginalizzati, questi ultimi, che non hanno nulla da dare in cambio, sono fonte di beatitudine, sono la porta del Regno.
Perché questa beatitudine è vera? Perché tutto ciò che mi arriverà sarà solo inatteso e fonte di gratitudine …
Infatti, se invito amici e parenti, loro mi ricambieranno il favore; ma se invito chi non ha da restituire, e che nessuno invita, i miei conti rimangono aperti, e solo il Signore troverà il modo di saldarli come sa farlo solo lui.
UMILTÀ E MITEZZA
L’umiltà e la mitezza sono frutti straordinari e gustosi. Quando generano gesti, quei gesti sono capaci di risollevare, di dare vita, di fare spazio a colui o colei a cui sono donati.
Secondo papa Leone XIV, l'umiltà è vista come una virtù fondamentale, che permette di lasciare spazio a Dio e di manifestare la sua forza attraverso la debolezza umana, offrendo così la porta la via per la salvezza e la pace.
sabato 30 agosto 2025
Cura di se stessi
Per amare gli altri occorre partire da sé. Fare di tutto perché la nostra vita sia in pace. Tra i tanti significati del “vivere in pace”, possiamo accostare l’essere in ordine, fare in modo che la vita sia ordinata ed equilibrata. Non si è in pace fino in fondo, se non affrontiamo i nostri disaggi e le ferite; quindi, se rimandiamo il da farsi, se tralasciamo anche le piccole cose che ci competono, come rifare il letto al mattino, monitorare il nostro corpo, pulire e ordinare la casa e le nostre cose. Vivere in pace significa essere attivi, operativi, lottare contro la pigrizia, che di impedisce di occuparci delle nostre cose. Che ci limita rispetto alla fedeltà alle piccole cose per diventarlo anche nelle cose più grandi.
giovedì 28 agosto 2025
Geremia anche oggi
Ger 1,17-19 e Mc 6,17-29