1Gv 2,18-21 e Gv 1,1-18
martedì 31 dicembre 2024
Verbo, Vita e Luce.
lunedì 30 dicembre 2024
Profetessa di speranza
1Gv 2,12-17 e Lc 2,36-40
Dice Silvano Fausti che Anna rappresenta tutta l’umanità il cui destino è vedere il volto di Dio e riflettere in sé lo stesso volto. Una vita spesa nell'attesa dell'atteso, lei che era rimasta vedova e tutta la sua esistenza è stata una invocazione dalla solitudine dell' amore ... invocando e desiderando quello sposo che solo la può consolare. Questa finalmente ha la fortuna di vederlo faccia a faccia e di gioire per la presenza dello sposo, come lo sposo gioisce della presenza della sposa. E quindi rappresenta le nozze finali, della Gerusalemme celeste, quando l’umanità si incontrerà con lo sposo; è già predetto in questa vedova.
domenica 29 dicembre 2024
Festa della Sacra Famiglia
1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52
Non è sacro un tipo di famiglia, o certi rapporti parentali, ma si tratta di riconoscere la sacralità nella famiglia, ovvero che in questa parola, famiglia, c’è una realtà sacra, irriducibile a qualsiasi discussione o a qualsiasi forma. C’è una sacralità nella famiglia che riguarda la vita di fede, che riguarda il nostro vissuto interiore, la dimensione più profonda di noi stessi. Perché famiglia significa rifugio, conforto, significa fecondità e generazione dei figli, significa s da nuova e costruttiva, significa educazione alla prossimità. Nella famiglia è insita la promessa di chi siamo, e il compiersi della nostra vocazione umana e di figli di Dio. Una famiglia in cui orizzonte esistenziale si allarga fino alla genesi della creazione stessa: “e l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”, questo orizzonte sacramentale genera anche la sacralità dell’essere della famiglia. E alla luce del Vangelo di oggi, grazie all’evangelista Luca, riconosciamo la sacralità nella famiglia, nel mistero di un Dio che si è fatto a noi familiare.
La festa di oggi ci permette di guardare con attenzione e semplicità alla Famiglia di Gesù per come è inserita in un contesto sociale, culturale e religioso della gente del suo tempo e della sua fede. C’è un legame profondissimo naturale ed esplicito, tra Gesù, Maria e Giuseppe; tuttavia, a un certo punto, per Gesù si apre la scoperta della vocazione che porta dentro e scopre per sé un progetto più grande: la chiamata del Padre: «io devo occuparmi delle cose del Padre mio».
La famiglia è molto più che un contenitore affettivo e generativo, la famiglia ha il compito di aprire alla vocazione, alle scelte di vita.
L'evangelista Luca ci racconta non solo un fatto di cronaca familiare ma ci rivela un contenuto teologico relativo alla famiglia.
Di fronte ai drammi delle famiglie frastornate in una cultura soggettivista e indifferente, centrata sull'io e non sul tu e il noi, è necessario recuperare almeno due elementi di sacralità famigliare:
1) LA FAMIGLIA E' UNA NECESSITÀ ANCHE PER DIO. È bello riflettere sul fatto che il Figlio di Dio ha voluto aver bisogno, come tutti i bambini, del calore di una famiglia. Proprio per questo, la Santa Famiglia di Nazaret, è la famiglia-modello, in cui tutte le famiglie del mondo possono trovare il loro sicuro punto di riferimento e una sicura ispirazione. Come anche famiglia scuola necessaria di vocazione, e di scoperta di Dio come Padre. La famiglia è la storia da cui proveniamo. Ognuno di noi ha la propria storia, nessuno è nato magicamente, con la bacchetta magica, ognuno di noi ha una storia e la famiglia è la storia da dove noi proveniamo.
È bello vedere Gesù inserito nella trama degli affetti familiari, che nasce e cresce nell’abbraccio e nelle preoccupazioni dei suoi. Questo è importante anche per noi: proveniamo da una storia intessuta di legami d’amore e la persona che siamo oggi non nasce tanto dai beni materiali di cui abbiamo usufruito, ma dall’amore che abbiamo ricevuto dall’amore nel seno della famiglia.
