Is 58,9-14 e Lc 5,27-32
venerdì 7 marzo 2025
Toglida te il male ...
Occorre cercare la giustizia
Is 58,1-9 e Mt 9,14-15
giovedì 6 marzo 2025
La via del bene e della vita
Dt 30,15-20 e Lc 9,22-25
2 giorno di Quaresima: Con le ceneri abbiamo iniziato la Quaresima, oggi prendo come spunto di cammino: "Lui è la tua vita la lunghezza dei tuoi giorni ..."
mercoledì 5 marzo 2025
... laceratevi il cuore e non le vesti ...
Gl 2,12-18 e Mt 6,1-6.16-18
... laceratevi il cuore e non le vesti ...
Gl 2,12-18 e Mt 6,1-6.16-18
martedì 4 marzo 2025
Gioia di essere amati
Sir 35,1-15 e Mc 10,28-31
lunedì 3 marzo 2025
Ritorna al Signore ...
Sir 17,20-28 e Mc 10,17-27
domenica 2 marzo 2025
La bocca parla della pienezza del cuore ....
Sir 27,5-8 Sal 91 1Cor 15,54-58 Lc 6,39-45
Prima di avviarci nel cammino di questa Parola domenicale, oggi vi invito alla preghiera:
Parla, Signore, e libera gli occhi del nostro cuore
da travi e pagliuzze,
da pulviscoli e cataratte interiori.
Parla, Signore, e guida il nostro cuore
oltre noi stessi e i nostri blocchi.
Parla, Signore, e riempi di te la nostra interiorità.
La vita ci attraversi, e nulla in noi si opponga.
La tua vita ci attraversi, e nulla in noi ne rallenti la sua opera.
Tu, vita del Padre, attraversaci, per essere come te, come te, Vangelo di Dio per questa nostra storia. Amen.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene. Ma questo è il frutto di una pienezza che strabocca, esonda, straripa ... ma a differenza dei fiumi non fa danno.
Un tesoro che l'evangelista Luca riconosce come disponibilità e ricchezza della comunità credente, della Chiesa nel suo nascere.
Ecco allora che la prima domanda che ci poniamo è proprio questa: Perché l’evangelista Luca ci fornisce questi detti? C’è un nesso tra questi detti?
Una sottolineatura importantissima è che queste parole, questi discorsi, Gesù li rivolge a chi sta ascoltando, a dei discepoli. Ed è una premessa importante. Il Vangelo oggi non ci racconta parabole, non ci fa entrare in qualche opera di potenza di Gesù, ma ci affida e ci offre suggerimenti di vita, preziosi consigli, ci indica orizzonti apparentemente al di là delle nostre possibilità.
Quindi la prima domanda da farci è: Noi siamo disposti ad ascoltare?
Siamo disposti a farci penetrare dalla sua parola?
A lasciarci mettere seriamente a nudo, di fronte a noi stessi, alle emozioni che ci attraversano, ai mondi che ci vivono dentro, alle scelte abituali che quasi senza accorgercene facciamo?
E ... siamo veramente disposti ad ascoltare queste parole comprendendole ora per noi?
• Ecco allora che la Parola del Signore vuole liberarci gli occhi e il cuore da travi e pagliuzze ... ma che sorpresa accorgerci di quante ce ne sono, ma non è una operazione impossibile.
• Ecco allora che la Parola del Signore vuole guidare il nostro cuore oltre noi stessi e i nostri blocchi, oltre il nostro umano limite e fragilità. Non per umiliarmi ma per farci desiderare e sperare e non lasciarci imbrigliare dal nostro limite.
• Ecco allora che la Parola del Signore vuole riempire di Dio la nostra interiorità, per consolare la nostra solitudine esistenziale.
Con la sua Parola Gesù vuole entrare nel nostro cuore, vuole attraversarci come se in un turbine di Vangelo tutto di noi ne fosse coinvolto. Ecco allora che ogni parola è il modo in cui Dio vuole ricostruire la nostra umanità e innalzare in noi una cattedrale alla sua stessa presenza.
Ma se Gesù entra nel nostro cuore per parlarci, lo fa per entrare nel nostro mondo interiore che si affaccia sulla realtà di oggi, sul nostro quotidiano.
Gesù entra così in contatto con il nostro mondo interiore fatto di cecità, di travi e pagliuzze, di improvvisazione e superficialità, di frutti buoni e frutti cattivi, di parole che entrano in contatto con quanto il nostro cuore contiene.
