Eb 10,32-39 e Mc 4,26-34
venerdì 31 gennaio 2025
Forti della memoria
giovedì 30 gennaio 2025
Il vero santuario è il Padre
Eb 10,19-25 e Mc 4,21-25
mercoledì 29 gennaio 2025
Un mix sacrificale
Eb 10,11-18 e Mc 4,1-20
Ogni giorno celebro l'offerta del sacrificio di Cristo, e a volte anche più e più volte al giorno ... Ci si sente un poco sacerdoti dell'antica legge, in cui i ripetuti sacrifici non cancellarono i peccati ... In realtà solo a pensarci ci si accorge che il celebrare non è una semplice ripetizione ma realizzare nel tempo l'essere alla destra di Dio. Ciò che la maggior parte dei credenti non comprende è proprio ciò che realizza il sacrificio di Cristo nel sacrificio celebrato nel tempo e come questo nostro celebrare è proprio Cristo alla destra di Dio. Noi invece ci ostiniamo ad applicare suffragi e a contabilizzare peccato e salvezza. Ma dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato!
martedì 28 gennaio 2025
Il nuovo ed unico sacrificio
Eb 10,1-10 e Mc 3,31-35
lunedì 27 gennaio 2025
Perché la morte è redenzione
Eb 9,15.24-28 e Mc 3,22-30
domenica 26 gennaio 2025
Un libro ... ma non solo
Ne 8,2-4.5-6.8-10 Sal 18 1Cor 12,12-30 Lc 1,1-4; 4,14-21
Inquadramento
La Bibbia è il “libro più presente e meno letto” nelle nostre case ... dovrebbe essere alle fondamenta della nostra fede; eppure, lo trattiamo con sufficienza, dimenticanza, quasi fosse un elemento di decoro caro quanto pressoché invisibile. Quando va bene lo utilizziamo ben poco, tanto da accontentarci di una mezza paginetta di lettura domenicale a Messa – per chi ci va –, ma il libro originale lo sfogliano ben in pochi. A questo libro è legato un immaginario religioso presente nella vita di molti italiani benché quasi del tutto ignorato dal discorso pubblico, tra media e cultura. In base a un sondaggio del Censis nel novembre 2024, il 15,3% di “cattolici praticanti” la Bibbia in quanto tale è ancora un libro degno di nota. Ma dei praticanti che ormai sono il 10% di chi si riconosce ancora cattolico, cioè il 71,1% degli italiani.
Un anno di Grazia già iniziato.
Nelle parole e nell'agire di Gesù, il suo carisma sacerdotale, profetico e regale, annunciano la piena realizzazione dell'anno di grazia dell'anno giubilare. Gesù non sta raccontando una parabola, e neppure annunciando una profezia di compimento, egli dice che lì a Nazareth, quel giorno si è compiuta la scrittura e che quel compimento è per sempre. Quel rotolo di Isaia da profezia diviene realtà concreta ... non è semplicemente qualcosa di importante, non è solo una parola scritta, non è solo memoria e promessa, ma quel giorno a Nazaret la parola per quello che realmente è, si realizza in potenza e continua a essere realtà, di cui forse ci siamo un po’ dimenticati.
La concretezza della parola
È straordinario quello che accade davanti alla Legge quando Esdra la porta davanti al popolo, apre il libro e lo legge. Provate a leggere la prima lettura e a immaginarvi in quella folla, a sentirvi parte di quel popolo ritornato dall’esilio ... Provate e provare la gioia della libertà dopo la schiavitù. Provate a lasciarvi attraversare dalla gratitudine per quel Dio che aveva riportato il suo popolo a casa, e ora poteva essere nuovamente lodato, pregato, adorato.
La parola accade, è viva.
Accade nella storia e, pronunciata, si fa evento. La Parola quando può raggiungerci ci tocca e ci trasforma, perché è potenza che attraversa anima e materia.
Ciò che dice il Signore non è un auspicio o una rivendicazione di giustizia che dobbiamo cercare, ma sottolinea e precisa che la profezia di Isaia si è compiuta: vuole dire che non è successo semplicemente qualcosa, magari di bello, ma che tutto quello che è accaduto è un compimento. Qualcosa, cioè, che ha raggiunto la sua pienezza, ha raggiunto il suo scopo, il suo obiettivo, il regno di Dio è vicino, per questo la Parola si è compiuta. Allora, da tutto questo, possiamo trarre un primo elemento, ovvero che all’inizio c’è un compimento. Se il regno di Dio è vicino allora per i poveri vero l'annuncio di gioia, a proclamare la pace, la libertà, la salvezza, la vita ... il compiersi della profezia innesca un principio che si innerva e prende forma nella realtà.
Si è compiuta, non siamo più nel tempo dell’attesa, dell’incertezza, ma siamo nell’oggi della salvezza.
sabato 25 gennaio 2025
Conversione (tensione) di san Paolo
At 22,3-16 e Mc 16,15-18
venerdì 24 gennaio 2025
Una alleanza migliore!
Eb 8,6-13 e Mc 3,13-19
giovedì 23 gennaio 2025
Che cosa offre Gesù sacerdote ...