2) LA FAMIGLIA QUOTIDIANA. Ad essere famiglia si impara ogni giorno. Nel Vangelo vediamo che anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Maria e Giuseppe perdono Gesù e angosciati lo cercano, per poi trovarlo dopo tre giorni, ma hanno bisogno di tempo per imparare a conoscere il loro figlio. Così anche per noi: ogni giorno, in famiglia, bisogna imparare ad ascoltarsi e capirsi, a camminare insieme, ad affrontare conflitti e difficoltà. È la sfida quotidiana, e si vince con il giusto atteggiamento, con le piccole attenzioni, con gesti semplici, curando i dettagli delle nostre relazioni. Per custodire l’armonia in famiglia bisogna combattere la dittatura dell’io. È pericoloso quando, invece di ascoltarci, ci rinfacciamo gli sbagli; quando, anziché avere gesti di cura per gli altri, ci fissiamo nei nostri bisogni; quando, invece di dialogare, ci isoliamo con il telefonino; quando ci si accusa a vicenda, ripetendo sempre le solite frasi, dove ognuno vuole aver ragione e alla fine cala un freddo silenzio. La Vergine Maria, sposa di Giuseppe e mamma di Gesù, protegga le nostre famiglie.
sabato 28 dicembre 2024
Nascita e morte
1Gv 1,5-2,2 e Mt 2,13-18
venerdì 27 dicembre 2024
Giovanni vide e credette
1 Giovanni 1,1-4 e Giovanni 20,2-8
giovedì 26 dicembre 2024
Natale di Santo Stefano
At 6,8-12;7,54-60 e Mt 10,17-22
mercoledì 25 dicembre 2024
In questa Santa Notte di Speranza ...
Is 9,1-6 Sal 95 Tt 2,11-14 Lc 2,1-14
... Vi annuncio ciò che è nato
Anche noi in questa Notte Santa ci siamo messi in cammino, come pellegrini di speranza, anche noi siamo saliti sul pullman che ha corso verso la sua prima meta, ed ecco che abbiamo aperto la porta di questa casa, della nostra Chiesa e siamo entrati varcando la soglia … Abbiamo così espresso il nostro desiderio di incontrare il Signore Gesù … in questa celebrazione che lo rende presente e che attualizza il suo nascere nel tempo e nella storia passata, e oggi in ciascuno di noi.
In realtà ora è come se fossimo a Betlemme, nella notte santa in cui il figlio di Dio nasce ... siamo lì a Betlemme per vederlo nella grotta, per baciare la terra che lo accolse, e toccare la mangiatoia dove fu adagiato in fasce.
Come fu emozionante la prima volta, trentuno anni fa; e come è sempre una continua meraviglia inginocchiarsi in quel luogo Santo e baciare quella terra ...
Il Vangelo di questa Notte sono parole e immagini che vogliono affermare più che narrare un fatto; sono un mistero inaudito ma che ci coinvolge tutti da sempre: il mistero dell’esistenza, il mistero dell’amore, il mistero di Dio con noi è per noi.
Attenzione non siamo di fronte alla favola del dolce Natale, ma oggi siamo testimoni della sua nascita nei bambini uccisi a Gaza in fila per il pane; nelle famiglie distrutte da anni di guerra civile in Siria; come anche nelle divisioni che costantemente da decenni dilaniano il Libano; Gesù nasce nella povertà di troppi cristiani che ormai da anni senza lavoro cercano altrove, lontano dalla loro amata Terra Santa possibilità di vita ... Gesù nasce stanotte nelle zolle di questa nostra terra straziata da bombe e misfatti della nostra disumanità ... quel figlio di Dio infatti è nato per sempre nella nostra umanità, lo spazio privilegiato dove vuole essere accolto e incontrato.
... Vi annuncio il Giubileo, un anno di Grazia un tempo Santo
Quest’anno il Natale segna anche l’inizio del Giubileo, che è un anno dedicato proprio alla speranza. E di speranza ne abbiamo estremo bisogno in questo nostro mondo, segnato da così tanta violenza, odio, e ferito da disprezzo, indifferenza e paura. In questo anno la Chiesa ci dice che dobbiamo ritrovare la Speranza.
L’angelo che reca l’annunzio della nascita di Gesù ai pastori dice che a Betlemme è nato un Salvatore e che questo Salvatore è nato “per noi”. Il suo non è un venire generico, che non incontra nessuno. Lui viene per incontrare personalmente ciascuno, perché questa è la salvezza, un incontro personale, una relazione reale e viva. A questo annuncio dell’angelo, deve seguire una risposta. Una decisione: accogliere oppure no l’invito dell’angelo ad andare a vedere il Salvatore. La risposta, infatti, non è scontata. E lungo il cammino, incontreremo tanti fratelli e sorelle, bisognosi di casa e di pane, come noi, e per i quali fare posto e dare speranza. L'Anno Santo sarà ben di più che il condono delle colpe dei peccati, o questione di indulgenze, sarà l'anno in cui o germoglierà in noi la speranza, che è Cristo Signore, o avremo fallito ancora una volta il nostro essere cristiano.