Questa settimana cosa abbiamo buttato dentro il cuore? Sì, certamente, nel cuore risuonano la Parola di Dio e la preghiera, ma anche quante cose che sono veleno che uccide, o di lame che feriscono … nostro malgrado. Ma è proprio lì dove Gesù attraversandoci ci conduce, sempre più dentro di noi e al tesoro di bene che custodiamo
Di fronte alla sua Parola il discepolo impara ascoltando, e rilasciando la Parola che a questo punto non sono più le sue parole ma il tesoro di bene che Dio è in ciascuno di noi.
Lasciamo che sia la Parola a liberare i nostri occhi, a essere il tesoro che permette alla vita di attraversarci e renderci alberi buoni, che danno frutti buoni.
sabato 1 marzo 2025
Nel cuore della creazione
Sir 17,1-13 e Mc 10,13-16
venerdì 28 febbraio 2025
Un vero amico
Sir 6,5-17 e Mc 10,1-12
giovedì 27 febbraio 2025
E se ci guida la superbia ...
Sir 5,1-10 e Mc 9,41-50
mercoledì 26 febbraio 2025
Figli della Sapienza
Sir 4,12-22 e Mc 9,38-40
martedì 25 febbraio 2025
Tentati dalla tentazione
Sir 2,1-13 e Mc 9,30-37
lunedì 24 febbraio 2025
La sapienza è donata
Sir 1,1-10 e Mc 9,14-29
domenica 23 febbraio 2025
Un amore im-possibile
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38
sabato 22 febbraio 2025
Presbiteri
1Pt 5,1-4 e Mt 16,13-19
venerdì 21 febbraio 2025
La terra comune
Gen 11,1-9 e Mc 8,34-9,1
giovedì 20 febbraio 2025
Un arco nel cielo
Gen 9,1-13 e Mc 8,27-33
mercoledì 19 febbraio 2025
La fine dell'ira di Dio
Gen 8,6-13.20-22 e Mc 8,22-26
martedì 18 febbraio 2025
Il regno di Dio: l'Eden
Gen 6,5-8; 7,1-5.10 e Mc 8,14-21
lunedì 17 febbraio 2025
Caino e Abele
Gen 4,1-15.25 e Mc 8,11-13
domenica 16 febbraio 2025
La vera beatitudine ... la vera felicità
Ger 17,5-8; Salmo 1; 1 Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26
Di fronte alla fatica, di fronte alle difficoltà del quotidiano e alle delusioni della vita non si estingue il desiderio di felicità.
Gesù in questo vangelo, chiamato le Beatitudini, sembra voler agganciare la nostra attenzione a partire dalla nostra fragilità che tutti sperimentiamo: povertà, fame, tristezza e persecuzione. Ma lo fa superando l'idea della magra consolazione, e in verità propone una ricompensa per i più illusoria: "Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo".
L'impressione comune è che i beati secondo Gesù raccolgono ben poco, come ricompensa rispetto a certuni che pur non hanno nulla a che fare con il regno di Dio, ma la cui sazietà, benessere e godimento sono sotto gli occhi di tutti, e sembra vivano già la loro ricompensa.
Ma di quale beatitudine ci parla Gesù?
Non credo sia una beatitudine una felicità legata alla materialità della vita, come pure non credo sia, una beatitudine spirituale o puramente sentimentale, credo che Gesù si riferisca alla beatitudine/felicità come nostra realizzazione umana.
Gesù scende dal Monte e si ferma in mezzo alla gente e prima di guarirli dai loro mali e di incontrare i loro bisogni condivide con loro una Parola capace di dar loro uno sguardo nuovo sulla loro stessa vita.
Sarò beato veramente quando avrò realizzato la mia esistenza umana, ma questa esistenza passa nel tempo, non occupa del tempo, nel tempo è creatura, ma la sua pienezza è nel cielo, nel Padre.
La nostra beatitudine ha a che fare con la nostra umanità:
Beati noi, Signore, non perché poveri o affamati, non perché ammalati o perseguitati…
Beati noi, quando nella povertà scegliamo di continuare a credere nella condivisione,
nella malattia non permettiamo al dolore di isolarci dalla vita, nell’incomprensione, anche grave, non permettiamo alla rabbia o allo scoraggiamento di scegliere per noi.
