Nm 6, 22-27 Sal 66 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21
Giornata mondiale della pace
Abbiamo bisogno di pace ... soprattutto dopo aver constatato il fallimento di tanti tentativi a livello politico e diplomatico; se le istituzioni sono deboli, occorre andare lì dove il coraggio della gente normale dimostra nel piccolo segno che la pace non è morta, ma vive nelle relazioni buone e fraterne che ancora si è capaci di generare.
Ecco, proprio queste relazioni nuove saranno il fermento di quella pace che dovrà nascere sulle rovine di questa guerra distruttrice, atroce e disumana. Solo relazioni nuove e di fiducia reciproca potranno sanare le ferite profonde e laceranti che l'odio, la violenza e la morte hanno generato.
È questo il senso e il contenuto del messaggio che il Cardinal Pizzaballa ha inviato per la giornata mondiale della pace che si svolgerà oggi a Imola.
Perché in questo fine anno in cui le guerre non finiscono e l'indifferenza e l’egoismo crescono, a causa della nostra incapacità, finiamo per scambiarci l’augurio più desolante che ci sia: che l’anno nuovo che sta per iniziare sia per forza migliore".
Il Giubileo
Tra i tanti stimoli offerti dal Giubileo appena cominciato c’è il suo sguardo sullo scorrere del tempo. Sarà un tempo speciale in cui adoperarci per ristabilire la giustizia nei confronti di chi, a causa di scelte o rapporti economici iniqui, ha perso i suoi beni o la sua stessa libertà. É per questo l’insistenza di papa Francesco nel rilanciare in occasione di questo Giubileo i due grandi gesti sociali sollecitati già da Giovanni Paolo II nel Duemila – la remissione del debito dei Paesi poveri e la clemenza nei confronti dei carcerati. È uno sguardo preciso sulla storia. Una storia che ha bisogno di umanizzazione e di recuperare l'umano nella sua fragilità.
Il Giubileo viene a ribaltare la prospettiva, ci ricorda il nostro essere debitori verso Dio e verso i fratelli, e la necessità di essere noi stessi a rimettere i debiti.
È solo la consapevolezza del nostro essere debitori che può farci ritrovare quella speranza che il Giubileo annuncia: la vera fratellanza. Il tempo di grazia dell'Anno Santo, è il tempo da cui ricominciare, non con i nostri calcoli, ma a partire dal disegno di salvezza che abbraccia tutti.
Maria madre di Dio ci mostra la speranza di essere fratelli
Primo Giorno dell'anno iniziamo celebrando la Santa Madre di Dio. Lei, che custodisce nel suo cuore il mistero di Gesù, insegna anche a noi a leggere i segni dei tempi alla luce di questo mistero (omelia di Papa Francesco di ieri sera).
Maria, donandoci il figlio di Dio nella sua carne, ci permette di riconoscerci figli di Dio e fratelli tra noi. in un orizzonte largo che è la speranza della fraternità. “Pellegrini di speranza”, e uno degli aspetti principali della speranza del mondo sta nella fraternità!
Ma la speranza di un’umanità fraterna è solo uno slogan o ha una base “rocciosa” su cui poter costruire qualcosa di duraturo?
La risposta ce la dà la Santa Madre di Dio mostrandoci Gesù. La speranza di un mondo fraterno non è un’ideologia, non è un sistema economico, non è il progresso tecnologico.
La speranza di un mondo fraterno è Lui, il Figlio incarnato, mandato dal Padre perché tutti possiamo diventare ciò che siamo, cioè figli del Padre che è nei cieli, e quindi fratelli e sorelle tra di noi.
mercoledì 1 gennaio 2025
Maria madre della speranza
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