... Vi annuncio che la terra è santa
Ieri mattina ho scritto un messaggio al Cardinale Pizzaballa e gli ho chiesto:
Ciao carissimo … Non è una curiosità … ma quale è il messaggio di Natale che nasce a Gaza? Per noi distratti da tutto e indifferenti del male?
E lui, reduce dalla visita alla parrocchia di Gaza, mi ha risposto:
Di Serena fiducia nell’azione di Dio, che entra dentro la storia, tragica e drammatica, e salva coloro che lo accolgono dalla disumanità.
Queste parole le rimando anche a voi, perché ciascuno di noi oggi faccia posto nella propria umanità alla nascita del figlio di Dio, e non dimentichiamo nessuno di quei piccoli, poveri e diseredati, per i quali Dio ha voluto farsi uomo e salvare tutto dall'invidia disumana del male cioè dalla morte.
Ecco che ho deciso di farmi promotore di una raccolta fondi in questo tempo di natale per sostenere e permettere ai cristiani di Israele (e Palestina), Libano e Siria di stare nella loro terra. La terra santa deve essere abitata anche da testimoni la cui storia è vita deriva da Gesù... perché è una terra viva e non può essere un museo di reperti. Il Signore mi aiuti, in questo ...
martedì 24 dicembre 2024
La Speranza si profetizza
2Sam 7,1-5.8-12.14.16 e Lc 1,67-79
lunedì 23 dicembre 2024
Speranza che nasce
Mi 3,1-4.23-24 e Lc 1,57-66
domenica 22 dicembre 2024
Vieni speranza del mondo
Mi 5,1-4 Sal 79 Eb 10,5-10 Lc 1,39-45
sabato 21 dicembre 2024
La speranza corre veloce
Cant 2,8-14 e Lc 1,39-45
venerdì 20 dicembre 2024
La speranza si condensa nel Si
Is 7,10-14 e Lc 1,26-38
giovedì 19 dicembre 2024
Le radici della speranza
Gdc 13,2-7.24-25 e Lc 1,5-25
mercoledì 18 dicembre 2024
La speranza nel buio più oscuro
Ger 23,5-8 e Mt 1,18-24
martedì 17 dicembre 2024
La speranza dentro la nostra carne
Gn 49,2.8-10 e Mt 1,1-17
lunedì 16 dicembre 2024
Speranza di cambiare
Nm 24,2-7.15-17 e Mt 21,23-27
domenica 15 dicembre 2024
Convertire la realtà
Sof 3,14-18 Is 12 Fil 4,4-7 Lc 3,10-18
I segni del male condizionano pesantemente la realtà in cui viviamo … e la plasmano. Anche il nostro essere discepoli di Gesù ne risulta condizionato in questo mondo di profonda indifferenza e di individualismo; anche i discepoli si rivestono di indifferenza e di individualismo. In occidente essere Chiesa non ha infatti più un contenuto comunitario. Nel tempo passato erano le tradizioni a custodire il senso comunitario, ora saltate pure queste ... rimane solo l'individualismo.
Il segno di Giovanni rappresenta la provocazione circa la conversione dell’ordine morale … Tutti di fronte al battesimo, si devono interrogare: "e ora cosa facciamo" …, giustizia, verità … pace ..., sono le parole che emergono in questo confronto collettivo con le parole del Battista.
Con il suo atteggiamento diretto, il Battista entra nelle pieghe della nostra vita, e impatta con tutto ciò che incontra. Austero, radicale, a prima vista persino duro e capace di incutere timore: Giovanni è “un uomo allergico alla doppiezza”: ci fa riflettere, quando guardiamo gli altri dall’alto al basso, pensando di essere migliori di loro; di tenere in mano la nostra vita, di non aver bisogno ogni giorno di Dio, della Chiesa, dei fratelli ...
Centrale, è la domanda che risuona tre volte: “Che cosa dobbiamo fare?”
Dentro questa domanda si nasconde innanzitutto un’attesa: l’attesa che si apra una via nuova, qualcosa di nuovo per la nostra vita. Tutti in verità siamo alla ricerca di una vita migliore, di una pienezza che non è mai completamente raggiunta; tutti speriamo in un domani migliore e vero.