La beatitudine/felicità non è un premio ma un esercizio esistenziale, quando questo esercizio esprime il meglio e il di più della nostra umanità. Quando di fronte al contrasto della morte e della vita non desideriamo altro se non continuare a essere discepoli del Vangelo.
Si ne sono convinto la beatitudine è un esercizio di quotidianità. Benedetti e felici, beati, sono coloro che mettendo Dio al centro ogni giorno, che affondando nel suo cuore le proprie radici, guardano con occhi e cuore nuovo la vita, portano frutto, generando il nuovo, ricomprendendo ogni giorno la storia e le sue domande, non si lasciano inaridire dai deserti, scelgono di vivere ogni situazione da risorti.
Nella Bibbia c’è un’unica grande beatitudine con la quale si possono riassumere tutte le innumerevoli beatitudini di, ovvero quella di conoscere il Signore: "Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli".
Questa è la nostra vocazione, la nostra gioia più grande: conoscere Lui. Questa è la nostra beatitudine.
sabato 15 febbraio 2025
Conoscenza come quella di Dio
Gen 3,9-24 e Mc 8,1-10
venerdì 14 febbraio 2025
Mistero sempre nuovo
At 13,46-49 e Lc 10,1-9
Santi Cirillo e Metodio
I pagani nella narrazione di Atti, sono una moltitudine desiderosa di ascoltare la Parola, ed ecco che di fonte a Paolo e Barnaba si dimostrano subito interessati e desiderosi di conoscere quel messaggio attraente per loro, ed effettivamente la loro aspettativa non viene delusa, perché scoprono che la salvezza del Signore verrà portata attraverso loro "sino all’estremità della terra". Dei Giudei invece ci viene detto che la loro gelosia li spinge ad autoescludersi. Da qui raccogliamo l'affermazione di Atti: "Ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani"; ecco la nuova strada della fede. Nuove strade di comprensione del mistero di Dio non devono per forza metterci a disagio e neppure essere scartate a priori. È nel confronto con il mondo che ci circonda che si può rinnovare la Chiesa, ed è proprio da una dinamica di confronto che la Chiesa annuncia ed evangelizza.
giovedì 13 febbraio 2025
Non si esiste bene nella solitudine
Gen 2,18-25 e Mc 7,24-30
mercoledì 12 febbraio 2025
Un secondo racconto
Gen 2,4-9.15-17 e Mc 7,14-23
Perchè ci sono due racconti della creazione? Secondo la tradizione piu accreditata, questo è il racconto più antico dei due: un unico giorno, in cui Dio fece il cielo e la terra, e compare subito l’uomo che risulta quindi il compimento immediato dell"opera della creazione. Dio plasma l’uomo, l’Adam, l’Adamo, che significa “Uomo” in ebraico. Ma non un uomo in quanto maschio, come siamo abituati a collegare, ma uomo in quanto umano. Adamo, ovvero Adam perché dall’Adamah, che è la “terra”, è plasmato: lui è il “terroso”, proprio a ribadire questo rapporto con la terra. Ma non è solo terra, non è solo carne animato, non è solo sensi e percezione. Ha in sé un qualcosa che lo rende simile a Dio, ha il ruach di Dio, il “soffio”, la vita!
martedì 11 febbraio 2025
Maschio e femmina li creò
Gen 1,20-2,4 e Mc 7,1-13
lunedì 10 febbraio 2025
Creazione un'atto presente
Gen 1,1-19 e Mc 6,53-56
domenica 9 febbraio 2025
Tutti pescatori ... pescati ...
Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
L'evangelista Luca è veramente un abile narratore capace di coinvolgerci nelle vicende umane di Gesù e anche dei primi chiamati. È bello vedere come Luca trasforma un falegname in pescatore e dei pescatori in apostoli di Dio.Come è possibile scegliere di seguire il maestro di Galilea, un falegname, un uomo dei monti, originario di una terra povera e rozza ...; perché è evidente l'impatto di Gesù rispetto al suo parlare, al suo fare segni e miracoli, al suo proporsi come novità rispetto al rapporto con Dio e con i fratelli ... In realtà sulla riva del lago sta succedendo qualcosa di straordinario, di unico ... Dio stesso si fa accanto all'uomo, e vive con lui ... Dio entra a fare parte delle vicende della quotidiana fatica, delle delusioni e dei fallimenti che troppo spesso rappresentano lo spazio della nostra vita: fatiche sterili e inutili che non portano da nessuna parte. Ma è proprio in quelle esperienze che Dio vuole essere, ed il suo esserci rappresenta il nuovo orizzonte di speranza al quale si affaccia il la vita di Simone e di tutti noi.