Eb 7,25-8,6 e Mc 3,7-12
mercoledì 22 gennaio 2025
Ontologicanente come Melkisedek
Eb 7,1-3.15-17 e Mc 3,1-6
martedì 21 gennaio 2025
Eredi della promessa
Eb 6,10-20 e Mc 2,23-28
lunedì 20 gennaio 2025
Cristo sacerdote sommo
Eb 5,1-10 e Mc 2,18-22
domenica 19 gennaio 2025
Sei giare di pietra per un vino nuovo
Is 62,1-5 Sal 95 1Cor 12,4-11 Gv 2,1-12
Forse ci siamo scordati che il vino non è un miracolo e basta, ma il vino è segno di quel nuovo vino che è il suo sangue per la nuova ed eterna alleanza. Ma se dimentichiamo questo, dimentichiamo che la gioia non è frutto delle nostre mani ma del esserci solamente di Lui. Se abbiamo finito il vino, non basta andare a comprarne altro con giusti o scaltri compromessi, ... sarà sempre un vino triste e scarso ... pronto a finire presto, lo consumiamo senza accorgercene, lo diamo per scontato, o permettiamo ad altro, ad altri, ad altre, a noi stessi di prosciugarlo: relazioni tossiche, aggressività, depressione, disfattismo, individualismo, autoreferenzialità, pessimismo, egocentrismo… Alla fine non avremo più vino perché abbiamo semplicemente messo Dio alla porta, esodandolo dalla nostra quotidianità. Oggi a noi il compito di portare acqua che possa diventare vino, portiamo noi stessi in un incontro con il Signore che fecondi e trasformi la nostra vita. Oggi siamo invitati a una festa che è quella delle nostre nozze con il Signore, oggi è il terzo giorno, il giorno quello della risurrezione, il tempo nuovo dello Spirito che non tramonta. Lo Spirito del Risorto, può se vogliamo riconsegnarci alla vita, riempiendo le nostre giare di pietra di vino nuovo e buono, riempiendole della sua presenza viva.
sabato 18 gennaio 2025
Abbiamo origine nella sua parola
Eb 4,12-16 e Mc 2,13-17
venerdì 17 gennaio 2025
Un riposo attivo
Eb 4,1-5.11 e Mc 2,1-12
giovedì 16 gennaio 2025
In rete con Dio
Eb 3,7-14 e Mc 1,40-45
mercoledì 15 gennaio 2025
Vera fratellanza di sangue
Eb 2 14-18 e Mc 1,29-39
martedì 14 gennaio 2025
La grande convenienza
Eb 2,5-12 e Mc 1,21-28
lunedì 13 gennaio 2025
Un nuovo inizio ... buon anno ...
Eb 1,1-6 e Mc 1,14-20
domenica 12 gennaio 2025
Battezzare significa immergersi
Is 40,1-5.9-11 Sal 103 Tt 2,11-14;3,4-7 Lc 3,15-16.21-22
sabato 11 gennaio 2025
Dio non è più semplice mistero
1Gv 5,5-13 e Lc 5,12-16
venerdì 10 gennaio 2025
Amare Dio e il prossimo è un unico amore
1Gv 4,19-5,4 e Lc 4,14-22
giovedì 9 gennaio 2025
Il rischio di amare
1Gv 4,11-18 e Mc 6,45-52
mercoledì 8 gennaio 2025
Dio è amore
1Gv 4,7-10 e Mc 6,34-44
martedì 7 gennaio 2025
La professione di fede è costante attualizzazione
1Gv 3,22-4,6 e Mt 4,12-17.23-25
lunedì 6 gennaio 2025
I Magi siamo noi
Is 60,1-6 Sal 71 Ef 3,2-3.5-6 Mt 2,1-12
La vicenda dei Magi può divenire un risuonare vuoto e gli eventi della storia farsi narrazione sterile. È invece necessario, recuperare il valore assoluto dell’annuncio nella realtà, in cui il Vangelo si fa "costruttore di senso", in modo che gli eventi avranno il sapore dell'eternità.
Così anche per l’Epifania è necessario che porti nella realtà il suo mistero di dono e di adorazione:
Celebrare l’Epifania, mentre la guerra imperversa come un predone che ruba la vita e la speranza agli altri, manda in frantumi il viaggio stesso dei Magi, di chi si spoglia di se stesso, delle proprie abitudini, della propria terra per farsi dono. Una festa, quindi, dal significato ricco, universale, rivoluzionario.
Essere Magi al giorno d’oggi significa incontro tra realtà di mondi e culture diversi:
Oggi guardare ai Magi significa tornare con loro a terre lontane, alla Turchia, all’Iran, alla Siria all’Iraq… non con uno strano mistico senso di oriente, ma con il rispetto e la nostalgie di popoli e genti che cercavano una verità in una stella … una verità oggi continuamente calpestata nella pace negata.