Spesso, dietro questa domanda, c’è l’esperienza dell’insoddisfazione: per essere felici ci manca sempre qualcosa, ma non sappiamo cosa. Da qui la domanda: che cosa dobbiamo fare?
Ma in breve ci si accorge che anche neppure la risposta di Giovanni è sufficiente a colmare il bisogno esistenziale che ci portiamo dentro. La risposta di Giovanni non è capace di trasformare radicalmente la realtà, non è sufficiente una moralità risanata a rinnovare il mondo dalla sua ferita mortifera.
Gesù imprime alle parole di Giovanni una forza unica, ciò che dobbiamo fare è iniziare a pensarci dentro relazioni nuove, in cui il primo intento non può essere proteggere o difendere il mio interesse, ma sapere condividere la mia vita.
Solo il Signore è colui che ha il potere, la forza di convertirmi così profondamente, lui solo può “battezzare in Spirito Santo e fuoco". È questa relazione profonda con Gesù che costituisce la conversione personale e della realtà ci permette di riscoprire l'essere figli di Dio e fratelli con tutti gli uomini e donne del mondo.
sabato 14 dicembre 2024
Speranza profetica
Sir 48,1-4.9-11 e Mt 17,10-13
venerdì 13 dicembre 2024
Lo riconosciamo sperando
Is 48,17-19 e Mt 11,16-19
giovedì 12 dicembre 2024
Speriamo le cose piccole
Is 41,13-20 e Mt 11,11-15
mercoledì 11 dicembre 2024
Il giogo di chi spera.
Is 40,25-31 e Mt 11,28-30
martedì 10 dicembre 2024
La speranza è nel trovarsi
Is 40,1-11 e Mt 18,12-14
lunedì 9 dicembre 2024
La speranza tra fede, miracoli e gli amici.
Is 35,1-10 e Lc 5,17-26
domenica 8 dicembre 2024
Spera pure Maria
Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
sabato 7 dicembre 2024
Speranza nel mezzo del cambiamento
Is 30,19-21.23-26 e Mt 9,35-10,1.6-8
venerdì 6 dicembre 2024
Speranza che il Libano si cambiera in un frutteto
Is 29,17-24 e Mt 9,27-31
giovedì 5 dicembre 2024
La speranza ha fondamenta rocciose
Is 26,1-6 e Mt 7,21.24-27
mercoledì 4 dicembre 2024
Speranza di un pane per tutti
Is 25,6-10 e Mt 15,29-37
martedì 3 dicembre 2024
Lo Spirito della speranza
Is 11,1-10 e Lc 10,21-24
lunedì 2 dicembre 2024
Sguardi di speranza ...
Is 2,1-5 e Mt 8,5-11
domenica 1 dicembre 2024
Profeti di speranza
Ger 33,14-16 Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36
Il tempo di Avvento può essere allora l’occasione propizia per rianimare il nostro bisogno di parole e gesti di profezia; per una fede che sia viva in questo nostro tempo, è essenziale la profezia.
Abbiamo bisogno di profezia per capire qualcosa di questo nostro tempo, dei suoi cambiamenti e delle sue fratture, delle sue risorse e dei suoi limiti; abbiamo bisogno di uomini e donne che con coraggio e parresia rischiano una parola scomoda, ma generativa e feconda, almeno di pensiero, prima che di azione.
Il tempo di Avvento è propizio alla profezia, perché la Parola ci spinge verso il Natale invitandoci all’ascolto di profeti che hanno smosso e hanno indicato vie percorribili per un’umanità in cammino; è un tempo necessario per non farci sommergere, ogni anno sempre di più, dalla religione del consumo e della polemica, mentre l’attualità bussa con la sua pesantezza che soffocando il bene che resta comunque in noi.
Servono tempi di silenzio e riflessione, di preghiera e di immersione nel proprio io, di docilità allo Spirito e di ‘digiuno’ da troppe chiacchiere a vuoto; servono tempi di superamento di resistenze, di fiducie ricomposte, di sequele da rianimare. Servono maestri e discepoli, essenzialità e sostanza di vita, conseguente, per quanto possibile, ciò che pesa e appesantisce. Può essere il tempo che indirizza al Natale un kairòs per riscoprire la sete di profezia. Il tempo di Avvento ci guida, attraverso la Parola, ad allenare l’orecchio e la vista, il cuore e la ragione, per scorgere lampi di profezia che sappiano, un passo dopo l’altro, farci abitare l’oggi e il domani.
E ciascuno noi come può essere profeta?