«Simone, prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca!». Quante volte questa frase l'abbiamo ascoltata e immediatamente censurata, certi che fosse un invito a provetti seminaristi o canditati novizi di una qualche congrega di religiosi.
In realtà l'invito di Gesù è estremamente concreto: dopo una notte di fatica inutile, e di sfiducia, risuona come una proposta assurda, e come un appello ad accogliere la parola e a fidarsi di quella parola che è di Dio. Quella proposta è assurda proprio perché è di Dio che chiede un atto di fede, di fiducia in lui.
Questo vangelo ci pone di fronte a:
1 - ad andare, al largo, contro ogni logica e ogni dato di fatto, accantonando le nostre certezze; al coraggio di andare cristianamente rispetto a scelte di vita, opinioni e orientamenti politici che non hanno per nulla a che fare con il Vangelo.
2 - alla possibilità di stupirci di un’esperienza che porterà frutto quando meno ce lo aspettiamo; essere una minoranza in un modo che cambia sotto i nostri occhi quale frutto di grazia rappresenta?
3 - alla delusione massima che è nella realtà quotidiana, lì dove la fatica è sterile; ma proprio per questo ciascuno di noi è testimone di una ricchezza non sua ma di Gesù.
La nostra vita di tutti i giorni è forse diversa? Le vicende attuali sono forse meno faticose e drammatiche? La storia che viviamo, al di là degli allucinanti proclami rappresenta un orizzonte di speranza e di pace, più sicuro rispetto ai tempi passati lontani e meno lontani?
No, ma proprio per questo la parola del vangelo chiama anche noi, proprio noi, tutti noi, a vivere vite non condizionate dal bisogno di certezza. La Parola ci manda per vivere in modo differente; per far sì che la vita sia audace, essenziale, capace di sperare contro ogni speranza.
Quest'anno giubilare della speranza deve essere luce in questo nostro tempo tenebroso, pieno di paura e di incertezze per il futuro.
Vieni, Signore Gesù,
accostati a noi e spingici
a scegliere la vita vera,
a giocarci in nome della fiducia,
a staccarci dalle sicurezze.
Insegnaci a fidarci
della tua parola che, sempre,
spalanca orizzonti immensi.
Insegnaci ad andare, con te,
oltre ciò che già
stringiamo tra le mani
e ci blocca in porti sicuri.
Amen.
sabato 8 febbraio 2025
Conclusione della lettera
Eb 13,15-17.20-21 e Mc 6,30-34
venerdì 7 febbraio 2025
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!
Eb 13,1-8 e Mc 6,14-29
giovedì 6 febbraio 2025
L'origine delle cose nuove
Eb 12,18-19.21-24 e Mc 6,7-13
mercoledì 5 febbraio 2025
Dio è Padre che corregge ...
Eb 12,4-7.11-15 e Mc 6,1-6
martedì 4 febbraio 2025
Gesù origine e compimento della fede
Eb 12,1-4 e Mc 5,21-43
lunedì 3 febbraio 2025
Cosa opera la fede?
Eb 11,32-40 e Mc 5,1-20
domenica 2 febbraio 2025
La luce illumina
Ml 3,1-4 Sal 23 Eb 2,14-18 Lc 2,22-40
In questo contenitore di sacralità si deve compiere la presentazione e il riscatto dei primogeniti, secondo la legge di Mosè ... e questo anche per Gesú, e per i suoi genitori.
Di tutto ciò che potremmo immaginare, l'evangelista Luca non ci racconta nulla se non di un incontro particolare con un vecchio profeta d'un tempo ormai svanito e con una vecchia donna anch'essa profetessa. Quasi a dirci che la profezia ormai ha compiuto il suo compito, ha raggiunto il suo fine, ha riconosciuto il mistero da sempre annunciato: Gesù Cristo, messia e salvatore. Ora questo Cristo è luce che tutto illumina con sé stesso nel condurci a vedere Dio. Di fronte a questa luce tutto scompare, anche la sacralità maestosa del tempio e dei suoi sacrifici, resta solo u. Abbraccio tra un bambino e un vecchio, e lo stupore di un padre e di una madre.
Un bambino di cui ...
Si dice essere luce per rivelare Dio alle genti e gloria del suo popolo. La missione a cui è destinato quel bambino è fare sbocciare la rivelazione custodita nell’antico popolo dell’Alleanza, per allargarsi a tutti i popoli nella novità del vangelo.