Inseguivano una stella, che per loro era la via e la vita. Sì, una vita degna di essere vissuta. E così come i Magi anche oggi scopriamo a Betlemme una sorprendente fraternità che è il vero miracolo di Dio ! Anche per uomini venuti dai confini della terra, la speranza di pace ha ancora un nome si dice Gesù, e incantati si rimisero in cammino …
domenica 5 gennaio 2025
Abbiamo bisogno di vedere Dio
Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος. |
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. |
Una espressione ineccepibile e ragionevole, come anche teologicamente corretta.
Egli infatti vuole raccontarci ciò che era al principio, vuole spiegare ogni cosa e dare ragione di tutto quanto esiste, perché Logos significa anche «senso».
Il Prologo di Giovanni mette in relazione l'origine del mondo e di quanto esiste con la venuta di Gesù sulla terra: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi», ma a partire dalla pre-esistenza.
Ma cosa significa Logos, che in latino traduciamo con la parola Verbo. (...)
Per un credente di Efeso di quel tempo, sentendo parlare del logos in senso assoluto, non poteva non pensare alla ragione ultima delle cose, al perché del mondo, e non cominciasse di qui la sua riflessione.
Elenco, quindi, cinque fondamentali significati:
sabato 4 gennaio 2025
Come vincere il male
1Gv 3,7-10 e Gv 1,35-42
venerdì 3 gennaio 2025
Chi rimane in Dio desidera
1Gv 2,29-3,6 e Gv 1,29-34
giovedì 2 gennaio 2025
Rimaniamo in Cristo
1Gv 2,22-28 e Gv 1,19-28
mercoledì 1 gennaio 2025
Maria madre della speranza
Nm 6, 22-27 Sal 66 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21
Giornata mondiale della pace
Abbiamo bisogno di pace ... soprattutto dopo aver constatato il fallimento di tanti tentativi a livello politico e diplomatico; se le istituzioni sono deboli, occorre andare lì dove il coraggio della gente normale dimostra nel piccolo segno che la pace non è morta, ma vive nelle relazioni buone e fraterne che ancora si è capaci di generare.
Ecco, proprio queste relazioni nuove saranno il fermento di quella pace che dovrà nascere sulle rovine di questa guerra distruttrice, atroce e disumana. Solo relazioni nuove e di fiducia reciproca potranno sanare le ferite profonde e laceranti che l'odio, la violenza e la morte hanno generato.
È questo il senso e il contenuto del messaggio che il Cardinal Pizzaballa ha inviato per la giornata mondiale della pace che si svolgerà oggi a Imola.
Perché in questo fine anno in cui le guerre non finiscono e l'indifferenza e l’egoismo crescono, a causa della nostra incapacità, finiamo per scambiarci l’augurio più desolante che ci sia: che l’anno nuovo che sta per iniziare sia per forza migliore".
Il Giubileo
Tra i tanti stimoli offerti dal Giubileo appena cominciato c’è il suo sguardo sullo scorrere del tempo. Sarà un tempo speciale in cui adoperarci per ristabilire la giustizia nei confronti di chi, a causa di scelte o rapporti economici iniqui, ha perso i suoi beni o la sua stessa libertà. É per questo l’insistenza di papa Francesco nel rilanciare in occasione di questo Giubileo i due grandi gesti sociali sollecitati già da Giovanni Paolo II nel Duemila – la remissione del debito dei Paesi poveri e la clemenza nei confronti dei carcerati. È uno sguardo preciso sulla storia. Una storia che ha bisogno di umanizzazione e di recuperare l'umano nella sua fragilità.
Il Giubileo viene a ribaltare la prospettiva, ci ricorda il nostro essere debitori verso Dio e verso i fratelli, e la necessità di essere noi stessi a rimettere i debiti.
È solo la consapevolezza del nostro essere debitori che può farci ritrovare quella speranza che il Giubileo annuncia: la vera fratellanza. Il tempo di grazia dell'Anno Santo, è il tempo da cui ricominciare, non con i nostri calcoli, ma a partire dal disegno di salvezza che abbraccia tutti.
Maria madre di Dio ci mostra la speranza di essere fratelli
Primo Giorno dell'anno iniziamo celebrando la Santa Madre di Dio. Lei, che custodisce nel suo cuore il mistero di Gesù, insegna anche a noi a leggere i segni dei tempi alla luce di questo mistero (omelia di Papa Francesco di ieri sera).
Maria, donandoci il figlio di Dio nella sua carne, ci permette di riconoscerci figli di Dio e fratelli tra noi. in un orizzonte largo che è la speranza della fraternità. “Pellegrini di speranza”, e uno degli aspetti principali della speranza del mondo sta nella fraternità!
Ma la speranza di un’umanità fraterna è solo uno slogan o ha una base “rocciosa” su cui poter costruire qualcosa di duraturo?
La risposta ce la dà la Santa Madre di Dio mostrandoci Gesù. La speranza di un mondo fraterno non è un’ideologia, non è un sistema economico, non è il progresso tecnologico.
La speranza di un mondo fraterno è Lui, il Figlio incarnato, mandato dal Padre perché tutti possiamo diventare ciò che siamo, cioè figli del Padre che è nei cieli, e quindi fratelli e sorelle tra di noi.