Un percorso di drammaticità ...
Simeone lo dice con parole chiare e nette: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione — e anche a te una spada trafiggerà l’anima —, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Non si può incontrare Gesù e rimanere gli stessi: l’incontro con Lui innesca un profondo cambiamento, una nuova nascita. Ebbene, da come ciascuno accoglierà o rifiuterà questo INCONTRO, prenderanno forma e consistenza i pensieri del cuore, e si rivelerà che tipo di persona ciascuno di noi sia; chi vogliamo diventare, cosa abbiamo a cuore.
sabato 1 febbraio 2025
Per fede, nella fede e con la fede ...
Eb 11,1-2.8-19 e Mc 4,35-41
venerdì 31 gennaio 2025
Forti della memoria
Eb 10,32-39 e Mc 4,26-34
giovedì 30 gennaio 2025
Il vero santuario è il Padre
Eb 10,19-25 e Mc 4,21-25
mercoledì 29 gennaio 2025
Un mix sacrificale
Eb 10,11-18 e Mc 4,1-20
Ogni giorno celebro l'offerta del sacrificio di Cristo, e a volte anche più e più volte al giorno ... Ci si sente un poco sacerdoti dell'antica legge, in cui i ripetuti sacrifici non cancellarono i peccati ... In realtà solo a pensarci ci si accorge che il celebrare non è una semplice ripetizione ma realizzare nel tempo l'essere alla destra di Dio. Ciò che la maggior parte dei credenti non comprende è proprio ciò che realizza il sacrificio di Cristo nel sacrificio celebrato nel tempo e come questo nostro celebrare è proprio Cristo alla destra di Dio. Noi invece ci ostiniamo ad applicare suffragi e a contabilizzare peccato e salvezza. Ma dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato!
martedì 28 gennaio 2025
Il nuovo ed unico sacrificio
Eb 10,1-10 e Mc 3,31-35
lunedì 27 gennaio 2025
Perché la morte è redenzione
Eb 9,15.24-28 e Mc 3,22-30
domenica 26 gennaio 2025
Un libro ... ma non solo
Ne 8,2-4.5-6.8-10 Sal 18 1Cor 12,12-30 Lc 1,1-4; 4,14-21
Inquadramento
La Bibbia è il “libro più presente e meno letto” nelle nostre case ... dovrebbe essere alle fondamenta della nostra fede; eppure, lo trattiamo con sufficienza, dimenticanza, quasi fosse un elemento di decoro caro quanto pressoché invisibile. Quando va bene lo utilizziamo ben poco, tanto da accontentarci di una mezza paginetta di lettura domenicale a Messa – per chi ci va –, ma il libro originale lo sfogliano ben in pochi. A questo libro è legato un immaginario religioso presente nella vita di molti italiani benché quasi del tutto ignorato dal discorso pubblico, tra media e cultura. In base a un sondaggio del Censis nel novembre 2024, il 15,3% di “cattolici praticanti” la Bibbia in quanto tale è ancora un libro degno di nota. Ma dei praticanti che ormai sono il 10% di chi si riconosce ancora cattolico, cioè il 71,1% degli italiani.
Un anno di Grazia già iniziato.
Nelle parole e nell'agire di Gesù, il suo carisma sacerdotale, profetico e regale, annunciano la piena realizzazione dell'anno di grazia dell'anno giubilare. Gesù non sta raccontando una parabola, e neppure annunciando una profezia di compimento, egli dice che lì a Nazareth, quel giorno si è compiuta la scrittura e che quel compimento è per sempre. Quel rotolo di Isaia da profezia diviene realtà concreta ... non è semplicemente qualcosa di importante, non è solo una parola scritta, non è solo memoria e promessa, ma quel giorno a Nazaret la parola per quello che realmente è, si realizza in potenza e continua a essere realtà, di cui forse ci siamo un po’ dimenticati.
La concretezza della parola
È straordinario quello che accade davanti alla Legge quando Esdra la porta davanti al popolo, apre il libro e lo legge. Provate a leggere la prima lettura e a immaginarvi in quella folla, a sentirvi parte di quel popolo ritornato dall’esilio ... Provate e provare la gioia della libertà dopo la schiavitù. Provate a lasciarvi attraversare dalla gratitudine per quel Dio che aveva riportato il suo popolo a casa, e ora poteva essere nuovamente lodato, pregato, adorato.
La parola accade, è viva.
Accade nella storia e, pronunciata, si fa evento. La Parola quando può raggiungerci ci tocca e ci trasforma, perché è potenza che attraversa anima e materia.
Ciò che dice il Signore non è un auspicio o una rivendicazione di giustizia che dobbiamo cercare, ma sottolinea e precisa che la profezia di Isaia si è compiuta: vuole dire che non è successo semplicemente qualcosa, magari di bello, ma che tutto quello che è accaduto è un compimento. Qualcosa, cioè, che ha raggiunto la sua pienezza, ha raggiunto il suo scopo, il suo obiettivo, il regno di Dio è vicino, per questo la Parola si è compiuta. Allora, da tutto questo, possiamo trarre un primo elemento, ovvero che all’inizio c’è un compimento. Se il regno di Dio è vicino allora per i poveri vero l'annuncio di gioia, a proclamare la pace, la libertà, la salvezza, la vita ... il compiersi della profezia innesca un principio che si innerva e prende forma nella realtà.
Si è compiuta, non siamo più nel tempo dell’attesa, dell’incertezza, ma siamo nell’oggi della salvezza.
sabato 25 gennaio 2025
Conversione (tensione) di san Paolo
At 22,3-16 e Mc 16,15-18
venerdì 24 gennaio 2025
Una alleanza migliore!
Eb 8,6-13 e Mc 3,13-19
giovedì 23 gennaio 2025
Che cosa offre Gesù sacerdote ...
Eb 7,25-8,6 e Mc 3,7-12
mercoledì 22 gennaio 2025
Ontologicanente come Melkisedek
Eb 7,1-3.15-17 e Mc 3,1-6
martedì 21 gennaio 2025
Eredi della promessa
Eb 6,10-20 e Mc 2,23-28
lunedì 20 gennaio 2025
Cristo sacerdote sommo
Eb 5,1-10 e Mc 2,18-22
domenica 19 gennaio 2025
Sei giare di pietra per un vino nuovo
Is 62,1-5 Sal 95 1Cor 12,4-11 Gv 2,1-12
Forse ci siamo scordati che il vino non è un miracolo e basta, ma il vino è segno di quel nuovo vino che è il suo sangue per la nuova ed eterna alleanza. Ma se dimentichiamo questo, dimentichiamo che la gioia non è frutto delle nostre mani ma del esserci solamente di Lui. Se abbiamo finito il vino, non basta andare a comprarne altro con giusti o scaltri compromessi, ... sarà sempre un vino triste e scarso ... pronto a finire presto, lo consumiamo senza accorgercene, lo diamo per scontato, o permettiamo ad altro, ad altri, ad altre, a noi stessi di prosciugarlo: relazioni tossiche, aggressività, depressione, disfattismo, individualismo, autoreferenzialità, pessimismo, egocentrismo… Alla fine non avremo più vino perché abbiamo semplicemente messo Dio alla porta, esodandolo dalla nostra quotidianità. Oggi a noi il compito di portare acqua che possa diventare vino, portiamo noi stessi in un incontro con il Signore che fecondi e trasformi la nostra vita. Oggi siamo invitati a una festa che è quella delle nostre nozze con il Signore, oggi è il terzo giorno, il giorno quello della risurrezione, il tempo nuovo dello Spirito che non tramonta. Lo Spirito del Risorto, può se vogliamo riconsegnarci alla vita, riempiendo le nostre giare di pietra di vino nuovo e buono, riempiendole della sua presenza viva.
sabato 18 gennaio 2025
Abbiamo origine nella sua parola
Eb 4,12-16 e Mc 2,13-17
venerdì 17 gennaio 2025
Un riposo attivo
Eb 4,1-5.11 e Mc 2,1-12
giovedì 16 gennaio 2025
In rete con Dio
Eb 3,7-14 e Mc 1,40-45
mercoledì 15 gennaio 2025
Vera fratellanza di sangue
Eb 2 14-18 e Mc 1,29-39
martedì 14 gennaio 2025
La grande convenienza
Eb 2,5-12 e Mc 1,21-28
lunedì 13 gennaio 2025
Un nuovo inizio ... buon anno ...
Eb 1,1-6 e Mc 1,14-20
domenica 12 gennaio 2025
Battezzare significa immergersi
Is 40,1-5.9-11 Sal 103 Tt 2,11-14;3,4-7 Lc 3,15-16.21-22